Escursione Monte Fammera

Parchi del Lazio
  1. Parco Naturale dei Monti Aurunci
Data: 01 aprile 2012
Regione e provincia: Lazio (FR)
Località di partenza: Colle Bastia , Selvacava (Ausonia, FR)
Località di arrivo: Monte Fammera
Tempo di percorrenza: 2h 30' / 3h
Chilometri: n.d.
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: sentiero franato in più punti ed ingombro di vegetazione, traversamento di canali di scarico di materiale franoso, breve tratto in ripido su terreno incoerente e sassi mobili
Periodo consigliato: primavera, autunno
Segnaletica: praticamente assente, sentiero evidente per circa l'80% del percorso
Dislivello in salita: 750 mt
Dislivello in discesa: 750 mt, possibile discesa alternativa
Quota massima: 1184
Accesso stradale: Località Colle Bastia, Selvacava (Ausonia, FR)

Descrizione

Il versante meridionale del Monte Fammera è la parete rocciosa più impressionante dell'Italia meridionale e, nonostante la quota modesta, dà emozioni da "vera montagna", grazie a questo sentiero che l'attraversa in diagonale dall'estremo orientale della parete fino alla linea di cresta.
Il sentiero è costituito per la quasi totalità da una antica mulattiera costruita con rinforzi a valle di massi e brevi tratti di muro a secco: dove questa struttura ha tenuto il passaggio è relativamente agevole nonostante la vegetazione invasiva e l'assenza di segnature.
La presenza tuttavia di importanti discontinuità e la difficile identificazione del punto di attacco del sentiero richiedono una grande capacità di lettura del terreno per riprendere la mulattiera dopo ogni tratto franato, restando escluso qualsiasi tentativo di procedere ad oltranza fuori sentiero, di fatto impossibile oltre che pericoloso.

Il versante opposto (Esperia) è di facilissimo accesso grazie ad una comoda carrareccia che da Esperia consente di raggiungere la base della vetta, l'eventuale traversata necessita tuttavia di una seconda auto.

Nonostante il modesto dislivello si raccomanda di programmare l'escursione per una durata ed un impegno fisico maggiorati di almeno il 50% rispetto al normale, dovendosi tenere conto della fatica aggiuntiva necessaria per cercare (spesso per tentativi) il sentiero nei punti di discontinuità.


Racconto.

Era un conto che dovevo saldare ormai da anni: una prima rinuncia dopo un tentativo velleitario (individuale!) di una decina di anni fa già bruciava mentre il tentativo frustrato (causa nebbia) dell'anno scorso costituiva un ulteriore tormento.

Impossibile quindi mancare questo secondo appuntamento a Selvacava con gli amici dello scorso anno, anche se il programma prevedeva una diversa via di salita (cosiddetta "via della pietra bianca", una sorta di direttissima non segnata).

Siamo sette, tutti decisamente "magiorenni" (e forse un paio meriterebbero l'appellativo di senior). Ma il fiato c'é, la gamba pure, e la voglia di fare è tanta.

Purtroppo (per fortuna?) anche stavolta la "direttissima" è risultata di impossibile identificazione per via della nebbia. Infatti, partiti dal centro di Selvacava, dopo un qualche vagare nella pineta rinunciamo alla direttissima e ci portiamo (a piedi, tanto che alla fine il dislivello complessivo risulterà di circa 950 mt) a Colle Bastia per tentare questo tracciato più lungo e meno ripido, ma non più facile.

Da Colle Bastia (più o meno dove la strada afaltata raggiunge il punto più alto) deviamo a sx in salita verso un gruppo di case, per poi superarle, su una strada solo all'inizio asfaltata, fino al delimitare della pineta dove la strada finisce in un fondo abbandonato. Subito dopo alcuni bolli rossi ed uno strano segnacolo (un paletto in ferro infisso nel terreno con sopra una bottiglia in plastica) consentono di identificare l'inizio della mulattiera.

Nonostante all'inizio sia nascosta all'occhio, l'opera in questo primo tratto è piuttosto imponente, con muri a secco e in alcuni tratti anche dei gradini. Ovviamente dopo poco finisce la pacchia e (se ben ricordo) attraversato un boschetto anche grazie a rari segni bianco-rossi inizia la parte sospesa a mezza via sulla parete. Per fortuna la nebbia si è un po' diradata e si cominciano a provare le prime emozioni: giù a valle si intravede il paese, ci si ritrova in ambiente aspro e roccioso anche se (prevedibilmente, vista la quota) ingombro di vegetazione con arbusti che in alcuni punti rendono il passaggio particolarnete malagevole.

Il problema vero sorge poco dopo, quando si debbono attraversare i canaloni dove, dalla cresta, si scaricano a valle i materiali franosi. Solo i più grandi presentano vere e proprie briglie di contenimento (muri a secco con reti metalliche) sulle (o ai piedi) delle quali il passaggio non dà problemi; nei canaloni minori il sentiero letteralmente scompare ed occorre indovinare il punto più facile per passare senza dover cambiare troppo quota e, soprattutto, il punto al di là del canalone dove la mulattiera riprende.

Sembra poco, ma vi assicuro che percorrere anche solo un centinaio di metri di fuori sentiero su questa parete scoscesa richiede un tantino di caparbietà e senso dell'avventura, tanto che (ho l'onestà di ammetterlo) se alla fine sono arrivato in cima è stato grazie all'intraprendenza degli amici più esperti.

All' arrivo mi sorge spontaneo un gesto per me raro: toccare il legno della croce perché - pur non credente né superstizioso - sento che dovrei comunque ringraziare Qualcuno di essere arrivato.

Ecco qualcuna delle foto scattate nella via di discesa (con visibilità decisamente migliorata); l'ultima foto è il segnacolo posto all'inizio della mulattiera.

Aggiornamento: ho inserito la mappa del sentiero (fonte:"A piedi sugli Aurunci" di C. Di Milla, ed a cura della comunità montana, 1994) Una volta raggiunta la via di cresta abbiamo proseguito sulla stessa (punti verdi).
 

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Ultima modifica di un moderatore:
Ciao! Scelta da intenditori il Fammera... aiutami a capire una cosa: la via della pietra bianca si può percorrere anche partendo da Esperia per la Valle Gaetana o soltanto da Selvacava? Cioè, nella figura sotto è quella gialla o quella verde?




Approfitto per segnalare che il sito del Cai di esperia è uno dei più utili e completi di tutt'Italia!
 
...Sembra poco, ma vi assicuro che percorrere anche solo un centinaio di metri di fuori sentiero su questa parete scoscesa richiede un tantino di caparbietà e senso dell'avventura, tanto che (ho l'onestà di ammetterlo) se alla fine sono arrivato in cima è stato grazie all'intraprendenza degli amici più esperti...

Sicuramente uno sprone più morale che fisico magari, da parte di chi sale con te, offre sempre una maggiore carica e motivazione a proseguire il cammino, che magari, da solo, avresti abbandonato per vari motivi. Però credo che nonostante questa "carica" esterna, la caparbietà di cui parli è venuta tutta da te e ti si è rinnovata passo dopo passo.

Bel giro avventuroso. Terzultima e penultima foto sono molto suggestive. Complimenti!!

Luca
 
@gerifalco

Non riesco (per un mio limite) a confermare al 100% il tracciato della tua piantina in base alle indicazioni "visive" che ho avuto (come avrai letto NON siamo poi saliti dalla via della pietra bianca), quindi ti allego uno schema fatto dall'amico Claudio, l'unico ad avere effettivamente salito quella via anni fa. Il cerchio indica appunto la "pietra bianca", visibile già da Selvacava, che è il punto fondamentale di orientamento.

***

Con riferimento alla cartina che hai postato, di cui ho l'originale completo, i numeri 69 e 70 si riferiscono alle sole linee tratteggiate: il 69 è la via da Spigno Vecchio al Fammera (ramo tratteggiato che finisce nel lato inferiore del frammento di mappa che hai postato) il 70 è la via da Esperia per Valle Gaetana (ramo tratteggiato che inizia sul lato sx del frammento di mappa).

Quindi, tecnicamente, il tratto sovrascritto in giallo è la parte finale sia del 69 che del 70.

Il tratto blu è descritto nella cartina come parte della "alta via degli Aurunci", ed il segmento sovrascritto in verde è quello che dalla via di cresta porta a valle. Quindi parti da Selvacava sulla linea blu, prosegui per il tratto verde ed arrivato sulla via di cresta prosegui per il tratto giallo.

@tutti: il tracciato schematizzato nella foto NON è quello da Colle Bastia, di cui si parla in questo 3d
 

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Bhe complimenti alla realizzazione di questa tua escursione che sa di adventure......comunque anche tu ci hai messo del tuo sei salito in vetta.....gli incoraggiamenti dei più esperti servono se vengono recepiti altrimenti......non sali mica........mi piacciono le foto in cui vi destreggiate fra le rocce...
Bravi!!
A presto in montagna!
 
...Terzultima e penultima foto sono molto suggestive...

...escursione che sa di adventure.... ...mi piacciono le foto in cui vi destreggiate fra le rocce...

Sì l'attraversamento dei canaloni formati dai materiali franosi è il momento più vicino alle emozioni di montagna "vera".

Emozioni che, purtroppo, non sono riuscito a rendere con le foto: per dare l'idea di questo essere appesi tra cielo e terra su un pendio a volte ripido a volte a strapiombo avrei dovuto scattare da una posizione diversa.

E' poi un peccato che la via sia in condizioni di abbandono e poco documentata (non è indicata nemmeno sull' unica cartina degli Aurunci pubblicata) ma proprio questo restituisce un fascino aggiuntivo che un eventuale intervento di manutenzione (ovviamente auspicabile) le toglierebbe.
 
Queste cime selvagge, scorbutiche e poco frequentate nonostante la loro modesta altezza hanno sempre una certa difficoltà. Il Lazio ne è pieno.

Grazie del racconto ;)
 
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Queste cime selvaggie, scorbutiche e poco frequentate nonostante la loro modesta altezza hanno sempre una certa difficoltà. Il Lazio ne è pieno.

Grazie del racconto ;)

A volte un solo aggettivo "rende" un'idea più di un intero romanzo.
Il difficile è saperlo trovare, ma a suo modo è anch'esso gratificante ;):D
 
...un solo aggettivo "rende" un'idea più di un intero romanzo...

Credo che l'amico berserker volesse esprimere un cortese benvenuto (grazie! ;) ), più che esercitare l'arte della sintesi.

Perché se è ammirevole una buona sintesi, questa sempre si accompagna alla sorella, l' ingannevole generalizzazione.


[esempio: La cima del Fammera di per sé non è affatto scorbutica (basta salire da Esperia), mentre nel Lazio delle "basse cime" non c'é niente di simile a quella parete]

***

Ricevo dagli amici una ulteriore foto:
 

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Non volevo aprire un dibattito letterario :biggrin:
Certamente il mio era un apprezzamento che va alla montagna e all'escursione descritta.
Inoltre non volevo generalizzare, sminuendo questa cima (a me sconosciuta fino all'apertura di questo post) di cui non posso che riconoscere la bellezza in quest'ultima foto in particolare ;)
Ciao
Flavio
 
Complimenti... per ora il Fammera in versione "eroica" l'ho fatto solo partendo da Spigno Saturnia (passando per Valloccia e per la parte finale di Valle Gaetana per poi salire la cresta dallo stesso percorso che avete fatto voi) stesso dislivello ma più di 14km di cammino totale... la parete però è da fare prima o poi! :)
 
@LuKeys: grazie per la lettura ed il benevolo commento!

Per chi è della zona:

Solo di recente sono venuto a conoscenza della presenza a Cassino, negli anni successivi alla prima guerra mondiale, di un campo di lavoro di prigionieri austro-ungarici rimasto attivo alcuni anni.

Mi sono sempre chiesto "chi" possa essere stato impegnato nel costruire la lunga mulattiera che in una sorta di cengia a tratti visibilmente artificiale traversa obliquamente tutta la parete, sembrandomi un lavoro improbo per semplici attività di pascolo o agricoltura montana.

E' possibile che ci abbiano messo mano i prigionieri di cui sopra?
 
Riprendo questo post di qualche anno fa, per aggiungere qualche foto e la mia esperienza su questa montagna. Il mio di inizio è dal comune di Spigno Saturnia superiore. Lasciata la piazza direzione campi da calcetto (via Municipio), iniziano da subito i segni del CAI. Dopo una quindicina di minuti si raggiunge l'unica sorgente d'acqua "La Ripa". La vetta (ma anche prima) offre uno splendido panorama, che spazia dalle isole Ischia e Capri alle cime innevate dell'Abruzzo, ammirando la superba Abbazia di Montecassino.

p.s. primo post per cui siate comprensivi per errori/omissioni.....................:si::si::si::si::si::si::si:
 

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Sono masochisticamente interessato a questo itinerario, peraltro credo infernale in estate, qualcuno ha news aggiornate a riguardo?
 
News per la verità no, intervengo per dire che la variante da Spigno Saturnia Superiore documentata da @Marcolpad (c'é una traccia su wikiloc ma non so se è la stessa) sembra più "umana" da farsi d'estate, stare in agosto sotto la parete calcarea (quasi un "paretone") del Fammera credo avrebbe senso solo come allenamento a condizioni estreme.
 
News per la verità no, intervengo per dire che la variante da Spigno Saturnia Superiore documentata da @Marcolpad (c'é una traccia su wikiloc ma non so se è la stessa) sembra più "umana" da farsi d'estate, stare in agosto sotto la parete calcarea (quasi un "paretone") del Fammera credo avrebbe senso solo come allenamento a condizioni estreme.

Infatti mi sa che è bella tosta come escursione estiva, stavo in effetti valutando di salire da Spigno Saturnia.
 
Dipende dalle opportunità... se ci si deve andare apposta e si può andare in un altro periodo non vedo perché rovinarsi il piacere andando in luoghi bellissimi nel giorno sbagliato... potendo ad agosto io starei sulla dorsale appenninica... non so da dove arrivi ma dal casello di Cassino a Picinisco (monti della Meta) o a Spigno ci vuole lo stesso tempo...
 
Dipende dalle opportunità... se ci si deve andare apposta e si può andare in un altro periodo non vedo perché rovinarsi il piacere andando in luoghi bellissimi nel giorno sbagliato... potendo ad agosto io starei sulla dorsale appenninica... non so da dove arrivi ma dal casello di Cassino a Picinisco (monti della Meta) o a Spigno ci vuole lo stesso tempo...

Mi piacciono molto le uscite "calde" e le alterno a quelle più in quota.
Alla fine per questo week end ho optato per i Prenestini, tenterò l'anellone più il Kircher.
 
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