- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale della Majella
Data: 19/09/2014
Regione e provincia: Abruzzo (AQ/PE)
Località di partenza: Fonte Fredda
Località di arrivo: Fonte Fredda
Tempo di percorrenza: 4h andata e 2h ritorno (sosta in vetta esclusa)
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: di difficolta' di carattere tecnico non ce ne sono tante, sia in salita che discesa il percorso non e' peggiore della normale al Prena o tantomeno dell'Intermesoli..il problema e' che e' FATICOSO. Si sale su ghiaie, rocce, zolle d'erba molto ripide, il tutto per ben 1200 metri
Periodo consigliato: qualsiasi. D'inverno con piccozza e ramponi (e manto nevoso ben saldo)
Segnaletica: fino al termine del bosco qualche raro e sbiadito segno giallo-rosso, poi praticamente solo ometti di pietra fino alla cresta..ma sbagliarsi e' impossibile
Dislivello in salita: 1600 circa
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2793m.
Accesso stradale: si esce allo svincolo della A25 Pratola P.-Sulmona, poi in teoria si dovrebbe superare Sulmona senza attraversarne il centro tramite la superstrada ed uscire non appena si vede il cartello che indica Pacentro. Dico in teoria in quanto la strada che da Pacentro porta al Passo S.Leonardo e' chiusa al km 45 per frana, quindi occorre proseguire per Campo di Giove e quindi allungare di una ventina di km circa.
Descrizione
Ore 2.30. Era dalle salite invernali con Valerio che non mi alzavo cosi' presto.
Da tempo mi ero prefissato di fare questo impegnativo ma meraviglioso percorso, a detta di tanti il piu' faticoso dell'appennino. Un po' per la sana tensione che ogni volta mi rende carico prima degli appuntamenti che contano, un po' perche' la strada da fare e' tanta, esco cosi' presto, nel cuore della notte, alla volta della Maiella.
Dentro di me so che sto per fare qualcosa di importante, i miei pensieri sono solo al Monte Amaro e alla sua fatidica "direttissima", un qualcosa che come impatto ho provato anche prima di fare il Centenario la prima volta, oppure la Vetta Orientale al Corno Grande.
Dopo una fastidiosa deviazione, dovuta ad una frana che ha interessato la strada che da Pacentro conduce al Passo S.Leonardo, arrivo finalmente in localita' Fonte Fredda, ai piedi del Monte Amaro. Sono le 5.30, fuori e' ancora buio pesto e con me non ho portato la frontale, sicuro che non mi sarebbe servita. Illuminando con il telefono scorgo il cartello del Cai che indica l'inizio della direttissima, quindi mi decido di cominciare a salire anche senza vedere un'emerita ceppa
La direzione da tenere e' semplice, devo solo salire di quota verso NNE fino ad arrivare a 1585 metri circa, quindi procedo tranquillo nel silenzio e nel buio piu' assoluti, attraversando prati alternati a tratti di bosco.
Ad un certo punto, quando ha cominciato ad albeggiare leggermente, scorgo i segni di una carrareccia...qualcosa mi dice che e' la strada giusta che porta al termine del bosco e quindi all'attacco della Rava della Giumenta Bianca. Volevasi dimostrare, vedo su un albero segni sbiaditi giallo-rossi. Eureka! Soddisfatto di aver mantenuto il percorso giusto solo usando la bussola nel buio piu' completo, risalgo gli ultimi 100 metri che portano al delimitare del bosco.
E' ormai l'alba, davanti a me si apre tutta la lunga e ripida salita di 1200 metri. Mi chiedo se fosse possibile che fosse cosi' faticoso, del resto non sembrava piu' ripido e difficile dello stesso Intermesoli, salito solamente un mese prima. Eppure si sa, in montagna le apparenze ingannano. Che la direttissima al Monte Amaro sia faticosa lo capisco dal fatto che mi fermo a fare brevi soste spesso, cosa che in genere non faccio. La salita e' davvero molto ripida, il terreno dove mettere i piedi non e' dei piu' comodi e tocca comunque prestare una certa attenzione.
Insomma, un conto e' salire su roccette instabili e bastarde su terreno ripido per 450 metri, un altro conto e' salire per un terreno molto piu' ripido per 1200 metri.
Sembra quasi che la direttissima sia stata concepita per espiare le proprie colpe
Passo dopo passo, metro dopo metro, mi ritrovo ad una sella a 2600 metri circa e capisco che il grosso e' fatto. Ancora un po' e arrivero' in vetta.
E' inutile cercare di descrivere qui le emozioni che mi pervadono, e' un misto di felicita', orgoglio, soddisfazione.
Oltre alla reale ed oggettiva bellezza del tragitto e dello stesso Monte Amaro, so di aver messo nel carniere un altro importante tassello escursionistico, un "big" di quelli che non puoi non aver fatto.
Del resto chi ama la montagna a certi livelli lo fa non solo per quella passione cosi' pura e sincera che lo contraddistingue, ma anche per l'istinto di superare ogni volta, di un po' volta dopo volta, i propri limiti, i propri confini..andare oltre e trovare nuove sfide e nuovi stimoli.
Sulla vetta del Monte Amaro il vento soffia cosi' forte da far quasi rimpiangere le folate tipiche del Gran Sasso. Il panorama e' meraviglioso, la Maiella e' davvero una montagna che ti prende con le sue creste lunari e i suoi spazi, le sue vallate, le sue "rave". Peccato solo per la foschia che nega la vista del mare e degli altri massicci dell'appennino centrale.
Dopo una meritata sosta al bivacco Pelino, saluto ringraziando la vetta dell'Amaro e ritorno sui miei passi, con l'intenzione di scendere sempre per la direttissima. In discesa forse l'attenzione da prestare e' maggiore, in alcuni tratti ti chiedi se davvero devi farti in discesa sul quel percorso quei 1200 metri di dislivello..beh, la risposta e' si
Ritorno alla macchina dopo due ore di discesa, stanco, ma felice.
La direttissima al Monte Amaro ha meritato ogni minuto di fatica da me sopportata, la levataccia nel cuore della notte e le 7 ore di strada fra andata e ritorno.
Forse uno dei 10 percorsi piu' mitici e memorabili mai cavalcati da me, uno di quelle cose che ricordero' a lungo, condite per di piu' dalla solitaria.
Grazie a questo forum ora ho davvero diversi cari amici con cui condivido salite epiche o anche solo semplici escursioni, ma il gusto di una solitaria, per di piu' difficile come questa, e' unico!
Regione e provincia: Abruzzo (AQ/PE)
Località di partenza: Fonte Fredda
Località di arrivo: Fonte Fredda
Tempo di percorrenza: 4h andata e 2h ritorno (sosta in vetta esclusa)
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: di difficolta' di carattere tecnico non ce ne sono tante, sia in salita che discesa il percorso non e' peggiore della normale al Prena o tantomeno dell'Intermesoli..il problema e' che e' FATICOSO. Si sale su ghiaie, rocce, zolle d'erba molto ripide, il tutto per ben 1200 metri
Periodo consigliato: qualsiasi. D'inverno con piccozza e ramponi (e manto nevoso ben saldo)
Segnaletica: fino al termine del bosco qualche raro e sbiadito segno giallo-rosso, poi praticamente solo ometti di pietra fino alla cresta..ma sbagliarsi e' impossibile
Dislivello in salita: 1600 circa
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2793m.
Accesso stradale: si esce allo svincolo della A25 Pratola P.-Sulmona, poi in teoria si dovrebbe superare Sulmona senza attraversarne il centro tramite la superstrada ed uscire non appena si vede il cartello che indica Pacentro. Dico in teoria in quanto la strada che da Pacentro porta al Passo S.Leonardo e' chiusa al km 45 per frana, quindi occorre proseguire per Campo di Giove e quindi allungare di una ventina di km circa.
Descrizione
Ore 2.30. Era dalle salite invernali con Valerio che non mi alzavo cosi' presto.
Da tempo mi ero prefissato di fare questo impegnativo ma meraviglioso percorso, a detta di tanti il piu' faticoso dell'appennino. Un po' per la sana tensione che ogni volta mi rende carico prima degli appuntamenti che contano, un po' perche' la strada da fare e' tanta, esco cosi' presto, nel cuore della notte, alla volta della Maiella.
Dentro di me so che sto per fare qualcosa di importante, i miei pensieri sono solo al Monte Amaro e alla sua fatidica "direttissima", un qualcosa che come impatto ho provato anche prima di fare il Centenario la prima volta, oppure la Vetta Orientale al Corno Grande.
Dopo una fastidiosa deviazione, dovuta ad una frana che ha interessato la strada che da Pacentro conduce al Passo S.Leonardo, arrivo finalmente in localita' Fonte Fredda, ai piedi del Monte Amaro. Sono le 5.30, fuori e' ancora buio pesto e con me non ho portato la frontale, sicuro che non mi sarebbe servita. Illuminando con il telefono scorgo il cartello del Cai che indica l'inizio della direttissima, quindi mi decido di cominciare a salire anche senza vedere un'emerita ceppa
La direzione da tenere e' semplice, devo solo salire di quota verso NNE fino ad arrivare a 1585 metri circa, quindi procedo tranquillo nel silenzio e nel buio piu' assoluti, attraversando prati alternati a tratti di bosco.
Ad un certo punto, quando ha cominciato ad albeggiare leggermente, scorgo i segni di una carrareccia...qualcosa mi dice che e' la strada giusta che porta al termine del bosco e quindi all'attacco della Rava della Giumenta Bianca. Volevasi dimostrare, vedo su un albero segni sbiaditi giallo-rossi. Eureka! Soddisfatto di aver mantenuto il percorso giusto solo usando la bussola nel buio piu' completo, risalgo gli ultimi 100 metri che portano al delimitare del bosco.
E' ormai l'alba, davanti a me si apre tutta la lunga e ripida salita di 1200 metri. Mi chiedo se fosse possibile che fosse cosi' faticoso, del resto non sembrava piu' ripido e difficile dello stesso Intermesoli, salito solamente un mese prima. Eppure si sa, in montagna le apparenze ingannano. Che la direttissima al Monte Amaro sia faticosa lo capisco dal fatto che mi fermo a fare brevi soste spesso, cosa che in genere non faccio. La salita e' davvero molto ripida, il terreno dove mettere i piedi non e' dei piu' comodi e tocca comunque prestare una certa attenzione.
Insomma, un conto e' salire su roccette instabili e bastarde su terreno ripido per 450 metri, un altro conto e' salire per un terreno molto piu' ripido per 1200 metri.
Sembra quasi che la direttissima sia stata concepita per espiare le proprie colpe

Passo dopo passo, metro dopo metro, mi ritrovo ad una sella a 2600 metri circa e capisco che il grosso e' fatto. Ancora un po' e arrivero' in vetta.
E' inutile cercare di descrivere qui le emozioni che mi pervadono, e' un misto di felicita', orgoglio, soddisfazione.
Oltre alla reale ed oggettiva bellezza del tragitto e dello stesso Monte Amaro, so di aver messo nel carniere un altro importante tassello escursionistico, un "big" di quelli che non puoi non aver fatto.
Del resto chi ama la montagna a certi livelli lo fa non solo per quella passione cosi' pura e sincera che lo contraddistingue, ma anche per l'istinto di superare ogni volta, di un po' volta dopo volta, i propri limiti, i propri confini..andare oltre e trovare nuove sfide e nuovi stimoli.
Sulla vetta del Monte Amaro il vento soffia cosi' forte da far quasi rimpiangere le folate tipiche del Gran Sasso. Il panorama e' meraviglioso, la Maiella e' davvero una montagna che ti prende con le sue creste lunari e i suoi spazi, le sue vallate, le sue "rave". Peccato solo per la foschia che nega la vista del mare e degli altri massicci dell'appennino centrale.
Dopo una meritata sosta al bivacco Pelino, saluto ringraziando la vetta dell'Amaro e ritorno sui miei passi, con l'intenzione di scendere sempre per la direttissima. In discesa forse l'attenzione da prestare e' maggiore, in alcuni tratti ti chiedi se davvero devi farti in discesa sul quel percorso quei 1200 metri di dislivello..beh, la risposta e' si
Ritorno alla macchina dopo due ore di discesa, stanco, ma felice.
La direttissima al Monte Amaro ha meritato ogni minuto di fatica da me sopportata, la levataccia nel cuore della notte e le 7 ore di strada fra andata e ritorno.
Forse uno dei 10 percorsi piu' mitici e memorabili mai cavalcati da me, uno di quelle cose che ricordero' a lungo, condite per di piu' dalla solitaria.
Grazie a questo forum ora ho davvero diversi cari amici con cui condivido salite epiche o anche solo semplici escursioni, ma il gusto di una solitaria, per di piu' difficile come questa, e' unico!
Allegati
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