Dati
Data: 27/08/2014
Località di partenza: Vetan dessus
Tempo di percorrenza: 8 ore pause comprese
Chilometri: 14
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: nessuna, solo un piccolo tratto attrezzato
Dislivello: 1400m
Quota massima: 3061m
Accesso stradale: Aosta - Saint Pierre - Vetan
Descrizione
Perchè salire sul Fallere. Dopo 8 ore di viaggio da Roma, una volta arrivati a destinazione ci si dovrebbe impegnare a salire vette un po' più blasonate... e poi che nome brutto! Fallire il Fallere, sto fallo di Fallere, etc, quasi ti vergogni tornato a casa a dire dove sei stato
Ma quante volte, facendo il classico 360° dalla cima dei big valdostani, proprio sopra il capoluogo si viene colpiti da questa massa isolata, scura, circondata da pascoli, visibile da ovunque, fuori da ogni catena o subcatena, "e quello che è??" "il Fallere!". Azz... Un vero piedistallo millimetricamente al centro della regione.
Se la giornata è quella giusta, come per fortuna è capitato a noi, ci si può divertire a riconoscere di tutto, come sopra a un plastico.
E fallere sia! Giornata quasi autunnale con cielo limpidissimo e un bel vento teso. Davvero l'ideale per attraversare gli sterminati pascoli sopra Vetan
Grivola e Gran Nomenon
Gruppo e ghiacciaio del Rutor, prossimamente su questi schermi
Percorso comodo e rilassante, si interseca più volte la forestale che porta al rifugio Fallere, nuovissimo e gestito da un appassionato scultore che ha disseminato di opere curiose la via di salita. Davvero originale, da sole valgono la passeggiata
Ecco davanti a noi il Fallere. Il nostro giro prevede un anello con salita per la cresta ovest (quella rocciosa immediatamente sotto la cima, traccia su sfasciumi e una catena su una placchetta) e discesa per la normale (zigzag sul ghiaione subito a destra)
Anche il rifugio ha un tocco fiabesco per le sculture posizionate un po' dappertutto, come questa simpatica vecchina che regge la grondaia
E un pensieroso montanaro che scruta l'orizzonte
Grivola in versione tibetana
Durante la salita si passa per il Lago Morto, che invece in quest'annata piovosa sembra abbastanza arzillo...
Traccia non comodissima ma ha il pregio di salire in fretta
Tratto finale
Il tratto attrezzato: nulla di che, solo da prendere e tirare se le rocce sono bagnate
E finalmente in vetta!
Passiamo molto tempo a goderci un bel sole e a passare in rassegna tutti - ma davvero tutti - i pesi massimi della regione. Qui il gruppo del Rosa
Il Cervino con un innevamento da fine aprile
Grand Combin
Il trenino del Bianco
La severissima Grandes Jorasses
Verso sud
Lui
Lei
Per raggiungere la normale c'è un breve tratto di cresta sommitale (con corrimano)
"Un giorno anch'io arriverò in cima al più alto!", mi confida questo simpatico camoscio
The dark side of the valley: il Sig. Emilius
Con breve deviazione si arriva al Lac Fallere
Prima del rifugio, si passa per rilassanti prati fioriti
E meritato relax finale al rifugio prima del rientro alla macchina. Per i gourmand, non portatevi da bere perchè hanno una spettacolare Napea alla spina
Data: 27/08/2014
Località di partenza: Vetan dessus
Tempo di percorrenza: 8 ore pause comprese
Chilometri: 14
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: nessuna, solo un piccolo tratto attrezzato
Dislivello: 1400m
Quota massima: 3061m
Accesso stradale: Aosta - Saint Pierre - Vetan
Descrizione
Perchè salire sul Fallere. Dopo 8 ore di viaggio da Roma, una volta arrivati a destinazione ci si dovrebbe impegnare a salire vette un po' più blasonate... e poi che nome brutto! Fallire il Fallere, sto fallo di Fallere, etc, quasi ti vergogni tornato a casa a dire dove sei stato
Ma quante volte, facendo il classico 360° dalla cima dei big valdostani, proprio sopra il capoluogo si viene colpiti da questa massa isolata, scura, circondata da pascoli, visibile da ovunque, fuori da ogni catena o subcatena, "e quello che è??" "il Fallere!". Azz... Un vero piedistallo millimetricamente al centro della regione.
Se la giornata è quella giusta, come per fortuna è capitato a noi, ci si può divertire a riconoscere di tutto, come sopra a un plastico.
E fallere sia! Giornata quasi autunnale con cielo limpidissimo e un bel vento teso. Davvero l'ideale per attraversare gli sterminati pascoli sopra Vetan
Grivola e Gran Nomenon
Gruppo e ghiacciaio del Rutor, prossimamente su questi schermi
Percorso comodo e rilassante, si interseca più volte la forestale che porta al rifugio Fallere, nuovissimo e gestito da un appassionato scultore che ha disseminato di opere curiose la via di salita. Davvero originale, da sole valgono la passeggiata
Ecco davanti a noi il Fallere. Il nostro giro prevede un anello con salita per la cresta ovest (quella rocciosa immediatamente sotto la cima, traccia su sfasciumi e una catena su una placchetta) e discesa per la normale (zigzag sul ghiaione subito a destra)
Anche il rifugio ha un tocco fiabesco per le sculture posizionate un po' dappertutto, come questa simpatica vecchina che regge la grondaia
E un pensieroso montanaro che scruta l'orizzonte
Grivola in versione tibetana
Durante la salita si passa per il Lago Morto, che invece in quest'annata piovosa sembra abbastanza arzillo...
Traccia non comodissima ma ha il pregio di salire in fretta
Tratto finale
Il tratto attrezzato: nulla di che, solo da prendere e tirare se le rocce sono bagnate
E finalmente in vetta!
Passiamo molto tempo a goderci un bel sole e a passare in rassegna tutti - ma davvero tutti - i pesi massimi della regione. Qui il gruppo del Rosa
Il Cervino con un innevamento da fine aprile
Grand Combin
Il trenino del Bianco
La severissima Grandes Jorasses
Verso sud
Lui
Lei
Per raggiungere la normale c'è un breve tratto di cresta sommitale (con corrimano)
"Un giorno anch'io arriverò in cima al più alto!", mi confida questo simpatico camoscio
The dark side of the valley: il Sig. Emilius
Con breve deviazione si arriva al Lac Fallere
Prima del rifugio, si passa per rilassanti prati fioriti
E meritato relax finale al rifugio prima del rientro alla macchina. Per i gourmand, non portatevi da bere perchè hanno una spettacolare Napea alla spina
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