Dati
Data: 01/01/2014
Regione e provincia: Abruzzo (AQ)
Località di partenza e di arrivo: Pagliara dei Marsi
Tempo di percorrenza: 3 giorni in parete con bivacchi appesi
Chilometri: perso il conto
Grado di difficoltà: ABO (nel senso di: ah, boooh!)
Descrizione delle difficoltà: draghi sputafuoco, orsi polari e vampiri
Dislivello in salita: 12500m (se si parte, come noi, dalle depressioni della Dancalia)
Quota massima: 1268m
Accesso stradale: Tagliacozzo - Cappadocia - Pagliara dei Marsi
Descrizione
Incrrredibile salita ad opera dei baldi avventurosi, che sfidando le allucinazioni provocate da sei ore di pappatoia accettano la sfida con l'alpe! I polpacci frrremono, i polmoni sssi gonfiano, la squadra si arrrma di maschia baldanza per sconfiggere gli arrrrditi bastioni della montagna assassina! Italiiiiaaaaniiiiii!
Da Pagliara dei Marsi, caratteristico paesino nella verdissima valle di Nerfa, anche conosciuta come valle del Liri, dato che lì ci nasce, si percorrono un centinaio di metri sulla via di accesso al paese, per poi svoltare contro la montagna e cominciare a salire ad penem o, più tecnicamente espresso, dritto per dritto
Il passaggio chiave della prima metà
Il gruppo implora una pausa, ma la temerarietà della sfida non lo perrrrrmette!
Il famoso camino "Paul Preuss", dal nome dell'escursionista che si consumò nell'alcool dopo aver fallito ripetutamente codesto passaggio
Finalmente in cima! Scherzi a parte, la vista dal Gerifalco (o Girifalco sulle mappe IGM ma la gggente lo pronuncia così...) compete con le montagne serie dell'Appennino. Verso est: Fucino, gruppo Velino e Sirente, Maiella e monti PNALM
Dall'altro lato, tutti i Simbruini e i Cantari
Piccola nota storica. Proprio per la sua ampia possibilità di prospetto e per la sua facilità di accesso, la cima del Gerifalco ha ospitato dal XI secolo fino a tutto il medioevo una fortezza, che nel momento di massimo splendore era il maggiore dei capisaldi del confine nord tra il Regno di Sicilia e lo Stato Pontificio, ospitava stabilmente una trentina di uomini ed era composta da tre torri, vari camminamenti, un piccolo villaggio fortificato e opere connesse come ad es. una cisterna per l'acqua. Girando tra i dintorni della cima si incontrano ogni tanto dei sassi rossi: altro non sono che i residui dei coppi delle abitazioni di servizio.
Purtroppo di tutto ciò è rimasto soltanto una serie di ruderi della fortezza principale, chissà cosa si potrebbe trovare scavando un po'...
Invece il sentiero "normale" del Gerifalco ha origini ancora più antiche, è parte di un sistema viario costruito dagli antichi romani che collegava Subiaco con Alba Fucens, attraverso i Simbruini, Cappadocia, appunto Pagliara e il valico del Gerifalco (evitando così di allungare fino a Capistrello) e i Piani Palentini.
Lungo la salita al valico si incontrano una cava di rena di origini antichissime e alcuni solchi sulla roccia provocati dal passaggio dei carri.
Di tutto ciò vi sono scarse testimonianze e il tutto versa purtroppo in stato di abbandono...
Infine piccola nota letteraria per chi ha letto "Il deserto dei tartari": qui c'è la fortezza, il passo montano, la grande pianura al di là del confine, le montagne innevate sullo sfondo e i paesi amici alle spalle... chissà, forse una settantina di anni fa, salendo al Gerifalco si poteva incontrare in discesa uno strano signore mai visto prima, dall'accento mezzo veneto e mezzo lombardo...
P.S. ai partecipanti: sono una bestia e ho fatto poche foto alle rovine (ma, a mia parziale discolpa, stavo ancora smaltendo la sbornia della sera prima), se qualcuno ne ha fatte in più e ha voglia di postarle mi farebbe un grandissimo piacere!
Data: 01/01/2014
Regione e provincia: Abruzzo (AQ)
Località di partenza e di arrivo: Pagliara dei Marsi
Tempo di percorrenza: 3 giorni in parete con bivacchi appesi
Chilometri: perso il conto
Grado di difficoltà: ABO (nel senso di: ah, boooh!)
Descrizione delle difficoltà: draghi sputafuoco, orsi polari e vampiri
Dislivello in salita: 12500m (se si parte, come noi, dalle depressioni della Dancalia)
Quota massima: 1268m
Accesso stradale: Tagliacozzo - Cappadocia - Pagliara dei Marsi
Descrizione
Incrrredibile salita ad opera dei baldi avventurosi, che sfidando le allucinazioni provocate da sei ore di pappatoia accettano la sfida con l'alpe! I polpacci frrremono, i polmoni sssi gonfiano, la squadra si arrrma di maschia baldanza per sconfiggere gli arrrrditi bastioni della montagna assassina! Italiiiiaaaaniiiiii!
Da Pagliara dei Marsi, caratteristico paesino nella verdissima valle di Nerfa, anche conosciuta come valle del Liri, dato che lì ci nasce, si percorrono un centinaio di metri sulla via di accesso al paese, per poi svoltare contro la montagna e cominciare a salire ad penem o, più tecnicamente espresso, dritto per dritto
Il passaggio chiave della prima metà
Il gruppo implora una pausa, ma la temerarietà della sfida non lo perrrrrmette!
Il famoso camino "Paul Preuss", dal nome dell'escursionista che si consumò nell'alcool dopo aver fallito ripetutamente codesto passaggio
Finalmente in cima! Scherzi a parte, la vista dal Gerifalco (o Girifalco sulle mappe IGM ma la gggente lo pronuncia così...) compete con le montagne serie dell'Appennino. Verso est: Fucino, gruppo Velino e Sirente, Maiella e monti PNALM
Dall'altro lato, tutti i Simbruini e i Cantari
Piccola nota storica. Proprio per la sua ampia possibilità di prospetto e per la sua facilità di accesso, la cima del Gerifalco ha ospitato dal XI secolo fino a tutto il medioevo una fortezza, che nel momento di massimo splendore era il maggiore dei capisaldi del confine nord tra il Regno di Sicilia e lo Stato Pontificio, ospitava stabilmente una trentina di uomini ed era composta da tre torri, vari camminamenti, un piccolo villaggio fortificato e opere connesse come ad es. una cisterna per l'acqua. Girando tra i dintorni della cima si incontrano ogni tanto dei sassi rossi: altro non sono che i residui dei coppi delle abitazioni di servizio.
Purtroppo di tutto ciò è rimasto soltanto una serie di ruderi della fortezza principale, chissà cosa si potrebbe trovare scavando un po'...
Invece il sentiero "normale" del Gerifalco ha origini ancora più antiche, è parte di un sistema viario costruito dagli antichi romani che collegava Subiaco con Alba Fucens, attraverso i Simbruini, Cappadocia, appunto Pagliara e il valico del Gerifalco (evitando così di allungare fino a Capistrello) e i Piani Palentini.
Lungo la salita al valico si incontrano una cava di rena di origini antichissime e alcuni solchi sulla roccia provocati dal passaggio dei carri.
Di tutto ciò vi sono scarse testimonianze e il tutto versa purtroppo in stato di abbandono...
Infine piccola nota letteraria per chi ha letto "Il deserto dei tartari": qui c'è la fortezza, il passo montano, la grande pianura al di là del confine, le montagne innevate sullo sfondo e i paesi amici alle spalle... chissà, forse una settantina di anni fa, salendo al Gerifalco si poteva incontrare in discesa uno strano signore mai visto prima, dall'accento mezzo veneto e mezzo lombardo...
P.S. ai partecipanti: sono una bestia e ho fatto poche foto alle rovine (ma, a mia parziale discolpa, stavo ancora smaltendo la sbornia della sera prima), se qualcuno ne ha fatte in più e ha voglia di postarle mi farebbe un grandissimo piacere!
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