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Ci sono un Orco, un Vichingo e un Druido che entrano in un bar…..
No gentaglia, non è una barzelletta, solo il preludio a due splendide giornate immerso nei boschi assieme a @GiulioOuch e @Giovanni81 , accompaagnati da un po’ di neve, tanta pioggia, buon cibo, lame taglienti, e tanto sano lavoro nel bosco.
Il venerdì arriva Giulio, il vichingo, che per l’occasione s’è fatto 4 ore di macchina, ci conosciamo finalmente di persona, ragazzo davvero simpatico e di buona compagnia.
Il mattino seguente alle 6.00 precise arriva Giovanni, il druido, che già ho avuto il piacere di conoscere e con cui mi trovo molto bene.
La squadra è pronta, si vola verso il bosco che ci accoglierà per due giorni, ma prima, come anticipato nelle prime parole, sosta al bar per colazione fugace e veloce, e poi via di nuovo, lasciandoci finalmente il cemento e le città alle spalle.
Si cammina per una buona mezzora di fuori pista nel bosco, facciamo un po’ di guadi bassi, nelle ultime settimane ha nevicato qualche volta, e anche se ora non c’è traccia di neve nel bosco, i segni sono evidenti, ci sono molti rami spezzati, fronde di abete ovunque, e un po’ di alberi abbattuti.
Raggiungiamo un area che ci piace in cui sono già stato in passato e molliamo gli zaini a terra.
Ecco Giovanni e Giulio subito prima di iniziare i lavori
Giusto il tempo di arrivare al campo base, lasciare gli zaini, ed ecco che i primi fiocchi iniziano a cadere.
Decidiamo di piazzare subito un telo 4x5 nell’area che ospiterà il fuoco comune, ma dopo aver aperto il telo a terra, giusto il tempo di prendere i cordini e già ci rendiamo conto di quanto forte sta nevicando
Nel giro di 10 minuti tutto appare diverso, scende la neve e sale la magia..
E’ ora di mettersi a lavoro, sfoderiamo ognuno il suo armamentario, e non si scherza per un *****, qua ci sta il meglio del meglio raga…
A sx la fiskars di Giò, al centro la bacho laplander di Giulio (in versione under cover ma è lei), e la mia silky super accel circoncisa.
Non siamo da meno con le accette.
A Sx la rinaldi di Giò, al centro la Husqvarna di Giulio, e il mio tomahawk della cold steel.
Ovviamente come coltellame non potremmo essere da meno, con la @henri Spa che ci ha sponsorizzato a dovere.
A sx Zanna, un custom di henri che si è fatto fare Giovanni su sue specifiche, a dx c’è Orco, ormai immancabile nelle mie scorribande nei boschi. (con Orco ci ho fatto di tutto, ma mai un rifugio, per cui per consacrarlo nella mia hall of fame non avrei potuto esimerlo da questo compito).
Giulio si è portato il suo Ouch HD, un custom auto costruito che trae ispirazione dal jeff white bush knife.
La sera prima, a casa mia, abbiamo fatto una veloce comparazione fra i due, eccoli, sopra il jeff white, sotto l’ouch hd.
Mi trovo benone col jeff white, e l’ouch HD non è da meno, fra l’altro presenta un impugnatura più ergonomica e comoda, dando l’impressione di maggior controllo sulla lama.
Il fodero, sempre auto costruito da Giulio, è veramente bello e ben fatto, tiene benissimo il coltello ed è molto bello a vedersi.
(Date un occhiata anche qui ad un altro coltellone e fodero spettacolare fatto da Giulio, splendidi)
Iniziamo i lavori, con la pala della cold steel ripulisco il terreno e spiano il punto in cui farò il giaciglio.
Con Orco preparo la paleria
Grazie al fatto di trovare molte fronde a terra non impiego molto a finire la mia tana.
Decido di impostare un fuoco frontale con riflettore, ma poi a causa della pioggia non lo accenderò mai.
Finito, lo provo.
Anche gli altri si danno da fare e i loro rifugi prendono forma.
Giulio si dà da fare e prepara il giaciglio rialzato.
La sua Husqvarna da carpentiere verrà utilizzata moltissimo durante i due giorni.
E’ da quando abbiamo iniziato i lavori che la neve ha lasciato il posto a una pioggia moderata, ma nessuno ha la minima voglia di ripararsi sotto al telone.
Ecco il rifugio di giulio finito, fa venire voglia di dormirci dentro vero?
Anche Giovanni, poco distante, si è portato avanti.
Sembra davvero confortevole, specialmente il materasso!
Ecco i tre monolocali da fare invidia ad ogni agenzia immobiliare.
(abbiamo messo dei teli sopra in modo da provare a preservare le fronde dei materassi dalla pioggia che continuava a venir giù)
Per un po’ possiamo fare pausa e riporre gli strumenti.
Ma poi, molto rapidamente, sopraggiunge la sera e dobbiamo sbrigarci a preparare il fuoco e la cena.
Credetemi, non è stato così facile accendere il fuoco, molta legna era troppo bagnata, abbiamo abbattuto un piccolo abete secco e l’abbiamo lavorato per prelevare legna asciutta, ma il legno era davvero duro a causa del freddo.
Ecco alcune fasi del primo tentativo. Trucioli sotto, legnetti sottili sopra, un bel feather stick acceso con l’acciarino da usare come starter.
Tutto sembrava ok, ma nonostante la grande fiamma generata dai trucioli posti sotto la capanna di legna il fuoco non si è acceso, i legnetti sopra sono stati esposti abbastanza a lungo alla fiamma, ma non ne hanno voluto sapere di innescarsi, siamo stati tutti d’accordo sul fatto che la causa è stata la grande umidità che era nell’aria (e in quel momento pioveva abbastanza forte), siamo ripartiti da capo, questa volta Giovanni si è prodigato nell’accensione step by step, mettendo un po’ di legnetti per volta anziché fare un tepee di legnetti.
Scelta vincente.
Finalmente un fuoco che può scaldarci e, soprattutto, permetterci di cucinare la cena.
Io e giò ci dedichiamo a preparare un po’ di verdure.
Giulio prende un bel pezzo di nocciolo ed inizia a lavorarlo.
Un bel mestolo per la zuppa prende forma.
A questo punto tanto vale che anche io mi faccia un cucchiaio al volo.
La zuppa è finalmente pronta.
E con essa anche un bellissimo mestolo intagliato da Giulio (la foto non rende, è davvero bellissimo )
Mangiamo tanto e bene, si chiacchiera, si beve del buon vino, e poi si va a letto.
Durante la notte siamo rimasti tutti stupiti dal freddo pungente, è piovuto fino all’una circa, poi solo freddo e gelo, siamo andati circa a -5 gradi.
Ci svegliamo all’alba.
Tutto il bosco è avvolto da uno strato di ghiaccio, ogni cosa che tocchiamo scricchiola…
Le corde sono totalmente ghiacciate.
Proviamo a scrollare il telone per togliere i ristagni d’acqua ma cadono solo pezzi di ghiaccio
Avevo lasciato fuori i guanti, e ora sono due pezzi rigidi di cuoio.
Riaccendiamo il fuoco e iniziamo a riprendere vita anche noi.
Tutte le gavette e pentolame lavate e pronte ad una lunga colazione che si collegherà direttamente al pranzo.
Uova in padella, pancetta croccante e vin brulè caldo, il tutto condito da frutta secca e un po’ di cioccolata, può esserci colazione migliore?
Tanto per provare qualcosa di diverso, ho pulito la pala della cold steel, l’ho piazzata sopra a della cenere fumante e qualche brace quasi spenta, e ci ho cucinato sopra un uovo.
Non credo di aver compromesso la tempra, non penso proprio la pala sia arrivata a 400 o più gradi, l’uovo ci ha messo un bel po’ a cuocersi, ma è venuto molto bene.
Mi faccio un giro per il bosco, ho trovato un giovane abete e gli rubo un po’ di aghi per un infuso.
Tutto procede benone, oggi non piove e la giornata è splendida, al campo si cucina, si mangia bene, si scherza, e ci si scambiano esperienze varie.
Il tempo vola, e siamo costretti a smontare il tutto lasciandoci alle spalle dei bellissimi momenti.
Ma quando siamo ormai giunti alle macchine decidiamo di fermarci per un sessione di tiro con l’arco.
Abbiamo utilizzato un arco in rattan costruito da Giovanni, davvero bello, mi pare tirasse quasi sulle 45 libbre, non certo un giocattolo.
Ecco la freccia a mezz’aria
Sono stati due giorni in cui la pioggia incessante di sabato ha provato a guastarci la festa ma senza riuscirci, mi sono divertito molto, ho imparato, condiviso, riso, e trovato due belle persone con cui si è creata una grande sintonia.
Abbiamo fatto, a mio modesto parere, un bel campo in stile bushcraft, la notte nonostante le temperature siamo stati bene (Io ho avuto un po’ di freddo ai piedi), abbiamo mangiato come dei re (la pecora non è stata immortalata ma era buonissima), e quindi non mi resta che ringraziare di cuore Giulio e Giovanni, e sperare in futuro di poter replicare questa bella esperienza.
Finalmente, dopo mille escursioni in cui mi sono sempre dimenticato di farla, posso salutarvi con una foto di gruppo!
Alla prossima!
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