Parchi della Basilicata
  1. Parco Nazionale del Pollino
Data: 13 giugno 2020
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: Colle Impiso
Località di arrivo: Monte Pollino
Tempo di percorrenza: 5 ore A/R
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: La seconda parte dopo Piano Gaudolino si svolge fuori sentiero.Successivamente nel risalire la cresta si superano passaggini di I e II grado
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: segni cai biancorossi fino a che non si abbandona il sentiero
Dislivello in salita: 673 m.
Quota massima: 2248 m.
Accesso stradale: A2 uscita Campotenese,direzione Rotonda.Alla Madonnina piegare verso Piano Ruggio.Da li altri quattro Km si giunge a Colle Impiso
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/pollino-cresta-del-canale-nasosto-50948780


Descrizione


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Finalmente! Non vedevo l’ora di ritornare dopo mesi di assenza nel versante lucano del Parco e riabbracciare la sua montagna simbolo, il Pollino. Giunto però a Colle Impiso noto che c'è molta gente, tanta che quasi non trovo parcheggio, cosa inusuale per il mese di giugno. Apprendo in seguito da un tg regionale che questi gruppi, anche numerosi sarebbero arrivati da varie parti d'Italia, anche dal nord. Una vera e propria esplosione di libertà ed evasione dopo il blocco delle regioni dovuto all'emergenza sanitaria. Io invece, in controtendenza e pacificamente giungo da solo.

La meta di oggi è il Monte Pollino per una via insolita, il Canale Nascosto che come dice il nome non si lascia vedere quasi da nessuna parte tranne che dalla vetta di Serra del Prete. Essendo un percorso poco conosciuto approfitto dell'occasione per registrare la traccia col GPS. Si tratta di un itinerario alpinistico invernale alternativo al più frequentato Valangone quando questi risulta non essere in condizione. Probabilmente l'esposizione o una maggiore superficie in ombra gli permette di mantenere un innevamento migliore, più compatto rispetto al Valangone decisamente più soleggiato.

In ambiente estivo si può fare tranquillamente ma con un po’ di attenzione per via di alcuni ghiaioni abbastanza infidi. Credo sia più comodo impegnare la cresta rocciosa che sale in parallelo invece del pendio erboso del fondo del canale. In questo caso bisogna avere un po’di dimestichezza nel mettere le mani sulla roccia per superare alcuni passaggi elementari. A parte queste piccole difficoltà non mi sento di classificarlo come alpinistico; va bene escursionistico per esperti, non tanto adatto ai camminatori della domenica. La giornata è fresca e ventilata, ideale per una bella salita in quota nel periodo estivo. Parto da Colle Impiso di buona lena a motivo di un contrattempo che mi ha fatto accumulare un certo ritardo. In ogni caso dopo un'ora e un quarto sono già a Piano Gaudolino che oggi è piuttosto movimentato. Infatti il piccolo rifugio è attorniato da frotte di campeggiatori con le loro tende assiepate tra esse.

Il gigante s'innalza davanti a me, mi aspetta e mi chiama, per cui non perdo tempo e continuo per la via normale. Costeggiato il Piano dal lembo orientale, rientro nel bosco e subito dopo un breve tratto sul sentiero lo abbandono deviando a sinistra senza percorso obbligato. Cerco però di non portarmi troppo a destra per evitare di incappare nell'area della slavina ricolma di piccoli e fastidiosi faggiolini, ricresciuti dopo la valanga e lo sfasciume di tronchi spezzati e rami riversi in terra, fascia boscata trasformatasi in una vera e propria macchia. Durante lo zigzagare incontro anche una bella orchidea neottia, priva di pigmentazione il cui habitat è il sottobosco.

Dopo essermi districato tra i faggi, esco allo scoperto all'estremita’ dello Spigolo dell'avancorpo Ovest del Pollino. Mi accolgono monumentali pini loricati abbarbicati sulle rocce, padroni indiscussi di questi luoghi arcani e selvaggi. Salgo con attenzione per un tratto infido di ghiaione molto inclinato che lambisce le pareti circostanti. Da questo punto il paesaggio si apre maestoso sull'ampio e soleggiato Valangone. Non indugiando su questa pietraia estremamente instabile e sconnessa risalgo per un'altra settantina di metri guadagnando terreni migliori e depositandomi all'ombra di un provvidenziale loricato dove faccio una sosta.

Adesso bisognerà attraversare fino a svalicare una prima cresta che si supera nella parte bassa per cenge esposte. Essa immette in quello che sembra un canale ma in realtà si tratta di un anfiteatro chiuso a monte da una parete. Lo attraverso portandomi sulla cresta oltre la quale sale il Canale Nascosto. L'ultima volta fu nel 2016 alla ricerca di neve e ghiaccio in un inverno incredibilmente magro. Fu in ogni caso una bella salita.Invece di buttarmi nel canale erboso e pietroso opto per una salita più divertente lungo il filo di cresta. In certi punti bisogna mettere le mani sulla roccia per superare facili passaggi di I e II grado evitabili da sinistra. Dalla cresta il paesaggio è davvero superbo. L’orizzonte si amplia ulteriormente con vista circolare sull'immenso circo glaciale del versante ovest del Pollino. Sullo sfondo invece fa da contraltare la mastodontica Serra del Prete dalla sagoma arrotondata e il piccolo pianoro di Gaudolino. Da questo punto d’osservazione privilegiato si ha la sensazione di trovarsi davvero al centro del mondo.

Un ultimo sforzo e giungo nei pressi della cima con il pilastrino dell'igm spostato a sud-est. Nel frattempo è sopraggiunta una coppia di escursionisti che si accinge a scendere per dare un'occhiata alle spettacolari doline di vetta. Purtroppo soffia un vento fortissimo da nord-est per fortuna non freddo. La montagna di Eolo anche stavolta non si smentisce e forse per questo accanto al pilastrino è stato costruito il piccolo riparo circolare in pietra che spesso risulta provvidenziale e utile allo scopo. Mi ci infilo dentro per godermi un po’di sole al riparo dal vento e per consumare il mio panino. Stoppo anche il GPS e vedo che ho impiegato tre ore tonde tonde. Niente male. Pare che abbia recuperato definitivamente una forma ideale dopo il lock down.

Dopo le foto di rito in vetta per immortalare il panorama che si estende sulle maggiori elevazioni del Pollino e dei monti d'Orsomarso me ne scendo con calma lungo la via normale. Da qui' si gode un' ulteriore vista mozzafiato sul complesso Serra del Pollinello, Grande dolina e Pollinello con i due loricati tra i più caratteristici e maestosi, il millenario Patriarca e il loricato che io conoscevo come “Candelabro” e che invece hanno chiamato con mio forte disappunto “Broccolo”, solo perché a parere di alcuni avrebbe le fattezze del comune ortaggio. Complimenti al botanico, dendrologo, esperto forestale o quel che sia per questo colpo di genio nel nominare una simile meraviglia. Dopo il Patriarca, Titano, Zeus e Italus, ecco che abbiamo “Broccolo”, autentico insulto alla decenza. Lancerò prima o poi una petizione per fargli cambiare nome.

Sempre in tema di loricati, raggiungo infine il Valico di quota duemila dove svettano quelle che chiamo le tre meraviglie, i pini loricati che danno il benvenuto ai visitatori diretti sul Pollino: il “Guardiano”,il “Drago volante” e il “Pino Elicoidale”.Infine dopo aver lambito il Piano di Gaudolino dove pascolano alcuni branchi di cavalli, passo per la graziosa fonte di Spezzavummola che fa sgorgare le sue acque freschissime sotto l'ombra dei faggi. Pare sia la sorgente più fredda del Pollino, tanto che ai pastori riusciva a rompere i contenitori di terracotta, le “vummole”, allorché venivano riempite. Da lì a breve sono all'auto dove convergono diversi gruppetti di escursionisti al rientro dalle loro escursioni.

E dopo questo periodo di timore e incredulità vorrei concludere semplicemente con una bella citazione di Jeffrey Rasley: ”Se vai in cerca di angeli o in fuga dai demoni vai in montagna”….mai frase fu così azzeccata.

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Non sono mai stato al Parco del Pollino ma esercita su di me un fascino incredibile. Al pari della Majella e della Corsica mi dà sensazioni straordinarie grazie a paesaggi in costante oscillazione tra estrema asprezza e visioni paradisiache.
 
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Spettacolo puro...
Terra dalle mille sfumature
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Non sono mai stato al Parco del Pollino ma esercita su di me un fascino incredibile. Al pari della Majella e della Corsica mi dà sensazioni straordinarie grazie a paesaggi in costante oscillazione tra estrema asprezza e visioni paradisiache.
A molti fa lo stesso effetto.Probabilmente,a differenza di altri sistemi montuosi, per certi versi dai paesaggi più uniformi,il Pollino pare avere un carattere sempre mutevole e diversificato.A fare la differenza credo siano anche i pini loricati che compaiono dopo la fascia delle faggete creando un'atmosfera surreale.
 
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Terra dalle mille sfumature
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A molti fa lo stesso effetto.Probabilmente,a differenza di altri sistemi montuosi, per certi versi dai paesaggi più uniformi,il Pollino pare avere un carattere sempre mutevole e diversificato.A fare la differenza credo siano anche i pini loricati che compaiono dopo la fascia delle faggete creando un'atmosfera surreale.

Sicuramente sì. Credo contribuisca anche l'atmosfera selvaggia e solitaria che si respira nelle valli appenniniche più inaccessibili. Un senso di wilderness che le Alpi non mi hanno mai dato, per quel poco che le conosco.
 
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