Alpinismo Mont Nery [3.075 m] per la cresta Nord

Dati

Data: 18/08/2019
Regione e provincia: Valle d'Aosta
Località di partenza: Alpeggi Cialvrina (1.758 m)
Località di arrivo: Alpeggi Cialvrina
Tempo di percorrenza: tanto
Chilometri: tanti
Grado di difficoltà: PD+
Descrizione delle difficoltà: passi di II e III su cresta
Periodo consigliato: estate autunno
Segnaletica: tacche gialle
Dislivello in salita: 1.500 (1.650)
Dislivello in discesa: 1.950 :help:(capirete perché)
Quota massima: 3.075
Accesso stradale: Percorrere la SR della valle del Lys a Gressoney Saint Jean girare a sx in direzione Castello Savoia poi andare fino in fondo località Cialvrina, lasciare la macchina prima della sbarra

Descrizione

Bella gita di cresta con il buon @giuliof, con digressione finale :eek:.
Lasciata la macchina si segue il sentiero all'inizio comoda sterrata e poi comodo sentiero in mezzo al bosco.
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Si sale abbastanza decisi e finiamo nella nebbia, un'umidità feroce, per fortuna dopo poco buchiamo la nebbia, gli alberi intanto si diradano.
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Dietro di noi un mare di nubi, sempre un bel vedere, soprattutto se c'è il massiccio del Rosa sullo sfondo.
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Gli alberi lasciano il posto a prati e pietraie, il sentiero 1A è molto tracciato non ci si può sbagliare.
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Sullo sfondo appre il Mont Nery e la cresta Nord che ci aspetta.
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Dopo una pausa alleggerimento raggiungiamo il colletto Taf a 2.406 metri
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Da qui possiamo ammirare i laghi Fraudiére
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Scendiamo oltre un centinaio di metri fino al Colle Fraudiére a 2.271 metri, qui finisce il sentiero, o meglio torna giù per l'altra vallata, il monte è davanti a noi,
proseguiamo tenendo la destra, orientandoci a occhio.
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Avvicinandoci diventa tutto pietraia
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Finalmente arriviamo all'attacco della via la seconda cengia dal basso, ma non penso sia obbligata.
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Qui ci mettiamo tutta la ferramenta, diamo un'ultima occhiata al Rosa
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E partiamo ci aspettano circa 600 metri di cresta, partiamo slegati, la corda nello zaino alla bisogna, rimarrà lì.
La cresta è abbastanza continua, passaggi di I e II, con qualche III.
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Ogni tanto ci voltiamo indietro a guardare il percorso fatto.
Conviene sempre tenere il filo piuttosto che cercare avventure sui versanti.
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L'esposizione è contenuta, solo qualche passaggio delicato, la roccia è discreta.
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Se le difficoltà aumentano, avete sbagliato strada, come noi su questa cengia, tenere il filo, solo un torrione è da aggirare sulla destra.
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Scala, scala, la cima si avvicina.
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Ecco l'ultimo tratto di cresta che ci aspetta.
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Qui la roccia lascia il posto alla ciaplera intramezzata da roccette.
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È il tratto meno divertente, il fondo è schifoso si scivola parecchio.
C'è anche un po' di saliscendi, arriviamo in vista dell'anticima.
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C'è un cartello di divieto di caccia e dietro la cima vera.
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Sulla cima un omettone.
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Bella cavalcata di cresta appagante, ci godiamo il panorama.
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Diamo anche un occhio dall'alto alla cresta percorsa.
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La discesa è delicata arriviamo al colletto prima dell'anticima e scendiamo qualche bollo antico ad indicare l‘attacco, il percorso è delicato ma si può fare, scendiamo fino alla conca dove c'è un nevaio che non da noie.
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Attraversato il nevaio ci attende un'infinita pietraia dove si muove tutto. :argh:
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C'è qualche vaghissima traccia, ma perderla è un attimo.
Tenere la destra per evitare i salti di roccia.
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Questo il percorso di discesa visto da sotto.
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Proseguiamo senza sentiero in mezzo alle pietre fino a giungere al colle Fraudiére, qui invece di risalire al colletto Taf decidiamo di scendere per il sentiero 2, sulla cartina del @giuliof, un po' datata o_O probabilmente troppo :eek:, c'è un sentiero che si ricongiunge all'alpeggio Cialvrina, sulla mia mappa non c'è. Ma proseguiamo.
Siamo nella vallata parallela più a sud rispetto a quella di salita.

Il sentiero è molto comodo e scende bene, arrivati all'altezza del sentiero che dovrebbe chiudere l'anello non ce n'è traccia :argh:, realizziamo che non esiste più :wall:, la situazione è preoccupante, il sentiero due scende fino alla regionale a 1.255 metri, la nostra macchina è a 1.750, con una decina di km di asfalto ad attenderci. :help::cry:

Facciamo un tentativo di chiudere l'anello senza sentiero, ma il pendio è troppo ripido, ci sono dei salti roccia, insomma è troppo pericoloso, :azz: a malincuore scendiamo giù, ho le gambe abbastanza bollite, soprattutto i piedi, a fatica raggiungiamola strada regionale, incrociamo qualche persona chiedendo se c'è qualche scorciatoia, ma niente da fare. Verifichiamo l'esistenza di taxi nelle vicinanze, ma niente.

Arrivati alla strada iniziamo a percorrerla, facciamo l'autostop, ma nessuno si ferma :(, percorriamo un paio di km ed ecco il miracolo :pio:, un pick up si ferma e ci carica su. Si propone di portarci a Castello Savoia, da li mancheranno 4 km e 350 metri di dislivello, ma meglio che niente.

Chiacchierando ecco la carrambata :eek:, il signore (che ringrazio tantissimo :si:) che ci ha dato il passaggio è il padre di Franco Collé, utlra runner che vinto due volte il Tor de Géants, io non lo conoscevo, ma il @giuliof sì, e così parlando del figlio acquistiamo punti, e decide di portarci più su, ci lascia a un chilometro dalla macchina e 150 metri.

Faticosamente chiudiamo l'anello e arriviamo alla macchina.
Lo scherzetto c'è costato un paio d'ore, 500 di dislivello in più in discesa, almeno 200 in salita, qualche chilometro su asfalto, ma tutto è bene ciò che finisce bene.

Mi riprometto due cose, di non fidarmi delle cartine vecchiotte, e di dare un passaggio agli escursionisti che vedo sulle strade; essere in difficoltà e nessuno che si ferma a darti un passaggio non è bello.

Il tutto con l'ottimo @giuliof
 
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Non lo so, non era cartacea era su un app del cellulare, non so se @giuliof lo sa.

Il fatto è che di solito ci sono più sentieri di quelli riportati sulle cartine e non viceversa.

Pare che in valle d'Aosta sia stata fatta una sorta di semplificazione e razionalizzazione dei sentieri, lasciando cadere in disuso quelli meno utili o più malandati.

E' una storia vecchia. Alcuni anni fa feci una gita in zona Lago Maggiore. Arrivai con largo anticipo alla partenza e mentre aspettavo gli amici milanesi mi intrattenni in vivace conversazione con un abitante del luogo che mi regalò un DVD con un sacco di mappe del Piemonte e dintorni, raccattate in giro per la rete, geo referenziate ed applicabili ai vari strumenti di navigazione. Lì per lì non ne feci nulla salvo visualizzare a monitor quelle nei formati più comuni; all'epoca non avevo neppure lo smarphone e men che meno il gps dato che la mia esistenza è passata già di suo dietro ad un terminale, ne fui inizialmente contrario. Poi qualche anno dopo cominciai ad usare oruxmap sfruttando sempre mappe trovatelle.
Come spesso nella vita accade, certi avvenimenti "sono già descritti" nel nostro karma ;) :woot: ... ed inevitabilmente in quello di coloro che ci stanno intorno: questa volta è toccato al buon @Phantom :biggrin:

L'inconveniente del "sentiero perduto" ha comunque avuto una conclusione molto felice, mi vien da dire perfino divertente. Ben più nefasti sono stati altri eventi come l'aver mollato ad un soffio dalla meta la Barre des Ecrins o l'incidente cui abbiamo assistito sulla medesima montagna o la mia caduta fuori via sul Becco meridionale della Tribolazione... solo per fare qualche esempio di questa infelice annata...

g
 
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Comunque non finisce qui... prima o poi tornerò in zona per una semplice salita al panoramico Monte Taf e cercherò di salire ai Laghi passando da quel sentiero indicato sulle vecchie mappe ma percorrendolo (o cercandolo !) in senso inverso a partire dalla borgata di partenza, tanto per vedere che cosa rimane... :biggrin: :biggrin: :biggrin:
 
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