Escursione Maschio d'Ariano, tombe eta del ferro e Resti Castello d'Ariano

Parchi del Lazio
  1. Parco Regionale dei Castelli Romani
Data:26-12-2015
Regione e provincia: Lazio, Roma
Località di partenza: Velletri, fontana Marcaccio
Località di arrivo:Maschio d'Ariano
Tempo di percorrenza:
Chilometri:
Grado di difficoltà: facile
Descrizione delle difficoltà:Facile
Periodo consigliato: Tutti purchè sereni( ad esclusione giorni di pioggia)
Segnaletica: 523, poi 523a
Dislivello in salita: 362 m
Dislivello in discesa: 103 m
Quota massima: 891 m
Accesso stradale: no
Traccia GPS: in fondo alla pagina, suddiviso in ascesa e discesa

Descrizione
Bella e facile escursione nel Parco Regionale dei Castelli Romani.
La partenza avviene in località Fonte Marcaccio dove è possibile lasciare l'auto in un piccolo parcheggio libero. Da qui una strada sterrata chiusa al traffico segna l'inizio del percorso fra faggi, castagni, e flora locale. Dopo circa 20 minuti si incontra il rifugio della Forestale videosorvegliato a distanza con tavoli e panche, ideale per fermarsi ed effettuare immersi nella natura una fugace prima colazione. Proseguendo il percorso, con scorci sulle campagne di Velletri e sui monti di Rocca Massima,Cori e Norba, si giunge al bivio dove si abbandona la strada sterrata ed inizia il sentiero che ci porterà sino al maschio d'Ariano e ai resti dell'omonimo castello. Bellissime le vedute sui pratoni del Vivaro, su Rocca di Papa, sulla zona di Palestrina.

cenni Storici:
Il maschio d'Ariano corrisponde al Mons Algidus cosi chiamato dai Romani. In età repubblicana La gens Aria fece costruire un fortilizio per il controlo del territorio e per il controllo delle popolazioni degli Equi e dei Volsci
Nel Carmen saeculare il poeta Quinto Orazio Flacco riporta che sul Monte Algidus in tempi remoti era presente un tempio dedicato alla dea Diana. Tito Livio, nella Storia Romana, racconta che in questi luoghi, romani ed equi si affrontarono in duri combattimenti per circa due secoli. Famosa è rimasta la battaglia del Monte Algido, legata alla figura leggendaria di Cincinnato, la quale si è svolta proprio qui. Per la posizione invidiabile, i patrizi romani edificarono diverse ville, come è testimoniato dai reperti conservati nei Musei Vaticani ed in quello del comune di Velletri.

Demetrio, figlio di Melosio, operò nel X secolo la ricostruzione del castello per dar rifugio sicuro alle persone durante l'invasione degli arabi nell'846. Le contese per il possesso del Maschio di Lariano videro come protagonisti le potenti famiglie dei Conti di Tuscolo, degli Annibaldi, dei Savelli e soprattutto dei Colonna. La Chiesa romana rivendicò il diretto dominio nel Conclave che si tenne a Viterbo nel 1269, in cui la Rocca di Lariano fu definita praetiosa.
I territori passarono sotto la completa dipendenza della Chiesa sotto papa Alessandro III. Il luogo era ritenuto di estrema sicurezza, tanto che nel 1200 papa Innocenzo III vi fece rifugiare il Visconte di Campiglia, quando questi fu fatto prigioniero dai romani durante la guerra contro Viterbo. Nel 1235 papa Gregorio IX incluse la Rocca di Lariano tra le "Castellanie della Chiesa".
Papa Clemente IV nominò quale castellano il cavaliere templare fra Raimondo. Alla morte di papa Clemente, avvenuta il 29 novembre 1268 ed essendo vacante il soglio pontificio, Ricciardello Annibaldi, agendo di sorpresa si impadronì del castello di Lariano, dopo aver fatto scorrerie nel territorio circostante. Fu allora che le milizie di Velletri, esortate dal Collegio dei Cardinali, riuniti a Viterbo, tentarono a più riprese di conquistare il Castello in nome e per conto della Chiesa.
La conquista non riuscita a Velletri, riuscì alla famiglia Colonna. A quel tempo Lariano doveva contare un buon numero di abitanti, forse superiore a quelli di Marino e Rocca di Papa. Alla fine del Trecento il Castello di Lariano era in possesso di Niccolò Colonna che lo mantenne fin quando l'antipapa Clemente VII non lo consegnò a Giordano Orsini. I Colonna non si dettero per vinti e il Castello tornò a loro fino al 1412, anno in cui Teobaldo Annibaldi riuscì a riconquistarlo.
Nel 1417 il cardinale Oddone Colonna salì al soglio pontificio con il nome di Martino V e riassegnò il Castello ai suoi parenti, ma nel 1431 morì e il nuovo pontefice papa Eugenio IV revocò tutti i privilegi che i Colonna avevano conseguito sotto Martino V.
I Colonna si rivoltarono contro le decisioni del Papa, costringendolo a fuggire in barca lungo il Tevere per rifugiarsi prima a Firenze e poi a Bologna. Eugenio IV reagì scomunicando i Colonna.
La scomunica comportava la confisca dei beni e tra questi era incluso il Castello di Lariano con i territori ad esso annessi. I Colonna non cedettero e scoppiò la guerra. Gli ottomila fanti del Papa riconquistarono alla Chiesa Albano, Castel Gandolfo, Civita, Zagarolo e perfino Palestrina feudo principale dei Colonna, ma non riuscirono nella conquista del Castello di Lariano.
Il Papa inviò ben quattromila fanti ad assediare Lariano e a questi si aggiunsero altri ottocento soldati di Velletri, guidati da Paolo Annibaldi della Molara. Vi fu un attacco in massa e i difensori si attestarono con armi nella chiesa di San Silvestro. La lotta durò ancora qualche tempo, fino a che i Larianesi, sfiniti e senza possibilità di aiuti da altre casate capitolarono.
Il 26 ottobre 1436 dal Castello uscirono in segno di resa Nardo Di Stefano e Cola di Nardo Sindaci. Il Castello di Lariano fu distrutto, incendiato e raso al suolo e il territorio fu donato da Eugenio IV a Velletri in riconoscenza dell'aiuto che i soldati veliterni avevano dato all'esercito del Papa. Si è supposto che, dopo la distruzione della fortezza, la popolazione dedita alle armi accettasse di trasferirsi a Velletri con il solo scopo di continuare, il mestiere delle armi; mentre la popolazione contadina preferì restare nei luoghi dove era nata e dove per sempre era vissuta.
(descrizione presente sul sito http://www.infolariano.it/content/storia/)

Del Castello rimangono dei Ruderi inglobati all'interno del bosco e molto suggestivi. Presenti sul posto edicole con spiegazioni e ricostruzioni visive del castello e della sua vita. E' ancora possibile osservare la cisterna di età romana in loco.

Durante l'escursione potrete inbattervi nella visione, del cinghiale, istrice e tasso
La seconda traccia GPS vi condurrà attraverso una variante del ritorno che permetterà di vedere ed esplorare numerose tombe dell'età del ferro, alcune delle quali a due camere e molto grandi riferibili al VII-VI secolo a.C. Scendendo ancora si potra ammirare un canyon tufaceo all'interno del quale passare. poco al di sotto si arriva di nuovo sulla strada e seguendola sulla destra si ritorna esattamente al punto di partenza dopo un'ora di cammino.
allego tracce gpx messe a disposizione dal parco stesso, la broshure in pdf con tutti gli itinerari e poi del parco puo essere scaricata da http://www.parcocastelliromani.it/carta-del-parco



ATTENZIONE:) presenti numerose fonti nei dintorni, ma assolutamente non potabili per alte concentrazioni di Arsenico

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Discesa Maschio d'Ariano, tombe e Canyon.jpg


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Allegati

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Quasi ci potevamo incontrare, l'ho fatta il 10 gennaio e la parte più suggestiva è stato l'attraversamento del"canyon", ricco di felci, licheni e muschi multicolori. Inoltre dal torrino d'avvistamento, è stato possibile scorgere tutta la valle sottostante, la pianura Pontina, le isole Pontine ed il litorale da San Felice Circeo fino ad Anzio. Tra gli altri era presente anche MAVIS. Ecco il link al suo thread:
http://www.avventurosamente.it/xf/threads/maschio-dariano-da-fonte-marcaccio.42350/
 
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Complimenti, foto molto belle, rendono in pieno la bellezza di uno dei luoghi piu' carini (io aggiungerei uno dei pochi, vista l'antropizzazione della zona) del Parco dei Castelli Romani. Immagino tu sia stato anche a Fonte Donzella, sta proprio li' vicino
 
Ciao alexmoscow73, piacere di conoscerti. Si sia fonte donzella che donzelletta, poi la spina dove ormai non c'è più acqua. Quando ero più giovane ero nella protezione civile e più precisamente in una squadra che collaborava con la forestale per lo spegnimento di incendi. Quante giornate e quante feste ho passato con la vanga in mano a creare rostri frangifiamme e a spegnere focolai mentre gli altri ragazzi andavano per feste e in giro, ma ne è valsa la pena. Conosco questa nostra montagna in maniera oserei dire intima, e ora vedendo la bellezza che ho aiutato a preservare finalmente capisco appieno che quelle giornate a combattere col fuoco sono state ben spese. Ho approfittato per raccontarti un po della mia storia. Vedo sei di Rocca di Papa, bellissima dalle tue parti oltre alle tante cose una bella escursione che feci ai campi di annibale tempo fa. Magari un giorno organizziamo con altri del forum a noi vicini per un'escursione con salsicciata e fagiolata tutti insieme :)
 
Vedo sei di Rocca di Papa, bellissima dalle tue parti oltre alle tante cose una bella escursione che feci ai campi di annibale tempo fa. Magari un giorno organizziamo con altri del forum a noi vicini per un'escursione con salsicciata e fagiolata tutti insieme
Piacere mio! Si vivo a Rocca, ogni tanto faccio qualche camminata in zona, sia per fare dislivello che per stare in mezzo alla natura, anche se sinceramente una volta che li hai girati tutti i sentieri e' difficile trovare le stesse motivazioni di un tempo..la zona dell'Artemisio e' forse la mia preferita, ti offre lunghe (relativamente) traversate, punti panoramici ed anche spunti di carattere archeologico. Certo, le ruspe che sono passate per il 523 per il taglio ceduo degli alberi hanno rovinato e di parecchio l'ambiente, ma questo avviene sistematicamente in ogni angolo del nostro Parco purtroppo.
In zona conosco un paio di persone del forum, occorre solo trovare un giorno che vada bene a tutti :biggrin:
 
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