Data: 29-30 settembre 2019
Regione e provincia: Torino
Località di partenza: Colle del Piccolo Moncenisio
Località di arrivo: Bar Cenisio
Tempo di percorrenza: 1h 45' + 1h 15' per il mont Froid, 5h dal colle al bivacco Clapier; 1h 20' dal bivacco al passo dei Trinceramenti, 35 minuti dal passo al rifugio Avanzà, 2h 20' per la salita al Giusalet e 3h 30' per la discesa a Barcenisio
Grado di difficoltà: EE la salita al Giusalet e alcuni brevi tratti il primo giorno verso il bivacco, E il resto
Descrizione delle difficoltà: pietraie talvolta ripide, qualche tratto di sentiero leggermente stretto, un tratto un po' esposto sotto la cima del Giusalet
Periodo consigliato: luglio-settembre
Segnaletica: generalmente buona
Dislivello in salita: 1250+1100
Dislivello in discesa: 950+2150
Quota massima: 3314
Accesso stradale: Colle del Moncenisio
Ho trascurato per un bel po' le gite fatte nello scorso anno non pubblicandole,anche per via del problema alla fotocamera che mi porto dietro (foto con aloni), ora mi decido a descrivere quelle con le foto più presentabili magari

Il giro che volevo fare consisteva in un tratto del giro dell'Ambin, trekking di 3/4 giorni che contorna il massiccio dell'Ambin al confine tra Italia Francia (quello sotto di cui passerebbe la tav in sostanza), dopo aver salito il mont Froid, bella cima raggiungibile con un modesto dislivello dallo stesso punto di partenza del giro descritto, il colle del Piccolo Moncenisio a 2180 metri.
Arrivo in qualche modo al punto di partenza un po' tardi, forse quasi alle 11, e comincio a salire verso il Froid (già relazionato sul forum). La salita non è molto faticosa e si svolge su prati a modesta pendenza, che cominciano ad assumere i classici colori autunnalii che a me non fanno impazzire. Dopo poco più di un'ora, insieme a un altro gruppo a cui mi aggrego, arrivo al col de Sollieres (2639) da cui si può vedere il panorama verso il versante francese e il vicino Signal du Petit Montcenis, mia prima scelta poi accantonata per questione di tempo.
Il colle all'estrema sinistra e il Signal
Panorama dal colle su versante francese e dorsale del Signal
Per il Froid ci vuole un'altra mezz'oretta di salita un po' più faticosa, alla cui fine si giunge a un'anticima laddove è posizionata l'omonima fortezza; poi con un traverso si raggiunge l'altra cima, da cui si ha un'ottima vista verso i ghiacciai della Vanoise e verso il gruppo dell'Ambin.
Dalla cima
Zoom sulla Pointe de Cjharbonnel a destra
Dopo un po' di sosta, resa a tratti fastidiosa dal vento, scendo a mangiare alle casermette vicino al colle per poi riprendere la discsa. Decido di fare un giro ad anello passando dal col de Bellecombe, evitando di risalire all'omonima cima che richederebbe un dislivello aggiuntivo di 300 metri. Ho trovato questo sentiero più bello rispetto a quello di andata; comunque, dopo un po' arrivo nuovamente al colle.
E' un po' tardi, ma per arrivare al bivacco Clapier dove devo passare la notte non dovrebbe volerci molto tempo. Quindi riprendo il cammino: dopo aver proseguito per un tratto sterrato si devia a sinistra procedendo sul versante sinistro del vallone delle Savine. Dopo aver superato un primo minuscolo laghetto e vedendo che i tempi sono ancora larghi decido di fare il giro largo, salendo ai laghi Giaset a circa 2650 metri, sotto il Giusalet, per poi ridiscendere al lago delle Savine e al bivacco Clapier (2450).
Il percorso è talvolta non comodissimo attraversando qualche pietraia ed essendo un po' faticoso, ma piano piano procedo. Una volta arrivato ai laghetti, dato che mi sembra di avere ancora tempo, opto anche per una digressione al vicino lac Blanc, sotto il monte Malamot, ma la vicinanza mi trae in inganno in quanto il percorso non comodissimo mi porta via molto tempo.
Il Giusalet in fondo, i laghi sono dietro
In fondo il col Clapier, ma per andare ai laghi devo deviare verso sinistra e poi riscendere
Ecco i laghetti
Questo il lago Bianco che mi porta via parecchio tempo
Una volta tornato ai laghi Giaset riprendo subito a scendere, sono già le 19 forse passate. Il primo tratto di discesa verso il lago delle Savine è un po' più ripido, poi si percorre un traverso piuttosto lungo per arrivare al lago. In alcuni tratti, sebbene la segnaletica sia presente, non è chiarissimo dove andare e così, dopo che il sole ha già tramontato, arrivo prima al lago delle Savine e poi al col Clapier al calar del buio. Ci sarebbe un percorso che giunge al bivacco velocemente dal lago, un masso segnala che si arriva in 5 minuti, ci provo ma non capisco dove si trovi il percorso e dato il buio incombente passo dal colle. Dopo un brevissimo tratto che di giorno non sarebbe niente di che ma che sembra un po' aggettante al buio, comunque con corda fissa, percorro un breve tratto di falsopiano che fa un giro a semicerchio, cammino per una decina di minuti almeno ma non capisco più dove andare, dove le mappe dicono che c'è il sentiero non trovo nulla e la luce della frontale, seppur abbastanza potente, è sufficiente se si conosce il sentiero ma non per illuminare bene l'ambiente circostante (posso invece dire che con la decathlon da 4 euro e 30/50 lumen non si riesce a vedere nemmeno il sentiero a due metri, direi che le frontali in sè hanno dei limiti). In particolare, vado dove dicono i cartelli ma mi ritrovo sempre nello stesso punto, che risulta oltre il bivio per il bivacco sulle mappe, ma a un certo punto vedo la luce del bivacco e lasciandomi guidare da essa trovo il sentiero corretto dopo un breve tratto fuori sentiero, arrivando poi in 5 minuti.
Fino a quel momento il vento era addirittura quasi assente e non aveva dato alcun problema, ma la notte è a dir poco tempestosa: traballa tutto e si riesce a malapena a dormire, la stazione meteo al vicino rifugio Vaccarone, 300 metri più in alto ma forse meno esposto rileva una raffica massima di 94 km/h.
Al mattino il vento per fortuna cala, il meteo è variabile. Lascio il bivacco quasi nella nebbia e mi dirigo di nuovo verso il lago per il percorso fatto all'andata, per poi salire verso il passo dei Trinceramenti (con segnaletica del "giro del giusalet") sotto un vento non tempestoso come durante la notte ma comunque molto fastidioso a tratti. Dal passo il panorama è notevole verso le cime del gruppo dell'Ambin, e il vento diminuisce di intensità. Di qui, per un sentiero che a volte si restringe un po' ma non presenta difficoltà tecniche, giungo al rifugio Avanzà in circa 40/45 minuti; a dire il vero vedo una traccia che va al lago della Vecchia, verso cui devo dirigermi, tagliando e accorciando, ma decido di andare al rifugio anche per appoggiare un po' di roba e affrontare la salita al Giusalet leggero.
All'alba dal bivacco
Le nuvole in risalita dal versante francese danno spettacolo a contatto con la superficie del lago delle Savine
Vista sul massiccio dell'Ambin dal passo dei Trinceramenti
Dal rifugio si arriva al lago in 15 minuti e poi comincia la parte più impegnativa della salita, interamente su pietraia, che inizialmente compie un traverso al di sopra del lago per poi arrivare a un punto in cui bisogna risalire un'altra pietraia più ripida. Faticosamente la si risale e si arriva a un colletto a circa 3200 metri, da cui comincia un altro tratto ripido su una traccia un po' più chiara. Alla fine di questa risalita si percorre un tratto un po' più esposto per giungere proprio sotto la cima.
Il panorama dalla cima è eccezionale, ma essa è coperta da un modesto rilievo raggiungibile in 15 minuti tramite una dorsale verso il Moncenisio e la Vanoise: mi dirigo quindi anche lì, da cui si vedono anche i laghi Giaset visitati il giorno prima. La temperatura non è bassissima per il periodo e la quota, 4 gradi, ma il vento abbastanza vivace fa si che senta il freddo come poche altre volte al di fuori della stagione invernale proprio mentre in pianura si avevano massime fino a 30 per il foehn.
Panorami dalla cima
Vanoise
Verso la val di Susa
Sullo sfondo la cima di Bard, il Moncenisio è nascosto
Eccolo. A destra sullo sfondo la dorsale Ronce-Lamet
Lago e vallone delle Savine dall'alto
I laghi Giaset visitati il giorno prima
Dopo una sosta comincio la lunga discesa, facendo una sosta prima al lago e poi al locale invernale del rifugio per riprendere le mie cose, per poi scendere verso la val Cenischia.
Si percorre questo vallone fino a giungere alla strada sterrata che porta alle grange Marzo, poi percorro gli ultimi 400/500 metri di dislivello, che paiono infiniti, per giungere a Bar Cenisio in serata.
Il vallone di discesa
La val di Susa
Alla prossima.
Regione e provincia: Torino
Località di partenza: Colle del Piccolo Moncenisio
Località di arrivo: Bar Cenisio
Tempo di percorrenza: 1h 45' + 1h 15' per il mont Froid, 5h dal colle al bivacco Clapier; 1h 20' dal bivacco al passo dei Trinceramenti, 35 minuti dal passo al rifugio Avanzà, 2h 20' per la salita al Giusalet e 3h 30' per la discesa a Barcenisio
Grado di difficoltà: EE la salita al Giusalet e alcuni brevi tratti il primo giorno verso il bivacco, E il resto
Descrizione delle difficoltà: pietraie talvolta ripide, qualche tratto di sentiero leggermente stretto, un tratto un po' esposto sotto la cima del Giusalet
Periodo consigliato: luglio-settembre
Segnaletica: generalmente buona
Dislivello in salita: 1250+1100
Dislivello in discesa: 950+2150
Quota massima: 3314
Accesso stradale: Colle del Moncenisio
Ho trascurato per un bel po' le gite fatte nello scorso anno non pubblicandole,anche per via del problema alla fotocamera che mi porto dietro (foto con aloni), ora mi decido a descrivere quelle con le foto più presentabili magari
Il giro che volevo fare consisteva in un tratto del giro dell'Ambin, trekking di 3/4 giorni che contorna il massiccio dell'Ambin al confine tra Italia Francia (quello sotto di cui passerebbe la tav in sostanza), dopo aver salito il mont Froid, bella cima raggiungibile con un modesto dislivello dallo stesso punto di partenza del giro descritto, il colle del Piccolo Moncenisio a 2180 metri.
Arrivo in qualche modo al punto di partenza un po' tardi, forse quasi alle 11, e comincio a salire verso il Froid (già relazionato sul forum). La salita non è molto faticosa e si svolge su prati a modesta pendenza, che cominciano ad assumere i classici colori autunnalii che a me non fanno impazzire. Dopo poco più di un'ora, insieme a un altro gruppo a cui mi aggrego, arrivo al col de Sollieres (2639) da cui si può vedere il panorama verso il versante francese e il vicino Signal du Petit Montcenis, mia prima scelta poi accantonata per questione di tempo.
Il colle all'estrema sinistra e il Signal
Panorama dal colle su versante francese e dorsale del Signal
Per il Froid ci vuole un'altra mezz'oretta di salita un po' più faticosa, alla cui fine si giunge a un'anticima laddove è posizionata l'omonima fortezza; poi con un traverso si raggiunge l'altra cima, da cui si ha un'ottima vista verso i ghiacciai della Vanoise e verso il gruppo dell'Ambin.
Dalla cima
Zoom sulla Pointe de Cjharbonnel a destra
Dopo un po' di sosta, resa a tratti fastidiosa dal vento, scendo a mangiare alle casermette vicino al colle per poi riprendere la discsa. Decido di fare un giro ad anello passando dal col de Bellecombe, evitando di risalire all'omonima cima che richederebbe un dislivello aggiuntivo di 300 metri. Ho trovato questo sentiero più bello rispetto a quello di andata; comunque, dopo un po' arrivo nuovamente al colle.
E' un po' tardi, ma per arrivare al bivacco Clapier dove devo passare la notte non dovrebbe volerci molto tempo. Quindi riprendo il cammino: dopo aver proseguito per un tratto sterrato si devia a sinistra procedendo sul versante sinistro del vallone delle Savine. Dopo aver superato un primo minuscolo laghetto e vedendo che i tempi sono ancora larghi decido di fare il giro largo, salendo ai laghi Giaset a circa 2650 metri, sotto il Giusalet, per poi ridiscendere al lago delle Savine e al bivacco Clapier (2450).
Il percorso è talvolta non comodissimo attraversando qualche pietraia ed essendo un po' faticoso, ma piano piano procedo. Una volta arrivato ai laghetti, dato che mi sembra di avere ancora tempo, opto anche per una digressione al vicino lac Blanc, sotto il monte Malamot, ma la vicinanza mi trae in inganno in quanto il percorso non comodissimo mi porta via molto tempo.
Il Giusalet in fondo, i laghi sono dietro
In fondo il col Clapier, ma per andare ai laghi devo deviare verso sinistra e poi riscendere
Ecco i laghetti
Questo il lago Bianco che mi porta via parecchio tempo
Una volta tornato ai laghi Giaset riprendo subito a scendere, sono già le 19 forse passate. Il primo tratto di discesa verso il lago delle Savine è un po' più ripido, poi si percorre un traverso piuttosto lungo per arrivare al lago. In alcuni tratti, sebbene la segnaletica sia presente, non è chiarissimo dove andare e così, dopo che il sole ha già tramontato, arrivo prima al lago delle Savine e poi al col Clapier al calar del buio. Ci sarebbe un percorso che giunge al bivacco velocemente dal lago, un masso segnala che si arriva in 5 minuti, ci provo ma non capisco dove si trovi il percorso e dato il buio incombente passo dal colle. Dopo un brevissimo tratto che di giorno non sarebbe niente di che ma che sembra un po' aggettante al buio, comunque con corda fissa, percorro un breve tratto di falsopiano che fa un giro a semicerchio, cammino per una decina di minuti almeno ma non capisco più dove andare, dove le mappe dicono che c'è il sentiero non trovo nulla e la luce della frontale, seppur abbastanza potente, è sufficiente se si conosce il sentiero ma non per illuminare bene l'ambiente circostante (posso invece dire che con la decathlon da 4 euro e 30/50 lumen non si riesce a vedere nemmeno il sentiero a due metri, direi che le frontali in sè hanno dei limiti). In particolare, vado dove dicono i cartelli ma mi ritrovo sempre nello stesso punto, che risulta oltre il bivio per il bivacco sulle mappe, ma a un certo punto vedo la luce del bivacco e lasciandomi guidare da essa trovo il sentiero corretto dopo un breve tratto fuori sentiero, arrivando poi in 5 minuti.
Fino a quel momento il vento era addirittura quasi assente e non aveva dato alcun problema, ma la notte è a dir poco tempestosa: traballa tutto e si riesce a malapena a dormire, la stazione meteo al vicino rifugio Vaccarone, 300 metri più in alto ma forse meno esposto rileva una raffica massima di 94 km/h.
Al mattino il vento per fortuna cala, il meteo è variabile. Lascio il bivacco quasi nella nebbia e mi dirigo di nuovo verso il lago per il percorso fatto all'andata, per poi salire verso il passo dei Trinceramenti (con segnaletica del "giro del giusalet") sotto un vento non tempestoso come durante la notte ma comunque molto fastidioso a tratti. Dal passo il panorama è notevole verso le cime del gruppo dell'Ambin, e il vento diminuisce di intensità. Di qui, per un sentiero che a volte si restringe un po' ma non presenta difficoltà tecniche, giungo al rifugio Avanzà in circa 40/45 minuti; a dire il vero vedo una traccia che va al lago della Vecchia, verso cui devo dirigermi, tagliando e accorciando, ma decido di andare al rifugio anche per appoggiare un po' di roba e affrontare la salita al Giusalet leggero.
All'alba dal bivacco
Le nuvole in risalita dal versante francese danno spettacolo a contatto con la superficie del lago delle Savine
Vista sul massiccio dell'Ambin dal passo dei Trinceramenti
Dal rifugio si arriva al lago in 15 minuti e poi comincia la parte più impegnativa della salita, interamente su pietraia, che inizialmente compie un traverso al di sopra del lago per poi arrivare a un punto in cui bisogna risalire un'altra pietraia più ripida. Faticosamente la si risale e si arriva a un colletto a circa 3200 metri, da cui comincia un altro tratto ripido su una traccia un po' più chiara. Alla fine di questa risalita si percorre un tratto un po' più esposto per giungere proprio sotto la cima.
Il panorama dalla cima è eccezionale, ma essa è coperta da un modesto rilievo raggiungibile in 15 minuti tramite una dorsale verso il Moncenisio e la Vanoise: mi dirigo quindi anche lì, da cui si vedono anche i laghi Giaset visitati il giorno prima. La temperatura non è bassissima per il periodo e la quota, 4 gradi, ma il vento abbastanza vivace fa si che senta il freddo come poche altre volte al di fuori della stagione invernale proprio mentre in pianura si avevano massime fino a 30 per il foehn.
Panorami dalla cima
Vanoise
Verso la val di Susa
Sullo sfondo la cima di Bard, il Moncenisio è nascosto
Eccolo. A destra sullo sfondo la dorsale Ronce-Lamet
Lago e vallone delle Savine dall'alto
I laghi Giaset visitati il giorno prima
Dopo una sosta comincio la lunga discesa, facendo una sosta prima al lago e poi al locale invernale del rifugio per riprendere le mie cose, per poi scendere verso la val Cenischia.
Si percorre questo vallone fino a giungere alla strada sterrata che porta alle grange Marzo, poi percorro gli ultimi 400/500 metri di dislivello, che paiono infiniti, per giungere a Bar Cenisio in serata.
Il vallone di discesa
La val di Susa
Alla prossima.
Allegati
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