Discussione davvero interessante… Sperando di non andare OT, mi permetto di entrare in questo discorso pseudofilosofico che mi ha fatto ricordare una discussione che ebbi all’età di 18 anni (quaso 20 anni fa) con una guardia forestale sulla regola del divieto del semplice bivacco in una zona dell’appennino. La guardia sosteneva la tesi (che era e credo sia tuttora legge) che il divieto è necessario allo scopo di tutelare la fauna, io sostenevo la tesi secondo la quale il permettere di vivere pienamente la natura (con i dovuti criteri rispettosi dell’ambiente ospite) favorisce esperienze formative che alla lunga fanno l’interesse dello stesso ambiente e della stessa fauna. Sono tuttora convinto che permettere di vivere appieno certe esperienze favorisca la creazione di un circolo virtuoso che per forza di cose si ripercuote positivamente su chi ci sta intorno. Mentre impedirlo mi sembra la solita limitazione facilona all’italiana per evitare di affrontare un argomento complesso qual è la salvaguardia della natura, chiudendo tutto in un obbligo e tralasciando l’aspetto educativo-formativo su cui bisognerebbe invece investire molto di più (e non solo riguardo questo argomento!) Forse spingere più sull’aspetto educativo, mediante esperienze dirette magari promosse fin dalla tenera età, aiuterebbe chi oggi ci sembra portatore di valori al petrolio e silicio a “rappacificarsi” con la natura e goderne appieno come credo tutti noi dovremmo fare perché credo faccia parte del nostro spirito più autentico.
Un altro pensiero, forse un po’ troppo provocatorio, ma sono convinto che nessuno si offenderà: e se la “natura” fosse semplicemente un contesto da “sfruttare”, seppur nel senso buono, funzionale alla nostra ricarica? Se fosse strettamente dipendente dalla stressante e caotica vita al petrolio e silicio? Perché a volte ho la sensazione che anche i più “naturomani” che predicano la vita alla “natura” in realtà senza il petrolio e silicio oggi entrerebbero in una profonda crisi. E non raccontatemi che petrolio e natura possono andare pienamente d’accordo! Giusto per fare un esempio, i nostri bei maglioncini in tecnopile per essere costruiti inquinano… le nostre belle scarpette in vibram inquinano… inquina il nylon supercazzuto del rivestimento delle nostre belle tende… insomma, a costo di farmi mandare a cagare da tutti voi in gruppo
, per poter godere di un luogo come siamo abituati oggi, pare dobbiamo per forza distruggerne un altro...
fantastico il video... quasi commovente... però ricordiamoci che la controparte che ci permette di goderci quegli spazi stupendi è fatta di fumi di ciminiere e di petrolio! altrimenti la nostra visione rischia di restare limitata!