LETTERA APERTA AL CONI E A TUTTI GLI ISTRUTTORI SURVIVAL ITALIANI

Buongiorno cari "colleghi" istruttori.
Sono da una decina di anni ormai "ufficialmente" nel settore survival italiano e ora voglio finalmente dire la mia dopo che in molti mi hanno chiesto il perchè della mia assenza.

Per quelli che non mi conoscono: mi chiamo Roberto Ruscigno, mi affaccio a questa disciplina da adolescente come semplice appassionato (tutta colpa di mio padre!) e col passare degli anni, tra uscite in solitaria e in compagnia, complice anche il web, mi interesso sempre più a questo mondo, tanto da aprire prima un canale youtube e creare un'associazione (Il Survival Italian Division -SID, che ebbe come scopo iniziale quello di riunire tutti gli esperti di Survial in Italia!). Successivamente ho collaborato con riviste del settore e ho consueguito il titolo di Istruttore in Inghilterra nell'aprile 2017, alla Bear Grylls Survival Academy.

Dopo la creazione del SID, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse associazioni e pseudo federazioni che mi hanno contattato da tutta Italia per entrare a far parte di questo piccolo circuito creato dal nulla, solo con la passione e l'idea visionaria di un ragazzo.

Grazie a questo ho imparato, per conoscenza diretta, la realtà del settore Survival italiano: un settore non standardizzato, dove chi ha più conoscenze e impronta mediatica la fa da padrone; dove il CONI non può nulla (o forse non vuole?) per standardizzare la professione; dove ognuno "tira l'acqua al proprio mulino" millantando anni di esperienza e tecniche da power ranger apprese nei meandri della Terra; dove c'è gente pronta solo a speculare sulle tasche dei meno esperti.

Per fortuna non sono tutti così e questa lettera è rivolta sopratutto a quelle brave persone, a coloro che credono ancora che una passione debba unire piuttosto che dividere, a quelle persone che fanno questa professione seriamente, con passione, non solo il fine settimana, a coloro che ci credono e ci campano con il Survival Italiano.

In tutti questi anni, non ho mai e dico mai, sentito avanzare la proposta di standardizzare la professione di Istruttore di Sopravvivenza.
Molti hanno il loro stile, il proprio mindset e, per carità, è giusto che lo mantengano!
Il mio desiderio è sempre stato quello di creare uno standard qualitativo nella formazione di un Istruttore: una sorta di ISO9001 che certifichi con certezza che quella persona, per diventare Istruttore, ha superato tutti i corsi richiesti e riconosciuti UNIFORMEMENTE A LIVELLO NAZIONALE.

Perchè non si è mai creato un tavolo che riunisse tutti gli esponenti del settore per chiarire questa situazione? Non credete che sia anche un vostro interesse farlo piuttosto che screditare una federazione piuttosto che un' altra??
Perchè non accogliere giovani con idee fresche per modernizzare il Survival?
Tempo fa, proposi alcune iniziative per rendere la disciplina più sportiva e interessante per tutti, atleti e non!

Non so se otterrò quello che voglio ma se con questa lettera riuscissi a smuovere un solo pensiero, ne sarei già felice.
Vi lascio con una citazione a me cara:“Un sognatore è colui che può trovare la sua strada al chiaro di luna e vedere l'alba prima del resto del mondo.” - Oscar Wilde

Survivalmente vostro,
Roberto Ruscigno
 
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Utente 24852

Guest
Premetto che non "condivido" e " supporto" questo genere di "ambizione"- "approccio" nei confronti di queste attività (se intese per il mondo naturale) ;)

Ma giustamente ognuno insegue i propri sogni e le proprie passioni.

Hai già provato a vedere se c'é la possibilità di cercare una collaborazione con gli uffici competenti? Magari per questo genere di "attività" non hanno nemmeno un modello... nessuno si é mai proposto ufficialmente. Insomma... creeresti la "professione" con tutti i "ghirigori" che ne conseguono per farla diventare come le altre, riconosciuta e uniformata come desideri. e da chì desideri.
 
Premetto che non "condivido" e " supporto" questo genere di "ambizione"- "approccio" nei confronti di queste attività (se intese per il mondo naturale) ;)

Ma giustamente ognuno insegue i propri sogni e le proprie passioni.

Hai già provato a vedere se c'é la possibilità di cercare una collaborazione con gli uffici competenti? Magari per questo genere di "attività" non hanno nemmeno un modello... nessuno si é mai proposto ufficialmente. Insomma... creeresti la "professione" con tutti i "ghirigori" che ne conseguono per farla diventare come le altre, riconosciuta e uniformata come desideri. e da chì desideri.

La lettera l'ho inviata al CONI, anche se son sicuro non servirà a niente, sopratutto perchè il Survival non è una disciplina olimpica e in tal caso il CONI "delega" tutto agli enti di promozione sportiva (quali CSEN, AICS e compangia bella). Ognuno con le sue associazioni, regole, istruttori.

La cosa dovrebbe partire dall'interno, dagli istruttori stessi! Questo è il mio messaggio. Se aspettiamo il CONI facciam notte!
 
La cosa dovrebbe partire dall'interno, dagli istruttori stessi!
Che vantaggi ne deriverebbero a livello dei professionisti e alle società che rappresentano ?

A livello "ideologico" posso capirlo, e in parte, non totalmente, condividerlo, il tuo pensiero ma oltre non vado, ovviamente è un mio problema poichè non sono del settore.

Benvenuto nel fantastico mondo delle libere professioni, in cui l'apparire conta molto più dell'essere!
Piú che delle libere professioni è il mondo del lavoro direi in qualsiasi settore, dalle prestazioni d'opera, intellettuale o meno, al prodotto finito.

Ciao :si:, Gianluca
 
Che vantaggi ne deriverebbero a livello dei professionisti e alle società che rappresentano ?

I Vantaggi di far parte di un circuito sicuro, uniformato, standardizzato e di potersi riconoscere Istruttore con la I maiuscola perchè si è affrontata una formazione riconosciuta e stilata da tutti.
E' una forma di garanzia per la propria formazione e per quella dei propri allievi. Io se decido di affrontare un percorso formativo (a maggior ragione se ci campo facendo l'istruttore), preferisco farlo in una forma riconosciuta e standardizzata, altrimenti rischio di buttare solo i soldi, di avere una formazione frammentaria e di proporre acqua calda agli allievi che pagheranno i miei corsi.

Non c'è bisogno di essere del settore per capirlo.
 
Non c'è bisogno di essere del settore per capirlo
Non volevo essere offensivo, la mia era una domanda la cui risposta già intuivo e, come ti ho detto, in parte condivido pur non essendo del settore né, sinceramente, interessato a fare corsi.

Personalmente sono sempre favorevole alle "standardizzazioni" poiché ritengo che garantiscono un certo livello di qualità, nel bene e nel male.

Però, volendo fare la parte dell'avvocato del diavolo, questo non vorrebbe, di fatto, rivedere le abilitazioni, ufficiali o ufficiose che siano, per chi oggi svolge queste attività professionali ?

Ciao :si:, Gianluca
 
Però, volendo fare la parte dell'avvocato del diavolo, questo non vorrebbe, di fatto, rivedere le abilitazioni, ufficiali o ufficiose che siano, per chi oggi svolge queste attività professionali ?

Se una persona ha chiare quali siano le proprie competenze, non credo sia un problema mettersi in discussione.
E' un "piccolo sacrificio" per un bene comune maggiore.
 
Se una persona ha chiare quali siano le proprie competenze, non credo sia un problema mettersi in discussione.
E' un "piccolo sacrificio" per un bene comune maggiore.
Ok, lo capisco perfettamente e questo a maggior ragione in qualità di "cliente", però in qualità di professionista se questo può mettere in dubbio la mia fonte di guadagno qualche remora me la farei ...... a maggior ragione se sono una società.

Esistono manifestazioni o fiere del settore che prevedono convegni ?

Ciao :si:, Gianluca
 
Ok, lo capisco perfettamente e questo a maggior ragione in qualità di "cliente", però in qualità di professionista se questo può mettere in dubbio la mia fonte di guadagno qualche remora me la farei ...... a maggior ragione se sono una società.

Esistono manifestazioni o fiere del settore che prevedono convegni ?

Ciao :si:, Gianluca

Io non parlavo dal punto di vista del cliente, ma da quello di "professionista" del settore.
Mettersi in gioco e in discussione, ti fa crescere. Poi, se si vuole rimanere dove si è, senza provare a migliorarsi e migliorare i propri interessi, si è liberi di farlo. Con tutti i rischi del caso...

Non ho idea se ci siano fiere.
 
Roberto, non sono un professionista, se e quando accompagno qualcuno a fare qualche attività, trekking bushcraft, pesca estrema o survivor lo faccio a titolo gratuito, non ho mai considerato il lato economico ne ho mai pensato di camparci, penso che sia una attività talmente poco codificabile che sia difficile dare uno standard unico nazionale, potrei anche farmi pagare, in fondo lascio i miei 67 e spiccioli euro alla AIGAE tutti gli anni, ma lo faccio solo per avere copertura assicurativa e legale, nella vita non si sa mai chi incontri specialmente se qualcuno mi contatta perchè mi ha conosciuto sul web, alla AIGAE organizzano spesso dei corsi di aggiornamento ma dopo 2 o 3 di questi corsi mi son reso conto che, a parere mio, sono praticamente inutili, ogni accompagnatore (non mi piace la parola istruttore) ha il proprio stile, due accompagnatori faranno sempre cose diverse tra loro come 2 istruttori di survivor, se io e te ci perdiamo in un bosco, ammesso che questo sia possibile, faremo sicuramente cose diverse, faremo rifugi diversi, accenderemo un fuoco in modo diverso, ci procureremmo l'acqua in modo diverso ma sicuramente la sfangheremmo tutti e due.
La vedo dura avere uno standard comune, io faccio cose che farebbero inorridire il 99,99% degli utenti di questo forum come bere da qualsiasi corso di acqua corrente o insegnare a cacciare con le trappole anche con dimostrazioni pratiche.
Ci sono poche cose che potrebbero essere una condizione minima indispensabile per accompagnare e/o istruire, un corso di primo soccorso e al limite un corso di tecniche di orientamento, tutto il resto va nella tecnica personale, se ci vuoi campare non ti serve un diplomino, ti serve credibilità e oggi, con internet che ci coinvolge tutti, servono i feedback positivi.
Con affetto Marco
 
ti serve credibilità e oggi, con internet che ci coinvolge tutti, servono i feedback positivi.
Mi è tutto chiaro, tranne questo passaggio qui. Cosa intendi?

Comunque il tuo pensiero è condivisibile. Mi trovi d'accordissimo sul primo soccorso e sull'orientamento.
Però credo che andrebbe fatta una piccola precisazione su quello che intendo per "disciplina sportiva survival" (sarò breve perchè sono stanco per le ore di lavoro): quello che intendo, è una mera pratica sportiva e in quanto tale, necessita di "regole e regolamenti" per chi la pratica e per chi la insegna.
Quello che qui intendo, è ben diverso "dall'andar per monti", passeggiare in natura o dalla sopravvivenza in senso puro.
 
Intendo questo, siamo in un'epoca in cui vengono messi in discussione albi e ordini professionali come quello dei giornalisti, si dice, e forse con ragione, che chi ha qualcosa da dire e sa scrivere possa esercitare la professione senza che venga "autorizzato" da un ordine professionale, oggi per fare il gestore del risparmio non occorre una laurea in economia e commercio, allo stesso modo, oggi, per fare l'istruttore di survivor, il tuo caso, o l'accompagnatore, il mio, non occorre alcun titolo, basta andare alla camera di commercio, iscriversi e ottenere una partita IVA, Zeru Tituli come direbbe Mourinho.
Disciplina sportiva survivor è un concetto che mi è sconosciuto, sono stato uno sportivo e un allenatore/istruttore di uno sport codificato e riconosciuto dal CONI, faccio fatica ad associare i concetti di survivor e di disciplina sportiva a meno che tu non intenda una cosa tipo un pentathlon che comprenda arrampicata, taglio di un tronco, accensione di un fuoco con l'archetto, attraversamento di un ponte di corda e qualche altra stravagante attività, una specie di giochi senza frontiere del bosco, mi sembra una idea strampalata ma ci si potrebbe ragionare sopra per renderla disciplina sportiva.
Non me ne volere, ti stimo e credo di aver visto tutti i tuoi video su youtube, vedendo il video che hai dedicato a Sun ho avuto le lacrime agli occhi per un bel po ma credo che siamo su lunghezze d'onda diverse, per me il survivor è "improvvisazione ragionata" non sono nemmeno sicuro che lo si possa insegnare, come non si può insegnare ad amare
 
faccio fatica ad associare i concetti di survivor e di disciplina sportiva a meno che tu non intenda una cosa tipo un pentathlon che comprenda arrampicata, taglio di un tronco, accensione di un fuoco con l'archetto, attraversamento di un ponte di corda e qualche altra stravagante attività, una specie di giochi senza frontiere del bosco, mi sembra una idea strampalata ma ci si potrebbe ragionare sopra per renderla disciplina sportiva.

E' pressappoco quello che intendevo. Grazie per i feedback al mio canale youtube.
 
Proprio quest'anno il CONI ha stilato un nuovo elenco delle discipline sportive da lui riconosciute, il nuovo elenco è molto più ridotto del precedente, non mi sembra un momento propizio per chiedere al CONI di inserire una nuova disciplina.
https://www.asso360.it/blog/pilates-e-yoga-con-la-riforma-delle-discipline-del-coni-cosa-fare/

Come ho detto sopra, ho inviato la lettera al Coni, ma non mi aspetto risposte.
La mia era una lettera più che altro rivolta a tutti gli istruttori, per regolarizzare la formazione, stabilire una volta per tutte la disciplina e finirla con "battibecchi da suocere" tra una federazione e l'altra, che fanno solo male alla disciplina e a chi vi si affaccia con interesse.

Perchè la meno tanto con 'sta storia della disciplina sportiva? Perchè non siamo in America o in Alaska, e in Italia parlare di Survival ha un senso differente: non si può giocare agli "woodsman", perchè sarebbe un po' ridicolo qui. Immaginate se Peppino (grande raccoglitore di funghi), ci vedesse con la nostra bella camicia di flanella, l'ascia e la pipa a giocare a fare i tagliaboschi! Scusatemi, ma la vedo una cosa ridicola! Come vedo ridicolo emulare gli americani che giocano a fare i trapper: abbiamo un'altra storia qui, un'altra cultura.

Si aprirebbero ora, righe e righe di concetti e spiegazioni sulla parola Survival, Bushcraft e Reenacment e non mi sembra il caso.

Quindi, visti questi punti e visto l'interesse che c'è anche qui in Italia, sarebbe utile più che farla riconoscere dal CONI come disciplina, cosa difficile, almeno regolamentarla dagli "addetti ai lavori" per gli scopi già citati nelle righe precedenti.
 
U

Utente 3704

Guest
Vorrei potermi esprimere liberamente...ma al giorno d'oggi è pericoloso farlo...mah...due cose velate ma non troppo le dico. Nelle discipline sportive ci sono più interessi che negli appalti. Ci sono sport di serie A e sport o discipline di serie B (o Z a volte...). Ultimamente si paga per poter lavorare nello sport lo sapete? In ogni settore bisogna avere il tesserino tecnico...sapete cos'è? Una tassa sul lavoro. Avete un diploma in una disciplina sportiva? No...non potete lavorare. Dovete pagare cifre che vanno dai 95€ ai 160€ per ricevere un tesserino...che non dice nient'altro che quello che c'è scritto nel diploma. Siete istruttori nella disciplina sportiva che avete pagato!!! Non meravigliatevi per come vanno le cose...ecco perchè proprio in questi giorni è scattato il caos...lo stato vuole togliere il controllo (monopolio) dello sport. Un ultima cosa...sono stato spesso presente ai vari palazzi con invito per premiazioni (per cosa non l ho mai capito) di una disciplina che pratico...beh sono felice che non ci farò più parte del mondo sportivo (tesseramenti compresi ) tra qualche mese. Sono riusciti anche a cancellare il bello dello sport.
 
Condivido le perplessità di chi mi ha preceduto e trovo che il punto di @surf colga nel segno, si vede che ha esperienza in materia di professioni.
Anche io vengo da una professione regolamentata e capisco le tue aspirazioni a costruire una categoria di professionisti seri e affidabili, ma la realtà è che gli ordini professionali, le codificazioni e altri retaggi dell '800 funzionavano (forse?) fintantoché si discuteva tra gentlemen.
Quando si è usciti dal sistema elitario e aristocratico, per proletarizzare le professioni (mi scuso per questo linguaggio retrò) il sistema, a mio modestissimo parere, è andato in crisi. E' difficilissimo trovare una sintesi tra tanti diversi punti di vista e modi di intendere lo stesso lavoro, secondo me impossibile, per di più quando l'enorme concorrenza porta a una commistione malsana, o meglio un conflitto, tra interessi personali e interessi di categoria.
Io sarei per l'abolizione del mio ordine professionale, dal quale non ho i vantaggi di tutela che auspico, ma solo costi e prese in giro, né ce li ha la categoria nel suo complesso. Chi gestisce l'ordine, tutela solo sé stesso.

Piuttosto, come suggerisce @surf , in un'epoca di libero mercato, bisognerebbe puntare sugli strumenti che rendono effettiva - e non falsata - la libera concorrenza: il feedback, lo strumento di valutazione performance proveniente direttamente dai clienti, in ultima analisi, l'informazione. Se c'è clientela informata, anche la categoria professionale fa autoselezione e solo i migliori spiccano, altrimenti sarà sempre pieno di mediocri improvvisati che lavorano solo per conoscenza.

A differenza di quel che dice @znnglc , nelle professioni intellettuali o nei servizi in genere, dove non c'è un prodotto materiale messo sul mercato, è molto difficile aprire questo canale di comunicazione tra clienti: se un prodotto è fallato, l'informazione circola, grazie al web, ma se un servizio è stato reso male, specie quando un servizio è individualizzato sul singolo cliente, ben difficilmente si potranno dare giudizi o fare paragoni. Qui si annidano i furbetti.
 
l'informazione. Se c'è clientela informata, anche la categoria professionale fa autoselezione e solo i migliori spiccano, altrimenti sarà sempre pieno di mediocri improvvisati che lavorano solo per conoscenza.

La clientela per dare un feedback giusto, deve essere preventivamente informata e formata (almeno in parte), altrimenti io posso proporli corsi fatti male, ma se chi mi giudica è un completo ignorante, avrò comunque un feedback positivo.
Purtroppo quelli che pubblicano "manuali di psicologia e preparazione alla sopravvivenza" in Italia (che quindi potrebbero fare informazione preventiva), sono sempre gli stessi che hanno maggiore potere mediatico, ma questo non vuol dire che abbiano una migliore formazione.
Quindi il ragazzo che si avvicina alla disciplina e che non ne sa molto, sarà inevitabilmente incanalato verso chi ha più forza mediatica, col rischio di spendere solo soldi. E fino a quando riuscirà ad avere la giusta formazione per comprendere di essere stato fregato, sai quanti altri resteranno fregati come lui?

Uniformare la categoria, dovrebbe servire proprio ad evitare questo.
"Ordine di categoria", non vuol dire per forza monopolio. Anzi, per come la vedo io, vuol dire garanzia di una giusta informazione e formazione per chi forma e per chi viene formato.
 
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