Escursione Monte Morrone

Parchi del Lazio
  1. Riserva Naturale Montagne della Duchessa
Dati

Data: 30/04/2023
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Corvaro, Agriturimo all'inizio del sentiero dei pastori
Località di arrivo: Corvaro
Tempo di percorrenza: 8h
Chilometri: 15
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: solo un po' di innevamento in cima
Periodo consigliato: tutti
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 1450mt
Dislivello in discesa: 1450mt
Quota massima: 2141mt
Accesso stradale: Agriturimo all'inizio del sentiero dei pastori
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8659

Descrizione
Le ragioni che portano a scegliere un percorso sono sempre strane e molteplici. Per quanto mi riguarda, dopo una lunga fase iniziale di attenta pianificazione delle alternative e dei sentieri, sono entrato in una fase più vicina alla scelta dell'ultimo minuto, complici una serie di fattori contingenti che mi tolgono il tempo e il respiro per pianificare. Non è una buona cosa, ma a volte la ricchezza di stimoli ha anche questi effetti perversi.

Ieri la scelta è stata guidata da due fattori: la mia necessità in questa fase di mettere nelle gambe km e dislvello per preparare il GranPardiso di giugno; e la curiosità di vedere il Lago della Duchessa con un po' di neve. Avendo già raggiunto la Duchessa sia dalla Val Di Fua che dal Costone, la scelta è stata quindi di salire al Morrone da Corvaro, percorre la cresta fino a Cima Zis, scendere alla Duchessa e quindi tornare a Corvaro per il vallone a sud-ovest della cresta: 21km per 1600mt di dislivello attesi.

Alle 8.30 siamo all'inizio del sentiero dei pastori, io, il mio sodale Francesco e una nuova amica aggiunta. Attacchiamo subito la salita, che quotando 950mt è piuttosto bassa rispetto ai 2141 del Morrone. La salita risulta in effetti continua, tirata, a tratti faticosa almeno per me che stamane sentivo il cuore dormire e più volte ho pensato di sfilarmi, salvo poi darmi una bella scrollata e partire. L'attraversamento nel bosco è piacevole ma "già visto" e la temperatura umida e calda attenua la curiosità dello sguardo, che si risveglia solo all'uscita sul pianoro a 1800mt. Ci abbiamo messo due ore, buon passo.

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La progressione finalmente lieve lascia il tempo per le chiacchiere e le foto ed anche il panorama sembra ammorbidirsi e rilassarsi.

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Saliti altri 150 metri, si comincia finalmente ad intravedere il Morrone e a capire come finirà la giornata. Dai 2000mt in sù c'è un po' di neve, soprattutto lingue di deposito sulle esposizioni più fredde e la neve è tendenzialmente sfarinata e molliccia, anche se sotto nasconde uno strato di ghiaccio ancora duro e liscio. Inoltre il cielo, come da previsioni, si è fatto tutto coperto e progressivamente più nebbioso. Tiriamo fuori i pile e procediamo verso la vetta.

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Ormai vicini alla vetta, decidiamo per gli ultimi 100mt di dislivello di mettere i ramponi, più per sicurezza che per necessità. E poco dopo capita una cosa per me inattesa. Camminando vicino ad una roccia, la neve improvvisamente sfonda e la gamba sinistra sprofonda fino all'inguine in un buco sottostante, probabilmente generato da qualche arbusto sottostante. Il collo del piede resta incastrato nella neve e non si sfila. Con calma tiro fuori la pala dal mio zaino (arva, pala e sonda!!!) e scavo un buco attorno alla gamba fino a che riesco ad estrarla di nuovo. Ho pensato quanto banale era questo incidente e quanto, in assenza di una pala, avrebbe potuto non trovare una soluzione senza chiamare dei soccorsi.

Superata l'impasse, saliamo di punta fino alla vetta, gustiamo un panino dopo tante barrette. E guardandoci intorno capiamo che, aldilà delle attese, proseguire secondo il programma non avrebbe molto senso. La nebbia è calata fitta e sui 4km di a/r per la duchessa non si vedrebbe nulla, prendendo invece qualche piccolo rischio al ritorno perchè l'ultima fase è stata molto più lenta e sono ormai le 13.00. Così giriamo i tacchi e torniamo indietro lungo lo stesso percorso dell'andata.

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Ridiscesi di qualche centinaio di metri ritroviamo i colori di fine inverno e inizio primavera, togliamo i pile e arriviamo alla machcina alle 16.30.

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Rapidamente ci avviamo alla Birreria del Borgo, vera ed ultima attrattiva di questa uscita, con birra, tagliere, alette di pollo, musse al cioccolato e caffè. L'allenamento è stato buono (15km, 1500mt d+), la compagnia anche, il terzo tempo spettacolare, così ci avviamo a casa felici e contenti.
 
Benvenuto allora anche nel mondo degli sprofondamenti, insidia invernale cagionata generalmente da quel perfido alberello che è il pino mugo, ma anche dagli affastellamenti rocciosi.

Una decina di anni or sono, uno sprofondamento inaspettato come il tuo sul Monte Capraro e m'infilai un rampone in un polpaccio. Un'altra volta, proprio sul Morrone, mi ritrovai a testa in giù e ancora, sempre sul Morrone, mi sparì letteralmente un amico davanti agli occhi.
https://www.avventurosamente.it/xf/threads/monte-morrone-della-duchessa.43025/
Sono le insidie delle nevi tardive, al cui richiamo cerco di non cedere più.

Quindi ti sei preso il kit Artva che prescrive la controversa normativa? Questo è un altro motivo che mi sta sempre più allontanando dalla montagna invernale.
 
Benvenuto allora anche nel mondo degli sprofondamenti, insidia invernale cagionata generalmente da quel perfido alberello che è il pino mugo, ma anche dagli affastellamenti rocciosi.

Una decina di anni or sono, uno sprofondamento inaspettato come il tuo sul Monte Capraro e m'infilai un rampone in un polpaccio. Un'altra volta, proprio sul Morrone, mi ritrovai a testa in giù e ancora, sempre sul Morrone, mi sparì letteralmente un amico davanti agli occhi.
https://www.avventurosamente.it/xf/threads/monte-morrone-della-duchessa.43025/
Sono le insidie delle nevi tardive, al cui richiamo cerco di non cedere più.

Quindi ti sei preso il kit Artva che prescrive la controversa normativa? Questo è un altro motivo che mi sta sempre più allontanando dalla montagna invernale.
Quindi mi confermi che le mie non erano immaginazioni fantasiose...cmq si, ho preso artva, xche credo abbia un senso e cmq ormai soprattutto se vai a campo imperatore i controlli ci sono.
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Caspita, 2 guide per il Granpa, allora se avete impostato le cose così in grande avrete anche lo champagne da stappare davanti alla Madonnina (fila permettendo) :D:).
È una uscita organizzata, io ho modestamente aderito ;)
 
Le guide per il Gran Paradiso mi pare portano al max 4 persone,dunque se il gruppo è da 6 obbligatoriamente ci vogliono due guide.....se si opta per la guida.Occhio all'ultimo tratto per la cima......non tutti passano per quell'esposta esigua cengietta e in molti si fermano sul terrazzino un po' prima
 
Le guide per il Gran Paradiso mi pare portano al max 4 persone,dunque se il gruppo è da 6 obbligatoriamente ci vogliono due guide.....se si opta per la guida.Occhio all'ultimo tratto per la cima......non tutti passano per quell'esposta esigua cengietta e in molti si fermano sul terrazzino un po' prima
Si, ho visto che c'è una salita attrezzata per arrivare sulla madonnina, dai video sembra piuttosto "aerea".
 
Benvenuto allora anche nel mondo degli sprofondamenti, insidia invernale cagionata generalmente da quel perfido alberello che è il pino mugo, ma anche dagli affastellamenti rocciosi.

Una decina di anni or sono, uno sprofondamento inaspettato come il tuo sul Monte Capraro e m'infilai un rampone in un polpaccio. Un'altra volta, proprio sul Morrone, mi ritrovai a testa in giù e ancora, sempre sul Morrone, mi sparì letteralmente un amico davanti agli occhi.
https://www.avventurosamente.it/xf/threads/monte-morrone-della-duchessa.43025/
Sono le insidie delle nevi tardive, al cui richiamo cerco di non cedere più.

Quindi ti sei preso il kit Artva che prescrive la controversa normativa? Questo è un altro motivo che mi sta sempre più allontanando dalla montagna invernale.
Quoto in pieno l'ultima frase, l'imposizione di quest'attrezzatura mi sembra soltanto un assurdo "pizzo" (e neanche tanto economico) che personalmente non mi farebbe neanche sentire più sicuro. Detto in parole povere, nonostante possa apparire macabro, mi sembra solo un sistema per individuare e recuperare più velocemente cadaveri: nulla di più. Soprattutto nulla che possa realmente modificare il corso delle cose quando il destino decide che debbano andare in un certo modo.

Quanto agli sprofondamenti, ebbene sì, mi unisco anch'io al tuo "benvenuto" perchè è qualcosa degno davvero di essere scoperto e compreso a poco a poco.
Una cosa che ho imparato è cercare di "intuire" come sarebbe il terreno se fosse visibile, quindi non coperto di neve. E proprio obbligandomi a questo processo mentale a un certo punto mi è venuto naturale tenermi sempre a una certa distanza dalle rocce affioranti, almeno un metro, perchè è proprio intorno a quelle che crescono spesso gli arbusti, che a loro volta trattengono la neve in superficie creando una sorta di minicrepaccio sotto una coltre apparentemente compatta e dunque ingannevole. Il presupposto ideale per pestare dunque non neve compatta, ma soltanto in intreccio di rami e rametti che non si fanno pregare a sprofondare in quel vuoto d'aria che nascondono...incastrando per giunta i piedi. Nella peggiore delle ipotesi, se devo passarci per forza e quindi "sospetto" una situazione di questo tipo, appoggio il piede per tastare il terreno, o per provocare apposta uno sprofondamento controllato, e solo a quel punto ci cammino sopra.

E' un bel po' di tempo che quegli incastri non mi capitano più.
C'è anche da dire, poi, che spesso la neve cedevole è proprio quella "da ciaspole", e le ciaspole - ampliando la superficie di appoggio - fanno sì che si sprofondi meno anche in quelle malaugurate situazioni.
Insomma, è anche una questione di esperienza, e in generale psicologicamente mi sento molto più sicuro nel richiamare alla mente esperienze o nel fare piccoli ragionamenti, piuttosto che portandomi appresso arnesi, strumenti e attrezzature che oltretutto, al momento opportuno, non saprei magari neppure usare.
 
Quoto in pieno l'ultima frase, l'imposizione di quest'attrezzatura mi sembra soltanto un assurdo "pizzo" (e neanche tanto economico) che personalmente non mi farebbe neanche sentire più sicuro. Detto in parole povere, nonostante possa apparire macabro, mi sembra solo un sistema per individuare e recuperare più velocemente cadaveri: nulla di più. Soprattutto nulla che possa realmente modificare il corso delle cose quando il destino decide che debbano andare in un certo modo.

Quanto agli sprofondamenti, ebbene sì, mi unisco anch'io al tuo "benvenuto" perchè è qualcosa degno davvero di essere scoperto e compreso a poco a poco.
Una cosa che ho imparato è cercare di "intuire" come sarebbe il terreno se fosse visibile, quindi non coperto di neve. E proprio obbligandomi a questo processo mentale a un certo punto mi è venuto naturale tenermi sempre a una certa distanza dalle rocce affioranti, almeno un metro, perchè è proprio intorno a quelle che crescono spesso gli arbusti, che a loro volta trattengono la neve in superficie creando una sorta di minicrepaccio sotto una coltre apparentemente compatta e dunque ingannevole. Il presupposto ideale per pestare dunque non neve compatta, ma soltanto in intreccio di rami e rametti che non si fanno pregare a sprofondare in quel vuoto d'aria che nascondono...incastrando per giunta i piedi. Nella peggiore delle ipotesi, se devo passarci per forza e quindi "sospetto" una situazione di questo tipo, appoggio il piede per tastare il terreno, o per provocare apposta uno sprofondamento controllato, e solo a quel punto ci cammino sopra.

E' un bel po' di tempo che quegli incastri non mi capitano più.
C'è anche da dire, poi, che spesso la neve cedevole è proprio quella "da ciaspole", e le ciaspole - ampliando la superficie di appoggio - fanno sì che si sprofondi meno anche in quelle malaugurate situazioni.
Insomma, è anche una questione di esperienza, e in generale psicologicamente mi sento molto più sicuro nel richiamare alla mente esperienze o nel fare piccoli ragionamenti, piuttosto che portandomi appresso arnesi, strumenti e attrezzature che oltretutto, al momento opportuno, non saprei magari neppure usare.
Sì, una norma confusa e vessatoria, sulla quale anche il CAI ha espresso forti dubbi e della quale si è discusso a lungo anche qui.
https://www.avventurosamente.it/xf/threads/arva-è-obbligatorio-oppure-no.45633/

Io generalmente vado da solo, proprio per questo ormai evito tutte le situazioni potenzialmente valanghive (nel passato non lo facevo, per me ora Marcato 3 non si esce) e dove vado non c'è proprio nessuno che possa salvarmi. E se anche dovessi salvare io qualcuno, non ne sarei in grado, tranne che seguissi in corso apposito sull'utilizzo di tali strumenti.
Forse sarebbe molto più utile se si facesse un corso di primo soccorso a iniziare dalle scuole superiori. In pochi anni gran parte della popolazione sarebbe formata e fra infarti, fratture, slogature, emorragie e altri accidenti se ne salverebbero molte di più di vite e non solo nel ristretto ambito montano.

Ma il punto è che mi sono stancato di girare con chili di attrezzature durante l'inverno. Piccozza, ramponi, ciaspole, abbigliamento pesante, ora Artva e compagnia bella... io voglio solo andare a fare una passeggiata, per quanto lunga, mica scalare il Cervino.

E poi quoto anche @MonteBianco sulla necessità di acquisire una capacità di leggere il territorio. Attività che mi viene più naturale se sono da solo.
 
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