Montagna: scarpe alte o scarpe basse?

Di ritorno da vari giorni in montagna, che meritano un post a parte, ho riflettuto sulla scelta tra scarpe basse e scarpe alte. Contrariamente al mio solito, ho portato delle scarpe basse. Mi sono però accorta che, per quanto delle scarpe da approach possano essere fatte bene, mostrano molti limiti soprattutto sui terreni poco battuti. E' vero che la suola rigida di cui sono normalmente provviste protegge bene il piede dalla torsione, ma avere la caviglia completamente scoperta su terreni irregolari come pendii erbosi, macchie di vegetazione, ma anche sugli sfasciumi, è molto fastidioso. Non solo perché espone a distorsioni o peggio, ma anche perché non sostiene il piede nell'appoggio irregolare, il che rallenta molto l'andatura. Peraltro lo stesso discorso si può estendere anche a molte calzature poco contenitive (tipo certi modelli economici Decathlon che oggi vanno per la maggiore). Inoltre, sui terreni irregolari, specie nei prolungati traversi su prati non battuti, il piede mano mano si sposta di sede all'interno della scarpa, il che rende la camminata ancora più fastidiosa.
A mio avviso le scarpe da trail running presentano gli stessi problemi, aggravati dal fatto che sono anche meno contenitive. Il che è ottimo per la corsa (in effetti i trail si fanno su sentieri molto ben battuti), ma deleterio per un uso normale in montagna.

In definitiva, mi sento di dire che le scarpe basse sono fatte solo per l'uso indicato o comunque su sentieri battuti. Quando il terreno che incontreremo è incerto e l'avventura è alle porte (per quanto mi riguarda, quasi sempre) io continuerò ad usare e a consigliare pedule o scarponi molto ben corazzati e robusti. Pazienza il peso: la solidità dell'appoggio è più importante.
 
Concordo in pieno. X me poi, che ho caviglie fragili, il problema della scelta non esiste: scarponi alti e robusti. + peso, vero, ma anche molta + sicurezza.
 
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Come tutti gli "strumenti" và usato allo scopo per il quale è stato pensato e costruito.
L'approach classico è nato per arrivare sotto la parete da attaccare e solo marginalmente per un uso roccia estivo.
Inoltre ha un appoggio, in genere, limitato e legato ad un uso vicino al mondo dello scarpone da roccia col quale condivide il profilo forma e molto spesso suola ed intersuola.

Uso da anni trail running senza alcun problema. Non ci corro.
Non faccio piu alpinismo.
Uso frequentare sentieri e fuori sentiero. Se posso evito traversi, non potendo evitarli li percorro anche con le basse essendo occasionale e limitato come durata.
Quadi sempre ghette, anche in estate.
Esistono ibridi costruite come le trail ma tomaia alta come una pedula e moderatamente contenitivi.

In inverno uso ibridi, e non andando piu su ghiaccio (per scelta) non ne sento una reale necessità.

Non mi sento di sconsigliare le trail/ibride anche per usi in quota .. eccetto roccia, ghiaccio-ramponabili.

Il vantaggio che ho nella comodita, lo pago con minor robustezza e rigidità, per scelta :si:
 
Ultima modifica:
io invece continuo a preferire scarpe basse...però dopo l'ultima esperienza ho capito che è essenziale una suola flessibile e non rigida come quella degli scarponi.
il discorso del piede che si muove non lo capisco, dipende da come si adatta la scarpa al piede, se la scarpa è giusta il piede non si muove.
la possibilità di adattarsi al terreno è un plus della scarpa bassa, che bisogna usare con più attenzione dove ci sono ghiaie miste pietre, per la possibilità di battere le caviglie.
io non tornerò più indietro ai normali scarponi nelle stagioni che me ne permettono l'uso.
 
tra l'altro dire scarpa bassa è molto generico, ne esistono tante versioni, bisognerebbe specificare quale.
io utilizzo le approach della wild climb:
www.wildclimb.it/world/products/approach
proteggono la zona anteriore e posteriore e hanno una suola ideale perché rimane flessibile e sensibile ma contemporaneamente non fa sentire troppo i sassi alla pianta del piede.
ho invece acquistato le salewa trainer basse:
www.stilealpino.net/scarpe-uomo-montagna-trekking/salewa-ms-mountain-trainer-gtx-pelle-1237.html
le ho prese perché volevo un modello da utilizzare anche su tratti innevati o bagnati, la wild climb non ne faceva, e quindi ho preso queste con cui mi sono trovato male.
troppo rigida, ha tutti gli svantaggi delle scarpe alte e di quelle basse.
 
il discorso del piede che si muove non lo capisco, dipende da come si adatta la scarpa al piede, se la scarpa è giusta il piede non si muove.

Lo pensavo anch'io, prima di fare 10 km in costante traverso su prato scosceso. Poi mi sono ricreduta ;)
E' anche possibile che il problema sia della scarpa: uso una scarpa bassa, ma con suola abbastanza rigida.

Ma tu riesci a fare fuori sentiero impegnativo (intendo su terreni molto irregolari e totalmente non battuti) con le scarpe basse?
 
si, pensavo che su erba fossero meglio gli scarponi e invece mi sono ricreduto.
la scarpa bassa mi permette di piegare il piede e sfruttare l'attrito della suola e non lo spigolo.
se tu camminassi senza scarpe piegheresti il piede alla ricerca del massimo contatto, con la scarpa bassa si fa allo stesso modo.
certo la suola deve essere flessibile, ho provato sulla mia pelle e sulle mie ginocchia che una suola rigida ti riporta alle problematiche dello scarpone.
 
un'altra cosa che ho imparato è sfruttare l'agilità della scarpa bassa.
in alcuni casi significa essere molto veloce negli appoggi.
di solito con lo scarpone manca la sensibilità, quindi quando si cammina su una traccia difficile si 'butta' lo scarpone di peso cercando in un certo qual modo di restare con la suola orizzontale...se il fondo cede in questi casi si resta in equilibrio.
con la scarpa bassa è diverso, si appoggia il piede quasi di punta cercando subito di adattarsi al terreno, la suola non è quasi mai orizzontale ma di sbiego, se il piede scivola non si carica come si fa con lo scarpone ma si sfrutta la velocità e l'agilità per andare ad appoggiare subito l'altro piede per caricarlo col peso.
ecco, queste sono alcune mie impressioni sul diverso modo di usare le due tipologie.
 
Lo pensavo anch'io, prima di fare 10 km in costante traverso su prato scosceso. Poi mi sono ricreduta ;)
E' anche possibile che il problema sia della scarpa: uso una scarpa bassa, ma con suola abbastanza rigida.

Ma tu riesci a fare fuori sentiero impegnativo (intendo su terreni molto irregolari e totalmente non battuti) con le scarpe basse?
Scusa se rispondo anche se la domanda non è rivolta a me
Non è che uno scarpone rigido ti avrebbe fatto un servizio tanto migliore, saresti arrivata sempre scomoda e dolorante dopo 10 km di traverso su prato.
Spero sia stata una necessità e non una scelta voluta.

Inoltre mantenere un assetto inclinato indossando uno scarpone rigido come tomaia, ti avrebbe ferito col bordo (o dato un fastidio bello tosto) la parte della caviglia a monte
 
Spero sia stata una necessità e non una scelta voluta.

Un po' e un po'. Ogni tanto bisogna esplorare l'inesplorato per creare i comodi sentieri che poi il resto del mondo percorre.

Non è che uno scarpone rigido ti avrebbe fatto un servizio tanto migliore, saresti arrivata sempre scomoda e dolorante dopo 10 km di traverso su prato.

In realtà mi sono trovata altre volte nella stessa situazione, ma con i miei scarponi abituali. Ho avuto molti meno problemi e dolori. Probabilmente però ha ragione @giangi4: una scarpa bassa dalla suola rigida porta a compiere lo stesso movimento che si compie con lo scarpone, ma senza fornire la stessa protezione.
 
concordo con ub tanto più che uno scarpone è generalmente più largo rispetto ad una scarpetta, il piede balla di più e su traverso quello che ti sostiene è la tomaia alta sulla caviglia ma il piede tende comunque a ruotare.
 
foto allegata sul prossimo post.
queste sono le mie scarpe.
a destra la scarpa più vecchia, usata più di tre anni, a sinistra quella che uso da due-tre mesi.
notare come la scarpa grazie al pellame morbido si sia adattata al mio piede...questo nonostante la forma iniziale non corrisponda affatto a quella mia.
già dopo un pò di utilizzi, la scarpa si è piegata e ho raggiunto una buona portabilità...il piede si muove poco, quasi come una scarpetta d'arrampicata.
 
Ultima modifica:
20150901_224317(1).jpg
 
Vado controcorrente, negli ultimi anni ho progressivamente abbandonato lo scarpone in favore delle scarpe da trail apprezzandone la comodità e la leggerezza. In discesa inoltre è impagabile sentire le dita che toccano sul morbido. Lo scarpone invece entra in gioco su ghiaccio, ferrate o quasi certezza di prendere la pioggia.
Quest'estate ho apprezzato un paio di Adidas Kanadia da 70 euro anche in relativa alta quota (es. Grande Rochere, Petit Mont Blanc fino al Rainetto) e l'unico inconveniente è stato qualche sasso che entra nei ghiaioni.

Invece non comprendo le scarpe da avvicinamento, hanno gli inconvenienti delle basse (poca protezione) e delle alte (suola dura), secondo me sono una moda, vedi Scarpa Mojito, che vedi più in centro a Courmayeur che sui sentieri..
 
Una discussione che, visto l'argomento e l'autrice, ho aperto con trepidazione.
Fortunatamente il responso della sibilla mi ha rasserenato, temevo un presa di posizione avanguardista e stravagante che mi avrebbe spiazzato alquanto.
 
come ho detto bisogna vedere cosa si intende per scarpa da avvicinamento.
ci sono veramente troppe tipologie per fare di un'erba un fascio.
con quelle che ho oltre a camminare riesco a fare ferrate e roccette...e mi è pure capitato di indossare i ramponi in alluminio per brevi tratti ghiacciati.
 
tra l'altro poi le mojito non è una scarpa da avvicinamento ma una scarpa da portare tutti i giorni e da questo punto di vista devo dire che è un bel prodotto...
 
S

Speleoalp

Guest
Personalmente uso la calzatura che ritengo più nelle mie "lune" in quel momento, solitamente riesco a fare quello che desidero indifferentemente dalla scarpa alta o bassa e senza accusare problemi di sorta.

Poi ovviamente bisogna fare la distinzione, cioè... se diluvia e metto un certo tipo di scarpa o semplicemente devo fare un guado, le probabilità di bagnarmi i piedini sono più alte, ma questo non è per forza un problema, così un po' per tutto.

Idem, ho fatto semplici ghiacciai con delle scarpe (ovviamente non parlo di mocassini o ballerine) e senza avere meno sicurezza o più rischi.

Per le ferrate non vedo nessun problema tra una calzatura e un'altra, ovviamente avendo un po' di "tenuta" dalla suola....

Ma dipende anche dalle abitudini con cui una persona esegue determinate attività, ovviamente se uno ha sempre camminato in montagna con delle scarpe basse ha una percezione differente da uno che ha sempre indossato scarponi alti... stessa cosa inversa. Poi c'è chi è abituato in entrambe le maniere, io faccio parte di questi.

Chiaramente stò parlando del mio approccio.
 
si può fare tutto con tutto, un mio amico anni fa fece una vetta in dolomiti con delle scarpe da ballo!
ognuno deve trovare la propria soluzione, però mi dispiace quando si giudica sulla base di preconcetti, senza aver provato.
spesso moto questo atteggiamento in chi indossa scarponi...il bello è che ormai le persone con più esperienza che conosco e vedo in dolomiti usano con soddisfazione scarpe basse,da avvicinamento o trail.
io capisco che provare ha un costo, io stesso ho buttato via più di cento euro con le seconde scarpe basse che ho preso, ma almeno avere l'apertura mentale di dire 'forse c'è qualcosa di diverso, forse meglio, forse peggio, non lo so finché non provo'.
e invece la frase ricorrente è 'gli scarponi sono il meglio,puoi dire ciò che vuoi ma io mi trovo bene, sicuramente con altre scarpe sarebbe peggio, quindi sono il meglio per forza'.
anche utilizzare il termine moda è sbagliato, è un bel pò di anni che uso scarpe di avvicinamento, non penso proprio che la moda possa impormi qualcosa dopo la fatica di migliaia di metri di dislivello.
 
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