Confermo qiuannto scritto da Andrea: non è che il Bianco sia difficile, almeno per le tre normali, e che neanche deve essere la salita di fine carriera, però non è neanche un progetto da normale uscita domenicale.
E' un viaggio, è ciò che si avvicina di più, in ambito europeo, ad una spedizione alpinistica, per tempi, modalità, difficoltà tecniche e impegno globale, soprattutto psicologico.
Nessuna delle tre normali (e non parliamo poi delle innumerevoli vie di salita) deve essere sottovalutata.
Quindi occorre avere ben consapevolezza delle proprie capacità fisiche (una volta partiti dal rifugio, bisogna pedalare, non perdersi in chiacchiere e sapere bene dove ci si trova e dove si deve andare), del meteo, dell'organizzazione di una gita, e, non ultimo, dell'alimentazione e idratazione.
Salire con la tenda è comodo solo se si considera di dormire molto in alto (mi viene in mente un paio di posti dove ho piantato la tenda sulla vie Royale, dal Gouter, a circa quota 4000) altrimenti perde di significato, e per far questo bisogna considerare che però il tragitto sottostante lo farai con maggio peso di equipaggiamento. Ideale infatti per questa soluzione e salire con gli sci (come facciamo noi di solito).
Viceversa utilizzare i rifugi permette di lasciare tutto ciò che non serve in custodia, salire leggeri e scendere prontamente, rifocillarsi e giù a valle.
Se vuoi provare la tenda, consiglio di provare tutto su montagne più abbordabili, per esempio il Breithorn, dove puoi dormire in tenda al Colle del Breithorn (4006 mt) oppure al Rosa, dove puoi dormire con la tenda al Colle del Lys (circa 4000 mt a seconda dove ti piazzi).
Se invece preferisci il rifugio, sempre il Rosa (Capanna Margherita dal Mantova come escursione si avvicina molto al Bianco) o in Granpa.
La questione crepacci meriterebbe una discussione a parte (infatti è tema ogni corso CAI di un'apposita lezione specifica): intanto è ovvio che si procede legati (e quindi ognuno della cordata DEVE conoscere a menadito le tecniche di autosoccorso della cordata) e poi non si va a caso per i ghiacci di notte.
Ogni anno i gestori dei rifugi, di concerto con le Guide ed i corsi CAI, e comunque gli utenti tracciano una via, studiando da primavera l'andamento dei crepacci e del ghiacciaio, quindi di fatto ogni anno la normale si "sposta". Ti direi sarebbe sufficiente seguire le tracce, ma se sei per esempio il primo a partire dal rifugio, il vento la notte potrebbe averle cancellate, quindi anche questo è un discorso complesso. ecco perchè molto spesso nei riugi allasera si chiacchiera con le altre cordate e si sente chi parte e a che ora, in modo da aggregarsi e mai andare da soli.
Per il discorso dello scioglimento, non è che a mezzogiorno scorrono i fiumi d'acqua, ma comunque il problema non si pone, bisogna essere abbastanza veloci da prevenire ed evitare di scendere nelle ore più calde, per cui è fondamentale appunto l'orario di partenza e la velocità.
L'ultimo suggerimento quindi è, prima di avventurarti per i ghiacci, di andare con qualche persona più esperta di te, studiare bene la zona e poi solo allora verificare se sei in grado di accompagnare qualcuno.