- Parchi della Basilicata
-
- Parco Nazionale del Pollino
Data: 13 Marzo 2017
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: Rifugio Tellus Mater
Località di arrivo: Santa Croce e ritorno (naturalmente)
Tempo di percorrenza: 5 ore circa totale
Grado di difficoltà: AD - 70°
Descrizione delle difficoltà: Dopo il bosco allo scoperto tutto ghiaccio vivo di fusione e vetrato.Pendenze che non superano i 60° con qualche risalto a 70°
Periodo consigliato: inverno
Dislivello in salita: 500 m.
Quota massima:1893 m.
Accesso stradale: A3 Sa-Rc uscita Lauria Nord prendendo la Sinnica con uscita Castelsaraceno.Dirigersi direzione Carbone deviando sulla strada per Bosco Favino
Descrizione
Sgombriamo subito il campo da curiosi equivoci:il titolo è riferito in questo contesto ad una via alpinistica su Monte Alpi. Ho già parlato di questa bellissima ed interessante montagna, isolata, dalla forma strana di cuneo rovesciato, che presenta creste vertiginose ,pareti rocciose impervie, canali ripidissimi. Apprezzato da escursionisti, rocciatori, amanti delle vie di ghiaccio e misto,è di certo una “montagna completa” sublimata da panorami mozzafiato di ampio respiro in tutte le direzioni. Il paretone Nord-Est in inverno è una vera e propria palestra di ghiaccio. Vi è infatti tutta una serie di itinerari di misto di varia difficoltà e impegno che dipendono dal grado di innevamento e alla qualità del ghiaccio.
Dopo Hansel&Gretel rieccomi su Monte Alpi il 13 Marzo per un’altra bella via sulla parete Nord del settore Santa Croce-Timpa del Corvo. Ancora una volta un lunedì causa motivi familiari inderogabili del fine settimana e quindi uscita con rientro forzato nel primo pomeriggio. Di nuovo in solitaria e per questo cerco di muovermi su un terreno conosciuto.
Penso di andare su una variante di Solco Dritto che ho già risalito due volte, la prima in compagnia un giorno di scarsissimo innevamento e la seconda in solitaria. Questa volta le condizioni sono davvero eccezionali determinate dall’esposizione a nord, dalle basse temperature notturne e dal forte vento dei giorni precedenti che ha trasformato il manto nevoso in vetrato e ghiaccio di fusione in alto, al di fuori del bosco.
Succede però per colpa mia di non fidarmi del gps dove avevo preventivamente segnato un punto ritrovandomi invece a fare Coitus Interruptus, un’altra splendida via già fatta nel 2013. In effetti lungo la parete Nord di Timpa Corvo salgono diverse linee tutte vicine e parallele. Da lontano infatti è visibile un ventaglio di canali tutti ravvicinati e dritti che solcano la faggeta, e ogni solco è una via diversa.
Il punto segnato sul gps era l’attacco ad un canalino che si dirama da Solco Dritto. Giunto così al Fosso Neviera mi dirigo verso ovest per intercettare il primo di questi canali ma mi ritrovo sul secondo che non riconosco quale Solco Dritto, mi sembra più verosimilmente quello di Coitus. Anche il gps mi dà ragione ma ho qualche dubbio. Ritorno indietro fino a prendere quello che sembra un canale e comincio a risalirlo.
Questi è proprio Solco Dritto ma mentre salgo rimango nel dubbio perché probabilmente essendo colmo di neve non me lo ricordo in questo modo, e mio malgrado continuo a salire finchè guardando ad Ovest noto l’ampio l’anfiteatro fuori dal bosco e nuovamente cambio direzione.
Il gps evidenzia che sto sbagliando, probabilmente porta qualche errore di posizione penso, ma così non è perché giunto all’anfiteatro mi rendo conto di essere su Coitus Interruptus. Ormai ci sono e ci rimango, anche perché farlo in solitaria rende accattivante la cosa e non di poco.
Mentre nel bosco la neve si presenta crostosa e fastidiosa, allo scoperto diventa dura, compatta e man mano che mi avvicino alla parete a al salto di 70 gradi che è il passaggio chiave diventa tutto vetrato. Mentre avanzo in progressione i ramponi mordono il ghiaccio che fa entrare soltanto le punte anteriori. Sono su pendenze di 55 gradi continui e mentre mi avvicino al salto valuto da dove affrontarlo perché è parzialmente scoperto, roccia in mezzo, ghiaccio a sinistra, più misto a destra.
Scelgo di affrontarlo da sinistra perché mi dà maggiore sicurezza nonostante debba conficcare le picche anche nei ciuffi di erba ghiacciata. Comunque riesco a sormontare l’ostacolo senza grossi patemi ma prestando la massima attenzione perché sono solo e senza alcuna protezione. Alle mie spalle guardando in basso la pendenza è notevole.
Dopo l’infido passaggio il canale si allarga costeggiando la parete simile a un diedro mentre il manto mantiene sempre la stessa consistenza presentando a tratti ghiaccio di fusione. Volutamente poi mi porto verso sinistra andando un po’ a zonzo per osservare le uscite di Solco Dritto e altri canalini studiandomi meglio la zona per eventuali future salite. Infine raggiungo la vetta di Timpa Corvo e di seguito sul filo di cresta toccando anche i 1893 m. di Santa Croce. Pizzo Falcone,la vetta più elevata di Monte Alpi troneggia verso Ovest con la sua caratteristica forma di perfetta piramide.
Dopo qualche foto intorno noto che rispetto ai versanti esposti a mezzogiorno, quelli a Nord della catena del Pollino presentano ancora un abbondante innevamento che dovrebbe resistere ancora per qualche settimana se le temperature non si alzeranno in maniera considerevole.
La discesa avviene lungo la cresta Nord di Santa Croce che permette di avere un notevole colpo d’occhio sulla Neviera e sulla parete Nord di Timpa Corvo costellata di numerosi canali, anfratti e vie di ghiaccio. Faccio presto a guadagnare la pista che dal Fosso Neviera conduce al rifugio Tellus Mater dove ho parcheggiato l’auto e lì lo sguardo ritorna sulla Nord di Monte Alpi perché penso di tornarci a breve prima che le condizioni possano cambiare. Troppo bello lasciarselo sfuggire prima della fine dell’inverno.
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: Rifugio Tellus Mater
Località di arrivo: Santa Croce e ritorno (naturalmente)
Tempo di percorrenza: 5 ore circa totale
Grado di difficoltà: AD - 70°
Descrizione delle difficoltà: Dopo il bosco allo scoperto tutto ghiaccio vivo di fusione e vetrato.Pendenze che non superano i 60° con qualche risalto a 70°
Periodo consigliato: inverno
Dislivello in salita: 500 m.
Quota massima:1893 m.
Accesso stradale: A3 Sa-Rc uscita Lauria Nord prendendo la Sinnica con uscita Castelsaraceno.Dirigersi direzione Carbone deviando sulla strada per Bosco Favino
Descrizione
Sgombriamo subito il campo da curiosi equivoci:il titolo è riferito in questo contesto ad una via alpinistica su Monte Alpi. Ho già parlato di questa bellissima ed interessante montagna, isolata, dalla forma strana di cuneo rovesciato, che presenta creste vertiginose ,pareti rocciose impervie, canali ripidissimi. Apprezzato da escursionisti, rocciatori, amanti delle vie di ghiaccio e misto,è di certo una “montagna completa” sublimata da panorami mozzafiato di ampio respiro in tutte le direzioni. Il paretone Nord-Est in inverno è una vera e propria palestra di ghiaccio. Vi è infatti tutta una serie di itinerari di misto di varia difficoltà e impegno che dipendono dal grado di innevamento e alla qualità del ghiaccio.
Dopo Hansel&Gretel rieccomi su Monte Alpi il 13 Marzo per un’altra bella via sulla parete Nord del settore Santa Croce-Timpa del Corvo. Ancora una volta un lunedì causa motivi familiari inderogabili del fine settimana e quindi uscita con rientro forzato nel primo pomeriggio. Di nuovo in solitaria e per questo cerco di muovermi su un terreno conosciuto.
Penso di andare su una variante di Solco Dritto che ho già risalito due volte, la prima in compagnia un giorno di scarsissimo innevamento e la seconda in solitaria. Questa volta le condizioni sono davvero eccezionali determinate dall’esposizione a nord, dalle basse temperature notturne e dal forte vento dei giorni precedenti che ha trasformato il manto nevoso in vetrato e ghiaccio di fusione in alto, al di fuori del bosco.
Succede però per colpa mia di non fidarmi del gps dove avevo preventivamente segnato un punto ritrovandomi invece a fare Coitus Interruptus, un’altra splendida via già fatta nel 2013. In effetti lungo la parete Nord di Timpa Corvo salgono diverse linee tutte vicine e parallele. Da lontano infatti è visibile un ventaglio di canali tutti ravvicinati e dritti che solcano la faggeta, e ogni solco è una via diversa.
Il punto segnato sul gps era l’attacco ad un canalino che si dirama da Solco Dritto. Giunto così al Fosso Neviera mi dirigo verso ovest per intercettare il primo di questi canali ma mi ritrovo sul secondo che non riconosco quale Solco Dritto, mi sembra più verosimilmente quello di Coitus. Anche il gps mi dà ragione ma ho qualche dubbio. Ritorno indietro fino a prendere quello che sembra un canale e comincio a risalirlo.
Questi è proprio Solco Dritto ma mentre salgo rimango nel dubbio perché probabilmente essendo colmo di neve non me lo ricordo in questo modo, e mio malgrado continuo a salire finchè guardando ad Ovest noto l’ampio l’anfiteatro fuori dal bosco e nuovamente cambio direzione.
Il gps evidenzia che sto sbagliando, probabilmente porta qualche errore di posizione penso, ma così non è perché giunto all’anfiteatro mi rendo conto di essere su Coitus Interruptus. Ormai ci sono e ci rimango, anche perché farlo in solitaria rende accattivante la cosa e non di poco.
Mentre nel bosco la neve si presenta crostosa e fastidiosa, allo scoperto diventa dura, compatta e man mano che mi avvicino alla parete a al salto di 70 gradi che è il passaggio chiave diventa tutto vetrato. Mentre avanzo in progressione i ramponi mordono il ghiaccio che fa entrare soltanto le punte anteriori. Sono su pendenze di 55 gradi continui e mentre mi avvicino al salto valuto da dove affrontarlo perché è parzialmente scoperto, roccia in mezzo, ghiaccio a sinistra, più misto a destra.
Scelgo di affrontarlo da sinistra perché mi dà maggiore sicurezza nonostante debba conficcare le picche anche nei ciuffi di erba ghiacciata. Comunque riesco a sormontare l’ostacolo senza grossi patemi ma prestando la massima attenzione perché sono solo e senza alcuna protezione. Alle mie spalle guardando in basso la pendenza è notevole.
Dopo l’infido passaggio il canale si allarga costeggiando la parete simile a un diedro mentre il manto mantiene sempre la stessa consistenza presentando a tratti ghiaccio di fusione. Volutamente poi mi porto verso sinistra andando un po’ a zonzo per osservare le uscite di Solco Dritto e altri canalini studiandomi meglio la zona per eventuali future salite. Infine raggiungo la vetta di Timpa Corvo e di seguito sul filo di cresta toccando anche i 1893 m. di Santa Croce. Pizzo Falcone,la vetta più elevata di Monte Alpi troneggia verso Ovest con la sua caratteristica forma di perfetta piramide.
Dopo qualche foto intorno noto che rispetto ai versanti esposti a mezzogiorno, quelli a Nord della catena del Pollino presentano ancora un abbondante innevamento che dovrebbe resistere ancora per qualche settimana se le temperature non si alzeranno in maniera considerevole.
La discesa avviene lungo la cresta Nord di Santa Croce che permette di avere un notevole colpo d’occhio sulla Neviera e sulla parete Nord di Timpa Corvo costellata di numerosi canali, anfratti e vie di ghiaccio. Faccio presto a guadagnare la pista che dal Fosso Neviera conduce al rifugio Tellus Mater dove ho parcheggiato l’auto e lì lo sguardo ritorna sulla Nord di Monte Alpi perché penso di tornarci a breve prima che le condizioni possano cambiare. Troppo bello lasciarselo sfuggire prima della fine dell’inverno.