Lo zaino e il viaggio, metafore della vita

"Non è così anche la vita? Perché, in fondo, non trasportiamo costantemente dei grossi bagagli sulle nostre spalle?
Tutti procediamo lungo le strade delle nostre esistenze, raccogliendo nel frattempo oggetti, sensazioni, ricordi, progetti, emozioni, idee, passioni, sentimenti, aspettative, relazioni, voci, timori. Accumuliamo dentro e fuori di noi cose su cose, gettandone via poche e solo raramente, e dopo anni magari, non ci rendiamo nemmeno conto di quanto il nostro zaino sia diventato pesante e ingombrante, di quanto ci ostacoli il cammino, forse fino al punto di schiacciarci e impedirci di proseguire. Allora dovremmo fermarci un momento, fare il punto della situazione, e controllare il nostro bagaglio.
Dal mio zaino di viaggio ideale vorrei scaricare tutti i pesi inutili, per tenere solo ciò che ho di leggero, utile e importante, per lasciare tanto spazio alle cose nuove che sicuramente verranno.
Così dovrei fare anche con la mia vita.
Scelgo quindi di portare con me la prudenza, ma non le paure. L’apertura mentale, non il pregiudizio. L’entusiasmo, ma non le illusioni. Il coraggio, non l’incoscienza. Porto sicuramente i desideri, la passione e tutti i miei sogni, ma lascio i pesi del passato a casa.
Le mie convinzioni, le mie idee e i miei progetti, non le aspettative altrui. Il silenzio, non il rumore. L’amore, non la diffidenza.

Se la vita è un viaggio, allora è decisamente meglio viaggiare leggeri."

Dal libro di Francesco Grandis Sulla strada giusta
 

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E

Eschimese

Guest
Condivido tutto!Sarebbe bello mettere in atto tutto.Anche se a volte non e' possibile purtroppo.
 
I bagagli più pesanti e gravosi sono gli affetti, i ragazzi lo hanno capito e finché possono cercano di stare dalla parte di quelli che in un rapporto affettivo "prendono" (cioè nel ruolo di "figlio") ritardando all'infinito qualsiasi cambiamento di status affettivo che implichi l' accollo del destino, dei bisogni, dei desideri di anche solo un' altra persona.

La figura romantica del viaggiatore solitario "con lo zaino leggero" non è poi così lontana da quella del ragazzo(-a) col terrore dell' accollo, incapace di dire "ti amo" ad un essere umano perché sa che quel "ti amo" significa che se l'altro dovesse passare dei momenti di difficoltà o peggio cominciasse ad affondare, l' accollo passerebbe in riscossione ed allora ci sarebbe da faticare, da piangere, da lottare, da soffrire. E soprattutto dedicare senza limiti l'unica ricchezza che conti nella vita: il nostro tempo.
 
Belle parole Andrea, peccato che sono solo parole, nella realtà chi più chi meno non è esente da paure da pregiudizi da illusioni. Quindi rimane un buon augurio di alleggerimento, e allora : buon proseguimento del viaggio con uno zaino più leggero possibile!

PS
soprattutto cerchiamo di alleggerire la coscienza, con la consapevolezza, che ogni scelta che facciamo potrebbe in qualche modo rivelarsi fonte di sofferenza per un altro essere vivente.

Buon anno Avventurosi!
 
Caro Andrea,
sembra incredibile a dirsi ma se c'è una cosa che mi è sempre risultata più ostica che scalare una montagna è proprio riuscire ad approntare (e quindi a portarmi appresso) uno zaino leggero.
Nell'immagine dello zaino leggero, è impressionante il modo in cui la realtà si sovrappone alla metafora.
Puoi anche essere capace, in potenza, delle più grandi imprese, ma rischierai di fallirle tutte (o quasi) se non sei capace della cosa più semplice da fare PRIMA ancora di cominciare: eliminare il peso inutile.
Una persona capace di questo, anche se meno dotata di gambe, di fiato, di resistenza, di arditezza, di coraggio, di tecnica e di quant'altro, riuscirà laddove falliranno altri molto più dotati.

Ecco : quali sono i pesi inutili della nostra vita ? La sfida è innanzitutto capirlo, e poi trattarli appunto come tali.
Questo è il primo thread di "Avventurosamente" su cui mi è caduto l'occhio in questo 2018 appena nato. Spero sia una sorta di segno del destino, e dunque di buon augurio...
 
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