Dati
Data: maggio 2014
Regione e provincia: Marche, PU
Località di partenza: Piobbico 339 m s.l.m.
Località di arrivo: Piobbico
Grado di difficoltà: EE
Segnaletica: buona per i sentieri 1 e 2, sufficiente nel complesso
Quota massima: Rifugio Corsini 1285 m s.l.m.
Descrizione
Un breve trekking di due giorni sul massiccio del Monte Nerone, percorrendo un anello con i sentieri 1, 26, 28 e 2. Il programma originale prevedeva, oltre a raggiungere la vetta nel primo giorno, anche la percorrenza della cresta del Monte Cardamagna nel secondo; purtroppo per via delle condizioni meteo sfavoreveli si è optato per un giro più corto e meno difficoltoso.
Vi lascio il racconto fotografico sperando sia di vostro gradimento!
Partiamo imboccando il sentiero 1 dalla chiesa di S. Maria in Val d'Abisso (Piobbico). Un arduo percorso che in soli 4 km ci porterà a guadagnare oltre 900 m di quota e quindi raggiungere il rifugio Corsini
In pochi minuti raggiungiamo una graziosa cascatella sotto la quale va affrontato un primo semplice guado, in questo punto si possono notare i ruderi di un vecchio mulino detto "Mulinaccio"
Risalendo la profonda e ripida Val d'Abisso, che più in alto diventerà una vera e propria forra, chiamata Valle dell'Infernaccio
Dopo qualche altro guado giungiamo all'estremità inferiore della Valle dell'Infernaccio, raggiunta anche da una vecchia strada che da Piobbico conduceva ad una cava ormai in disuso. Verso Nord ecco apparire sulla sommità dell'irto colle i ruderi del castello dei Brancaleoni, i Muracci
In prossimità dell'ultimo guado prima della cava un'altra piccola ma graziosa cascatella
Dalla cava si prende una stradina sbrecciata che ben presto si stringe diventando un sentiero
Salendo di quota con frequenti tornanti si apre una bella vista sulla sottostante valle del Candigliano
in particolare sulla Gola di Gorgo a Cerbara, tra la strapiombante Balza della Penna (M. Montiego) a sinistra ed il Monte Paludello a destra
L'ambiente circostante diventa più impervio, non manca molto alla Balza Forata
Arrivati ad un altro guado, messo in sicurezza con fune metallica, è possiibile entrare in una grande cavità con una breve deviazione in ripida salita
Si incrocia per l'ennesima volta il torrente, a monte di una cascata alta decine di metri, con molta cautela e nel punto più a monte si guada e successivamente..
..si procede aiutandosi con un cavo metallico
Verso valle si vede Piobbico, incastonato tra le pendici del Monte Montiego e quelle del Monte Nerone
A differenza dell'ambiente fin troppo antropizzato della vetta, a queste quote il Nerone rivela tutta la sua bellezza, con formazioni di calcare massiccio che regnano incontrastate
Usciti da un tratto di bosco ci aspetta un altro ripido ghiaione che ci porterà alla caratteristica Balza Forata, e quindi a scoprire il foro della Madonna.. mentre scatto questa panoramica un temporale ci sorprende e ci costringe a scendere di quota, fino a raggiungere nuovamente il bosco, per ripararci dalla violenta grandinata e dai vicinissimi fulmini che colpiscono le pareti rocciose più alte
Dopo un'ora di sosta forzata, per ripararci dalla grandine, decidiamo di riprendere il cammino verso il foro della Madonna, una spaccatura nella roccia dovuta a fenomeni carsici ed erosivi
Non ci rimane che raggiungere il foro e prenderci una pausa ristoratrice in una delle emergenze più suggestive della zona
Riprendiamo il sentiero che in alcuni tratti è ricoperto dalla grandine
Il tratto dalla Balza Forata al Rifugio tocca pendenze importanti ed occorre essere adeguatamente allenati per non soffrire più del dovuto; finito il tratto di interminabile salita si aprono delle belle viste verso N-NO: a destra Monte Montiego caratterizzato da un'ampia prateria sommitale, all'orizzonte a sinistra il monte Carpegna
e verso N-NE: ecco apparire la Gola del Furlo (in alto a destra), scavata dallo stesso fiume che ha inciso la Gola di Gorgo a Cerbara (in basso a sinistra), il Candigliano; all'orizzonte subito dietro la gola si intravede il mare
Raggiunto il rifugio Corsini evitiamo di salire in vetta, purtroppo deturpata dalle abnormi antenne RAI, quindi proseguiamo per il sentiero 26, anche tratto del Sentiero Italia
Al termine del sentiero 26 incontriamo il minuscolo rifugio Ranco, e inziamo a cercare una buona zona dove piazzare la tenda; ci posizioneremo poco più a valle, attorno ai 1000 metri
Mentre la tenda già montata viene lambita dagli ultimi raggi di sole, prepariamo il necessario per un bel fuocherello. Sotto il punto fuoco è presente una grossa pietra che proteggerà il suolo ed i fiori dalla brace
il campo è allestito, il meteo promette bene ed il fuoco è avviato..
Arriva la notte che ci regala un cielo pieno di stelle! La temperatura è di circa 9°C, fortunatamente il vento è debole. Mi godo gli ultimi minuti di fuoco prima di spegnerlo e di entrare nel sacco..
Un cuculo ci sveglia all'alba, la montagna è avvolta dalla nebbia.. un buon tè caldo è in preparazione (grazie al mitico Paiolo stove)
Il programma per il secondo giorno prevede di percorrere l'aerea cresta del monte Cardamagna, ma l'instabilità del meteo e la nebbia ci fanno optare per un tragitto diverso..
..prendiamo il sentiero 28, che si svolge a mezzacosta, fino al raggiungimento del Prato del Conte
Sulla sinistra la cresta del Cardamagna che avremmo dovuto percorrere
Sguardo verso Sud
La prima parte del sentiero 28 si svolge al di fuori del bosco concedendo ampi panorami sull'intero Monte Cardamagna, una vetta minore del Gruppo del Nerone
Successivamente si entra nel bosco, dove guadiamo 4 impluvi che a valle formano il Fosso Pisciarello, in questo tratto il sentiero e la segnaletica non godono di buona salute, procediamo sperando di non imbatterci in tratti franati.
Poco dopo l'ultimo guado raggiungiamo il trivio con i sentieri 35 e 2
Procediamo per l'ampio Prato del Conte per poi attraversare il Passo della Madonna
Sguardo verso Est per ammirare nuovamente la valle del Candigliano
Successivamente tocchiamo i ruderi del castello di Mondelacasa, antica residenza della famiglia Brancaleoni (1000-1300), denominati "Muracci"
Ora ci aspetta un ripidissimo crinale che in breve tempo ci farà scendere di quota fino all'abitato di Piobbico.
Grazie per la visione, alla prossima!!
Data: maggio 2014
Regione e provincia: Marche, PU
Località di partenza: Piobbico 339 m s.l.m.
Località di arrivo: Piobbico
Grado di difficoltà: EE
Segnaletica: buona per i sentieri 1 e 2, sufficiente nel complesso
Quota massima: Rifugio Corsini 1285 m s.l.m.
Descrizione
Un breve trekking di due giorni sul massiccio del Monte Nerone, percorrendo un anello con i sentieri 1, 26, 28 e 2. Il programma originale prevedeva, oltre a raggiungere la vetta nel primo giorno, anche la percorrenza della cresta del Monte Cardamagna nel secondo; purtroppo per via delle condizioni meteo sfavoreveli si è optato per un giro più corto e meno difficoltoso.
Vi lascio il racconto fotografico sperando sia di vostro gradimento!
Partiamo imboccando il sentiero 1 dalla chiesa di S. Maria in Val d'Abisso (Piobbico). Un arduo percorso che in soli 4 km ci porterà a guadagnare oltre 900 m di quota e quindi raggiungere il rifugio Corsini
In pochi minuti raggiungiamo una graziosa cascatella sotto la quale va affrontato un primo semplice guado, in questo punto si possono notare i ruderi di un vecchio mulino detto "Mulinaccio"
Risalendo la profonda e ripida Val d'Abisso, che più in alto diventerà una vera e propria forra, chiamata Valle dell'Infernaccio
Dopo qualche altro guado giungiamo all'estremità inferiore della Valle dell'Infernaccio, raggiunta anche da una vecchia strada che da Piobbico conduceva ad una cava ormai in disuso. Verso Nord ecco apparire sulla sommità dell'irto colle i ruderi del castello dei Brancaleoni, i Muracci
In prossimità dell'ultimo guado prima della cava un'altra piccola ma graziosa cascatella
Dalla cava si prende una stradina sbrecciata che ben presto si stringe diventando un sentiero
Salendo di quota con frequenti tornanti si apre una bella vista sulla sottostante valle del Candigliano
in particolare sulla Gola di Gorgo a Cerbara, tra la strapiombante Balza della Penna (M. Montiego) a sinistra ed il Monte Paludello a destra
L'ambiente circostante diventa più impervio, non manca molto alla Balza Forata
Arrivati ad un altro guado, messo in sicurezza con fune metallica, è possiibile entrare in una grande cavità con una breve deviazione in ripida salita
Si incrocia per l'ennesima volta il torrente, a monte di una cascata alta decine di metri, con molta cautela e nel punto più a monte si guada e successivamente..
..si procede aiutandosi con un cavo metallico
Verso valle si vede Piobbico, incastonato tra le pendici del Monte Montiego e quelle del Monte Nerone
A differenza dell'ambiente fin troppo antropizzato della vetta, a queste quote il Nerone rivela tutta la sua bellezza, con formazioni di calcare massiccio che regnano incontrastate
Usciti da un tratto di bosco ci aspetta un altro ripido ghiaione che ci porterà alla caratteristica Balza Forata, e quindi a scoprire il foro della Madonna.. mentre scatto questa panoramica un temporale ci sorprende e ci costringe a scendere di quota, fino a raggiungere nuovamente il bosco, per ripararci dalla violenta grandinata e dai vicinissimi fulmini che colpiscono le pareti rocciose più alte
Dopo un'ora di sosta forzata, per ripararci dalla grandine, decidiamo di riprendere il cammino verso il foro della Madonna, una spaccatura nella roccia dovuta a fenomeni carsici ed erosivi
Non ci rimane che raggiungere il foro e prenderci una pausa ristoratrice in una delle emergenze più suggestive della zona
Riprendiamo il sentiero che in alcuni tratti è ricoperto dalla grandine
Il tratto dalla Balza Forata al Rifugio tocca pendenze importanti ed occorre essere adeguatamente allenati per non soffrire più del dovuto; finito il tratto di interminabile salita si aprono delle belle viste verso N-NO: a destra Monte Montiego caratterizzato da un'ampia prateria sommitale, all'orizzonte a sinistra il monte Carpegna
e verso N-NE: ecco apparire la Gola del Furlo (in alto a destra), scavata dallo stesso fiume che ha inciso la Gola di Gorgo a Cerbara (in basso a sinistra), il Candigliano; all'orizzonte subito dietro la gola si intravede il mare
Raggiunto il rifugio Corsini evitiamo di salire in vetta, purtroppo deturpata dalle abnormi antenne RAI, quindi proseguiamo per il sentiero 26, anche tratto del Sentiero Italia
Al termine del sentiero 26 incontriamo il minuscolo rifugio Ranco, e inziamo a cercare una buona zona dove piazzare la tenda; ci posizioneremo poco più a valle, attorno ai 1000 metri
Mentre la tenda già montata viene lambita dagli ultimi raggi di sole, prepariamo il necessario per un bel fuocherello. Sotto il punto fuoco è presente una grossa pietra che proteggerà il suolo ed i fiori dalla brace
il campo è allestito, il meteo promette bene ed il fuoco è avviato..
Arriva la notte che ci regala un cielo pieno di stelle! La temperatura è di circa 9°C, fortunatamente il vento è debole. Mi godo gli ultimi minuti di fuoco prima di spegnerlo e di entrare nel sacco..
Un cuculo ci sveglia all'alba, la montagna è avvolta dalla nebbia.. un buon tè caldo è in preparazione (grazie al mitico Paiolo stove)
Il programma per il secondo giorno prevede di percorrere l'aerea cresta del monte Cardamagna, ma l'instabilità del meteo e la nebbia ci fanno optare per un tragitto diverso..
..prendiamo il sentiero 28, che si svolge a mezzacosta, fino al raggiungimento del Prato del Conte
Sulla sinistra la cresta del Cardamagna che avremmo dovuto percorrere
Sguardo verso Sud
La prima parte del sentiero 28 si svolge al di fuori del bosco concedendo ampi panorami sull'intero Monte Cardamagna, una vetta minore del Gruppo del Nerone
Successivamente si entra nel bosco, dove guadiamo 4 impluvi che a valle formano il Fosso Pisciarello, in questo tratto il sentiero e la segnaletica non godono di buona salute, procediamo sperando di non imbatterci in tratti franati.
Poco dopo l'ultimo guado raggiungiamo il trivio con i sentieri 35 e 2
Procediamo per l'ampio Prato del Conte per poi attraversare il Passo della Madonna
Sguardo verso Est per ammirare nuovamente la valle del Candigliano
Successivamente tocchiamo i ruderi del castello di Mondelacasa, antica residenza della famiglia Brancaleoni (1000-1300), denominati "Muracci"
Ora ci aspetta un ripidissimo crinale che in breve tempo ci farà scendere di quota fino all'abitato di Piobbico.
Grazie per la visione, alla prossima!!
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