Parchi della Basilicata
  1. Parco Nazionale dell'Appennino Lucano
Data: 9 ottobre 2022
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: terz'ultimo tornante lungo la strada che collega Maratea al Cristo Redentore
Località di arrivo: Cima M.Crivo e ritorno.
Tempo di percorrenza: 10 ore totali
Chilometri:15,41 Km
Grado di difficoltà: EE (esclusa la ferrata)
Descrizione delle difficoltà: Percorso lungo per la maggior parte fuori sentiero su pietraie
Periodo consigliato: Quando non fa caldo
Segnaletica: segni biancorossi sbiaditi in quota
Dislivello in salita: 1146 m
Quota massima: 1277 m
Accesso stradale: Raggiungere Maratea o dalla ss18 tirrenica o A2 uscita Lagonegro Nord direzione Trecchina e Maratea
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-esc...te-crivo-dalla-cresta-sud-integrale-115762890

Descrizione

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Come prefisso ho inserito "Escursione" perchè in questo caso la via ferrata è stata un di più.Si può anche evitare e fare solo Monte Crivo partendo dalla frazione Massa.

Dopo un anno e quattro mesi si ritorna alla bella Maratea, la perla del Tirreno per completare la doppia avventura che tentammo quel torrido 26 giugno. Il giro ambizioso prevedeva infatti il percorso della ferrata del Redentore che sarebbe stata inaugurata il giorno dopo, e la successiva risalita su monte Crivo in un percorso ad anello, una sorta di “combinata” in gergo sciistico. Il caldo estremo spense però ogni velleità di conquista. Improponibile percorrere la cresta completamente scoperta di un milledue che si affaccia sul mare con un caldo del genere. Riuscimmo a fare solo la ferrata che tra l'altro si trovava prevalentemente in ombra.

Sabato 9 ottobre io e il mio compagno di cordata raggiungiamo senza fretta Maratea e alle 9 siamo già all’attacco della ferrata. Il clima stavolta è perfetto, fresco tra il gradevolmente autunnale e il quasi estivo. Imbrago, kit da ferrata e si parte. Non sto a dilungarmi sulle caratteristiche tecniche che già illustrai in un altro post -clicca qui-. Dico soltanto che la difficoltà è medio facile e che ci sono alcuni tratti verticali più due ponti sportivi tibetani che la rendono più accattivante. In compenso è immersa in un contesto scenografico spettacolare. Estremamente panoramica si sviluppa interamente lungo il crinale di monte San Biagio, a strapiombo sul paese e sul mare con vista mozzafiato sul Golfo di Policastro.

In poco più di un’ora terminiamo il tratto attrezzato e raggiungiamo il piazzale della statua del Redentore su Monte San Biagio a 644 metri di quota. Qui’ il panorama si amplia ulteriormente verso la costa dell’alto Tirreno cosentino e le quinte di monti che la dominano con il Crivo che si palesa ad est. E’ la classica vista da cartolina strafotografata da migliaia di turisti che giungono qui’ ogni anno.

Riposta l’attrezzatura da ferrata negli zaini, scendiamo verso i tornanti che portano in paese e per guadagnare tempo cerchiamo di tagliare passando sotto i viadotti fino al parcheggio dal quale partono le navette. Dopo aver superato contrada Santa Caterina, sempre su asfalto raggiungiamo Massa, la frazione a quota 462 m da cui parte il sentiero ufficiale per monte Crivo e che si inoltra per un vallone denominato Piè della Scala e Fontana, sotto Serra Cappellera.

Il nostro intento invece è di risalire integralmente la cresta sud. Tralasciando quindi le indicazioni per il sentiero, attacchiamo direttamente senza percorso obbligato il crinale scoperto subito dopo aver oltrepassato un fitto boschetto. Monte Crivo da questo versante è una montagna brulla, una pietraia desolata, niente a che vedere con il versante nord, boscoso e ombreggiato, che guarda Trecchina e che feci vent’anni fa percorrendo un sentiero più breve e abbordabile per la cima.

Immersi nella cornice suggestiva dei monti di Maratea e accompagnati da un cielo azzurro intenso drappeggiato di cirrocumuli precursori di cattivo tempo iniziamo la faticosa salita. Attraversiamo una bassa macchia composta principalmente da alberelli isolati di perastro, biancospini, ginestra “tagliamani” e piccoli arbusti di erica multiflora, una pianta evidentemente molto comune in questo luogo ma che personalmente non conoscevo. Anche la roccia ha una strana foggia; si tratta di calcaree estremamente eroso dagli elementi, dall’aspetto simile alla spugna.

Dal filo di cresta, all’altezza di un traliccio metallico Maratea appare adagiata in una conca, racchiusa tra monte San Biagio, La Serra e i fianchi del Crivo che cadono ripidi e scoscesi sul centro storico. La statua del Cristo Redentore con i suoi 21 metri di altezza, visibile da ogni dove diventa un sicuro riferimento anche quando si alza la nebbia. Ed infatti nuvole di condensa cominciano a salire dal mare incappucciando la montagna alle quote più elevate.

Conquistare la prima delle tre cime del Crivo denominata monte Crive non è cosa facile. E’ una dura salita tutta su pietraia che non dà tregua. Quando pensi di averla raggiunta è pura illusione perché è ancora più avanti e una volta in vetta ti accorgi che per conquistare il Crivo ti aspettano altri due km di marcia su 270 m. di dislivello. E’ di sicuro la parte più impegnativa di tutto il percorso.

Raggiunti finalmente i 1036 m di quota di Monte Crive incrociamo il sentiero 640 MSK Maratea Skyline che ci porterà sulla vetta più alta del Crivo, ma prima dobbiamo passare per la sua anticima. Dopo aver perso quota procediamo in un mare di crochi, intere praterie tappezzate di esemplari bellissimi, più grandi e aperti di quelli presenti alle quote più elevate degli altipiani del Pollino; alcuni dei quali anche bianchi, una vera rarità. In questo areale e a questa quota evidentemente trovano il loro optimum vegetativo.

Da qui’ il cammino comincia a farsi tortuoso presentando grosse pietre affioranti e massi instabili. Proseguendo in salita su queste singolari rocce erose che danno la sensazione di vagare in un paesaggio lunare raggiungiamo l’anticima a quota 1176 m. dove svetta una grande croce in ferro battuto eretta nel 1961 dai frati oblati. La nebbia che sale a folate dal mare rende il paesaggio ancora più suggestivo e misterioso anche se purtroppo ci preclude lo scenario unico e sensazionale sul golfo di Policastro. In giornate particolarmente nitide è possibile avvistare anche l’arcipelago delle isole Eolie.

Dalla croce per conquistare la vera cima dobbiamo profondere un ulteriore sforzo percorrendo la cresta per qualche centinaio di metri, prima su rocce appuntite e infine superando i grossi blocchi che formano il culmine terminale. Siamo finalmente su Monte Crivo. La sua quota relativamente modesta di 1277 metri non tragga assolutamente in inganno perché impone una salita molto impegnativa che richiede ben sette ore tra andata e ritorno su terreno non facile e molto tormentato. Ma la vista mozzafiato da quassù ripaga sicuramente di tutta la fatica.

Tra le cime più importanti che si possono ammirare in senso orario da questo fantastico balcone naturale vi sono il Coccovello, che con i suoi 1505 m. è la montagna più elevata del gruppo dei monti di Maratea. Poi si erge imponente il massiccio del Sirino e le cime interne della Basilicata, l’isolato monte Alpi, la Spina e Zaccana, le vette dell’Orsomarso che emergono da strati di nubi basse fino alle lontanissime Montea, La Caccia e Petricelle con il Cozzo del Pellegrino che svetta su tutte. Ma se si guarda lontano verso sud est si riesce a scorgere anche il Dolcedorme. La nebbia che avvolge il versante nord ovest del Crivo nasconde alcune vette cilentane, ma l’atmosfera e i giochi di luce che genera sul mare simile a una luccicante lastra di cristallo lascia davvero senza fiato.

Le emozioni non finiscono qui’ perché vogliamo concludere in bellezza cercando di cogliere anche il tramonto sul mare che si preannuncia spettacolare. Accompagnati da un cielo orlato di nuvole a pecorelle e un mare plumbeo scendiamo speditamente quasi per la stessa via di salita evitando di rifare di nuovo la cima di monte Crive, aggirandolo pertanto da sinistra fino a guadagnare la rotabile. Tornando verso il bivio di Santa Caterina scendiamo per il “Sentiero religioso” o “Cammino di San Biagio” a picco sul mare.

E mentre rientriamo lungo questo sentiero sospeso cogliamo uno spettacolare tramonto che accende di arancione un placido cielo autunnale. Ci mettiamo seduti in religioso silenzio ad attendere che la rossa sfera si immerga in un mare dai toni che sfumando vanno dal rosato all’azzurro pastello. Tutto diventa solenne contemplazione. A fare da cornice a questo splendido quadro la costa di Maratea e il Golfo di Policastro con il monte Bulgheria avvolto dalle nubi.

Direi che in questa doppia avventura non ci siamo fatti mancare niente. E così dopo questa esperienza faticosa ma immersiva ci concediamo anche una meritata birra finale al bar del paese prima di ripartire.

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Golfo di Policastro e monte Bulgheria
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Monte Crivo
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Erica multiflora
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Monte Crive
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Anticima 1176 m
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Monte S.Biagio
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Il Sirino
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Lauria e Monte Alpi in lontananza
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Monte Coccovello
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Monti di Orsomarso
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La Montea
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La Crocetta e costa di Maratea
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Isola di Dino Praia a Mare
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