- Parchi della Basilicata
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- Parco Nazionale del Pollino
Data: 8 maggio 2021
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: Colle Impiso
Località di arrivo: Vetta Pollino e rientro
Tempo di percorrenza: ca 9 ore anello
Chilometri: 13.5
Grado di difficoltà: F
Descrizione delle difficoltà: Normale dotazione alpinistica piccozze ramponi.Non occorre proteggere la via alle condizioni trovate,anche se siamo andati in conserva protetta a scopo dimostrativo
Periodo consigliato: inverno,inizio primavera
Segnaletica: segni biancorossi fino a Piano Toscano
Dislivello in salita: 673 m
Quota massima: 2248 m
Accesso stradale: A2 Mditerraneo uscita Campotenese.Direzione Rotonda.Piegare a dx al bivio madonnina per 16 Km strada Ruggio-Visitone
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/pollino-costone-nord-variante-bassa-72545879
Descrizione
Pollino atto V.E questa volta salutiamo per davvero la stagione invernale. Dopo l’ultima uscita del primo maggio mi domandavo chissà il Pollino ci avesse concesso un ultimo regalo la settimana successiva, e regalo “fu”, anche se preso per i capelli.Quest’anno senza dubbio ha comandato lui. Le circostanze che ruotavano tra condizioni e restrizioni mi hanno spinto quasi inevitabilmente verso il monte di Apollo per ben cinque volte anche se per vie diverse. In ogni modo non sono mancate belle e avventurose salite su altre cime.
L’unico rammarico non aver potuto oltrepassare i confini della Calabria per le ragioni che conosciamo, eccezion fatta per il monte Sirino, allorchè abbiamo aperto la stagione invernale con la via Highlander e poi l’anello delle creste Imperatrice e Nord. Era però il mese di dicembre e gli spostamenti tra regioni consentiti.E poi l'irruzione prepotente del Burian. In una gelida giornata di gennaio insieme ad una brillante guida Gae di San Sosti siamo risaliti per la cresta sud de La Calvia e il Cozzo del Pellegrino nei monti di Orsomarso registrando una temperatura di -12 a Valle Lupa.
La volta successiva siamo andati a conquistare il tetto del meridione, il Dolcedorme affrontando il maestoso crestone est in una giornata non fredda ma molto ventosa. E poi dal mese di febbraio abbiamo inanellato una magnifica sequenza di salite su monte Pollino visto le eccezionali condizioni di ghiaccio che si sono venute a creare nei versanti esposti a nord. Prima la solitaria sulla Via dei Lupi classica dove ho conosciuto due alpinisti. La settimana successiva la cengia nordovest con due ragazzi di Mormanno.
Intermezzo su Serra Ciavole per l’impegnativo Canale Orientale di metà marzo dove pareva che l’inverno fosse arrivato al capolinea, e invece da lì in avanti abbiamo messo a segno altre tre salite consecutive sul Pollino, tutte sulla parete nord est.Ad aprile è stata la volta dell'adrenalinica e ghiacciatissima Sofi in una giornata semplicemente spettacolare, poi la variante B della Via dei Lupi e tentativo alla Grande Frana. Per ultima l’8 maggio il Costone nord con variante all’attacco che andrò a descrivere. Insomma, in quest’ultimo periodo credo di aver fatto una radiografia fedele e dettagliata di questo magnifico versante del Pollino.
Partiamo con l’incognita condizioni neve, ma portiamo ugualmente corda e un po’di attrezzatura sperando di fare il Costone Nord o in alternativa la Via dei Lupi che di solito è l’ultima “a morire”. Il compagno di cordata è un ragazzo molto entusiasta, intraprendente e con tanta voglia di imparare che si sta avviando all’alpinismo. Per questo, anche se oggi non ci sarebbe bisogno di proteggere la via, colgo l'occasione per mostrargli qualche manovra base a scopo dimostrativo.
La primavera ormai ha preso piede e saranno i cromatismi dei crochi e delle fioriture a deliziare il nostro cammino. Saliamo dapprima per le collinette moreniche di Piano Toscano per entrare subito in faggeta. Giunti al margine del bosco ci imbrachiamo pronti ad approcciare la variante al Costone, una rampa decisamente inclinata fino ad allacciarci al percorso originale. Andiamo di conserva assicurata sfruttando le fessure delle rocce utilizzando i friends. Con la neve che ci ritroviamo i fittoni servono a ben poco.
Siamo anche in compagnia di due scialpinisti che velocemente discendono il Costone. Dopo una bella pettata sbuchiamo senza difficoltà sul margine destro della Grande Frana dove il panorama si apre grandioso sul circo glaciale solcato dalle tracce lasciate da me e Pasquale la settimana precedente. La cornice ancora tiene e mentre percorriamo gli ultimi metri verso la cima il cielo si ingrigisce e folate di nebbia cominciano ad avvolgere le zone sommitali.
Speravamo di trovare i nevai delle doline di vetta più corposi ma ormai si sono ritirati senza che si siano ancora formati i caratteristici crepacci ai bordi. Per la discesa stavolta impegniamo la cresta sud est, più lunga rispetto le altre vie ma giusto per variare, e dopo essere scesi da un Colle del Malvento molto innevato attraversiamo interamente i Piani tra laghetti e fioriture varie.
In questo periodo sono un pantano perché l’acqua dei nevai in fusione non viene assorbita rapidamente dal terreno a causa del flish, termine dalla voce svizzera “terreno che scivola”, per indicare quei sedimenti argillosi, marne e arenarie che caratterizza soprattutto la zona orientale e settentrionale del massiccio. Fino a due secoli fa il fondo di questo pianoro, assolutamente perfetto come un prato inglese era occupato da un lago. Lo specchio d’acqua è poi scomparso per la riapertura di antichi inghiottitoi d’origine carsica.
Immersi totalmente in un ambiente bucolico dove i cavalli a brado pascolano placidamente e indisturbati, ci dirigiamo verso l’imbocco del sentiero che ci riporterà a Colle Impiso. La transumanza delle mandrie nei piani alti del Pollino ancora non è avvenuta a causa dell’inverno che quest’anno si è protratto a lungo, e a metà maggio i nevai che ancora resistono nei canaloni ne sono la testimonianza.
Tutto sommato posso ritenermi ampiamente soddisfatto per quello che sono riuscito a fare nonostante le restrizioni. Adesso posso tranquillamente riporre piccozze e ramponi in attesa di vedere cosa riserverà la stagione estiva.
Pollino
Il Sirino sullo sfondo
Serra Crispo
Dolcedorme
Morano Calabro
Serra Ciavole a dx e Crispo a sx
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: Colle Impiso
Località di arrivo: Vetta Pollino e rientro
Tempo di percorrenza: ca 9 ore anello
Chilometri: 13.5
Grado di difficoltà: F
Descrizione delle difficoltà: Normale dotazione alpinistica piccozze ramponi.Non occorre proteggere la via alle condizioni trovate,anche se siamo andati in conserva protetta a scopo dimostrativo
Periodo consigliato: inverno,inizio primavera
Segnaletica: segni biancorossi fino a Piano Toscano
Dislivello in salita: 673 m
Quota massima: 2248 m
Accesso stradale: A2 Mditerraneo uscita Campotenese.Direzione Rotonda.Piegare a dx al bivio madonnina per 16 Km strada Ruggio-Visitone
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/pollino-costone-nord-variante-bassa-72545879
Descrizione
Pollino atto V.E questa volta salutiamo per davvero la stagione invernale. Dopo l’ultima uscita del primo maggio mi domandavo chissà il Pollino ci avesse concesso un ultimo regalo la settimana successiva, e regalo “fu”, anche se preso per i capelli.Quest’anno senza dubbio ha comandato lui. Le circostanze che ruotavano tra condizioni e restrizioni mi hanno spinto quasi inevitabilmente verso il monte di Apollo per ben cinque volte anche se per vie diverse. In ogni modo non sono mancate belle e avventurose salite su altre cime.
L’unico rammarico non aver potuto oltrepassare i confini della Calabria per le ragioni che conosciamo, eccezion fatta per il monte Sirino, allorchè abbiamo aperto la stagione invernale con la via Highlander e poi l’anello delle creste Imperatrice e Nord. Era però il mese di dicembre e gli spostamenti tra regioni consentiti.E poi l'irruzione prepotente del Burian. In una gelida giornata di gennaio insieme ad una brillante guida Gae di San Sosti siamo risaliti per la cresta sud de La Calvia e il Cozzo del Pellegrino nei monti di Orsomarso registrando una temperatura di -12 a Valle Lupa.
La volta successiva siamo andati a conquistare il tetto del meridione, il Dolcedorme affrontando il maestoso crestone est in una giornata non fredda ma molto ventosa. E poi dal mese di febbraio abbiamo inanellato una magnifica sequenza di salite su monte Pollino visto le eccezionali condizioni di ghiaccio che si sono venute a creare nei versanti esposti a nord. Prima la solitaria sulla Via dei Lupi classica dove ho conosciuto due alpinisti. La settimana successiva la cengia nordovest con due ragazzi di Mormanno.
Intermezzo su Serra Ciavole per l’impegnativo Canale Orientale di metà marzo dove pareva che l’inverno fosse arrivato al capolinea, e invece da lì in avanti abbiamo messo a segno altre tre salite consecutive sul Pollino, tutte sulla parete nord est.Ad aprile è stata la volta dell'adrenalinica e ghiacciatissima Sofi in una giornata semplicemente spettacolare, poi la variante B della Via dei Lupi e tentativo alla Grande Frana. Per ultima l’8 maggio il Costone nord con variante all’attacco che andrò a descrivere. Insomma, in quest’ultimo periodo credo di aver fatto una radiografia fedele e dettagliata di questo magnifico versante del Pollino.
Partiamo con l’incognita condizioni neve, ma portiamo ugualmente corda e un po’di attrezzatura sperando di fare il Costone Nord o in alternativa la Via dei Lupi che di solito è l’ultima “a morire”. Il compagno di cordata è un ragazzo molto entusiasta, intraprendente e con tanta voglia di imparare che si sta avviando all’alpinismo. Per questo, anche se oggi non ci sarebbe bisogno di proteggere la via, colgo l'occasione per mostrargli qualche manovra base a scopo dimostrativo.
La primavera ormai ha preso piede e saranno i cromatismi dei crochi e delle fioriture a deliziare il nostro cammino. Saliamo dapprima per le collinette moreniche di Piano Toscano per entrare subito in faggeta. Giunti al margine del bosco ci imbrachiamo pronti ad approcciare la variante al Costone, una rampa decisamente inclinata fino ad allacciarci al percorso originale. Andiamo di conserva assicurata sfruttando le fessure delle rocce utilizzando i friends. Con la neve che ci ritroviamo i fittoni servono a ben poco.
Siamo anche in compagnia di due scialpinisti che velocemente discendono il Costone. Dopo una bella pettata sbuchiamo senza difficoltà sul margine destro della Grande Frana dove il panorama si apre grandioso sul circo glaciale solcato dalle tracce lasciate da me e Pasquale la settimana precedente. La cornice ancora tiene e mentre percorriamo gli ultimi metri verso la cima il cielo si ingrigisce e folate di nebbia cominciano ad avvolgere le zone sommitali.
Speravamo di trovare i nevai delle doline di vetta più corposi ma ormai si sono ritirati senza che si siano ancora formati i caratteristici crepacci ai bordi. Per la discesa stavolta impegniamo la cresta sud est, più lunga rispetto le altre vie ma giusto per variare, e dopo essere scesi da un Colle del Malvento molto innevato attraversiamo interamente i Piani tra laghetti e fioriture varie.
In questo periodo sono un pantano perché l’acqua dei nevai in fusione non viene assorbita rapidamente dal terreno a causa del flish, termine dalla voce svizzera “terreno che scivola”, per indicare quei sedimenti argillosi, marne e arenarie che caratterizza soprattutto la zona orientale e settentrionale del massiccio. Fino a due secoli fa il fondo di questo pianoro, assolutamente perfetto come un prato inglese era occupato da un lago. Lo specchio d’acqua è poi scomparso per la riapertura di antichi inghiottitoi d’origine carsica.
Immersi totalmente in un ambiente bucolico dove i cavalli a brado pascolano placidamente e indisturbati, ci dirigiamo verso l’imbocco del sentiero che ci riporterà a Colle Impiso. La transumanza delle mandrie nei piani alti del Pollino ancora non è avvenuta a causa dell’inverno che quest’anno si è protratto a lungo, e a metà maggio i nevai che ancora resistono nei canaloni ne sono la testimonianza.
Tutto sommato posso ritenermi ampiamente soddisfatto per quello che sono riuscito a fare nonostante le restrizioni. Adesso posso tranquillamente riporre piccozze e ramponi in attesa di vedere cosa riserverà la stagione estiva.
Pollino
Il Sirino sullo sfondo
Serra Crispo
Dolcedorme
Morano Calabro
Serra Ciavole a dx e Crispo a sx