Maserin cinesi

Posso concordare solo per quanto riguarda il discorso sui dipendenti (anche se, producendo in Cina, saranno sempre più in pericolo di restare disoccupati).
Riguardo l'azienda, lo ripeto, nessuna pietà...!!!
Perché in questo caso NON è questione di "condizioni di mercato", ma esclusivamente di avidità del proprietario, in quanto, se fai pagare 140 euro un coltello fatto in cina (al costo, a dir tanto, di 7 o 8 euro) alla fine della storia tu ne incassi 130 e quindi la verità non è "il povero imprenditore che non riesce più a sostenere le tasse, i costi di produzione, la burocrazia dello Stato e la concorrenza", ma semplicemente il fatto che vuoi intascare il più possibile, vendendo a un prezzo elevato una ciofeca economica, TRUFFANDO il cliente che pensa di comprare un prodotto ITALIANO di qualità e pagandolo come tale.
Oltre a commettere un reato e come tale giustamente perseguito dalle Autorità, a mio parere un tale imprenditore è soprattutto un emerito stronzo...
Si certo è tutto vero, ma non so se i 130 gli servono per fregarci e arricchirsi .
 
Si certo è tutto vero, ma non so se i 130 gli servono per fregarci e arricchirsi .
Chissà, magari li userà per fare beneficienza. A se stesso... :rofl:
A costo di ripetermi... Se producesse in cina e vendesse a prezzi economici sarei meno drastico, ma, riempirsi la bocca col Made in Italy e appioppare cinesate ai propri clienti la trovo una vera infamata.
 
Ad ogni modo, sarebbe stato un autogol comunque.

Se la qualità dei coltelli è scarsa, da "cinesata", non è che per il fatto che ci sia scritto "Made in Italy" la qualità miracolosamente cambia.

Gli acquirenti avrebbero detto: "Saranno anche Made in Italy ma fanno schifo, non comprerò più Maserin".

Altro discorso se la qualità non è scarsa, tipo Ganzo, Real Steel o Byrd, allora la cosa sarebbe stata diversa...
 
Senza voler innescare una polemica, se il Made in Italy si dovesse apportare solo su alimenti e materiali lavorati in Italia con prodotti italiani, sarebbe veramente limitato...
Con tuttr le materie prime e parlo del settore alimentare che il nostro paese produce siamo tutt'altro che limitati per quanto riguarda il resto e normale che lavoriamo prodotti con materiali provenienti dall'estero.come gli acciai ma non si possono fare paragoni la questione.riguarda anche la provenienza,se un' azienda importa acciai dal Giappone ne accresce il valore se invece arriva dalla Cina non è lo stesso la cosa piu' grave secondo me e quando si ha un prodotto con il marchio DOP (porto un esempio pratico) come la Pettina (insaccato tipico friulano) e guardò l'etichetta e leggo LAVORATO IN ITALIA cosa vuol dire che le carni usate per la lavorazione provengono da un altro paese? Questo lo trovo inconcepibile
 
Con tuttr le materie prime e parlo del settore alimentare che il nostro paese produce siamo tutt'altro che limitati per quanto riguarda il resto e normale che lavoriamo prodotti con materiali provenienti dall'estero.come gli acciai ma non si possono fare paragoni la questione.riguarda anche la provenienza,se un' azienda importa acciai dal Giappone ne accresce il valore se invece arriva dalla Cina non è lo stesso la cosa piu' grave secondo me e quando si ha un prodotto con il marchio DOP (porto un esempio pratico) come la Pettina (insaccato tipico friulano) e guardò l'etichetta e leggo LAVORATO IN ITALIA cosa vuol dire che le carni usate per la lavorazione provengono da un altro paese? Questo lo trovo inconcepibile

Concordo e ripeto:

per metterlo in quel posto così impunemente ai tuoi clienti devi avere una discreta quantità di morti cani...

EOT
 
:offtopic:
La Pitina è un IGP, o quantomeno a me risulta un salume della provincia Pordenone con quel nome, ed è permesso NON indicare l'origine della carne DI MAIALE ma per fregarsi del tipo IGP deve essere prodotto (lavorato) in una determinata area geografica, al di fuori di essa non può essere IGP.

https://www.eurodop.it/prodotti/pitina-igp.html

D'altro la stessa Bresaola della Valtellina IGP usa prevalentemente carne di zebù proveniente dal brasile o irlanda e, marginalmente, bestiame italiano ma sarebbe impossibile fare diversamente, parliamo di una produzione annua di 10/15.000 TONNELLATE !!!!.

Però ricordiamoci che parliamo comunque di marchi di tutela che se fossero troppo stretti aprirebbero, automaticamente, il mercato a prodotti che non avrebbero nulla di italiano se non il nome.

Ciao :si:, Gianluca
 
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