- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 15/08/2024
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Masseria Cappelli
Località di arrivo: Masseria Cappelli
Tempo di percorrenza: 9h
Chilometri: 17
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: fatica, verticalità
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: quasi nessuna
Dislivello in salita: 1500mt
Dislivello in discesa: 1500mt
Quota massima: 2623mt
Accesso stradale: ss80, dalla diga sul Lago di Provvidenza
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8950
Descrizione
Saltata una bella vacanza attorno a Ferragosto, decido con un'amica di buone gambe di regalarmi una meta da lungo attesa: il M.Corvo. Il programma è prendere la classica carrareccia che dal Lago di Provvidenza porta alla Masseria Cappelli, lì lasciare l'auto e procedere fino al Rifugio Fioretti e lì, invece di procedere sotto il Corvo per prenderlo dal suo fianco est, affrontare dritto per dritto da subito il versante ovest del massiccio, passare per l'Anticima, quindi percorrere in cresta il tragitto fino alla Cima del Corvo e di lì scendere, passando ancora per Cima Venacquaro e Cima Falasca prima di rientrare.
Mai espressione fu più aderente di "dritto per dritto". Dopo essere usciti dalla stradina nel bosco che parte da Masseria Cappelli, giunti in vista del Rifugio Fioretti, decidiamo di attaccare in modalità verticale la salita, senza cercare zig zag, tagli diagonali o qualsiasi altro segno di traccia: già sappiamo da tanti report infatti che in tutta questa prima fase non troveremo nè segnavia nè segni di camminamenti o calpestii, ma toccherà procedere a sentimento. La salita si mostra subito per quella che è: un'infinita ascesa di 1200mt di dislivello in circa 2km, tutta su fianco ripidissimo erboso e con brevi tratti sassosi. Si procede lenti ma la quota inevitabilmente sale a vista d'occhio, col Fioretti che diventa dopo pochi minuti minuscolo e il fianco della montagna che ci dà un senso quasi di vertigine per quanto è verticale. Cerchiamo di non guardare sotto, ma di spaziare con lo sguardo sulla meraviglia del Piccolo Centenario, che di qui si mostra dal S.Franco lontano, allo Ienca e Morrone più vicini, a Pizzo Camarda che - da questa prospettiva e proprio lì davanti - sembra molto più imponente di come appariva dallo Ienca.
La salita non dà tregua, continua senza pause per oltre tre ore sempre uguale, con tratti al 30% e tratti prossimi al 60% che sarebbero adatti alla progressione ramponi e piccozza. E' in questi tratti che, per non sbilanciarsi all'indietro e trovare un appoggio sicuro, iniziamo a procedere anche a quattro zampe, attaccandoci ai lunghi ciuffi d'erba, molto più resistenti ed affidabili delle poche e friabili roccette. Finalmente arrivati all'Anticima, lo sguardo spazia, sui Sibillini, i due Corni, Malecoste, Pizzo Cefalone. Ma prima di arrivare alla Cima del Corvo vera e propria manca ancora poco meno di un'ora, un'ulteriore ascesa di 200mt tra diversi sali e scendi. Mai pranzo fu più necessario di quello consumato al Corvo.
Eppure non è finita. Fatti questi 5 km, ancora ne mancano 10km, che includono la discesa dal fianco est del Corvo per una via sassosa non difficile ma che richiede sempre attenzione in quanto franosetta e che prevede anche brevi tratti di disarrampicata. Dopodichè, si risale brevemente a Cima Venacquaro e quindi si ridiscende per risalire a Cima Falasca: qui si collezionano 2000, mica pause!
Arrivati a questo punto, tempestivo come le tasse, il cielo si scurisce come da previsioni meteo. In pochi minuti un vento gelido porta accumuli di nubi nere e si fa notte, pur essendo solo le 17. Tutto attorno fulmini, pioggia e vento....ma dentro la valle per ora niente. Ci avviamo a passo da bersaglieri verso il Fioretti, dove arriviamo in tempo per evitare una pioggia invero modesta. Consumiamo una faticata birra, in mezzo a mandrie di giovani campeggiatori, dopodichè riprendiamo la strada per Masseria Cappelli, arriviamo alla macchina e di lì si riparte.
La giornata è stata tosta, la fatica grande, ma lo spettacolo e la soddisfazione di più.
Data: 15/08/2024
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Masseria Cappelli
Località di arrivo: Masseria Cappelli
Tempo di percorrenza: 9h
Chilometri: 17
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: fatica, verticalità
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: quasi nessuna
Dislivello in salita: 1500mt
Dislivello in discesa: 1500mt
Quota massima: 2623mt
Accesso stradale: ss80, dalla diga sul Lago di Provvidenza
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8950
Descrizione
Saltata una bella vacanza attorno a Ferragosto, decido con un'amica di buone gambe di regalarmi una meta da lungo attesa: il M.Corvo. Il programma è prendere la classica carrareccia che dal Lago di Provvidenza porta alla Masseria Cappelli, lì lasciare l'auto e procedere fino al Rifugio Fioretti e lì, invece di procedere sotto il Corvo per prenderlo dal suo fianco est, affrontare dritto per dritto da subito il versante ovest del massiccio, passare per l'Anticima, quindi percorrere in cresta il tragitto fino alla Cima del Corvo e di lì scendere, passando ancora per Cima Venacquaro e Cima Falasca prima di rientrare.
Mai espressione fu più aderente di "dritto per dritto". Dopo essere usciti dalla stradina nel bosco che parte da Masseria Cappelli, giunti in vista del Rifugio Fioretti, decidiamo di attaccare in modalità verticale la salita, senza cercare zig zag, tagli diagonali o qualsiasi altro segno di traccia: già sappiamo da tanti report infatti che in tutta questa prima fase non troveremo nè segnavia nè segni di camminamenti o calpestii, ma toccherà procedere a sentimento. La salita si mostra subito per quella che è: un'infinita ascesa di 1200mt di dislivello in circa 2km, tutta su fianco ripidissimo erboso e con brevi tratti sassosi. Si procede lenti ma la quota inevitabilmente sale a vista d'occhio, col Fioretti che diventa dopo pochi minuti minuscolo e il fianco della montagna che ci dà un senso quasi di vertigine per quanto è verticale. Cerchiamo di non guardare sotto, ma di spaziare con lo sguardo sulla meraviglia del Piccolo Centenario, che di qui si mostra dal S.Franco lontano, allo Ienca e Morrone più vicini, a Pizzo Camarda che - da questa prospettiva e proprio lì davanti - sembra molto più imponente di come appariva dallo Ienca.
La salita non dà tregua, continua senza pause per oltre tre ore sempre uguale, con tratti al 30% e tratti prossimi al 60% che sarebbero adatti alla progressione ramponi e piccozza. E' in questi tratti che, per non sbilanciarsi all'indietro e trovare un appoggio sicuro, iniziamo a procedere anche a quattro zampe, attaccandoci ai lunghi ciuffi d'erba, molto più resistenti ed affidabili delle poche e friabili roccette. Finalmente arrivati all'Anticima, lo sguardo spazia, sui Sibillini, i due Corni, Malecoste, Pizzo Cefalone. Ma prima di arrivare alla Cima del Corvo vera e propria manca ancora poco meno di un'ora, un'ulteriore ascesa di 200mt tra diversi sali e scendi. Mai pranzo fu più necessario di quello consumato al Corvo.
Eppure non è finita. Fatti questi 5 km, ancora ne mancano 10km, che includono la discesa dal fianco est del Corvo per una via sassosa non difficile ma che richiede sempre attenzione in quanto franosetta e che prevede anche brevi tratti di disarrampicata. Dopodichè, si risale brevemente a Cima Venacquaro e quindi si ridiscende per risalire a Cima Falasca: qui si collezionano 2000, mica pause!
Arrivati a questo punto, tempestivo come le tasse, il cielo si scurisce come da previsioni meteo. In pochi minuti un vento gelido porta accumuli di nubi nere e si fa notte, pur essendo solo le 17. Tutto attorno fulmini, pioggia e vento....ma dentro la valle per ora niente. Ci avviamo a passo da bersaglieri verso il Fioretti, dove arriviamo in tempo per evitare una pioggia invero modesta. Consumiamo una faticata birra, in mezzo a mandrie di giovani campeggiatori, dopodichè riprendiamo la strada per Masseria Cappelli, arriviamo alla macchina e di lì si riparte.
La giornata è stata tosta, la fatica grande, ma lo spettacolo e la soddisfazione di più.