In Italia sono tante le "priorità" ma pochi i soldi e, di conseguenza, tutto ciò che è prevenzione viene automaticamente messo in secondo terzo quarto quinto ..... ultimo ordine.
Ovviamente poi è la classica situazione del cane che si morde la coda poichè in assenza di prevenzione, più o meno ciclicamente, si passa dalla normalità all'emergenza con un dispendio di soldi, mezzi, personale e qualche volte vite umane e non mi stupirei se fossero particolarmente significativi questi "numeri". Il problema di fondo (quello alla luce del sole) è comunque, sostanzialmente, legato alla disponibilità economica poiche se guadiamo i singoli interventi probabilmente non sono poi così onerosi ma se li guardiamo nella loro complessità diventano cifre mica da ridere per cui improponibili da oramai parecchi anni (le vacche grasse non sono finite cinque anni fa, cinque anni fa sono cominciate a morire non più le vacche grasse ma già quelle magre, oggi si è passato a quelle anoressiche e domani, fra non molto, se andiamo avanti così non ci saranno più vacche di nessun tipo da imolare
); poi ovviamente c'è anche un problema meno alla luce del sole che consiste nel fatto che le emergenze, in generis, corrispondono soldi "spesi" ....... e per un euro speso c'è chi guadagna un euro ..... se poi consideriamo che in questo modo si creano, e si mantengono, dei posti di lavoro si può anche capire perchè la prevenzione sia snobbata.
Non è solo questione di "va bhè siamo Italiani" ....... poichè gli incendi, nello specifico, sono emergenze anche in quei paesi che, economicamente parlando, sono messi meglio che noi solo che fare un piano di prevenzione serio, efficace, vuol dire investire del denaro che non c'è perchè impegnato in emergenze di natura sociale.
L'Italia ha un enorme patrimonio a livello naturale e più in generale turistico ma, a mio avviso, o spostiamo tutta la nostra economia sul fronte appunto turistico e facciamo diventare l'Italia un grande parco dei divertimenti ...... una sorta di Italialand
...... oppure dobbiamo imparare a convivere con queste tipologie di emergenza cercando, ad esempio, di incentivare in qualche modo le amministrazioni locali per fare quel minimo di prevenzione che non risolvono il problema ma che almeno non lo aumentano.
A mio avviso il singolo, in queste circostanze, può solo fare da spettatore ed aspettare che la politica faccia il suo corso ..... al limite quello che può cercare di fare è sensibilizzare chi gli stà vicino a comportamenti corretti (sigarette accese, fuochi vari, ect. ect.) e magari indirizzare in modo più mirato il proprio voto alle prossime elezioni che siano amministrative o politiche.
Ciao
, Gianluca