Libro migliore di sopravvivenza

Dei due che hai citato possiedo solo quello di Lorenzani Roberto, non mi considero un grande esperto di sopravvivenza, ma dei 4,5 manuali che possiedo sull'argomento è sicuramente quello che preferisco leggere.
In realtà è una scelta dovuta anche dal fatto che il manuale di sopravvivenza di john weisman che possiedo, e che forse considero il più valido, non è proprio il massimo da sfogliare viste le dimensioni (che cmq lo rendono facilmente trasportabile e pratico).

Comunque trovo il manuale di Lorenzani ben scritto, chiaro e diretto, con immagini che spiegano bene le tecniche, con nozioni utili, e sopratutto mi sembra molto "attuale", non so se è la parola giusta.

Oltre che trattare tecniche di sopravvivenza, nel manuale vengono trattate e presentate nozioni, imho molto utili, come ad esempio, come scegliere un buono zaino, o la lista dell'attrezzatura da viaggio.
Se hai domande...

:):)
 
avevo chiesto di questi 2 perché la libreria dove vado ha solo questi.
gli altri potrei ordinarli però...
quindi a questo punto la domanda diventa: quale è il libro di sopravvivenza migliore in assoluto secondo voi?
 

Avventurosamente guadagna dagli acquisti idonei dei prodotti linkati.

Ho letto tutti quelli che avete citato e ne possiedo altri, dai più ludici ai più professionali e specialstici. Se ho ben capito, sarà il tuo primo manuale e, per questo, mi associo a Maduva: il libro del vecchio Ray è il migliore.

Non che gli altri siano meno validi, anzi nel manuale SAS (e le sue versioni per i boschi, invernale, medico...) come in quello della hoepli (che hanno anche da decathlon, se non lo trovi in libreria) ci sono molti più schemi, disegni tecnici e informazioni dettagliate.

Quello di Raymond è più descrittivo, pochissimi disegni, alcune foto, ma proprio per questo va "letto" e non "consultato" come gli altri. Entri nell'atmosfera, da ottimi consigli personali e ti fa entrare nel giusto mood se vuoi iniziare a fare "campeggio hardcore".

Se ti interessa di più l'aspetto teorico forse sono meglio i manuali tecnici che gli altri hanno citato, considera che li puoi trovare in pdf, versioni free per tablet o smartphone che, AMMP, sono più user friendly per la consultazione che per la lettura.
 
quindi a questo punto la domanda diventa: quale è il libro di sopravvivenza migliore in assoluto secondo voi?

e' difficile rispondere, e un po come se tu chiedessi "qual'e' l'auto migliore in assoluto": dipende da cosa cerchi e da cosa ci devi fare.
secondo me un buon manuale di sopravvivenza dovrebbe riferirsi il piu' possibile a situazioni " reali" ossia a fatti che possono realmente capitare e situazioni in cui ci si puo' realisticamente trovare.
Esempio: a me ( ripeto, a me) non e' di nessuna utilita' sapere come sopravvivere nella giungla, o come uccidere tigri e leoni a mani nude, perche' sono situazioni in cui, nel 99,999% delle ipotesi, non mi trovero' mai, mi sara' molto piu' utile sapere come costruirsi un riparo nel bosco ( puo' capitare di dover passare una notte fuori) o come orientarsi col sole, cosi' come non mi interessano assolutamente discorsi sul trappolaggio, in quanto se mi perdo in un bosco non mi metto certo a costruire trappole, anche se sto un giorno senza mangiare non muoio di certo.
( anche perche' nei posti che frequento io, per perdersi bisogna farlo apposta :rofl: )
Ho anche un manuale ( non mi ricordo titolo e autore, mi sembra sia di Antony Greenbank, ma potrei sbagliarmi, visto che non lo trovo piu', sara' sepolto in chissa' quale remoto anglolo di chissa' quale remoto armadio) che parla di cosa fare in caso di attacco nucleare... siamo realistici: che possibilita' c'e' attualmente di un attacco nucleare all'Italia? che poi, nel malaugurato caso cio' avvenga, credo proprio che le nozioni lette su un manuale vadano a farsi benedire..
In sostanza: dipende da quello che cerchi. :D
 
Se la mettiamo sulla personalizzazione puoi fare come me: ti fai il tuo! Cerchi sui blog, pinterest, manuali online e offline, foto e schemi, riassumi tutto in una cinquantina abbondante di pagine selezionando molto accuratamente le informazioni che ti sono indispensabili e che non ricordi o che in un momento di emergenza potresti confondere, miniaturizzi (se possibile), impermeabilizzi se non vuoi rischiare di rovinare il tutto e il gioco è fatto. Richiede molto tempo e una cultura già discreta, nonchè aver sperimentato varie tecniche e scegliere le migliori. Però è qusto e solo questo il miglior manuale al mondo.

Altrimenti vai sul commerciale anche se è ovvio che troverai un sacco di informazioni che non metterai mai in pratica, ti faranno solo da background e al più potrai riconoscere un sacco di idiozie nei film d'azione.

Se vuoi un manuale decente, generale, un filo semplicistico ma che rappresenti un inizio più che soddisfacente ti consiglio la guida di John Wiseman "Manuale di Sopravvivenza" edizioni Collins GEM: è piccolo (tascabile), chiaro e resistente. Lo puoi veramente portare sempre con te così magari quando sei in coda in posta ci dai una letta.
 
Il problema principale dei manuali di sopravvivenza pubblicati in italiano, se sono traduzioni di testi USA o UK è la traduzione : se non è fatta come si deve ed accurata può anche fornire informazioni pericolose .L' ideale se si mastica un po' di inglese sarebbe procurarsi i libri in originale.
Esistono anche i libri scritti da autori italiani ma quelli che ho letto io non mi hanno convinto troppo.....................
Un altro problema e che delle informazioni che contengono solo una minima parte sono veramente utili ( a meno che tu non ti trovi in mezzo all'oceano o nel deserto..........) o di difficile applicabilità ( in Italia il trappolaggio o l'accendere fuochi fuori da aree predisposte è vietato).
Alla fine direi che più o meno quasi tutti i manuali di sopravvivenza si equivalgono; tutto sta a non prenderli come delle Bibbie: le nozioni che veramente servono per me si imparano solo con l' esperienza
 
Esistono anche i libri scritti da autori italiani ma quelli che ho letto io non mi hanno convinto troppo

Quali hai letto? a me al contrario quelli americani mi sembrano appunto "americanate" poco applicabili a situazioni reali..
credevo che quelli scritti da italiani fossero piu' attinenti a situazioni in cui possiamo trovarci nel nostro paese..
 
Qualche esempio: nel libro SURVIVING della Hoepli consiglia fra le cose "secondarie" che si possono aggiungere al survival Kit consiglia poncio,amaca,cellulare, occhiali da sole, cibo,zanzariera e.......................oro !!
L' oro dove lo trovo ? da the bushcraftstore ?Siamo realistici, durante la guerra gli agenti paracadutati dietro le linee nemiche avevano delle monete d' oro perché glielo passava il governo ma mi sembra irrealistico consigliare ad una persona qualsiasi di mettere dell' oro nel proprio kit di sopravvivenza a meno che di cognome non faccia Berlusconi o Marchionne o Elkan !!
Sempre nello stesso libro propone come estreme risorsa per procurasi il cibo di cibarsi dei cadaveri dei compagni morti . Ma stiamo scherzando !!! Proporre il cannibalismo !!
nel libro Guida completa al Survival sempre della Hoepli l' autore consiglia come più adatto alla sopravvivenza un coltello a manico cavo quando i coltelli a manico cavo sono da evitare assolutamente perché hanno il codolo molto corto e per questo sono molto più fragili a grandi sollecitazioni
 
Sono un iniziato alla disciplina della sopravvivenza ma penso di averne già capito qualche meccanismo. La "sopravvivenza", quella dei libri, è una branca che ti fa uscire da una situazione estremamente critica e di emergenza con l'utilizzo di tecniche che spaziano dal bushcrafting alle teorie alimentari e di idratazione, dall'allenamento fisico alle dinamiche di psicologia del confronto. Non è campeggio, non è solo bushcraft, non è fare i selvaggi. Soprattutto non è da improvvisare!::31:: Questo prevede una miriade di situazioni, indescrivibili e innumerevoli.

Con l'avvento dei grandi commercializzatori di "sopravvivenza" ci siamo ristretti all'idea di surviving nella giungla, nel deserto, nella pampa e sui ghiacciai. Ma non è solo questo.
Quindi l'idea di racchiudere tutto il sapere in materia è pretenziosa, irrealizzabile e folle.
Allora, se uno cerca il libro più concreto fallisce perchè dovrebbe intitolarsi
"Surviving, sì ma quello in Italia, dalle mie parti, non in guerra, in montagna, sopra i 1000 metri ma sotto i 3000, col tempo bello ma forse cambia, se di salute stai bene e principalmente parlo di bushcraft".
E il libro non divagherebbe e non avrebbe situazioni difficili da incontrare. :rofl:

Per questo, mi ripeto, il libro migliore è quello che ti ricavi tu, dopo averne sfogliati tanti che avevano solo alcune informazioni che ti servivano, aver cercato anche altrove e aver sperimentato.

Per Ciccio: hai ragione, fintanto che la tua "sopravvivenza" è racchiusa nei limiti di uno stato occidentale, civilizzato e finchè quello che vuoi fare è fare del sanissimo bushcraft o un campeggio "wild". La zanzariera a 2000 metri mica la usi.

L'oro però ti può veramente servire. In piccole dosi e in diversi posti: chiedi a chi è andato a far gite in caravan oltreconfine europeo e troverai alcune storie di come una collana/ orecchini/ orologio/ mazzetta nascosta preventivata o piccola riserva d'oro li ha salvati da polizie corrotte/ malviventi/ burocrazie da turisti/ tecnici corruttibili. Non è detto che serva e non è detto che basti, ma una piccola riserva di oggetti da "baratto" può fare la differenza: è l'unica valuta universale, si fa capire meglio della lingua inglese e spagnola messe assieme. Virtualmente, in condizioni di civiltà, può trasformarsi in qualsiasi strumento che ti serva. Al massimo te lo riporti a casa.

Per il coltello, è vero, il full tang non regge confronti, se devi fare il boscaiolo e usi il tuo coltello in modo "aggressivo". Tipo nel bushcraft. Ma nella "sopravvivenza" più tradizionale non ti porti il full tang. Hai il surviving kit, una scatoletta grossa circa come un pacchetto smilzo di sigarette. Dentro ci puoi mettere una lametta di emergenza. Non sono per gli aitor jungle o simili ma, in sopravvivenza, in condizioni di vera emergenza, ringrazierai l'avere con te un fiammifero antivento, un antiinfiammatorio e un coltello da usare con più cautela rispetto a un coltellaccio indistruttibile e basta a parità di spazio e peso. Tutto dipende dalla situazione. Se ti dicessi quante volte mi ha quasi salvato la vita un tagliacalli nel mio kit... :biggrin:

Certo che hai ragione, il manuale della hoepli (ma anche moltissimi altri) è troppo generico ma non potrebbe essere altrimenti. E' un punto di partenza verso qualcosa di più personalizzato.
 
chihuahua ho letto il tuo intervento ma non mi trovo d accordo sul punto in cui parli del baratto mi spiego. sono un camperista da circa 15 anni. posso dire che nel mio piccolo l europa l ho girata in lungo e in largo compresi i paesi dell est. e devo dire che non mi e mai capitato di dover usare il baratto con qualche oggetto d oro...oppure...di valore in generale...per salvarmi le chiappette da qualcosa o da qualcuno. non solo...io al contrario di te sconsiglierei vivamente cio che dici di fare, e cioè tentare di corrompere un malvivente oppure un pubblico ufficiale nelle esercizio delle sue funzioni....specie...e ripeto specie...all estero. il motivo penso sia chiaro a tutti in entrambi i casi...non credi?? sia chiaro non vorrei che scambiassi il mio intervento per un attacco diretto nei tuoi confronti ci mancherebbe. ho solo voluto portare la mia esperienza ed il mio pensiero riguardo il consiglio da te dato. faccio un ultimo esempio e poi concludo....cosa pensi che faccia il malvivente quando vede che hai dell oro per le mani....pensi che si accontenti di ciò che gli dai??...come dicevo prima di strada con il camper ne ho fatta molta e di gente ne ho vista tanta.....ti posso assicurare che per esempio in bosna i hercegovina nell ex jugoslavia nei dintorni di bihac dove certo ricorderai cerano i combattimenti, ho visto certe facce....ma certe facce....che non sarei nemmeno in grado di descriverle....tanto erano brutte....e non solo in bosna....quindi gente...attenzione....a ciò che si dice...e a ciò che si fa.....chiuahua ripeto....niente di personale.
 
Ciao Rapid! Assolutamente nulla di personale, anzi, hai fatto benissimo ad aggiungere un'opinione corredata da esperienza diretta, sono per il libero dibattito :si:
In effetti rileggendomi, mi rendo conto di aver assunto toni ambigui e pericolosi! Il baratto lo intendevo in un contesto civile e legale. Ho però ascoltato diverse testimonianze di amici camperisti che trovandosi di passaggio (particolarmente in dogana) in paesi che preferirei non nominare per non scatenare polveroni, hanno avuto dei "fermi amministrativi" e "controlli" dalle autorità competenti che si sono magicamente risolti non appena si sia fatto omaggio di orecchini (in un caso) e un bracciale (nell'altro). Tutto ciò mentre sotto il consiglio e la mediazione di alcune guide locali turistiche e mentre ambasciate cercavano di dare una mano. Sono situazioni risapute anche se poco comuni e sono estremamente delicate. Tutto sta al buon senso e, in caso di autorità, è importante aspettare suggerimenti non fraintendibili altrimenti si rischia di beccarsi un tentativo di corruzione.
Nel caso dei malviventi, credo abbia ragione tu.
In un caso, credo al limite del possibile, un paio di conoscenti sono rimasti bloccati in un villaggio (collegamento tra i deserti) in attesa di un pezzo di ricambio per il loro fuoristrada, pezzo che non arrivava nonostante la compagnia assicurativa aveva garantito la consegna. Anche in quel caso l'ambasciata è servita a poco. Fatto sta che per essere "lasciati andare" il mio conoscente ha avuto l'idea di "barattare" un ciondolo che teneva nascosto. Inutile dire che il pezzo è arrivato dal villaggio vicino entro sera. Ecco, non parlo di malviventi:ph34r:, più che altro di gente poco onesta che pensa di sfruttare un'occasione.
Magari sono casi estremamente rari ma ne ho sentiti diversi e mi hanno persuaso a nascondere molto bene piccoli ninnoli d'oro sulla mia persona come mio kit di sopravvivenza. Poi magari son matto io eh:p

Comunque è basilare, come dici tu, stare con gli occhi molto aperti, cercare di non attirare l'attenzione, accendere il buon senso e la prudenza! ;)
 
Sono un iniziato alla disciplina della sopravvivenza ma penso di averne già capito qualche meccanismo. La "sopravvivenza", quella dei libri, è una branca che ti fa uscire da una situazione estremamente critica e di emergenza con l'utilizzo di tecniche che spaziano dal bushcrafting alle teorie alimentari e di idratazione, dall'allenamento fisico alle dinamiche di psicologia del confronto. Non è campeggio, non è solo bushcraft, non è fare i selvaggi. Soprattutto non è da improvvisare!::31:: Questo prevede una miriade di situazioni, indescrivibili e innumerevoli.

Con l'avvento dei grandi commercializzatori di "sopravvivenza" ci siamo ristretti all'idea di surviving nella giungla, nel deserto, nella pampa e sui ghiacciai. Ma non è solo questo.
Quindi l'idea di racchiudere tutto il sapere in materia è pretenziosa, irrealizzabile e folle.
Allora, se uno cerca il libro più concreto fallisce perchè dovrebbe intitolarsi
"Surviving, sì ma quello in Italia, dalle mie parti, non in guerra, in montagna, sopra i 1000 metri ma sotto i 3000, col tempo bello ma forse cambia, se di salute stai bene e principalmente parlo di bushcraft".
E il libro non divagherebbe e non avrebbe situazioni difficili da incontrare. :rofl:

Per questo, mi ripeto, il libro migliore è quello che ti ricavi tu, dopo averne sfogliati tanti che avevano solo alcune informazioni che ti servivano, aver cercato anche altrove e aver sperimentato.

Per Ciccio: hai ragione, fintanto che la tua "sopravvivenza" è racchiusa nei limiti di uno stato occidentale, civilizzato e finchè quello che vuoi fare è fare del sanissimo bushcraft o un campeggio "wild". La zanzariera a 2000 metri mica la usi.

L'oro però ti può veramente servire. In piccole dosi e in diversi posti: chiedi a chi è andato a far gite in caravan oltreconfine europeo e troverai alcune storie di come una collana/ orecchini/ orologio/ mazzetta nascosta preventivata o piccola riserva d'oro li ha salvati da polizie corrotte/ malviventi/ burocrazie da turisti/ tecnici corruttibili. Non è detto che serva e non è detto che basti, ma una piccola riserva di oggetti da "baratto" può fare la differenza: è l'unica valuta universale, si fa capire meglio della lingua inglese e spagnola messe assieme. Virtualmente, in condizioni di civiltà, può trasformarsi in qualsiasi strumento che ti serva. Al massimo te lo riporti a casa.

Per il coltello, è vero, il full tang non regge confronti, se devi fare il boscaiolo e usi il tuo coltello in modo "aggressivo". Tipo nel bushcraft. Ma nella "sopravvivenza" più tradizionale non ti porti il full tang. Hai il surviving kit, una scatoletta grossa circa come un pacchetto smilzo di sigarette. Dentro ci puoi mettere una lametta di emergenza. Non sono per gli aitor jungle o simili ma, in sopravvivenza, in condizioni di vera emergenza, ringrazierai l'avere con te un fiammifero antivento, un antiinfiammatorio e un coltello da usare con più cautela rispetto a un coltellaccio indistruttibile e basta a parità di spazio e peso. Tutto dipende dalla situazione. Se ti dicessi quante volte mi ha quasi salvato la vita un tagliacalli nel mio kit... :biggrin:

Certo che hai ragione, il manuale della hoepli (ma anche moltissimi altri) è troppo generico ma non potrebbe essere altrimenti. E' un punto di partenza verso qualcosa di più personalizzato.
Apprezzo il tuo intervento ma volevo farti notare che riguardo il coltello il tuo ragionamento ha una falla :si può avere sia un coltello robusto ed anche contemporaneamente un piccolo kit da sopravvivenza l' uno non esclude l' altro . Non sta scritto da nessuna parte che il kit deve stare dentro al manico del coltello (molti coltelli hanno un fodero con una tasca proprio per il kit). Neanche io sono Bear Grylls però penso che è si utile in certi casi un fiammifero antivento o cose simili ma è utile anche un coltello che non si spezzi in due alla prima sollecitazione più forte del normale. Come ho detto non sono Bear Grylls ma penso che in certi frangenti sia meglio avere un coltello che puoi usare come ascia , come arpione , come leva , come martello da usare senza remore invece che un coltello che avrei sempre paura di rompere..
 
Io sono della tua opinione, ho un kabar bk2 che mi diverto a maltrattare come meglio credo, senza paura di "fargli male".:dent4: Però ho visto alcuni manici cavi con codoli ridicoli e devo dire che, senza fare chopping, batoning, intaglio, scavare o alcuna attività che serva un minimo nel bushcraft, ti fanno dimenticare di avere un piccolo kit di emergenza con te.
Ok, tranne l'aitor jungle, quello è proprio insalvabile :D
Io mi sono creato un piccolo settore da attaccare al mio sheath da riempire con un minimo kit. E una bivvy da tirarmi dietro di 250 grammi. Però non viene sempre con me. E' come se avessi varcato il sottile confine tra kit di emergenza ed equipaggiamento. Se avessi un minimo kit già incassato nel manico sarei più sereno, non me lo dimenticherei da nessuna parte nè rischierei di perderlo.

Prima che ci sbattano via per OT, ho maturato che, alla fine de conti, si può "innestare" tutto l'essenziale sul normale abbigliamento giornaliero ed è l'unica garanzia di avere l'aiuto che ti serve nel momento di massimo bisogno, che è proprio quella volta in cui te lo sei dimenticato.:biggrin:
E non l'ho imparato su un libro, magari ci fossi riuscito! mi sono dovuto perdere brutalmente un paio volte nei boschi per capire cos'è veramente necessario!:biggrin:
Cosa non avrei dato per un fiammifero nel manico cavo:rofl:
 
ciao chiuahua sono contento non te la sia presa...mi sarebbe dispiaciuto dico davvero:si: salutami la mole antonelliana...se non ricordo male in caso mi correggi...era una vecchia chiesa ebraica...divenuta ora mostra permanente del cinema.
 
azzz...chiuahua ora leggo che hai un bk 2 bello èèè??:dent4::dent4: cè l ho anchio. anzi per dire la verità ne ho 2 il secondo pensavo di venderlo, ma il mio è ancora nuovo credimi è cosi bello che mi secca adoperarlo:ph34r: ....lo so...lo so...cosi facendo nemmeno me lo godo ma prima o poi romperò gli indugi e lo metterò all opera. comunque il mio l ho castomizzato e che non so postare le foto senno te lo farei vedere. se vai in internet comunque ne vedi....per il resto del testo...ti do ragione....alle volte un misero fiammifero....fa davvero la differenza.
 
Ultima modifica:
"Surviving, sì ma quello in Italia, dalle mie parti, non in guerra, in montagna, sopra i 1000 metri ma sotto i 3000, col tempo bello ma forse cambia, se di salute stai bene e principalmente parlo di bushcraft".
Sarebbe il libro dei miei sogni, che parla di situazioni " realistiche" che possono capitare a chi, come me, frequenta i boschi italiani e verosimilmente non si trovera' mai in una situazione d'emergenza nella giungla o nel deserto. Fermo restando che la "vera" sopravvivenza non si impara certo su un libro. Non penso che uno che resta in panne col fuoristrada in mezzo al Tenere' si ricordi e metta in pratica quello che aveva letto anni prima, quando era a letto con l'influenza su un libro di sopravvivenza.. :D ( a parte il discorso che per trovarsi in certe situazioni bisogna andarcisi a cacciare di proposito...)
Per quanto riguarda il coltello: secondo me ( preciso: parere personale, non vuole essere una critica per nessuno) l'attrezzo ideale per il bushcraft e' la roncola: ci si puo' fare legna, tagliare piccoli alberelli, sramarli, appuntire pali, ecc.. costa poco ( una ventina di euro in ferramenta) da' meno nell'occhio di un coltellaccio alla Rambo in quanto viene vista come attrezzo da lavoro. Per piccoli lavoretti o per affettare il salamino si puo' tenere in tasca un multiuso. Personalmente non sento la necessita' di altre lame.
 
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