Alpinismo Monte Alpi Surprise (nuova via alpinistica)

Parchi della Basilicata
  1. Parco Nazionale del Pollino
Data: 18 Marzo 2017
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: Rifugio Tellus Mater
Località di arrivo: Santa Croce e ritorno (naturalmente)
Tempo di percorrenza: 7 ore circa totale
Grado di difficoltà: AD 70°
Descrizione delle difficoltà: Dopo il bosco allo scoperto tutto ghiaccio vivo di fusione e vetrato.Pendenze che toccano i 60° con il primo tiro della via a 70°
Periodo consigliato: inverno
Dislivello in salita: 600 m.
Quota massima:1880 m.
Accesso stradale: A3 Sa-Rc uscita Lauria Nord prendendo la Sinnica con uscita Castelsaraceno.Dirigersi direzione Carbone deviando sulla strada per Bosco Favino

Descrizione
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Nell'ultima discussione ci siamo lasciati con la bella ed impegnativa salita lungo la Coitus di Monte Alpi. Alla fine mi ero proposto di tornarci a breve per sfruttare l'occasione di trovare ancora ghiaccio. In effetti così e' stato ma il motivo principale era un altro. Nel racconto dicevo che volevo andare a fare una variante su Solco Dritto e che poi incartandomi mi sono ritrovato sull'altra via.
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Le mie intenzioni erano quelle di andare ad aprire una nuova via di misto-ghiaccio su quella parete, probabilmente l'ultima linea inviolata di Punta Corvo-Santa Croce. Questa mi era stata segnalata infatti da Guido Gravame, l'autore di Sud Verticale, apritore egli stesso di diverse vie su quel versante. Di conseguenza Sabato 18 Marzo con il socio Pasquale ci siamo armati per andare su questa bella via che avremmo chiamato "Surprise".
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E' stato un bene non fare il tentativo in solitaria perchè il grado di difficoltà era abbastanza elevato.Questa volta con un compagno,corda e attrezzatura saremmo andati in sicurezza.Ma passiamo alla cronaca.
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Solita località di partenza per questo versante di Monte Alpi, il rifugio Tellus Mater ma prima di arrivarci ci fermiamo lungo i tornanti che precedono il bivio per Carbone ad osservare le vie della Nord con la speranza che siano in condizione. Spettacolare colpo d'occhio da questo punto e non c'è bisogno di indugiare troppo perché le condizioni ci stanno tutte e il canale che dobbiamo risalire e' perfetto, non ci sono salti scoperti.
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Partiamo direzione Neviera ripercorrendo il tracciato fatto da me cinque giorni prima fino a raggiungere la sede del Canale Solco Dritto. Questa volta non si sbaglia e non ci sono dubbi. Casco, imbrago, picche e ramponi e si va superando qualche salto divertente e tecnico a 70 gradi di neve non ghiacciata ma portante fino ad uscire dal bosco a quota 1500 dove ci si apre un anfiteatro di roccia e ghiaccio di superba bellezza.
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Anche la relazione descriveva Solco Dritto come la via più spettacolare dal punto di vista paesaggistico. Con Surprise ne condivide la prima parte. Guadagnato il nevaio notiamo alla nostra sinistra più in alto due canalini che si staccano dalla parete. Il primo sembra morire poco più su, il secondo è sicuramente il nostro. Consulto il gps che mi conferma l’esattezza del punto da attaccare.
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Dopo una bella pettata su neve ghiacciata lo raggiungiamo e sostiamo su un labile terrazzino di neve. Da sotto il canale sembrava piuttosto appoggiato, ma così non e'. Il primo salto, molto tecnico e' a 70,75 gradi di misto tra roccia,vetrato e ghiaccio di fusione, eccezionale. Prepariamo la sosta su chiodo da roccia, togliamo fuori la corda con la ferramenta e parto io da primo affrontando lo spettacolare salto quasi di slancio.
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Il primo tiro descrive una curva verso sinistra e percorsi una trentina di metri sembra spianare leggermente. Ne approfitto attrezzando una sosta in un punto comodo per non perdere il contatto con il compagno visto che a causa del vento forte potremmo non sentirci.
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Lo recupero e il primo tiro e' fatto. Davanti a noi a questo punto si para una goulot ghiacciata, incassata e dritta, di una bellezza mozzafiato che si mantiene quasi sui 55,60 gradi continui. Una vera sorpresa, inaspettata. Questo il motivo del nome alla nostra creatura, “Surprise”.
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Secondo tiro rinviando con chiodi da roccia, un fittone in una fessura larga e un altro su ghiaccio e via per 60 m, poco meno. Direi, un tiro troppo lungo che mi costringe ad attrezzare una sosta su picche e fittoni, recuperare il compagno per una decina di metri e portarmi venti metri più su in un posto più tranquillo e sostare con cordini su un grosso masso. Ora però a causa del vento con Pasquale non riusciamo a sentirci. Tento con degli urli mentre il vento fa qualche pausa ma niente. Che fare?
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La cosa più facile del mondo, prendo il cellulare e lo chiamo: ”Come sei messo? ”Lui risponde: ”sto cercando di togliere il fittone che hai piantato nella fessura che non se ne viene neanche con le cannonate”. “Ok”, ribatto. ”Non appena sei pronto a salire fammi uno squillo”.
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In questo modo risolviamo il secondo tiro di 55 metri più 20 metri dell’ultimo. Ora che ci siamo ricongiunti alla sosta le difficoltà maggiori sono terminate. Faccio proseguire il compagno fino ad un altro roccione dove farmi sicura, una quarantina di metri a 50° gradi. Lo raggiungo, smontiamo tutto, raccogliamo la corda e ci portiamo in breve sulla cresta che porta a Punta Corvo con un vento terribile. Subito ci “buttiamo” sulla Neviera per il ritorno, più protetta dal vento.
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Davvero una bella via, come dicevo inaspettata perché non pensavamo fosse così estetica e logica. Chiudo in tal modo la stagione invernale per quanto riguarda Monte Alpi con un bel trittico: Hansel & Gretel, Coitus Interruptus e ora la nuova arrivata Surprise.
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