Dati
Data: 29/1/2023
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Rocca di Fondi
Località di arrivo: Rocca di Fondi
Tempo di percorrenza: 7h 43m
Chilometri: 11
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nella parte alta neve troppo morbida per ramponi e troppo ripida per ciaspole
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: CAI buona
Dislivello in salita: 1100mt
Dislivello in discesa: 1100mt
Quota massima: 1888mt
Accesso stradale: dalla salita per Rocca di Fondi, poco prima di entrare in paese
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8635
Descrizione
Dopo aver introdotto nella mia vita l'escursionismo ed averlo progressivamente esteso dalle valli alle montagne e dal giornaliero al trekking autonomo, adesso è il tempo dell'invernale: ho voglia di vivere le 4 stagioni ed assaporare il silenzio bianco. Così mi sono fatto un corso di due giorni su alpinismo base (piuttosto deludente a dire il vero...), ho comprato un po' di attrezzatura e (in attesa di fare formazione più seria per percorsi più seri), ho scelto questa prima uscita, semplice, col mio solito sodale di uscite.
La giornata è luminosa e fredda il giusto (-4/5°) e il panorama dall'inizio del bosco su Rocca di Fondi - assonnata deserta e silenziosa - è subito fiabesco.
Il manto nevoso è diffuso, spesso circa un metro e piuttosto morbida, per cui - dopo una prima mezz'ora di progressione sugli scarponi - indossiamo le ciaspole: non un mezzo che amo, ma necessario per non sprofondare. L'esperienza non è nuova, le viste sono quelle tipiche di queste belle montagne, ma comuni un po' a tutte le basse altitudini boscose imbiancate. Per la comodità pratica, mi sono accontentato dello smartphone, senza portare la fotocamera.
Nonostante l'accessibilità del percorso, il contatto con l'ambiente innevato al di fuori di gruppi organizzati mi fa subito verificare le novità del nuovo contesto: una progressione molto più lenta del mio solito, la non visibilità del percorso e la relativa facilità di perdere i segnavia CAI a causa della "monotonia" del panorama, la sensazione di un orientamento naturale limitato.
Anche per questi fattori perdo il senso del tempo e non so quanto ne sia passato quando arriviamo al Rifugio De Angelis. Lì ci fermiamo per una prima pausa barretta e prendiamo la decisione di indossare i ramponi, lasciando le ciaspole dentro il rifugio da cui ripasseremo al ritorno.
Dentro il Rifugio DeAngelis
In realtà la neve è ancora molto morbida, anche perchè il bosco la protegge dalle folate di vento che potrebbero ghiacciarla, ed è anche molto spessa. Ma il pendio è troppo ripido per le ciaspole ed il sentiero - tracciato da uno sciatore matttino, troppo stretto per loro. Così accettiamo che la progressione si farà faticosa, con tratti in cui si sprofonda nella neve non più alla caviglia e tratti in cui si sprofonda al ginocchio! Lo mostra bene il livello della neve che quasi copre i segnavia CAI sugli alberi.
In alcuni tratti la fatica è veramente tanta, per cui cerco di "re-investirla" in pause fotografiche. E così assaporo la geometria astratta degli alberi...
...l'abusato effetto ottico della convergenza delle cime degli alberi al cielo...
...la sensazione di spiare il mondo da una finestra.
Finalmente il tratto di bosco, ripido e sprofondoso, finisce ed accediamo agli ultimi 100mt di ascesa a cielo aperto, con neve finalmente dura che consente ai ramponi di fare il proprio lavoro ed a me di testare la nuova tecnica di progressione e l'efficacia delle punte dei miei Petlz. Ma soprattutto si aprono finalmente ai miei occhi i panorami nuovi che cercavo.
Faccio il primo incontro con sospetti accumuli di neve cui girare al largo.
E infine la vetta, di cui mi restano poche foto per colpa di un indice malvagio davanti all'obiettivo!
Il rientro è una fumata di sigaretta anche per me che non fumo. Esperienza bella, da estendere a contesti più sfidanti, gradualmente.
Data: 29/1/2023
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Rocca di Fondi
Località di arrivo: Rocca di Fondi
Tempo di percorrenza: 7h 43m
Chilometri: 11
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nella parte alta neve troppo morbida per ramponi e troppo ripida per ciaspole
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: CAI buona
Dislivello in salita: 1100mt
Dislivello in discesa: 1100mt
Quota massima: 1888mt
Accesso stradale: dalla salita per Rocca di Fondi, poco prima di entrare in paese
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8635
Descrizione
Dopo aver introdotto nella mia vita l'escursionismo ed averlo progressivamente esteso dalle valli alle montagne e dal giornaliero al trekking autonomo, adesso è il tempo dell'invernale: ho voglia di vivere le 4 stagioni ed assaporare il silenzio bianco. Così mi sono fatto un corso di due giorni su alpinismo base (piuttosto deludente a dire il vero...), ho comprato un po' di attrezzatura e (in attesa di fare formazione più seria per percorsi più seri), ho scelto questa prima uscita, semplice, col mio solito sodale di uscite.
La giornata è luminosa e fredda il giusto (-4/5°) e il panorama dall'inizio del bosco su Rocca di Fondi - assonnata deserta e silenziosa - è subito fiabesco.
Il manto nevoso è diffuso, spesso circa un metro e piuttosto morbida, per cui - dopo una prima mezz'ora di progressione sugli scarponi - indossiamo le ciaspole: non un mezzo che amo, ma necessario per non sprofondare. L'esperienza non è nuova, le viste sono quelle tipiche di queste belle montagne, ma comuni un po' a tutte le basse altitudini boscose imbiancate. Per la comodità pratica, mi sono accontentato dello smartphone, senza portare la fotocamera.
Nonostante l'accessibilità del percorso, il contatto con l'ambiente innevato al di fuori di gruppi organizzati mi fa subito verificare le novità del nuovo contesto: una progressione molto più lenta del mio solito, la non visibilità del percorso e la relativa facilità di perdere i segnavia CAI a causa della "monotonia" del panorama, la sensazione di un orientamento naturale limitato.
Anche per questi fattori perdo il senso del tempo e non so quanto ne sia passato quando arriviamo al Rifugio De Angelis. Lì ci fermiamo per una prima pausa barretta e prendiamo la decisione di indossare i ramponi, lasciando le ciaspole dentro il rifugio da cui ripasseremo al ritorno.
Dentro il Rifugio DeAngelis
In realtà la neve è ancora molto morbida, anche perchè il bosco la protegge dalle folate di vento che potrebbero ghiacciarla, ed è anche molto spessa. Ma il pendio è troppo ripido per le ciaspole ed il sentiero - tracciato da uno sciatore matttino, troppo stretto per loro. Così accettiamo che la progressione si farà faticosa, con tratti in cui si sprofonda nella neve non più alla caviglia e tratti in cui si sprofonda al ginocchio! Lo mostra bene il livello della neve che quasi copre i segnavia CAI sugli alberi.
In alcuni tratti la fatica è veramente tanta, per cui cerco di "re-investirla" in pause fotografiche. E così assaporo la geometria astratta degli alberi...
...l'abusato effetto ottico della convergenza delle cime degli alberi al cielo...
...la sensazione di spiare il mondo da una finestra.
Finalmente il tratto di bosco, ripido e sprofondoso, finisce ed accediamo agli ultimi 100mt di ascesa a cielo aperto, con neve finalmente dura che consente ai ramponi di fare il proprio lavoro ed a me di testare la nuova tecnica di progressione e l'efficacia delle punte dei miei Petlz. Ma soprattutto si aprono finalmente ai miei occhi i panorami nuovi che cercavo.
Faccio il primo incontro con sospetti accumuli di neve cui girare al largo.
E infine la vetta, di cui mi restano poche foto per colpa di un indice malvagio davanti all'obiettivo!
Il rientro è una fumata di sigaretta anche per me che non fumo. Esperienza bella, da estendere a contesti più sfidanti, gradualmente.
Allegati
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