Rieccomi con la seconda ed ultima parte della recensione.
Come già anticipato, a differenza della prima parte dove tutte le prove sono state cercate o forzate in dei test vicino a casa, in quest’ultima parte vi riporto un po’ di considerazioni e foto in merito alle escursioni che ho fatto con l’M7, contesti quindi dove ho fatto affidamento su questo coltello senza riserve.
Mi piace molto leggere le recensioni su attrezzatura varia, in particolare quelle di attrezzi da lavoro
devono presentare almeno qualche test fatto e relative considerazioni, altrimenti sono solo chiacchiere; ma se le recensioni che si limitano a qualche test in giardino riusciranno certamente a togliere qualche dubbio, per avere delle certezze è necessario avvalersi delle considerazioni relative a vere escursioni ed utilizzi reali, siete d’accordo con me?
Ma prima del bosco…
Croazia summer 2017
Questa estate sono stato in Croazia, in un campeggio situato lontano da città, in una zona molto verde e selvaggia; il campeggio si estende in una vasta area, una parte situata praticamente nel bosco, alcune zone sono state “dimenticate” dai gestori, che hanno deciso di non curarle più pur lasciando la possibilità ai clienti più intraprendenti di piazzarsi in queste piazzole in mezzo al bosco previa pulitura dell’area (e conseguente ringraziamenti dei gestori per il lavoro svolto).
Ecco dove ci siamo stabiliti.
Ovviamente la zona era un po’ soffocata dalla vegetazione, che anno dopo anno si riprende lo spazio tolto precedentemente.
Non è la prima volta che veniamo in questo campeggio e di solito mi porto segaccio e machete per ripulire l’area, ma quest’anno toccherà all’M7 fare spazio per tutti.
Prima riapro questo sentiero che era ormai sparito.
Durante le pulizie mi accorgo che la base di una pianta tagliata precedentemente rischia di farmi inciampare, per levarla di mezzo in fretta non trovo soluzione migliore che utilizzare l’M7 come piede di porco.
Dopo una giornata di pulizie ecco il mucchio di vegetazione tagliata con l’M7, sia verde che secca.
Volete sapere poi che è successo? Dopo tutta la pulizia di quest’area e dopo 3 giorni di sosta qui, il boss ha deciso che ci saremmo spostati a causa delle continue visite serali e notturne di animali al nostro campo; passino pure i molti daini e caprioli, passino più piccoli animali come scoiattoli e visoni (o qualcosa di simile), ma già dalla prima sera si sono visti diversi cinghiali, due maschi alle prime ore serali, e mamma con due piccoli al seguito più tardi. Ci siamo spostati sempre al limitare del bosco, ma a ridosso del resto del campeggio.
Mi sono divertito nel tempo libero a creare qualche trappola con l’M7,
le ho smontate dopo le foto dato che non conosco le leggi Croate in merito.
Una paiute.
Un'altra paiute
Una figura 4
Il momento dove l’M7 mi è venuto in aiuto in una situazione critica: aprire una birra ghiacciata!
Durante la vacanza ho utilizzato M7 anche per staccare delle patelle dagli scogli, pulire ed aprire un riccio di mare (morto e spiaggiato), e qualche altro lavoro di poco conto.
Dopo due settimane in Croazia, venendo anche a contatto con acqua di mare, lo sleipner non ha mostrato alcun segno di ossidazione. Se lo ritenevo necessario pulivo L’M7 dopo ogni uso con uno scottex bagnato e asciugavo con scottex asciutto, mentre se entrava in contatto con l’acqua di mare sciacquavo con acqua dolce e asciugavo bene.
Si è rivelato uno strumento prezioso, laddove ero solito utilizzare un segaccio, un machete ed un fisso compatto, l’M7 è stato in grado di soddisfarmi in tutti i compiti di solito destinati a tre strumenti.
In particolare durante le operazioni di pulizia del campo mi sono ritrovato ad utilizzare l’M7 per lungo tempo, alternando taglio di vegetazione verde a legna molto secca; a colpire di slancio per sfoltire rami snelli e flessibili così come a dover tagliare grossi rami; a colpire in alto e poi in basso, impegnare il coltello in presa normale e arretrata, e a dover estrarre e riporre più volte il coltello; questa è stata forse la prima vera prova sul campo, un utilizzo che non deve più considerarsi un semplice test “cercato” ma piuttosto l’aver utilizzato uno strumento per ciò che è stato concepito: aiutarci a soggiornare comodamente in natura sfruttandone la robustezza, le capacità di taglio, e la versatilità….e qui si ritorna alle prime righe di questa discussione e al concept iniziale cercato da Molletta.
Bravo.
Abbiamo visto un po’ di test dei più classici fatti in campagna, abbiamo visto come l’M7 sia stato impiegato per il taglio del metallo, abbiamo visto come sia efficiente e robusto e come il filo non abbia subito praticamente danni; poi abbiamo visto il capitolo Croazia, dove l’M7 ha fatto gli straordinari sostituendo egregiamente il machete (di solito un kukri cold steel o un machete latino Angelo B), un segaccio (silky super accel 210), ed un qualche fisso; ma trarre conclusioni finali su questo coltello basandosi solo su queste prove sarebbe come decretare ottimo un fuoristrada solo dopo aver letto le sue caratteristiche su un opuscolo ed averci fatto un giretto in campagna.
Un fuoristrada è ottimo se è ottimo facendo fuoristrada.
Un coltello da campo è ottimo se è ottimo sul campo.
Ed il campo, in questo caso, sono le escursioni. Ne ho fatte un paio di una giornata dall’alba al tramonto, ed un paio di due giorni, condite poi con qualche ulteriore breve trekking con sosta di qualche ora nel bosco.
Nello specifico vediamo un po’ di prove che ho fatto durante due giorni nel bosco con the kid (se volete vedere il report di tutta l’escursione,
clikkate qui, mentre se volete vedere il report di un'altra due giorni con l’M7
clikkate qui).
Ho bisogno di collezionare un po’ di pali per costruire il mio rifugio, decido di tagliare e sezionare alcuni noccioli spezzati o piegati sotto alberi caduti.
Il nocciolo verde è come burro sotto i colpi dell’M7
Nel bosco ci sono molti abeti caduti, decido di fare una branda rialzata per the kid.
Ne scelgo alcuni, li ripulisco da tutti i rami, correggo le lunghezze e cerco di eliminare tutte le sporgenze per renderli il più omogenei possibile.
Li sistemo con alcuni pezzi sotto
Poi con l’M7 mi reco poco distante dove c’è un grande abete caduto da non più di un paio di mesi, con molte fronde ancora verdi e utili ai nostri rifugi, ne taglio una quantità sufficiente a impostare un bel materasso.
Poi fisso il poncho e un rifugio è pronto
Ora preparo il mio, continuando a cercare rami di noccioli, sfrondarli e sezionarli.
La struttura del mio lean to.
Un paio di giri per tagliare e portare fronde, ed anche il tetto è a posto.
Fra un lavoro e l’altro ho fatto una lancia a 4 punte per the kid (volutamente ed ovviamente poco appuntita), dietro si vede il giaciglio composto da rami secchi ricoperti di fronde ed un arco in lavorazione poggiato in verticale.
In particolare l’arco è stato lavorato molto velocemente, prima ho poggiato il grosso ramo ad un albero, e battendo con un randello sul dorso dell’M7 ho asportato velocemente molto materiale, poi ho continuato ad asportare altro materiale colpendo con fendenti, solo verso la fine ho iniziato ad asportare tagliando via il legno nel modo più convenzionale.
Ecco la fase iniziale del lavoro.
Il mio rifugio la sera, dove a causa della pioggia battente ho dovuto estrarre dallo zaino la sacca bivvy ed il poncho da applicare sulla tettoia di fronde.
Ho intagliato con l’M7 un cucchiaio per la zuppa
E’ stato un lavoro abbastanza semplice perché il legno era verde e perché l’M7 è comodo in tutte le prese, con l’M7 è possibile intagliare un utensile utile come un cucchiaio in una ventina di minuti o meno, il risultato sarà certamente grezzo, ma comunque funzionale. Ho rifinito il centro concavo con uno spoon knife per migliorarne il comfort (era destinato a the kid).
Ho fatto batoning sulla panca in due direzioni diverse così da creare una sezione piatta sulla quale lavorare meglio, poi ho creato due intagli al centro di due legnetti e li ho uniti e legati per creare una stella da lancio per the kid.
Ho fatto una figure4 (
solo dimostrativa, in quanto le trappole sono vietate in Italia).
Tocca accendere il fuoco, sempre facendo batoning ho collezionato un po’ di parti interne ed asciutte da un ramo (è piovuto parecchio e l’esterno era bagnato), faccio un po’ di feather stick su una decina di rametti e ne accendo uno.
Ora finalmente possiamo cuocere qualche salsiccia.
A questo punto manca una prova non certo di poco conto, l’affilatura sul campo.
Ho utilizzato, come sempre, gli unici due strumenti che sono solito portare con me per affilare gli attrezzi in escursione, una Fallkniven DC4 (un lato diamantato e uno in ceramica), e il retro non conciato della mia cintura di cuoio per stroppare la lama.
Non ho mai riaffilato l’M7 in questi mesi di utilizzo, e questa escursione è stata l’ultima prova fatta prima della stesura di questa recensione.
Visti i test svolti precedentemente è assolutamente doveroso riportare che il coltello taglia ancora davvero bene, lo dimostra ad esempio la semplicità con la quale ho fatto i feather stick per il fuoco e tagliato le fronde verdi e flessibili dell’abete e dei noccioli asportandole sempre di netto senza strapparle o spezzarle.
Sleipner a 60hrc, mai affilato. Inizio come al solito, ma durante l’affilatura col lato in ceramica decido di riprendere da dove ero partito, lato diamantato, perché mi rendo conto che devo insistere un po’ di più.
Dopo circa 25 minuti, durante lo strop, di nuovo decido di ritornare indietro, stavolta al lato in ceramica.
Prendendomela comoda, dopo 40 minuti scarsi e considerando che in mezzo ho fatto un paio di pause, l’M7 è tornato di nuovo a radere i peli seppur non con la facilità estrema che aveva out of the box.
A casa ho poi concluso il lavoro con calma, migliorando ulteriormente l’affilatura, ma comunque non proprio ai livelli iniziali.
Oltre alle prove documentate da foto ho fatto un reggi gavetta regolabile in altezza, ho estratto delle radici di tarassaco che poi non abbiamo avuto modo di utilizzare, scortecciato le due lance, fatto un rabbit stick per the kid, e asportato della corteccia da un grosso pino caduto, per poi aprirmi dei varchi nel legno in cerca di caramelle per the kid (e chi vuol capire capisca
).
Bè ragazzi, penso ora come ora, visto l’utilizzo che ne ho fatto, di poter tirare le somme per quanto riguarda l’M7.
Non voglio dilungarmi ulteriormente e non lo farò.
E’ buffo perché prima di ricevere l’ultima mail di Molletta già mi ero fatto un idea finale sui pregi effettivi dell’M7, ma quando mi ha scritto rispondendomi proprio alla domanda su quali fossero, secondo lui, i punti di forza e le caratteristiche principali dell’M7, mi sono ritrovato sotto il naso esattamente le cose che già avevo scritto, per cui tanto vale riportarvi quelle righe tratte dalla mail di Michele:
“<cut> ..
I punti di forza, la versatilità e la potenza pur avendo un peso accettabile che ne consente un porto agevole. Con la presa avanzata, mettendo l'indice nell'incavo della lama si fanno lavori di precisione, prendendo il coltello in presa arretrata si fanno lavori da piccola accetta. La caratteristica che lo distingue dalla massa è il codolo in parte nascosto, In analisi delle sollecitazioni è quello che da migliore sicurezza e risposta elastica. Chiaramente è un architettura più costosa del classico full tang che pur essendo valido ha dalla sua l'economia di realizzazione.
L'M7 è un coltello cosi come è fatto equilibrato nella qualità, nella realizzazione ed anche nel prezzo. Se si considera che la lame vengono tagliate ad acqua, i trattamenti e l'architettura si è raggiunto un traguardo. Non cambierei niente. Un buon acciaio da utensile che tiene bene il filo, ottima resilienza e resiste pure bene alla corrosione pur non essendo inox. Un manico comodo. Saluti, mik.”
E questo è il nocciolo dell’M7 anche per me…
Ora vi chiedo un favore, aiutatemi a rendere migliore questa recensione, in modo che chiunque abbia dubbi su questo coltello o semplicemente desideri conoscerlo possa trarne il meglio.
Datemi il vostro parere su questo strumento, ditemi se condividete ciò che ho scritto, se avete dubbi o domande in merito, se non siete d’accordo con le considerazioni riportate e quant’altro.
Mi piacerebbe confrontarmi un po’, soprattutto con chi ha avuto modo di maneggiare questo coltello o coltelli simili.
Una bella recensione non è bella perché ha molti like o visualizzazioni, ma perché ha molte considerazioni portate da diversi utenti, ogni commento relativo al soggetto in questione è il vero valore aggiunto di ogni recensione.
gabry