Escursione Majella - il Vallone di Femmina Morta e il suo lago

Una volta, una mia cara ex amica che ancora è rimasta prepotentemente nel mio cuore, mi disse: "Fabri, io ti conosco molto più di quanto ti conosci tu... dalle piccole cose che fai, dai gesti, da ciò che scrivi, dalle parole che dici, dallo sguardo..."
Ecco, leggendo il tuo commento mi sono venute alla mente le parole di quella mia cara amica.
Ogni escursione per me è importante e mi lascia un bagaglio più o meno ricco di ricordi, ma non mi ero reso conto che questa che ho descritto, mi aveva segnato così profondamente, in senso positivo, fino a quando non ho letto alcuni passaggi del tuo commento, ed infatti ho avuto come l'impressione che tu mi conoscessi da una vita... facendomi persino notare particolari a cui io stesso non avevo fatto caso ma che invece esistono!!

Non hai mai pensato ad un secondo lavoro? Dovresti fare lo psicologo... :biggrin:

Grazie!! :)

Beh, direi che in questo tuo racconto non si possa non notare ed essere colpiti da questo aspetto, cioè la fragranza del ricordo, sul quale sembra non essersi posato neppure un velo di polvere.
Assomiglia un po' al pane uscito dal forno, o addirittura al vino che migliora invecchiando.
In genere invece quando si rievocano vecchie esperienze viene sempre istintivo cominciare dicendo "Mi ricordo quella volta che..." oppure "Ti ricordi quella volta che...?" e giù a riesumare qualche spezzone qua e là, cercando conforto nei ricordi altrui per vedere di ricostruire almeno insieme in modo decente una trama resa un po' sbrindellata dalle sfarinature della memoria, tipo i testimoni chiamati a ricordare nei dettagli fatti di anni addietro.
Invece tu lo tiri fuori come se l'avessi fatto ieri, con una specie di "presbiopia" nella vividezza - sia dei dettagli sia soprattutto delle emozioni affioranti - che in genere si verifica nella vita per cose ed eventi piuttosto rari.

Poi l'altra cosa che mi ha colpito in abbinamento con questa è proprio lo spirito con cui vai in giro (ormai dopo tante recensioni posso affermare di averlo riscontrato con una certa costanza): lo spirito del fotografo, quello più autentico, pronto in qualsiasi momento a lasciarsi rapire da un'immagine, calandosi di colpo nel doppio, contemporaneo, opposto e indistinguibile ruolo di preda e cacciatore rispetto a un'immagine e alla sua bellezza.
Giocando un po' sui doppi sensi, si potrebbe dire che veramente nel tuo caso "errare è umano" (errare, però, nel senso di "vagare" :D : senza il condizionamento di una meta premeditata): cosa su cui a parole ed in teoria tutti sapremmo dichiararci d'accordo, salvo poi in pratica soggiacere sempre al concetto di "remuneratività" dell'escursione (termine per me odioso) intesa come sinonimo di : raggiungimento della meta prefissata, svolgimento secondo programmi, niente imprevisti, tutto all inclusive nel pacchetto, magari perfino risate e buona compagnia
: insomma la perfetta replica delle stesse logiche del quotidiano, proprio quelle da agenzie di viaggi.

Quanto al fatto dello "psicologo", beh ti sembra di aver fatto una battuta ma in realtà un fondo di verità c'è: ho un aneddoto in proposito che magari ti racconterò a voce o in m.p., giusto per non inquinare il thread andando decisamente OT.

Ciao.:D
A.

PS: non ho capito il termine "ex-amica", tanto più alla luce di quanto scritto subito dopo.
L'espressione ex-amico, almeno per me, assomiglia a un ossimoro clamoroso. A meno di fatti o tradimenti sconvolgenti, l'amicizia - parlando ovviamente di quella vera e profonda - è qualcosa di irreversibile, a prova anche delle peggiori lontananze, un po' tipo semel scout semper scout. A me è capitato di rivedere persone anche dopo anni, quasi come se ci fossimo lasciati il giorno prima: anzi, con "in più" tante cose da raccontarsi.
 
In genere invece quando si rievocano vecchie esperienze viene sempre istintivo cominciare dicendo "Mi ricordo quella volta che..." oppure "Ti ricordi quella volta che...?" e giù a riesumare qualche spezzone qua e là, cercando conforto nei ricordi altrui per vedere di ricostruire almeno insieme in modo decente una trama resa un po' sbrindellata dalle sfarinature della memoria, tipo i testimoni chiamati a ricordare nei dettagli fatti di anni addietro.
Invece tu lo tiri fuori come se l'avessi fatto ieri, con una specie di "presbiopia" nella vividezza - sia dei dettagli sia soprattutto delle emozioni affioranti - che in genere si verifica nella vita per cose ed eventi piuttosto rari.
Ecco, l'hai detto! Avevo paura di postare questa relazione così vecchia proprio per le ragioni che hai elencato. Ma le immagini erano troppo belle per non potervele mostrare e allora ho fatto una ricerca sul forum per vedere se qualcuno, prima di me, avesse già parlato del Vallone di Femmina Morta e visto che effettivamente non c'era nessuna recensione ho approfittato.


Poi l'altra cosa che mi ha colpito in abbinamento con questa è proprio lo spirito con cui vai in giro (ormai dopo tante recensioni posso affermare di averlo riscontrato con una certa costanza): lo spirito del fotografo, quello più autentico, pronto in qualsiasi momento a lasciarsi rapire da un'immagine, calandosi di colpo nel doppio, contemporaneo, opposto e indistinguibile ruolo di preda e cacciatore rispetto a un'immagine e alla sua bellezza.
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Lo vedi? Pura psicologia anzi, in questo caso la tua osservazione è degna del miglior critico d'arte. Di nuovo grazie mille per questo!


PS: non ho capito il termine "ex-amica", tanto più alla luce di quanto scritto subito dopo.
L'espressione ex-amico, almeno per me, assomiglia a un ossimoro clamoroso. A meno di fatti o tradimenti sconvolgenti, l'amicizia - parlando ovviamente di quella vera e profonda - è qualcosa di irreversibile, a prova anche delle peggiori lontananze, un po' tipo semel scout semper scout. A me è capitato di rivedere persone anche dopo anni, quasi come se ci fossimo lasciati il giorno prima: anzi, con "in più" tante cose da raccontarsi.
Carissimo Andrea, hai toccato l'argomento che negli ultimi due anni e mezzo mi ha fatto dannare, svuotandomi dentro, togliendomi spesso le energie e l'entusiasmo di fare anche ciò che ho sempre amato, che mi ha gettato in un baratro senza fondo e in cui ancora sto andando giù.
Con l'animo ancora sconvolto e una ferita ancora impossibile da rimarginare, forse erroneamente dico che mai più dovrò affezionarmi profondamente a qualcuno perchè poi la vita, beffardamente ti presenta un conto che mai avresti immaginato di dover pagare. Meglio fermarmi qui...
Noi abbiamo tanto da raccontarci Andrea, meglio farlo di persona altrimenti si andrebbe davvero a finire O.T.
 
Ci sediamo sui sassi ad ascoltare quel silenzio assordante.

Il ronzio lontano di qualche insetto è l’unico rumore percepibile.
A tratti si solleva una leggera brezza che increspa la superficie dell’acqua.
In questi momenti era bellissimo ascoltare il debole suono dell’acqua appena mossa, che gorgogliava tra le pietre.

Pace assoluta e fusione con la Natura.

In questi luoghi si può pensare o rimanere completamente assorti in un “nulla” che forse serve più di mille altri pensieri.

Rimaniamo qui per ben due ore ad assorbire tutta l’essenza che trasmetteva quel luogo, dimenticandoci completamente di una vetta che ci aspettava e che forse, se fosse stata raggiunta, non ci avrebbe permesso di assaporare in pieno la magia di quel momento.

Grande Fabri!!...Grande condivisione di sentimenti! Grazie per aver voluto ed esserci riuscito di concretizzarli in questo racconto.
Leggendoti ho rivissuto anche io i miei in mie passate occasioni.

D'altra parte credo che quei sentimenti sono anche il motore sommesso che ci spinge a visitare la natura nel suo mistero.
Fare esperienza di quei momenti è una cosa molto buona che in un certo senso ti gasa e ti fa sentire contento di vivere.

Poi.
Quando quest'estate sono stato in visita alle creste del Vallone di Femmina Morta, immaginavo che anche col manto innevato lo spettacolo sarebbe stato assicurato, ma non pensavo che potesse regalarne uno del genere.
 
"Ascoltare il silenzio assordante" ... non c'è niente di più bello ...

Lucia :)

Grande Fabri!!...Grande condivisione di sentimenti! Grazie per aver voluto ed esserci riuscito di concretizzarli in questo racconto.
Leggendoti ho rivissuto anche io i miei in mie passate occasioni.

D'altra parte credo che quei sentimenti sono anche il motore sommesso che ci spinge a visitare la natura nel suo mistero.
Fare esperienza di quei momenti è una cosa molto buona che in un certo senso ti gasa e ti fa sentire contento di vivere.

Poi.
Quando quest'estate sono stato in visita alle creste del Vallone di Femmina Morta, immaginavo che anche col manto innevato lo spettacolo sarebbe stato assicurato, ma non pensavo che potesse regalarne uno del genere.
Grazie Lucia e Diego per aver quotato lo stesso passaggio, in effetti quello più emblematico in cui ho cercato di descrivere la vera essenza di tutta la giornata.
Momenti così, chi più chi meno li viviamo tutti nei nostri paradisi di montagna.
Come giustamente dici, sono proprio questi momenti che ci gasano e ci riempiono talmente la vita da non pretendere null'altro in più.

:D :)
 
Sottoscrivo in pieno tutto... tranne l'ultima frase...per la quale comunque ti ringrazio.

In effetti ho solo letto e molto sentito parlare del laghetto di Femmina Morta, e quindi gia' da ora dico che verso la fine della prossima primavera sicuramente una capatina bisognera' programmarla.
Il periodo migliore potrebbe essere fra la seconda meta' di maggio ed i primi di giugno.

Nel salutarti caro Fabrizio, colgo l'occasione per ringraziarti a nome di tutti i majellari piu' accaniti, per aver contribuito -con scatti fantastici- a far conoscere l'ennesimo bellissimo angolo della Majella.
A presto

Giuseppe

FABRIZIOOOOOOOO....

quoto Maiellaro perché non avrei altro da aggiungere....:D

Anzi, mi sa che la propongo come variazione di programma a una certa compagnia per il 2 giugno, se accettano potremmo incontrarci tutti.
 
FABRIZIOOOOOOOO....

quoto Maiellaro perché non avrei altro da aggiungere....:D

Anzi, mi sa che la propongo come variazione di programma a una certa compagnia per il 2 giugno, se accettano potremmo incontrarci tutti.
Per me va bene. La stagione sembra essere propizia, ma attenzione al tempo.
A mio avviso bisognerà aspettare ancora un po' per due motivi.

1) Ad oggi, le previsioni danno un tempo molto instabile con temporali pomeridiani almeno fino al 5 giugno e per quel tipo di escursione (durata del percorso di almeno 8-9 ore a/r e viaggio da Roma a Fonte Romana di 2h e 15, non per pignoleria ma pretendo un tempo stabile e soleggiato.

2) Sabato scorso, il lago stagionale alla Sella del Gorzano, a circa 2300 metri, l'ho visto ancora ricoperto di ghiaccio con una pozzanghera appenna accennata. Il lago di Femminamorta si trova a 2451 metri, quindi è facile immaginare che si trovi ancora sotto una calotta di ghiaccio e neve. Direi di aspettare almeno dopo il 10 giugno.
 
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