- Parchi delle Marche
-
- Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Dati
Data:31/07/2019
Regione e provincia: Marche, Ascoli Piceno
Località di partenza: Rif. M.Sibilla (Montemonaco)
Località di arrivo: Rif. M.Sibilla
Tempo di percorrenza: 7/8 ore
Chilometri:
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: sentiero esile e quasi sempre esposto
Periodo consigliato: da giugno alle prime nevi
Segnaletica: presente dal rifugio alla sella, assente per tutto il versante nord , 155 e 156 in cresta
Dislivello in salita: 928 m
Dislivello in discesa:
Quota massima: 2173
Accesso stradale:
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
Descrizione
itinerario stupendo che percorre uno dei versanti più maestosi e selvaggi del gruppo dei Sibillini, il versante nord della Sibilla. Il percorso offre una valida alternativa alla classica salita lungo la cresta e regala scorci e affacci veramente emozionanti, ma sicuramente non si tratta di un'escursione per tutti infatti il sentiero non è segnato lungo tutto il traverso, quasi sempre presente ma molto stretto e sempre in pendenza sui prati.
Si lascia l'auto al parcheggio del rifugio e si sale per il sentiero (segnato e frequentato) che porta alla sella tra il monte Zampa e la lunga cresta che porta alla vetta della Sibilla, da qui si gode della vista su tutta la valle del Tenna, e soprattutto del versante che si dovrà percorrere. Il sentiero è visibile nell'erba e scende tagliando diagonalmente il pendio fino ad un costone erboso (visibile anche in foto).
Per imboccare il sentiero si prosegue sulla cresta per qualche metro poi ci si butta a destra intercettandolo, lo si segue fino al costone qui la traccia scompare basta abbassarsi verso sinistra e si ritrova il sentiero abbastanza evidente, ora lo si segue fedelmente passando tra prati e al limite di boschetti di faggi. Da qui la vista sugli affioramenti rocciosi che ci sovrastano e sul salto che porta direttamente alle gole dell'Infernaccio tolgono il fiato e vale la pena ogni tanto fermarsi ad ammirare.
Si giunge ad un boschetto dov'è visibile un omino in pietra a questo punto bisogna abbassarsi su tracce di brevi tornanti, evitando di continuare per la traccia che continua dritta... io mi sono sbagliato, ho continuato su questa costringendomi ad un passaggio un po' esposto ma comunque il sentiero lo si ritrova più in basso intercettandolo in prossimità di un sorbo montano isolato. Continuando sul sentiero si arriva ad un canale stretto e roccioso che scende dalla cima e quasi sempre coperto dalla neve (foto)
lo si supera abbastanza agevolmente e poi si prende la traccia evidente che si vede dall'altro lato questa entra prima in una faggeta in prossimità di un arco di roccia e poi continua fino al bordo del grande imbuto del Fosso Le Vene, enorme e maestoso...
quando siamo passati noi "le vene" erano asciutte ma andandoci a giugno si dovrebbero poter ammirare rivoli d'acqua e cascatelle.
Qui il sentiero scompare , lo si vede in basso che riparte dal margine superiore della forra (1490 m), quindi si scende liberamente e lo si intercetta e poi si risale il pendio opposto, da qui la traccia si fa evidente e comoda (forse uno degli unici tratti ) e in breve si arriva a Casale Lanza (1589m). Sopra di questo inizia il sentiero che con svolte sale fino al casale della Sibilla (1886 m) lungo la salita si trova , a destra del sentiero, una esile fonte perenne (piccolo tubo con vaschetta improvvisata sotto).
Dal casale si risale liberamente sul pendio in direzione della sella (noi abbiamo puntato a quella più vicina alla vetta, se no si può andare a quella dove sbuca la strada "panoramica").
Arrivati sulla cresta non resta che seguirla fedelmente fino in vetta e poi scendere per il sentiero (classico) e tornare al rifugio
Passeggiata impegnativa ma stupenda, dove ad ogni passo vale la pena di tirare su la testa per guardarsi attorno ed ammirare il paesaggio, che percorre un versante che avevo sempre ammirato da lontano e che sembrava impercorribile, insomma un' escursione che mi ha lasciato veramente tante emozioni e vi consiglio se passate da quelle parti e avete voglia di fare una salita alla Sibilla diversa, più selvaggia e solitaria
Data:31/07/2019
Regione e provincia: Marche, Ascoli Piceno
Località di partenza: Rif. M.Sibilla (Montemonaco)
Località di arrivo: Rif. M.Sibilla
Tempo di percorrenza: 7/8 ore
Chilometri:
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: sentiero esile e quasi sempre esposto
Periodo consigliato: da giugno alle prime nevi
Segnaletica: presente dal rifugio alla sella, assente per tutto il versante nord , 155 e 156 in cresta
Dislivello in salita: 928 m
Dislivello in discesa:
Quota massima: 2173
Accesso stradale:
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
Descrizione
itinerario stupendo che percorre uno dei versanti più maestosi e selvaggi del gruppo dei Sibillini, il versante nord della Sibilla. Il percorso offre una valida alternativa alla classica salita lungo la cresta e regala scorci e affacci veramente emozionanti, ma sicuramente non si tratta di un'escursione per tutti infatti il sentiero non è segnato lungo tutto il traverso, quasi sempre presente ma molto stretto e sempre in pendenza sui prati.
Si lascia l'auto al parcheggio del rifugio e si sale per il sentiero (segnato e frequentato) che porta alla sella tra il monte Zampa e la lunga cresta che porta alla vetta della Sibilla, da qui si gode della vista su tutta la valle del Tenna, e soprattutto del versante che si dovrà percorrere. Il sentiero è visibile nell'erba e scende tagliando diagonalmente il pendio fino ad un costone erboso (visibile anche in foto).
Per imboccare il sentiero si prosegue sulla cresta per qualche metro poi ci si butta a destra intercettandolo, lo si segue fino al costone qui la traccia scompare basta abbassarsi verso sinistra e si ritrova il sentiero abbastanza evidente, ora lo si segue fedelmente passando tra prati e al limite di boschetti di faggi. Da qui la vista sugli affioramenti rocciosi che ci sovrastano e sul salto che porta direttamente alle gole dell'Infernaccio tolgono il fiato e vale la pena ogni tanto fermarsi ad ammirare.
Si giunge ad un boschetto dov'è visibile un omino in pietra a questo punto bisogna abbassarsi su tracce di brevi tornanti, evitando di continuare per la traccia che continua dritta... io mi sono sbagliato, ho continuato su questa costringendomi ad un passaggio un po' esposto ma comunque il sentiero lo si ritrova più in basso intercettandolo in prossimità di un sorbo montano isolato. Continuando sul sentiero si arriva ad un canale stretto e roccioso che scende dalla cima e quasi sempre coperto dalla neve (foto)
lo si supera abbastanza agevolmente e poi si prende la traccia evidente che si vede dall'altro lato questa entra prima in una faggeta in prossimità di un arco di roccia e poi continua fino al bordo del grande imbuto del Fosso Le Vene, enorme e maestoso...
quando siamo passati noi "le vene" erano asciutte ma andandoci a giugno si dovrebbero poter ammirare rivoli d'acqua e cascatelle.
Qui il sentiero scompare , lo si vede in basso che riparte dal margine superiore della forra (1490 m), quindi si scende liberamente e lo si intercetta e poi si risale il pendio opposto, da qui la traccia si fa evidente e comoda (forse uno degli unici tratti ) e in breve si arriva a Casale Lanza (1589m). Sopra di questo inizia il sentiero che con svolte sale fino al casale della Sibilla (1886 m) lungo la salita si trova , a destra del sentiero, una esile fonte perenne (piccolo tubo con vaschetta improvvisata sotto).
Dal casale si risale liberamente sul pendio in direzione della sella (noi abbiamo puntato a quella più vicina alla vetta, se no si può andare a quella dove sbuca la strada "panoramica").
Arrivati sulla cresta non resta che seguirla fedelmente fino in vetta e poi scendere per il sentiero (classico) e tornare al rifugio
Passeggiata impegnativa ma stupenda, dove ad ogni passo vale la pena di tirare su la testa per guardarsi attorno ed ammirare il paesaggio, che percorre un versante che avevo sempre ammirato da lontano e che sembrava impercorribile, insomma un' escursione che mi ha lasciato veramente tante emozioni e vi consiglio se passate da quelle parti e avete voglia di fare una salita alla Sibilla diversa, più selvaggia e solitaria