- Parchi delle Marche
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- Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Data: 24 dicembre 2013
Regione e provincia: Marche, Macerata
Località di partenza e di arrivo: Pintura di Bolognola
Tempo di percorrenza: 5h (soste comprese)
Grado di difficoltà: PD (piccozza, ramponi)
Descrizione delle difficoltà: pendii ripidi, stratificazione di neve ghiacciata e neve fresca con mancata coesione tra i due strati
Segnaletica: assente (per via della neve)
Dislivello in salita: 500m
Quota massima: 1.900m circa
Accesso stradale: Pintura di Bolognola
Descrizione
Quale miglior modo per accogliere il Natale, se non quello di inventarsi una bella escursione "alpinistica" il giorno della vigilia?
Non me ne vogliano gli alpinisti, quelli veri, se ho classificato questa escursione come "alpinistica", ma data la necessità di attrezzature come picca e ramponi, e le caratteristiche del territorio e delle condizioni di innevamento, mi sembrava opportuna la classificazione PD. Del resto, come dice il buon vecchio Zetacane (Mauro), "siamo pur sempre alpinisti da strapazzo"
Il giorno precedente, dopo aver cambiato per ben tre volte l'itinerario, in tarda serata arriva la proposta definitiva: un "salto" al Rifugio del Fargno. L'idea di papparci un buon risotto caldo davanti al caminetto ci stuzzicava non poco, ed è così che martedì mattina arriviamo in auto al piazzale di Pintura di Bolognola, per incamminarci sulla "famigerata" strada del Fargno. Con il beneficio del dubbio sulla riuscita dell'impresa (il versante è piuttosto pericoloso per via delle pendenze), dalla nostra parte c'erano le apparentemente ottime condizioni generali: una splendida giornata soleggiata, con cielo terso e assenza di vento, anche se la temperatura non era così bassa come nel giorno precedente. Tuttavia, l'esposizione a nord dell'intero versante ci ha lasciato in ombra lungo tutta l'escursione. L'innevamento era pressoché totale, con variabilità tra i 30cm ed il metro abbondante (lascio alle foto il compito di descrivere meglio le condizioni).
Di buona lena ci incamminiamo lungo la strada che sale al rifugio, totalmente innevata. Non trascorrerà però troppo tempo per incontrare la prima valanga scaricata sulla strada, che scavalchiamo senza difficoltà. Praticamente, per buona metà del tragitto ne contiamo diverse (almeno 5 o 6) man mano di dimensioni più grandi per via dell'aumento delle quote e dei pendii sovrastanti.
A metà tragitto, indossati i ramponi e piccozza alla mano, superata la Fonte delle Bassete ci troviamo di fronte ad un passaggio piuttosto ostico. Al dilà della pendenza piuttosto sostenuta e dello strapiombo sottostante, dopo qualche tentennamento decidiamo di desistere: la neve non offriva condizioni ottimali. Una recente nevicata di una trentina di centimetri, caduta sopra al sottostante strato ghiacciato, non offriva portanza e ad ogni passo mosso nell'affrontare il traverso, la neve arrivava alle ginocchia, con il rischio di innescare una bella slavina.
Che si fa ora? Prendiamo per cresta? mmmh.... Non faccio a tempo a finire di ragionare sul da farsi, che vedo Zetacane attaccare il principio di un canale che porta dritti alla cresta nord del Monte Acuto!
"Ah però?!" mi son detto, "il gioco si fa duro!". Eh vabè...avrei mai potuto rifiutare quell'invito?
Già dai primi passi la neve si mostrava decisamente portante, considerando anche che si trattava di uno dei pendii che non aveva scaricato a valle. I ramponi ruggivano addentando il ghiaccio, e solo qualche lastra di pochi centimetri di strato superficiale non legato a quello sottostante scivolava a valle. Nel giro di un'oretta scarsa raggiungiamo la base della cresta di poco lontana dalla vetta, per sostare brevemente e mangiare un boccone. L'aria gelida e il sole che non sarebbe mai arrivato dalle nostre parti ci spingono ad optare per la ridiscesa. Avremmo voluto proseguire per raggiungere la cresta e poi la vetta, ma delle enormi cornici di neve strapiombanti ci guardavano con aria di sufficienza come a dire:"provateci, dai...noi siamo qui"
Per concludere, riscendendo al passo lungo la parte più ripida, le ginocchia urlavano "Vai di culo!" (scusate il francesismo ) e in assetto da auto-arresto, in men che non si dica la strada del Fargno era di nuovo raggiunta
Il risotto davanti al caminetto è solo rimandato: è stata una giornata stupenda, seppur improvvisata per certi versi, ma comunque decisamente apprezzabile. Le nostre montagne in inverno sono sì severe e totalmente indifferenti alle nostre esigenze, ma hanno un fascino irresistibile. Vestite di bianco sono uno spettacolo mozzafiato!
Ora basta scrivere...mi sono letteralmente fatto prendere la mano Lascio alle foto la descrizione di ciò che non ho potuto esprimere a parole, ed a Mauro il compito di rettificare eventuali errori, con la sua proverbiale precisione nella descrizione dei dettagli.
Buon fine anno, e che il 2014 porti tante belle giornate in escursione a tutti voi! Auguri!
Mario
Regione e provincia: Marche, Macerata
Località di partenza e di arrivo: Pintura di Bolognola
Tempo di percorrenza: 5h (soste comprese)
Grado di difficoltà: PD (piccozza, ramponi)
Descrizione delle difficoltà: pendii ripidi, stratificazione di neve ghiacciata e neve fresca con mancata coesione tra i due strati
Segnaletica: assente (per via della neve)
Dislivello in salita: 500m
Quota massima: 1.900m circa
Accesso stradale: Pintura di Bolognola
Descrizione
Quale miglior modo per accogliere il Natale, se non quello di inventarsi una bella escursione "alpinistica" il giorno della vigilia?
Non me ne vogliano gli alpinisti, quelli veri, se ho classificato questa escursione come "alpinistica", ma data la necessità di attrezzature come picca e ramponi, e le caratteristiche del territorio e delle condizioni di innevamento, mi sembrava opportuna la classificazione PD. Del resto, come dice il buon vecchio Zetacane (Mauro), "siamo pur sempre alpinisti da strapazzo"
Il giorno precedente, dopo aver cambiato per ben tre volte l'itinerario, in tarda serata arriva la proposta definitiva: un "salto" al Rifugio del Fargno. L'idea di papparci un buon risotto caldo davanti al caminetto ci stuzzicava non poco, ed è così che martedì mattina arriviamo in auto al piazzale di Pintura di Bolognola, per incamminarci sulla "famigerata" strada del Fargno. Con il beneficio del dubbio sulla riuscita dell'impresa (il versante è piuttosto pericoloso per via delle pendenze), dalla nostra parte c'erano le apparentemente ottime condizioni generali: una splendida giornata soleggiata, con cielo terso e assenza di vento, anche se la temperatura non era così bassa come nel giorno precedente. Tuttavia, l'esposizione a nord dell'intero versante ci ha lasciato in ombra lungo tutta l'escursione. L'innevamento era pressoché totale, con variabilità tra i 30cm ed il metro abbondante (lascio alle foto il compito di descrivere meglio le condizioni).
Di buona lena ci incamminiamo lungo la strada che sale al rifugio, totalmente innevata. Non trascorrerà però troppo tempo per incontrare la prima valanga scaricata sulla strada, che scavalchiamo senza difficoltà. Praticamente, per buona metà del tragitto ne contiamo diverse (almeno 5 o 6) man mano di dimensioni più grandi per via dell'aumento delle quote e dei pendii sovrastanti.
A metà tragitto, indossati i ramponi e piccozza alla mano, superata la Fonte delle Bassete ci troviamo di fronte ad un passaggio piuttosto ostico. Al dilà della pendenza piuttosto sostenuta e dello strapiombo sottostante, dopo qualche tentennamento decidiamo di desistere: la neve non offriva condizioni ottimali. Una recente nevicata di una trentina di centimetri, caduta sopra al sottostante strato ghiacciato, non offriva portanza e ad ogni passo mosso nell'affrontare il traverso, la neve arrivava alle ginocchia, con il rischio di innescare una bella slavina.
Che si fa ora? Prendiamo per cresta? mmmh.... Non faccio a tempo a finire di ragionare sul da farsi, che vedo Zetacane attaccare il principio di un canale che porta dritti alla cresta nord del Monte Acuto!
"Ah però?!" mi son detto, "il gioco si fa duro!". Eh vabè...avrei mai potuto rifiutare quell'invito?
Già dai primi passi la neve si mostrava decisamente portante, considerando anche che si trattava di uno dei pendii che non aveva scaricato a valle. I ramponi ruggivano addentando il ghiaccio, e solo qualche lastra di pochi centimetri di strato superficiale non legato a quello sottostante scivolava a valle. Nel giro di un'oretta scarsa raggiungiamo la base della cresta di poco lontana dalla vetta, per sostare brevemente e mangiare un boccone. L'aria gelida e il sole che non sarebbe mai arrivato dalle nostre parti ci spingono ad optare per la ridiscesa. Avremmo voluto proseguire per raggiungere la cresta e poi la vetta, ma delle enormi cornici di neve strapiombanti ci guardavano con aria di sufficienza come a dire:"provateci, dai...noi siamo qui"
Per concludere, riscendendo al passo lungo la parte più ripida, le ginocchia urlavano "Vai di culo!" (scusate il francesismo ) e in assetto da auto-arresto, in men che non si dica la strada del Fargno era di nuovo raggiunta
Il risotto davanti al caminetto è solo rimandato: è stata una giornata stupenda, seppur improvvisata per certi versi, ma comunque decisamente apprezzabile. Le nostre montagne in inverno sono sì severe e totalmente indifferenti alle nostre esigenze, ma hanno un fascino irresistibile. Vestite di bianco sono uno spettacolo mozzafiato!
Ora basta scrivere...mi sono letteralmente fatto prendere la mano Lascio alle foto la descrizione di ciò che non ho potuto esprimere a parole, ed a Mauro il compito di rettificare eventuali errori, con la sua proverbiale precisione nella descrizione dei dettagli.
Buon fine anno, e che il 2014 porti tante belle giornate in escursione a tutti voi! Auguri!
Mario
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