Data: 14/11/ 2018
Regione e provincia: Udine/ Friuli.
Località di partenza: Parcheggio ex rifugio Nordio (vallone di Ugovizza).
Tempo di percorrenza: Circa 5 ore
Chilometri: circa 10
Grado di difficoltà: T/E
Periodo consigliato: Tutto l'anno
Segnaletica: segnavia Cai bianco/rossi, sent.507 - 507A
Dislivello in salita: circa 800m
Quota massima: 1806
Accesso stradale: Per autostrada o SS13 arrivati ad Ugovizza traversare il paese e risalire tutta la strada che attraversa il vallone di Ugovizza fino al parcheggio dove una volta era ubicato il rifugio Nordio (termine del tratto asfaltato).
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8143
Descrizione
Buonasera.
Questa descrizione comprende in realtà due escursioni nella stessa zona, solo che la prima per una urgenza ha dovuto essere troncata in anticipo.
Dopo essere stato sul monte Osternig ed aver visitato i due fortini che la vi sono, scopro con una piccola ricerca che nella zona ci sono diversi manufatti della prima guerra .
Essendo la zona risparmiata dal maltempo che ha disastrato il Friuli decido di andare a visitarli.
(Questa descrizione comprende in realtà due escursioni nella stessa zona, solo che la prima per una urgenza ha dovuto essere troncata in anticipo.)
Lascio la macchina e trovato l'imbocco del sentiero 507A mi avvio. Il sentiero sale deciso per la dorsale che portera alla malga Acomizza ed al monte omonimo.
Dopo circa 1ora e 1/2si arriva alla chiesetta posta vicino alla località chiamata rotonda (serve ai camion di legname per poter girare e scendere per la stretta stradina).
Di fronte alla chiesa parte la strada forestale che porta a malga Acomizza (sullo sfondo l'omonimo monte).
Poco prima della Malga ecco sulla destra il primo complesso di bunker che ora è utilizzato dal servizio geologico italiano.
Quel cemento che si vede è la sommità della galleria che unisce i tre bunker del complesso.
Prima di continuare per sella Pleccia ed il Gozman aggiro per traccia il monte Acomizza fino ad un bunker isolato.
Il panorama al di sotto è semplicemente bellissimo nei colori autunnali dei larici.
e visto che il colore la fa da padrone, trovo anche due amanite che qualcuno ha scalzato dal terreno ( si le ho avvicinate per fare la foto).
Noto delle costruzioni in basso, lungo un sentiero che scende a capanna Muli, ormai ridotte a scheletri e scendo ad osservarle e credo che si tratti di una casermetta con due costruzioni , una per i militari ed una per gli ufficiali
Da qui ritorno indietro per il sentiero che passa accanto ai ruderi fino alla malga ed alle belle case che sono state costruite o recuperate.
Fortunati loro, da qui il panorama verso la val di Gail è apertissimo (in giornate senza nubi).
Scendo a sella Pleccia e risalgo per il sentiero 507 fino alla chiesetta della Madonna della neve.
Da dietro la chiesa prendo la traccia che traversa diversi metri sotto la cresta fino ad incrociare un bunker.
Prima di continuare verso il fortino che avevo notato dalla strada che portava alla malga Acomizza scatto un'altra foto del panorama.
Lasci il sentiero e scendo di qualche metro verso una traccia che mi porta al fortino circondato da filo spinato.
dopo aver dato un'occhiata risalgo e prendo la larga cresta erbosa che mi porta in cima al monte Gozman costituita dalla cupola mimetizzata di un bunker.
Come si vede l'entrata è stata forzata ed entro spinto dalla curiosità.
All'interno chiaramente non c'è nulla ma pensare alle ore, giorni e mesi di servizio qui mi rende un po' claustrofobico.
Riprendo il cammino sulla bella dorsale erbosa lungo il confine.
Passo oltre le due cimette secondiare del Gozman e ridiscendo alla chiesa.
Da li per la via di andata fino a sella Pleccia e dalla sella prendo il comodo sentiero 507 fino al punto di partenza.
P.S. :
Ritornerò qui due giorni dopo partendo dalla Val di Bartolo risalendo un sentiero veramente bello (509A)(escursione che mi lascerà molto appagato e felice, con la voglia di rifarla).
Le condizioni sono mutate radicalmente e arrivato alla malga Acomizza il vento gelido ha coperto di ghiaccio gli alberi e passo di qua di corsa essendo, a differenza del resto del sentiero di salita, completamente allo scoperto (ho solo la camicia di lana sopra alla maglietta e sono costretto a mantenermi in movimento per non raffreddarmi).
Ma devo dire che l'atmosfera è magica e non resisto e devo fare qualche foto e sono costretto a togliermi un guanto (i guanti erano nello zaino come sempre) col risultato che la mano mi si raffredda tanto da perdere la sensibilità e solo diverse centinaia di metri più in basso dolorosamente la riacquisterò).
Ed il sentiero di discesa
Scendo e sembra che nevichi dato che il vento forte stacca scaglie di ghiaccio dai rami.
In val di Bartolo per pochi minuti ritroverò il sole e poi via di corsa a casa per una bella doccia bollente.
Regione e provincia: Udine/ Friuli.
Località di partenza: Parcheggio ex rifugio Nordio (vallone di Ugovizza).
Tempo di percorrenza: Circa 5 ore
Chilometri: circa 10
Grado di difficoltà: T/E
Periodo consigliato: Tutto l'anno
Segnaletica: segnavia Cai bianco/rossi, sent.507 - 507A
Dislivello in salita: circa 800m
Quota massima: 1806
Accesso stradale: Per autostrada o SS13 arrivati ad Ugovizza traversare il paese e risalire tutta la strada che attraversa il vallone di Ugovizza fino al parcheggio dove una volta era ubicato il rifugio Nordio (termine del tratto asfaltato).
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8143
Descrizione
Buonasera.
Questa descrizione comprende in realtà due escursioni nella stessa zona, solo che la prima per una urgenza ha dovuto essere troncata in anticipo.
Dopo essere stato sul monte Osternig ed aver visitato i due fortini che la vi sono, scopro con una piccola ricerca che nella zona ci sono diversi manufatti della prima guerra .
Essendo la zona risparmiata dal maltempo che ha disastrato il Friuli decido di andare a visitarli.
(Questa descrizione comprende in realtà due escursioni nella stessa zona, solo che la prima per una urgenza ha dovuto essere troncata in anticipo.)
Lascio la macchina e trovato l'imbocco del sentiero 507A mi avvio. Il sentiero sale deciso per la dorsale che portera alla malga Acomizza ed al monte omonimo.
Dopo circa 1ora e 1/2si arriva alla chiesetta posta vicino alla località chiamata rotonda (serve ai camion di legname per poter girare e scendere per la stretta stradina).
Di fronte alla chiesa parte la strada forestale che porta a malga Acomizza (sullo sfondo l'omonimo monte).
Poco prima della Malga ecco sulla destra il primo complesso di bunker che ora è utilizzato dal servizio geologico italiano.
Quel cemento che si vede è la sommità della galleria che unisce i tre bunker del complesso.
Prima di continuare per sella Pleccia ed il Gozman aggiro per traccia il monte Acomizza fino ad un bunker isolato.
Il panorama al di sotto è semplicemente bellissimo nei colori autunnali dei larici.
e visto che il colore la fa da padrone, trovo anche due amanite che qualcuno ha scalzato dal terreno ( si le ho avvicinate per fare la foto).
Noto delle costruzioni in basso, lungo un sentiero che scende a capanna Muli, ormai ridotte a scheletri e scendo ad osservarle e credo che si tratti di una casermetta con due costruzioni , una per i militari ed una per gli ufficiali
Da qui ritorno indietro per il sentiero che passa accanto ai ruderi fino alla malga ed alle belle case che sono state costruite o recuperate.
Fortunati loro, da qui il panorama verso la val di Gail è apertissimo (in giornate senza nubi).
Scendo a sella Pleccia e risalgo per il sentiero 507 fino alla chiesetta della Madonna della neve.
Da dietro la chiesa prendo la traccia che traversa diversi metri sotto la cresta fino ad incrociare un bunker.
Prima di continuare verso il fortino che avevo notato dalla strada che portava alla malga Acomizza scatto un'altra foto del panorama.
Lasci il sentiero e scendo di qualche metro verso una traccia che mi porta al fortino circondato da filo spinato.
dopo aver dato un'occhiata risalgo e prendo la larga cresta erbosa che mi porta in cima al monte Gozman costituita dalla cupola mimetizzata di un bunker.
Come si vede l'entrata è stata forzata ed entro spinto dalla curiosità.
All'interno chiaramente non c'è nulla ma pensare alle ore, giorni e mesi di servizio qui mi rende un po' claustrofobico.
Riprendo il cammino sulla bella dorsale erbosa lungo il confine.
Passo oltre le due cimette secondiare del Gozman e ridiscendo alla chiesa.
Da li per la via di andata fino a sella Pleccia e dalla sella prendo il comodo sentiero 507 fino al punto di partenza.
P.S. :
Ritornerò qui due giorni dopo partendo dalla Val di Bartolo risalendo un sentiero veramente bello (509A)(escursione che mi lascerà molto appagato e felice, con la voglia di rifarla).
Le condizioni sono mutate radicalmente e arrivato alla malga Acomizza il vento gelido ha coperto di ghiaccio gli alberi e passo di qua di corsa essendo, a differenza del resto del sentiero di salita, completamente allo scoperto (ho solo la camicia di lana sopra alla maglietta e sono costretto a mantenermi in movimento per non raffreddarmi).
Ma devo dire che l'atmosfera è magica e non resisto e devo fare qualche foto e sono costretto a togliermi un guanto (i guanti erano nello zaino come sempre) col risultato che la mano mi si raffredda tanto da perdere la sensibilità e solo diverse centinaia di metri più in basso dolorosamente la riacquisterò).
Ed il sentiero di discesa
Scendo e sembra che nevichi dato che il vento forte stacca scaglie di ghiaccio dai rami.
In val di Bartolo per pochi minuti ritroverò il sole e poi via di corsa a casa per una bella doccia bollente.