- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 4/11/2023
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: SP86, all'altezza dell'azienda agricola
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: starato
Chilometri: 14
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: neve
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: poca
Dislivello in salita: 1000mt
Dislivello in discesa: 1000mt
Quota massima:2201mt
Accesso stradale: SP86, all'altezza dell'azienda agricola
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8758
Descrizione
La montagna non affascina per quello che è, la sua altezza, la sua difficoltà, la sua lontananza. La montagna affascina per quello che tira fuori da noi. Coraggio, solidarietà, poesia, meditazione, forza...ognuno ha la propria dimensione. Guardiamo quei crinali, quei colori, quei cieli e ci sembra che il creato ci parli. E forse siamo noi che parliamo al creato, che nel vederne le meraviglie riconosciamo quanto di profondo c'è in noi. E come l'atto del riconoscere un desiderio comincia a cambiare il nostro mondo generando intenzioni promesse e azioni, così dicendo lo stupore che proviamo di fronte alla natura diciamo cosa sentiamo di essere, quindi cosa vogliamo essere, come vogliamo essere, cosa siamo pronti a fare per esserlo, cosa faremo.
Oggi, per l'ormai consueta catena di incastri casuali alla quale sempre più fiduciosamente mi affido, mi ritrovo con due amiche ad andare alla volta di due vette per me ancora nuove sul gruppo del Gran Sasso, lo Ienca e il Morrone. Parte di quel "piccolo centenario" che dal S.Franco porta fino al M.Aquila e che ho messo nel mirino per la prossima estate. Ma oggi sono qui.
La partenza è tardiva e disordinata, la progressione estremamente lenta, e piove pure. Il meteo annuncia una giornata di continui cambi di vento e di cielo. Ma fin da sotto, si può ammirare il contrasto dall'autunno e del foliage nel quale ancora siamo qui a 1300mt e l'inverno ventoso che ci attende lassù ai 2000mt: la prima neve dell'anno, 10 cm buoni e compatti.
La salita si snoda lungamente per una infinita carrareccia abbastanza noiosa, che offre solo spunti nella prospettica successione delle "falde" del piccolo centenario, nei primi segni di neve che si infittiscono ad ogni passo e in un branco di cavalli meravigliosamente assorti a bordo pista.
Superati i 1800mt, la neve comincia ad essere compatta ed un senso di ilarità infantile si fa largo nei polmoni. Aspettandoselo ma senza crederci, siamo entrati nell'inverno!
Finalmente arrivati nella sella tra Ienca e Pizzo Camarda, troviamo i due laghetti di Camarda avvolti in una fitta nebbia gelida. Nessuna traccia di sentiero, se non un paletto direzionale, ma sono le evidenti tracce del lupo a guidarci verso il M.Morrone.
Come talora capita il vento, che tanto freddo e tante nubi aveva portato, improvvisamente spazza il cielo e ci restituisce una vista mozzafiato sul fianco vigoroso del M.Corvo incappucciato di bianco e sulla sottostante vallata del Chiarino colorata di foliage rigoglioso.
Visto da lontano, il tratto di strada tra i laghetti e il Morrone sembra passare per un fianco innevato un po' stretto e insidioso e proseguire su una cresta molto sottile. Tuttavia basta avvicinarsi per riconoscere che la neve è morbida e non ancora ghiacciata e che il successivo crinale è in realtà "vastamente largo". E' proprio vero che per conoscere una strada bisogna percorrerla!
Arriviamo al M.Morrone, facciamo una foto rapida, si apre una rapidissima vista sul lago di Campotosto, quindi ci giriamo per rientrare: ci abbiamo messo 4 ore per fare questa breve strada e sono già le 12.00, le giornate sono corte quindi bisogna accelerare. La compagna meno veloce, avendo già visto lo Ienca, si dirige subito verso i laghetti, mentre io e la sua amica rapida attacchiamo dritto per dritto lo Ienca, salendo in modalità "punta di ramponi" pur senza avere i ramponi ed a passo bello svelto. Finalmente sento l'adrenalina circolare in corpo e la sensazione di condividere un passo e una "fame" mi dà una certa soddisfazione. Avvistiamo un capriolo.
Fatte le vette, ci dirigiamo di nuovo verso la partenza svolgendo all'indietro la stessa strada dell'andata. Il cielo ora si è aperto e la luce calda del primo pomeriggio dà un sapore diverso alle distanze già solcate la mattina. I cavalli sono ancora lì, ma i prati gelidi della mattina si sono trasformati in brughiere scozzesi. Il verde lontano delle montagne antistanti bagnate di pioggia sa quasi di primavera.
La giornata è finita, c'è giusto il tempo per un buon terzo tempo. Ma nel cuore restano tante cose: la sorpresa della prima neve; il fascino di vette "minori" che hanno tuttavia regalato suggestioni inattese, perchè "a volte la bellezza è attorno"; l'aver accompagnato i miei compagni ed il cammino con un "passo morbido e sicuro".
Alè
Data: 4/11/2023
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: SP86, all'altezza dell'azienda agricola
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: starato
Chilometri: 14
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: neve
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: poca
Dislivello in salita: 1000mt
Dislivello in discesa: 1000mt
Quota massima:2201mt
Accesso stradale: SP86, all'altezza dell'azienda agricola
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8758
Descrizione
La montagna non affascina per quello che è, la sua altezza, la sua difficoltà, la sua lontananza. La montagna affascina per quello che tira fuori da noi. Coraggio, solidarietà, poesia, meditazione, forza...ognuno ha la propria dimensione. Guardiamo quei crinali, quei colori, quei cieli e ci sembra che il creato ci parli. E forse siamo noi che parliamo al creato, che nel vederne le meraviglie riconosciamo quanto di profondo c'è in noi. E come l'atto del riconoscere un desiderio comincia a cambiare il nostro mondo generando intenzioni promesse e azioni, così dicendo lo stupore che proviamo di fronte alla natura diciamo cosa sentiamo di essere, quindi cosa vogliamo essere, come vogliamo essere, cosa siamo pronti a fare per esserlo, cosa faremo.
Oggi, per l'ormai consueta catena di incastri casuali alla quale sempre più fiduciosamente mi affido, mi ritrovo con due amiche ad andare alla volta di due vette per me ancora nuove sul gruppo del Gran Sasso, lo Ienca e il Morrone. Parte di quel "piccolo centenario" che dal S.Franco porta fino al M.Aquila e che ho messo nel mirino per la prossima estate. Ma oggi sono qui.
La partenza è tardiva e disordinata, la progressione estremamente lenta, e piove pure. Il meteo annuncia una giornata di continui cambi di vento e di cielo. Ma fin da sotto, si può ammirare il contrasto dall'autunno e del foliage nel quale ancora siamo qui a 1300mt e l'inverno ventoso che ci attende lassù ai 2000mt: la prima neve dell'anno, 10 cm buoni e compatti.
La salita si snoda lungamente per una infinita carrareccia abbastanza noiosa, che offre solo spunti nella prospettica successione delle "falde" del piccolo centenario, nei primi segni di neve che si infittiscono ad ogni passo e in un branco di cavalli meravigliosamente assorti a bordo pista.
Superati i 1800mt, la neve comincia ad essere compatta ed un senso di ilarità infantile si fa largo nei polmoni. Aspettandoselo ma senza crederci, siamo entrati nell'inverno!
Finalmente arrivati nella sella tra Ienca e Pizzo Camarda, troviamo i due laghetti di Camarda avvolti in una fitta nebbia gelida. Nessuna traccia di sentiero, se non un paletto direzionale, ma sono le evidenti tracce del lupo a guidarci verso il M.Morrone.
Come talora capita il vento, che tanto freddo e tante nubi aveva portato, improvvisamente spazza il cielo e ci restituisce una vista mozzafiato sul fianco vigoroso del M.Corvo incappucciato di bianco e sulla sottostante vallata del Chiarino colorata di foliage rigoglioso.
Visto da lontano, il tratto di strada tra i laghetti e il Morrone sembra passare per un fianco innevato un po' stretto e insidioso e proseguire su una cresta molto sottile. Tuttavia basta avvicinarsi per riconoscere che la neve è morbida e non ancora ghiacciata e che il successivo crinale è in realtà "vastamente largo". E' proprio vero che per conoscere una strada bisogna percorrerla!
Arriviamo al M.Morrone, facciamo una foto rapida, si apre una rapidissima vista sul lago di Campotosto, quindi ci giriamo per rientrare: ci abbiamo messo 4 ore per fare questa breve strada e sono già le 12.00, le giornate sono corte quindi bisogna accelerare. La compagna meno veloce, avendo già visto lo Ienca, si dirige subito verso i laghetti, mentre io e la sua amica rapida attacchiamo dritto per dritto lo Ienca, salendo in modalità "punta di ramponi" pur senza avere i ramponi ed a passo bello svelto. Finalmente sento l'adrenalina circolare in corpo e la sensazione di condividere un passo e una "fame" mi dà una certa soddisfazione. Avvistiamo un capriolo.
Fatte le vette, ci dirigiamo di nuovo verso la partenza svolgendo all'indietro la stessa strada dell'andata. Il cielo ora si è aperto e la luce calda del primo pomeriggio dà un sapore diverso alle distanze già solcate la mattina. I cavalli sono ancora lì, ma i prati gelidi della mattina si sono trasformati in brughiere scozzesi. Il verde lontano delle montagne antistanti bagnate di pioggia sa quasi di primavera.
La giornata è finita, c'è giusto il tempo per un buon terzo tempo. Ma nel cuore restano tante cose: la sorpresa della prima neve; il fascino di vette "minori" che hanno tuttavia regalato suggestioni inattese, perchè "a volte la bellezza è attorno"; l'aver accompagnato i miei compagni ed il cammino con un "passo morbido e sicuro".
Alè