Dati
Data: 16/04/2023
Regione e provincia: Rieti
Località di partenza: Ascrea
Località di arrivo: Ascrea
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 21
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna
Periodo consigliato: tutti
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 1300m
Dislivello in discesa: 1300m
Quota massima: 1508m
Accesso stradale: da Ascrea
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8650
Descrizione
Da un po' non scrivevo più un reportage; in questo inizio di 2023 ho deciso di esplorare ua nuova dimensione della montagna, quella dell'alpinismo invernale e - tra corsi di formazione e uscite significative solo per un novizio - non c'era nulla da raccontare. Oggi anche, in qualche modo no, ma un po' mi mancava questo spazio e un po' l'uscita odierna - per quanto banale ed anche strampalata - mi è parsa molto bella. E così eccomi qui.
Date le previsioni di tempo orrido, che non mi convincevano molto a dire i vero, ho optato per la zona a nord di Roma e per quote basse, con l'obiettivo di evitare il meteo peggiore, fare km e dislivello cumulato. Le alternative che soddisfacessero tutti questi criteri erano poche e mi sono orientato sul Monte Navegna: la cima più alta - per quanto piccola - della bella Riserva del Naturale dei monti Navegna e Cervia, una zona forse poco battuta e poco celebrata, ma ricca di suggestioni, cui mi ero avvicinato anni fa in un'uscita da Orvinio a Castel di Tora.
Questa volta l'idea era di fare un anello che partisse da Ascrea, percorresse le gole dell'Obito verso est, per poi risalire verso nord a Fonte Le Forche, quindi Certo Piano, piegare verso ovest fino a Colle Mogaro, salire al Navegna e quindi, tornati al Colle Mogaro, ritornare ad Ascrea per le rovine di Mirandella. Un bel giro che consiglierei a tutti. Ma la mia compagna di uscita aveva inquietudini difficili da gestire, per cui ne è venuto fuori il giro strano che vedete in traccia.
Parcheggiata la macchina sulla strada che da Ascrea porta al cimitero, percorriamo un sentiero anonimo che corre parallelo alle gole dell'Obito ma sul lato a nord, fino a ricongiungersi alla fine. Lo sguardo sull'altro lato dice che è stata la scelta sbagliata.
Ponte sulle gole dell'Obito
I due sentieri si ricongiungono quando entrambi piegano a nord per Fonte Le Forche. Un aspetto che mi stupirà tutto il giorno è la grandissima quantità d'acqua che scende sia dal Navegna che dall'antistante Cervia, tanto da costringere spesso a camminare dentro rivoli d'acqua discendente. Di lì proseguiamo lungo il percorso originariamente programmato fino a Colle Piano, lungo un sentiero attraversa zone di bosco dal sapore autunnale ma con chiari segni dell'imminente primavera. Panorami semplici, ordinari, ma per me sempre intimi e "di casa", con gli amati intrecci di rami e radici.
Arrivato a Colle Piano il bosco si apre uno spiazzo con vista sul Navegna ed anche il cielo scambia il grigio autunnale per un brillante azzurro primaverile. Così proseguendo come da programma sotto il Monte Filone fino a Colle Mongaro, possiamo ammirare la vastità della Riserva e la sua natura davvero quasi intatta.
Superato Colle Mongaro si apre finalmente la vista sul Lago del Turano, col suo profilo particolarissimo segnato dal ponte di Castel di Tora e dal borgo di Monte Antuni. Il cielo regala ora al Lago colori preziosi.
Il tratto finale di salita al Navegna è coperto di pochi centimetri di neve e il ritaglio fotografico - complice anche un improvviso quanto temporaneo annuvolamento del cielo - regala un'illusione d'inverno nella realtà piuttosto limitata. Ma la poca neve consente di rintracciare il precedente passaggio di un lupo, ormai nascosto chissà dove.
Dopo lunghe quanto irrilevanti dissertazioni, decidiamo di rientrare per la stessa strada, ma chiudendo questa volta per le gole dell'Obito. E - come spesso capita - l'errore mattutino si rivela assai felice, in quanto la bellisima luce pomeridiana che si irraggia d'improvviso restituisce la bellezza delle gole assai di più di quanto avrebbe fatto la luce magra del mattino. Un iniziale attraversamento di abetaia è seguito dall'attraversamento del fiume e da un lungo costeggiamento del fiume dentro boschi finalmente rigogliosi e sapidi.
L'ultimo piccolo regalo ci attende all'uscita dalle Gole, con una splendida vista sul lato sud est della Riserva e di nuovo sul Lago, già osservati la mattina ma con altra luce e da altra prospettiva.
La giornata è corsa via veloce, con una progressione piuttosto tirata (4,4km/h di media con 1300mt di dislivello e 21 km) ma anche con tante chiacchiere piacevoli, che proseguiranno nell'ora di macchina per tornare a casa. Anche oggi la montagna mi ha regalato una bella felicità!
Data: 16/04/2023
Regione e provincia: Rieti
Località di partenza: Ascrea
Località di arrivo: Ascrea
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 21
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna
Periodo consigliato: tutti
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 1300m
Dislivello in discesa: 1300m
Quota massima: 1508m
Accesso stradale: da Ascrea
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8650
Descrizione
Da un po' non scrivevo più un reportage; in questo inizio di 2023 ho deciso di esplorare ua nuova dimensione della montagna, quella dell'alpinismo invernale e - tra corsi di formazione e uscite significative solo per un novizio - non c'era nulla da raccontare. Oggi anche, in qualche modo no, ma un po' mi mancava questo spazio e un po' l'uscita odierna - per quanto banale ed anche strampalata - mi è parsa molto bella. E così eccomi qui.
Date le previsioni di tempo orrido, che non mi convincevano molto a dire i vero, ho optato per la zona a nord di Roma e per quote basse, con l'obiettivo di evitare il meteo peggiore, fare km e dislivello cumulato. Le alternative che soddisfacessero tutti questi criteri erano poche e mi sono orientato sul Monte Navegna: la cima più alta - per quanto piccola - della bella Riserva del Naturale dei monti Navegna e Cervia, una zona forse poco battuta e poco celebrata, ma ricca di suggestioni, cui mi ero avvicinato anni fa in un'uscita da Orvinio a Castel di Tora.
Questa volta l'idea era di fare un anello che partisse da Ascrea, percorresse le gole dell'Obito verso est, per poi risalire verso nord a Fonte Le Forche, quindi Certo Piano, piegare verso ovest fino a Colle Mogaro, salire al Navegna e quindi, tornati al Colle Mogaro, ritornare ad Ascrea per le rovine di Mirandella. Un bel giro che consiglierei a tutti. Ma la mia compagna di uscita aveva inquietudini difficili da gestire, per cui ne è venuto fuori il giro strano che vedete in traccia.
Parcheggiata la macchina sulla strada che da Ascrea porta al cimitero, percorriamo un sentiero anonimo che corre parallelo alle gole dell'Obito ma sul lato a nord, fino a ricongiungersi alla fine. Lo sguardo sull'altro lato dice che è stata la scelta sbagliata.
Ponte sulle gole dell'Obito
I due sentieri si ricongiungono quando entrambi piegano a nord per Fonte Le Forche. Un aspetto che mi stupirà tutto il giorno è la grandissima quantità d'acqua che scende sia dal Navegna che dall'antistante Cervia, tanto da costringere spesso a camminare dentro rivoli d'acqua discendente. Di lì proseguiamo lungo il percorso originariamente programmato fino a Colle Piano, lungo un sentiero attraversa zone di bosco dal sapore autunnale ma con chiari segni dell'imminente primavera. Panorami semplici, ordinari, ma per me sempre intimi e "di casa", con gli amati intrecci di rami e radici.
Arrivato a Colle Piano il bosco si apre uno spiazzo con vista sul Navegna ed anche il cielo scambia il grigio autunnale per un brillante azzurro primaverile. Così proseguendo come da programma sotto il Monte Filone fino a Colle Mongaro, possiamo ammirare la vastità della Riserva e la sua natura davvero quasi intatta.
Superato Colle Mongaro si apre finalmente la vista sul Lago del Turano, col suo profilo particolarissimo segnato dal ponte di Castel di Tora e dal borgo di Monte Antuni. Il cielo regala ora al Lago colori preziosi.
Il tratto finale di salita al Navegna è coperto di pochi centimetri di neve e il ritaglio fotografico - complice anche un improvviso quanto temporaneo annuvolamento del cielo - regala un'illusione d'inverno nella realtà piuttosto limitata. Ma la poca neve consente di rintracciare il precedente passaggio di un lupo, ormai nascosto chissà dove.
Dopo lunghe quanto irrilevanti dissertazioni, decidiamo di rientrare per la stessa strada, ma chiudendo questa volta per le gole dell'Obito. E - come spesso capita - l'errore mattutino si rivela assai felice, in quanto la bellisima luce pomeridiana che si irraggia d'improvviso restituisce la bellezza delle gole assai di più di quanto avrebbe fatto la luce magra del mattino. Un iniziale attraversamento di abetaia è seguito dall'attraversamento del fiume e da un lungo costeggiamento del fiume dentro boschi finalmente rigogliosi e sapidi.
L'ultimo piccolo regalo ci attende all'uscita dalle Gole, con una splendida vista sul lato sud est della Riserva e di nuovo sul Lago, già osservati la mattina ma con altra luce e da altra prospettiva.
La giornata è corsa via veloce, con una progressione piuttosto tirata (4,4km/h di media con 1300mt di dislivello e 21 km) ma anche con tante chiacchiere piacevoli, che proseguiranno nell'ora di macchina per tornare a casa. Anche oggi la montagna mi ha regalato una bella felicità!