- Parchi del Lazio
-
- Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise
Data: 31 marzo 2016
Regione e provincia: Lazio Frosinone
Località di partenza: Prati di mezzo
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 4 ore e mezza più o meno, con alcune soste.
Chilometri: 9 circa
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: molta neve, marcia e pesante
Periodo consigliato: sempre, con adeguate attrezzature e capacità
Segnaletica: buona nel bosco, poi coperta dalla neve
Dislivello in salita: 800 m circa
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2242
Accesso stradale: statale Cassino Avezzano, si esce ad Atina e si segue per Picinisco, poi per Prati di mezzo.
Traccia GPS:
Descrizione
Percorso molto noto, da Prati di mezzo si risale il vallone della meta fino a passo dei monaci (1960m.circa). Da lì, si sale in breve fino alla vetta.
Esattamente 7 giorni prima, risalendo il vallone della meta con neve al ginocchio, a volte a metà coscia, vento fortissimo, nevicata e un'enorme nuvola grigia che impediva di vedere, ad un tratto ero costretto a tornare indietro (http://www.avventurosamente.it/xf/t...cisione-il-vallone-della-meta-innevato.43071/).
Oggi avevo un'altra giornata da trascorrere in montagna. Potevo scegliere altre cime, ma quel peso sul groppone mi ha spinto a riprovare.
Certo, condizioni molto diverse, ma non meno impegnative.
A Prati di mezzo arrivo tardi, intorno alle 0940. Fa caldo, la neve qui è scomparsa. Atacco il sentiero e mi inerpico nel primo tratto ripido di bosco. Gli abeti (rimboschimento, credo) sprigionano il loro bel profumo. Si spiana una prima volta e cerco di evitare la neve che è marcia e rende difficile camminare. Superato il primo pianoro, mi infilo nel vallone della meta e, uscito dal bosco, inizio a sprofondare nella neve sciolta dal sole. Si avanza con difficoltà, con neve abbondantemente sopra la caviglia. Decido di salire sulla costa est del vallone e proseguo in neve sempre più profonda, che nasconde le insidie delle buche intorno alle rocce sepolte. Intanto metto i ramponi, giusto in caso di tratti magari con neve compressa, e per avere un po' di presa in più.
Bisogna fare attenzione. Un paio di pendii da traversare presentano qualche rischio. Più che di scivolare, temo possa staccarsi qualche piccola slavina. Li attraverso velocemente con il cuore in gola, studiando la traccia migliore. Con gran fatica e molta attenzione risalgo l'intero vallone lungo il pendio est, fino ad uscirne. L'orientamento non è un problema, la scelta della traccia, invece, richiede occhio ed attenzione. Uscito dal vallone si apre un anfiteatro assolato e caldo.
Si intravede la cima di M. La Meta.
Da qui, faticando nella neve molle si risalgono altri 150m di dislivello, passando nelle vallette formate da alcune piccole alture e si raggiunge passo dei monaci, dal quale si possono osservare le propaggini nord-occidentali della catena delle Mainarde (o più correttamente Mainardi), con impressionanti salti di roccia.
Dal passo dei monaci, dove trovo evidenti fatte di lupo, si prende verso nord-ovest e si risale l'ultimo pendio verso la cima. Il vento qui è fortissimo.
Scelgo di salire su di un tratto ripido ma senza neve, per andare più spedito. Gli ultimi 120m. di dislivello sono però in neve alta e molle, che ti fa sprofondare e quasi mi ferma. Ma ci sono quasi. Tiro dritto verso l'alto per non traversare e, con la neve al ginocchio, alle 12.10 sono in cima.
Qui la neve sarà alta almeno un metro e sessanta e c'è un evidente accumulo da vento. Non mi avvicino alla seconda croce perché, se non ricordo male, il versante N è a strapiombo ed ho paura di finire su una cornice.
Pochi minuti di sosta e torno giù. Stavolta scelgo di percorrere il fondo del vallone anziché il pendio, anche perché il caldo del.mezzogiorno ha reso la neve davvero un sorbetto. So sprofonda moltissimo e ci sono accumuli grandi, specie im corrispondenza dei saltini di roccia. Occorre spesso superarli risalendo il pendio. La discesa richiede molta attenzione sopratutto per le insidie delle buche intorno alle rocce.
Alle 14 circa sono alla macchina.
Escursione che, se in estate può risultare non piacevolissima ed anche molto calda, con la neve assume tutt'altro sapore.
Ciao
Regione e provincia: Lazio Frosinone
Località di partenza: Prati di mezzo
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 4 ore e mezza più o meno, con alcune soste.
Chilometri: 9 circa
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: molta neve, marcia e pesante
Periodo consigliato: sempre, con adeguate attrezzature e capacità
Segnaletica: buona nel bosco, poi coperta dalla neve
Dislivello in salita: 800 m circa
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2242
Accesso stradale: statale Cassino Avezzano, si esce ad Atina e si segue per Picinisco, poi per Prati di mezzo.
Traccia GPS:
Descrizione
Percorso molto noto, da Prati di mezzo si risale il vallone della meta fino a passo dei monaci (1960m.circa). Da lì, si sale in breve fino alla vetta.
Esattamente 7 giorni prima, risalendo il vallone della meta con neve al ginocchio, a volte a metà coscia, vento fortissimo, nevicata e un'enorme nuvola grigia che impediva di vedere, ad un tratto ero costretto a tornare indietro (http://www.avventurosamente.it/xf/t...cisione-il-vallone-della-meta-innevato.43071/).
Oggi avevo un'altra giornata da trascorrere in montagna. Potevo scegliere altre cime, ma quel peso sul groppone mi ha spinto a riprovare.
Certo, condizioni molto diverse, ma non meno impegnative.
A Prati di mezzo arrivo tardi, intorno alle 0940. Fa caldo, la neve qui è scomparsa. Atacco il sentiero e mi inerpico nel primo tratto ripido di bosco. Gli abeti (rimboschimento, credo) sprigionano il loro bel profumo. Si spiana una prima volta e cerco di evitare la neve che è marcia e rende difficile camminare. Superato il primo pianoro, mi infilo nel vallone della meta e, uscito dal bosco, inizio a sprofondare nella neve sciolta dal sole. Si avanza con difficoltà, con neve abbondantemente sopra la caviglia. Decido di salire sulla costa est del vallone e proseguo in neve sempre più profonda, che nasconde le insidie delle buche intorno alle rocce sepolte. Intanto metto i ramponi, giusto in caso di tratti magari con neve compressa, e per avere un po' di presa in più.
Bisogna fare attenzione. Un paio di pendii da traversare presentano qualche rischio. Più che di scivolare, temo possa staccarsi qualche piccola slavina. Li attraverso velocemente con il cuore in gola, studiando la traccia migliore. Con gran fatica e molta attenzione risalgo l'intero vallone lungo il pendio est, fino ad uscirne. L'orientamento non è un problema, la scelta della traccia, invece, richiede occhio ed attenzione. Uscito dal vallone si apre un anfiteatro assolato e caldo.
Si intravede la cima di M. La Meta.
Da qui, faticando nella neve molle si risalgono altri 150m di dislivello, passando nelle vallette formate da alcune piccole alture e si raggiunge passo dei monaci, dal quale si possono osservare le propaggini nord-occidentali della catena delle Mainarde (o più correttamente Mainardi), con impressionanti salti di roccia.
Dal passo dei monaci, dove trovo evidenti fatte di lupo, si prende verso nord-ovest e si risale l'ultimo pendio verso la cima. Il vento qui è fortissimo.
Scelgo di salire su di un tratto ripido ma senza neve, per andare più spedito. Gli ultimi 120m. di dislivello sono però in neve alta e molle, che ti fa sprofondare e quasi mi ferma. Ma ci sono quasi. Tiro dritto verso l'alto per non traversare e, con la neve al ginocchio, alle 12.10 sono in cima.
Qui la neve sarà alta almeno un metro e sessanta e c'è un evidente accumulo da vento. Non mi avvicino alla seconda croce perché, se non ricordo male, il versante N è a strapiombo ed ho paura di finire su una cornice.
Pochi minuti di sosta e torno giù. Stavolta scelgo di percorrere il fondo del vallone anziché il pendio, anche perché il caldo del.mezzogiorno ha reso la neve davvero un sorbetto. So sprofonda moltissimo e ci sono accumuli grandi, specie im corrispondenza dei saltini di roccia. Occorre spesso superarli risalendo il pendio. La discesa richiede molta attenzione sopratutto per le insidie delle buche intorno alle rocce.
Alle 14 circa sono alla macchina.
Escursione che, se in estate può risultare non piacevolissima ed anche molto calda, con la neve assume tutt'altro sapore.
Ciao