Parchi della Valle d'AostaMassiccio del Monte Bianco
Dati
Data: 06-07/06/2020
Regione e provincia: Valle d'Aosta
Località di partenza: Aiguille du Midi (3.842 m)
Località di arrivo: Nid d'Aigle (2.360 m)
Tempo di percorrenza: 14,5 ore
Chilometri: 17km
Grado di difficoltà: PD (AD il tratto al Maudit)
Descrizione delle difficoltà: Cresta, pendenze fino a 50° in ghiaccio, traversi
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: assente
Dislivello in salita: 1500 metri
Dislivello in discesa: 2400 metri
Quota massima: 4.810
Abbiamo parcheggiato a Les Houches
Descrizione
Viaggio mistico sul tetto d'Europa, tanta fatica e l'altitudine si sente eccome, ma anche molta soddisfazione, insieme agli ottimi compagni d'avventura @giuliof e @eleutheria.
Era già nel mirino da un po', finalmente abbiamo trovato gli incastri giusti.
Avevamo prenotato il Cosmiques a fine giugno, ma il meteo non era buono e abbiamo dovuto rimandare, prenotare non è facile non sempre rispondono alle mail, meglio telefonare.
Passato il traforo del Monte Bianco invece che a Chamonix decidiamo di parcheggiare a Les Houches per risparmiare tempo al ritorno, il parcheggio davanti agli impianti è solo 24h, allora parcheggiamo nel parcheggio di fronte agli impianti di Prairon 500 metri più avanti.
Lasciata la macchina andiamo a prendere il treno con la stazione nel mezzo del verde che ci porterà a Chamonix.
Il biglietto è 3€, alla nostra dx la nostra meta ci guarda dall'alto
Arrivati a Chamonix prendiamo la funivia dell'Aiguille du Midi, (50,5 € andata, 65€ A/R) siamo all'ora di pranzo non c'è praticamente nessuno, con due tronconi passiamo da 1.000 a 3.800 metri, sale veramente ripida, ma rispetto all'ultima volta va più piano.
Arrivati all'Aiguille mettiamo i ramponi e scendiamo sulla neve, il primo tratto è sottile ed esposto.
Fa caldo, la neve è morbida, scendiamo il primo tratto e ci troviamo di fronte il percorso dell'indomani.
Da sinistra, Tacul, Maudit, Monte Bianco, in basso il Cosmiques.
Sulle rocce dell'Aiguille stanno scalando
Noi proseguiamo, al momento giù nel pianoro non ci sono tende, risaliamo il tratto ripido che ci porta al rifugio des Cosmiques (3.613 m).
Qui prendiamo i nostri posti e pranziamo, io accompagno il panino con una birra piccola (4,5 €).
Facciamo un pisolino, intanto il tempo si guasta, ma poi migliorerà, arriva qualche tenda.
Ceniamo, minestrone, più pollo con contorno di pasta
, non vi danno acqua ne tovaglioli di carta, noi ci siamo portati alcune bottiglie da sotto, un extra peso per il primo tratto, ma molti soldi risparmiati.
Prima di andare a dormire ancora uno sguardo al Tacul
Ci danno il bollettino meteo, sereno ma con venti fino a 40 km/h, ci avvertono anche che la salita al Maudit non è per la via classica a destra, ma tutto a sinistra e che ci potrebbe essere ghiaccio vivo, ci chiedono se abbiamo due picche e qualche chiodo da ghiaccio. Sarà peggio di come la descrivono
.
Sveglia alle 01:00, colazione così così, ci prepariamo e partiamo intorno alle 2, c'è un buon rigelo che ha facilitato la progressione, ma c'è un fastidioso vento sui 20 Km/h, che dopo la Brenva raggiungerà i 30/40 km/h, in compenso non vedremo manco una nuvola.
Siamo al buio niente foto per un po'. Tra l'altro la frontale ipertecnologica di @eleutheria ci abbandona dopo pochi metri dal rifugio
, viva i cinesi
.
Tacul - Si scende un centinaio di metri al pianoro, poi un tratto in piano e infine la salita.
La salita al Tacul non presenta problemi, la traccia sale su dritta, anche se volendo si possono fare tornanti, i crepacci sono chiusi o aggirabili, si oltrepassa la terminale in traverso ma al momento è abbastanza semplice, arrivati al colle ci dirigiamo al Maudit. Siamo a circa 4.100 metri, il primo strappo è fatto (600 merti d+), ci sono volute circa due ore.
Maudit - Perdiamo nuovamente un po' di quota, come detto non si sale per la via classica a destra (quella con la corda fissa), ma si sale tutto a sinistra anche qui dritto per dritto e poi si fa un lungo traverso. Le pendenze dovrebbero essere max 50°, il primo tratto è ripido ma in neve, il problema è che dopo un po' c'è un lungo tratto con ghiaccio vivo almeno 30 metri se non di più
, due picche sono indispensabili e possibilmente tecniche ed anche buoni ramponi, utili chiodi da ghiaccio e soprattutto esperienza con questo tipo di terreno. Per fortuna un'anima santa, che ringrazio, alla fine del tratto ghiacciato ha fatto un abalakov con dentro un cordino su cui abbiamo potuto fare sosta. Qui riprendo a fare foto ecco @eleutheria dopo il tratto ghiacciato, dove si è mostrata bravissima
(sulllo sfondo si intravede la traccia di salita e il ghiaccio vivo sulla destra).
L'ultimo tratto di salita è in neve scalinato non crea problemi. Inizia a fare capolino il sole.
Dopo c'è un lunghissimo traverso ad elevata pendenza, dove bisogna avere passo fermo, scivolare non è un opzione.
Questo tratto oltre ad essere insidioso richiede un sacco di tempo per l'attraversamento.
Poi c'è la terminale, per superarla bisogna scendere un paio di metri sul bordo del crepaccio e poi risalire, da questa prospettiva sembra mangiarsi le persone
.
L'ultima insidia ormai giungiamo al colle provati, ma soddisftatti, le difficoltà tecniche sono finite.
Siamo al col du Mont Maudit (4.354 m) davanti a noi il Bianco.
Alla nostra sinistra il Maudit
Dovevamo salire al Maudit, ma i tempi non ce lo avrebbero permesso e a malincuore rinunciamo.
Da qui scendiamo alla Brenva, c'è da superare la terminale in discesa, qui lancio il bastoncino oltre la terminale, ma non si fermerà e scenderà a valle
.
Perdiamo altra altitudine, ma abbiamo tempo per fare una foto artistica
Da qui ci aspettano 500 metri di salita, la fatica inizia a farsi sentire, anche l'alitudine e soprattutto il vento
, come da previsioni fin dalla partenza ci ha accompagnato un fastidioso vento sui 20 km/h, da qui in avanti aumenterà l'intensità arrivando fino a 30-40 km/h senza tregua.
La neve ha un filino mollato, ma è accettabile, si salgono i primi tornanti, qua è là un po' di ghiaccio, ma niente di che.
Passato un breve risalto abbiamo davanti la salita finale.
L'ossigeno inizia a mancare ogni passo è faticoso e il vento non si ferma un attimo. Andiamo avanti come zombie
, fermandoci ogni dieci passi a rifiatare.
Questo tratto è interminabile, la cima sembra vicina, ma non arriva mai.
Questo è il tratto delle visioni, si iniziano a vedere tutti i santi
Incrociamo un gruppo in discesa, non dovrebbe mancare molto.
E infatti insperatamente dopo qualche minuto arriviamo in vetta.
Ecco la via di salita vista dall'alto.
Ci abbiamo messo 7 ore e 20 minuti dalla partenza, ci prendiamo una meritata pausa.
Il vento, ma soprattutto l'altitudine mi hanno provato, mi manca il fiato, restiamo un po' in vetta.
Il panorama non è granché, nel senso è tutto così in basso rispetto alla cima, e poi le foto non mi vengono bene.
Iniziamo la discesa per la via normale francese, abbiamo 6,5 ore per non perdere il trenino.
Non faccio molte foto in discesa, sono troppo provato.
Nel primo tratto scendiamo le Bosses, la cresta è stretta, ma neanche troppo, la traccia autostradale, si scende tranquillamente, passato questo tratto raggiungimao la capanna Valot a 4.340 metri, qui vista da sotto.
Davanti a noi ci aspetta il Dome de Gouter (4.304 m), la cui breve risalita ci mette a dura prova.
Ma mettiamo in tasca anche questo e continuiamo la discesa.
Qui ci voltiamo indietro e vediamo tutta la traccia di discesa dalla vetta.
Da qui un infinita discesa su neve verso il Gouter, la neve ha mollato un po' e la fatica è tanta, ma andiamo avanti.
Raggiunto il Gouter (3817 m) andiamo al vecchio Gouter dove inizia la ferrata, un tratto abbastanza infame su roccia e un po' di neve, qui sarebbero da togliere i ramponi, ma noi mal consigliati li teniamo ancora un po'.
Il tratto è attrezzato con doppio cavo, presenta facili passi di disarrampicata, ma è molto lungo.
Si perdono 500 metri e in fondo si trova il famigerato Gran Couloir, dove muore un sacco di gente per la caduta massi dall'alto.
C'è un cavo per farsi sicura, ma è troppo in alto, non si riesce a longiarsi, il segreto è fare attenzione e percorrerlo rapidamente ma senza correre, la gente muore di più perché corre e scivola che non perché venga investita da scariche di pietre.
Lo superiamo senza problemi.
C'è ancora il nevaio del rifugio Tete Rousse, siamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia, rischiamo di perdere il trenino.
Alla fine del ghiacciaio incontriamo uno stambecco
Siamo a circa 3.200 metri, ci mancano da scendere 800 metri in un'ora, senza contare che siamo abbastanza cotti, non siamo molto fiduciosi, togliamo i ramponi e l'attrezzatura e iniziamo l'ultimo tratto di discesa.
Non guardiamo più l'orologio né l'altitudine, scendiamo e basta, vorremmo correre ma non ce la facciamo.
Il sentiero comunque è comodo, incrociamo un sacco di gente che sale al Gouter.
La stazione sembra non arrivare mai, ormai abbiamo pochissime speranze, anzi iniziamo a pensare ai piani B
.
Finalmente arriviamo in vista della stazione del trenino, miracolosamente non è ancora arrivato
, @giuliof e @eleutheria fanno uno scatto, io ci provo, ma non ne ho più. 
Nel mentre arriva il trenino, ma c'è molta coda, gli altri raggiungono la biglietteria, io lentamente mi avvicino e arrivo in tempo, ce l'abbiamo fatta.
La discesa costa 35€ inclusa la funivia da Bellevue a Les Houches, scopriremo che visto che c'era tanta gente avevano prevista una corsa in più un'ora dopo.
Il trenino ci porta lentamente a Bellevue, qui scendiamo e prendiamo la funivia per Les Houches, e percorsi gli ultimi 500 metri a piedi raggiungiamo finalmente la macchina.
Che dire fantastica gita sul tetto d'Europa, più lunga e faticosa del previsto.
Il tratto ghiacciato del Maudit era difficile, ma l'abbiamo superato tutti molto bene.
Un ringraziamento a @giuliof e @eleutheria che hanno condiviso questa avventura con me.
Alla prossima.
Dati
Data: 06-07/06/2020
Regione e provincia: Valle d'Aosta
Località di partenza: Aiguille du Midi (3.842 m)
Località di arrivo: Nid d'Aigle (2.360 m)
Tempo di percorrenza: 14,5 ore
Chilometri: 17km
Grado di difficoltà: PD (AD il tratto al Maudit)
Descrizione delle difficoltà: Cresta, pendenze fino a 50° in ghiaccio, traversi
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: assente
Dislivello in salita: 1500 metri
Dislivello in discesa: 2400 metri
Quota massima: 4.810
Abbiamo parcheggiato a Les Houches
Descrizione
Viaggio mistico sul tetto d'Europa, tanta fatica e l'altitudine si sente eccome, ma anche molta soddisfazione, insieme agli ottimi compagni d'avventura @giuliof e @eleutheria.
Era già nel mirino da un po', finalmente abbiamo trovato gli incastri giusti.
Avevamo prenotato il Cosmiques a fine giugno, ma il meteo non era buono e abbiamo dovuto rimandare, prenotare non è facile non sempre rispondono alle mail, meglio telefonare.
Passato il traforo del Monte Bianco invece che a Chamonix decidiamo di parcheggiare a Les Houches per risparmiare tempo al ritorno, il parcheggio davanti agli impianti è solo 24h, allora parcheggiamo nel parcheggio di fronte agli impianti di Prairon 500 metri più avanti.
Lasciata la macchina andiamo a prendere il treno con la stazione nel mezzo del verde che ci porterà a Chamonix.
Il biglietto è 3€, alla nostra dx la nostra meta ci guarda dall'alto
Arrivati a Chamonix prendiamo la funivia dell'Aiguille du Midi, (50,5 € andata, 65€ A/R) siamo all'ora di pranzo non c'è praticamente nessuno, con due tronconi passiamo da 1.000 a 3.800 metri, sale veramente ripida, ma rispetto all'ultima volta va più piano.
Arrivati all'Aiguille mettiamo i ramponi e scendiamo sulla neve, il primo tratto è sottile ed esposto.
Fa caldo, la neve è morbida, scendiamo il primo tratto e ci troviamo di fronte il percorso dell'indomani.
Da sinistra, Tacul, Maudit, Monte Bianco, in basso il Cosmiques.
Sulle rocce dell'Aiguille stanno scalando
Noi proseguiamo, al momento giù nel pianoro non ci sono tende, risaliamo il tratto ripido che ci porta al rifugio des Cosmiques (3.613 m).
Qui prendiamo i nostri posti e pranziamo, io accompagno il panino con una birra piccola (4,5 €).
Facciamo un pisolino, intanto il tempo si guasta, ma poi migliorerà, arriva qualche tenda.
Ceniamo, minestrone, più pollo con contorno di pasta

Prima di andare a dormire ancora uno sguardo al Tacul
Ci danno il bollettino meteo, sereno ma con venti fino a 40 km/h, ci avvertono anche che la salita al Maudit non è per la via classica a destra, ma tutto a sinistra e che ci potrebbe essere ghiaccio vivo, ci chiedono se abbiamo due picche e qualche chiodo da ghiaccio. Sarà peggio di come la descrivono

Sveglia alle 01:00, colazione così così, ci prepariamo e partiamo intorno alle 2, c'è un buon rigelo che ha facilitato la progressione, ma c'è un fastidioso vento sui 20 Km/h, che dopo la Brenva raggiungerà i 30/40 km/h, in compenso non vedremo manco una nuvola.
Siamo al buio niente foto per un po'. Tra l'altro la frontale ipertecnologica di @eleutheria ci abbandona dopo pochi metri dal rifugio

Tacul - Si scende un centinaio di metri al pianoro, poi un tratto in piano e infine la salita.
La salita al Tacul non presenta problemi, la traccia sale su dritta, anche se volendo si possono fare tornanti, i crepacci sono chiusi o aggirabili, si oltrepassa la terminale in traverso ma al momento è abbastanza semplice, arrivati al colle ci dirigiamo al Maudit. Siamo a circa 4.100 metri, il primo strappo è fatto (600 merti d+), ci sono volute circa due ore.
Maudit - Perdiamo nuovamente un po' di quota, come detto non si sale per la via classica a destra (quella con la corda fissa), ma si sale tutto a sinistra anche qui dritto per dritto e poi si fa un lungo traverso. Le pendenze dovrebbero essere max 50°, il primo tratto è ripido ma in neve, il problema è che dopo un po' c'è un lungo tratto con ghiaccio vivo almeno 30 metri se non di più


L'ultimo tratto di salita è in neve scalinato non crea problemi. Inizia a fare capolino il sole.
Dopo c'è un lunghissimo traverso ad elevata pendenza, dove bisogna avere passo fermo, scivolare non è un opzione.
Questo tratto oltre ad essere insidioso richiede un sacco di tempo per l'attraversamento.
Poi c'è la terminale, per superarla bisogna scendere un paio di metri sul bordo del crepaccio e poi risalire, da questa prospettiva sembra mangiarsi le persone
L'ultima insidia ormai giungiamo al colle provati, ma soddisftatti, le difficoltà tecniche sono finite.
Siamo al col du Mont Maudit (4.354 m) davanti a noi il Bianco.
Alla nostra sinistra il Maudit
Dovevamo salire al Maudit, ma i tempi non ce lo avrebbero permesso e a malincuore rinunciamo.
Da qui scendiamo alla Brenva, c'è da superare la terminale in discesa, qui lancio il bastoncino oltre la terminale, ma non si fermerà e scenderà a valle

Perdiamo altra altitudine, ma abbiamo tempo per fare una foto artistica
Da qui ci aspettano 500 metri di salita, la fatica inizia a farsi sentire, anche l'alitudine e soprattutto il vento

La neve ha un filino mollato, ma è accettabile, si salgono i primi tornanti, qua è là un po' di ghiaccio, ma niente di che.
Passato un breve risalto abbiamo davanti la salita finale.
L'ossigeno inizia a mancare ogni passo è faticoso e il vento non si ferma un attimo. Andiamo avanti come zombie

Questo tratto è interminabile, la cima sembra vicina, ma non arriva mai.
Questo è il tratto delle visioni, si iniziano a vedere tutti i santi

Incrociamo un gruppo in discesa, non dovrebbe mancare molto.
E infatti insperatamente dopo qualche minuto arriviamo in vetta.
Ecco la via di salita vista dall'alto.
Ci abbiamo messo 7 ore e 20 minuti dalla partenza, ci prendiamo una meritata pausa.
Il vento, ma soprattutto l'altitudine mi hanno provato, mi manca il fiato, restiamo un po' in vetta.
Il panorama non è granché, nel senso è tutto così in basso rispetto alla cima, e poi le foto non mi vengono bene.
Iniziamo la discesa per la via normale francese, abbiamo 6,5 ore per non perdere il trenino.
Non faccio molte foto in discesa, sono troppo provato.
Nel primo tratto scendiamo le Bosses, la cresta è stretta, ma neanche troppo, la traccia autostradale, si scende tranquillamente, passato questo tratto raggiungimao la capanna Valot a 4.340 metri, qui vista da sotto.
Davanti a noi ci aspetta il Dome de Gouter (4.304 m), la cui breve risalita ci mette a dura prova.
Ma mettiamo in tasca anche questo e continuiamo la discesa.
Qui ci voltiamo indietro e vediamo tutta la traccia di discesa dalla vetta.
Da qui un infinita discesa su neve verso il Gouter, la neve ha mollato un po' e la fatica è tanta, ma andiamo avanti.
Raggiunto il Gouter (3817 m) andiamo al vecchio Gouter dove inizia la ferrata, un tratto abbastanza infame su roccia e un po' di neve, qui sarebbero da togliere i ramponi, ma noi mal consigliati li teniamo ancora un po'.
Il tratto è attrezzato con doppio cavo, presenta facili passi di disarrampicata, ma è molto lungo.
Si perdono 500 metri e in fondo si trova il famigerato Gran Couloir, dove muore un sacco di gente per la caduta massi dall'alto.
C'è un cavo per farsi sicura, ma è troppo in alto, non si riesce a longiarsi, il segreto è fare attenzione e percorrerlo rapidamente ma senza correre, la gente muore di più perché corre e scivola che non perché venga investita da scariche di pietre.
Lo superiamo senza problemi.
C'è ancora il nevaio del rifugio Tete Rousse, siamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia, rischiamo di perdere il trenino.
Alla fine del ghiacciaio incontriamo uno stambecco
Siamo a circa 3.200 metri, ci mancano da scendere 800 metri in un'ora, senza contare che siamo abbastanza cotti, non siamo molto fiduciosi, togliamo i ramponi e l'attrezzatura e iniziamo l'ultimo tratto di discesa.
Non guardiamo più l'orologio né l'altitudine, scendiamo e basta, vorremmo correre ma non ce la facciamo.
Il sentiero comunque è comodo, incrociamo un sacco di gente che sale al Gouter.
La stazione sembra non arrivare mai, ormai abbiamo pochissime speranze, anzi iniziamo a pensare ai piani B
Finalmente arriviamo in vista della stazione del trenino, miracolosamente non è ancora arrivato


Nel mentre arriva il trenino, ma c'è molta coda, gli altri raggiungono la biglietteria, io lentamente mi avvicino e arrivo in tempo, ce l'abbiamo fatta.
La discesa costa 35€ inclusa la funivia da Bellevue a Les Houches, scopriremo che visto che c'era tanta gente avevano prevista una corsa in più un'ora dopo.
Il trenino ci porta lentamente a Bellevue, qui scendiamo e prendiamo la funivia per Les Houches, e percorsi gli ultimi 500 metri a piedi raggiungiamo finalmente la macchina.
Che dire fantastica gita sul tetto d'Europa, più lunga e faticosa del previsto.
Il tratto ghiacciato del Maudit era difficile, ma l'abbiamo superato tutti molto bene.
Un ringraziamento a @giuliof e @eleutheria che hanno condiviso questa avventura con me.
Alla prossima.
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