Merenderos (e non solo) sul Bianco

Già, in Italia relativamente al Bianco siamo fortunati, visto che da Courmayeur l’accesso alla vetta è più lungo, più tecnico e più pericoloso per i dilettanti.
 
Purtroppo la montagna è diventata di moda e si è aperta al grande pubblico, inclusi cafoni, sprovveduti etc.
E temo sarà sempre peggio.

Comunque si lamentano ma sono i primi ad essere contenti, fanno un sacco di soldi tra rifugi, funivie e altro.
Anzi spesso cercano più il turista occasionale (che spende di più) rispetto all'escursionista.

PS: non conosco gli episodi specifici e quindi non li commento, ma spesso (non sempre) i primi cafoni sono proprio le guide che passano sopra tutto e tutti per arrivare in fretta alla vetta con i propri clienti in virtù di non si sa quale diritto divino.
 
Purtroppo la montagna è diventata di moda e si è aperta al grande pubblico, inclusi cafoni, sprovveduti etc.
E temo sarà sempre peggio.

Comunque si lamentano ma sono i primi ad essere contenti, fanno un sacco di soldi tra rifugi, funivie e altro.
Anzi spesso cercano più il turista occasionale (che spende di più) rispetto all'escursionista.

PS: non conosco gli episodi specifici e quindi non li commento, ma spesso (non sempre) i primi cafoni sono proprio le guide che passano sopra tutto e tutti per arrivare in fretta alla vetta con i propri clienti in virtù di non si sa quale diritto divino.

In effetti l'escursionista a cui piace essenzialmente camminare (come me) spende mediamente poco in rifugi/funivie/vari divertimenti.
Arriva presto (a me piace camminare la mattina presto, ed è anche più sicuro) e si ferma per poco tempo (recentemente mi è capitato che quando sono arrivato si erano svegliati da poco quelli che avevano dormito nel rifugio).
Comunque qualcosa prendo sempre, perchè mi sembra giusto contribuire al mantenimento dell'attività in montagna, anche con poco.
Ovviamente ci sono le montagne e itinerari "di moda", molto frequentati soprattutto nei periodi estivo e invernale, e quelli "poco di moda", che però hanno un loro innegabile fascino e su cui penso valga la pena concentrare i propri interessi e energie.
 
Il problema merenderi in montagna è annoso e sta peggiorando, si tratti di cime, sentieri o boschi, ma anche nei paesi. Dove abito io in inverno siamo poche decine di persone mentre l'estate le seconde case si riempiono, ogni anno di più, soprattutto nei fine settimana. Non ci sarebbero problemi (tanto nei giorni di superfolla scappo nei boschi e torno quando le acque si son calmate) se non ci fosse stato, negli ultimi tempi, un calo notevole di rispetto dei luoghi e di chi ci abita. Questo fine settimana dei ragazzini hanno preso la bici di un amico che l'ha ritrovata oggi completamente vandalizzata, fortunatamente ha individuato i colpevoli ed i genitori risarciranno, a me ogni tanto fanno visita -e spesa- nell'orto, poi ci sono i rifiuti lasciati per il paese, carte di gelato a terra, assorbenti(!!), plastica...qualche anno fa le presenze erano più educate. Proprio ora torno da un giro di raccolta schifezze. IL bello è che se gli fai notare che il paese non è una pattumiera sembrano non capire, un fenomeno si è stupito perché gli ho detto di non buttare le cicche dal terrazzo nello stradello, mi guardava come se gli chiedessi di potergli occupare casa, siamo proprio oltre la decenza. Scusate lo sfogo ma sono imbestialito. Se ne stessero in città e lasciassero i monti a chi ci vive e chi li frequenta con rispetto...
 
"La montagna è diventata una moda " A dir la verità già nel 1985, quando iniziai ad andare in montagna sentivo dire questa frase ! Sono i comportamenti esagerati, forse più della quantità di gente che la frequenta.
 
Il problema merenderi in montagna è annoso e sta peggiorando, si tratti di cime, sentieri o boschi, ma anche nei paesi. Dove abito io in inverno siamo poche decine di persone mentre l'estate le seconde case si riempiono, ogni anno di più, soprattutto nei fine settimana. Non ci sarebbero problemi (tanto nei giorni di superfolla scappo nei boschi e torno quando le acque si son calmate) se non ci fosse stato, negli ultimi tempi, un calo notevole di rispetto dei luoghi e di chi ci abita. Questo fine settimana dei ragazzini hanno preso la bici di un amico che l'ha ritrovata oggi completamente vandalizzata, fortunatamente ha individuato i colpevoli ed i genitori risarciranno, a me ogni tanto fanno visita -e spesa- nell'orto, poi ci sono i rifiuti lasciati per il paese, carte di gelato a terra, assorbenti(!!), plastica...qualche anno fa le presenze erano più educate. Proprio ora torno da un giro di raccolta schifezze. IL bello è che se gli fai notare che il paese non è una pattumiera sembrano non capire, un fenomeno si è stupito perché gli ho detto di non buttare le cicche dal terrazzo nello stradello, mi guardava come se gli chiedessi di potergli occupare casa, siamo proprio oltre la decenza. Scusate lo sfogo ma sono imbestialito. Se ne stessero in città e lasciassero i monti a chi ci vive e chi li frequenta con rispetto...

Sui rifiuti e l'educazione hai ragione.
Faccio un esempio: sono stato recentemente al bivacco Perugini (campanile val montanaia, dolomiti friulane), e sulla porta del bivacco c'era un cartello che indicava che nel 2016 i gestori del bivacco hanno portato via un sacco di rifiuti, e pregavano gli utilizzatori di stare più attenti nella gestione degli stessi.
 
Diciamo che ci sono tante concause che quando si sommano fanno disastro.

-livello culturale in calo

Mentre i nostri nonni e papà hanno avuto la compressione e il sempre condannabile perbenismo cattolico,questo non si pensa questo è male pensarlo questo non si dice. E in qualche caso avevano torto marcio ma non potevi farglielo notare.
Poi sono arrivate le "nuove leve" con come idoli dei primati che ad ogni frase quando cantano ci mettono uno YO e sfoderano sempre pistole tenute tutte di traverso come fossero down,anzi clown....suona meglio

-troppo culto dell'estetica

Se si ha a che fare con delle persone di dubbia onestà,non ha molto senso sfoderare l'ultimo paio di scarponi da everest,magari riscaldati in un escursione sul bianco ad agosto o magari la meglio roba a prezzi bestiali o loro imitazione....eh si diciamolo...

-troppo stress che si deve sfogare

Inutile negarlo,chi tutta la settimana è stressato tra orari di emme,telefoni in continuo squillo e decisioni pesanti si stressa. E se poi si trova di fronte l'ennesimo no,spesso non motivato si altera.
era pure successo a me. Eravamo arrivati a crissolo che il cartello segnava aperta,chiusa per vento (che c'era dalle 4 di mattina) e mi trovo il tizio degli impianti che non mi voleva manco fare tornare indietro. Eh ma qui,eh ma la...
Scendo giù nel parcheggio,freno a mano col 9 posti e via per rucas....giornata fantastica.....lì il vento non c'era.

-troppi impreparati

Bè quello dei russi che si raspano pure le corde è mitica...
 
Quello della gente che frega l'attrezzatura in rifugio, non è la prima volta che lo sento e non succede solo al Monte Bianco purtroppo.

Bisogna chiamare le cose con il proprio nome, chi fa questo oltre che ladro è anche criminale, perché rubare attrezzatura alpinistica in quei contesti, mette a rischio l'incolumità di chi subisce il furto.

Mi fermo qua prima di entrare in discorsi forcaioli e/o giustizialisti, il problema alla base è che non si insegna più che libertà e responsabilità vanno a braccetto e hanno senso solo insieme: sono libero solo se sono responsabile di ciò che faccio.
Invece oggi il relativismo morale ci insegna che c'è solo libertà, fasulla aggiungo io, mentre la responsabilità è optional...

Scusate il pippone.
 
Ci sono passato molti anni fa, con mia moglie. E già allora la situazione non era certo sotto controllo (Ne ho raccontato in qualche vecchio post)!
Però, per quanto sia vero che fra tutti i lati è il più facile, non é certo un percorso per famiglie! Men che meno per gente in scarpe da tennis. Ci sono strapiombi, roccette e ghiacciaio. Si parla di un percorso lungo e faticoso, da fare anche in 3 giornate, in buona parte oltre i 3.500. Chi va in montagna come noi sa che si tratta di situazioni apparentemente facili che possono diventare mortali nel giro di un'ora.

Sono poi rimasto senza parole leggendo di furti di scarponi, corde e ramponi. Anzi: di furti in montagna...
 
Mi fermo qua prima di entrare in discorsi forcaioli e/o giustizialisti, il problema alla base è che non si insegna più che libertà e responsabilità vanno a braccetto e hanno senso solo insieme: sono libero solo se sono responsabile di ciò che faccio.
Invece oggi il relativismo morale ci insegna che c'è solo libertà, fasulla aggiungo io, mentre la responsabilità è optional...

MOLTO d’accordo!
 
il commento di una guida alpina delle dolomiti:

http://corrierealpi.gelocal.it/bell...tutto-diventa-sfida-1.17179317?ref=hfcabler-2

Riporto alcuni passi significativi:

In questa trasformazione che ruolo hanno i social network?

«Una volta i sentieri impervi o le gite meno conosciute erano appannaggio dei locali. Ora, con internet e i social network, tutti hanno a disposizione queste conoscenze».

Insomma, i social network stanno diventando i vostri diretti concorrenti.

«Non proprio, perché passano una notizia sbagliata. Tutto viene descritto in modo bello, positivo, e tra utenti scatta la sfida a chi va a vedere quel luogo. Ma non si fanno i conti con i pericoli della montagna: il meteo è un fattore fondamentale capace di cambiare volto ad un’escursione. Anche la preparazione fisica viene presa sottogamba. Magari si scelgono escursioni di ore ed ore senza cognizione di quello a cui vanno incontro. E alla fine ci si trova nei pasticci».

Quando si parla di montagna e social network, impossibile non pensare al lago di Sorapis e al caos del turismo cafone.

«È l’esempio classico: fino a qualche anno fa nessuno sapeva della sua esistenza, ora sembra di stare in spiaggia a Jesolo. Tutto grazie ai social che l’hanno pubblicizzato. Pare che tutti debbano andare lì ma quel percorso è difficile: ho visto persone slegate, con bambini piccoli, con borsetta e tacchi. Per non parlare di chi si fa il bagno o lascia i rifiuti. Invogliare le persone a frequentare la montagna è un bene perché queste zone vivono di turismo ma ci vorrebbero dei controlli, magari dei divieti. O un accesso a fasce orarie: altrimenti di quella ed altre perle non resterà molto».
 
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