- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 12/02/2023
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Ponte della Lama
Località di arrivo: Ponte della Lama
Tempo di percorrenza: 5h 30m
Chilometri: 9
Grado di difficoltà: EEA
Descrizione delle difficoltà: neve a tratti cedevole, vento forte contrario
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 958m
Dislivello in discesa: 958m
Quota massima: 2132m
Accesso stradale: Ponte della Lama
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8638
Descrizione
La dedizione alla causa, l'insistenza lineare, il bisogno di costruire e consolidare mi spingono a fare tante cose della mia vita in modo feroce, ottuso, determinato. Così ad esempio capita che non senta la fatica della salita, anche quando è grande, salvo poi sentirmi esausto all'inizio della discesa, perchè la meta è raggiunta e finalmente posso dirmi "minchia che botta!". Eccomi allora a ripetere uscite invernali una dietro l'altra, ed ad inanellare corsi di formazione, perchè l'invernale è una cosa che mai avevo considerato ma mi ha colpito molto e sento che richiede diverso approccio dall'escursionismo semplice.
Un cambio di programma repentino al sabato sera impone a me ed al mio sodale Francesco di inventarci qualcosa d'altro rispetto al previsto e la scelta cade sul Monte San Franco. Un monte a suo modo speciale, perchè nel cuore del Parco dell'Abruzzo e che regala una vista panoramica su tutte le principali vette dell'Appennino Centrale. Una meta relativamente vicina. Ma anche una meta con diverse soluzioni possibili di accesso. Francesco propone l'ascesa classica dal versante ovest con ritorno per gli stessi passi, riportata anche da Stefano Ardito nel suo libro dedicato all'escursionismo invernale, che da Ponte della Lama (SS80) sale fino alla vetta seguendo una linea di cresta semplice, continua, panoramica. Io mi immagino una salita ad anello dal versante sud che, partendo da Colle della Croce (SP86) sale alla vetta per delle vie scialpinistiche riportate sulla mappa del Gran Sasso de Il Lupo, per poi ridiscendere al Ponte della Lama e richiedere l'anello a fondi valle: un paio di km in più, un anello, ma soprattutto la speranza di una fase di ascesa dove a tratti si possa estrarre la picca e si possa praticare un po'! Lungo la strada tuttavia ci convinciamo che l'accesso alla SP86 sarà certamente chiuso per neve (è così in effetti), quindi meglio indirizzarci fin dall'inizio alla prima soluzione.
Arrivati alla partenza troviamo, inattesi, diversi scialpinisti, un gruppo con guida ed un ragazzo, Simone, anche lui iscritto al CAI di Monterotondo. Saliamo tutti e tre insieme e sarà una buona compagnia.
La salita è tutta innevata e compatta e in fretta calziamo i ramponi. Dopo poco troviamo dei ruderi di una casa abbandonata.
L'uscita in cresta sul profilo dell'ascesa regala una bella vista sui Monti della Laga innevati, che svettano dietro al Lago di Campotosto.
Uno sguardo a destra in basso mostra la via di pianura che avrebbe chiuso l'ipotetico giro da me immaginato. Ed un ulteriore sguardo più a sud mostra in lontananza il massiccio del Sirente (più a destra si sarebbe apprezzato il gruppo del Velino, ma la foto è saltata).
Il tempo, fin qui clamoroso tanto da farci salire con il solito strato termico intimo, in 10 minuti cambia, con un vento freddo e grigio che da nord est porta una coltre di nubi ad oscurare il cielo ed abbassa la temperatura percepita ben sotto lo zero. Giusto il tempo di indossare il pile, il giuscio, i guanti e il passamontagna, che il panorama è un altro, col vento che alza turbini di neve e frena la nostra progressione, già rallentata da improvvisi accumuli di neve morbida e cedevole. La fatica in questo momento è tanta, anche perchè la salita non è dolce come pareva, e lo sguardo della montagna invernale appare ora severo e minaccioso.
Finalmente arriviamo in vetta. Il panorama a 360 gradi è veramente impressionante: Sirente, Velino, Terminillo, Laga e il Re Gran Sasso....tutto lì davanti, dispiegato, a portata di mano. Una vista inebriante. Ma il vento è ora fortissimo, gelido, tagliente, ed il semplice scoprire le dita dalle muffole per i due minuti di una foto fa sentir dolore alle dita. Quindi, con rammarico, dopo i minuti necessari ad una foto ricordo per ciascuno, ci giriamo ed in fretta ci riavviamo verso le macchine.
Croce di vetta e Gran Sasso
Monti della Laga e Lago di Campotosto
Gran Sasso
Man on the moon
Ripresa la discesa, c'è spazio per un panino sottovento, molte chiacchiere e qualche sguardo alle geometrie misteriose degli alberi e dei canaloni nella neve. Quindi siamo alle macchine.
Sedermi in macchina mi ridà il tempo di riguardare la giornata, vederne la corsa affannata, faticosa, quasi insensata. Tutto così diverso dai miei esordi per boschi e colline piene di storia, nel reatino, nel viterbese.
Diversi gli scenari.
Diversa l'attrezzatura e la fatica.
Diverso lo sguardo.
La ricerca.
Non meglio, non peggio. Diverso.
Un pezzo ulteriore di cammino dentro di me, per conoscere.
Una cosa resta comune. La passione?....no...il premio del g(i)usto alla Birreria del Borgo!
Data: 12/02/2023
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Ponte della Lama
Località di arrivo: Ponte della Lama
Tempo di percorrenza: 5h 30m
Chilometri: 9
Grado di difficoltà: EEA
Descrizione delle difficoltà: neve a tratti cedevole, vento forte contrario
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 958m
Dislivello in discesa: 958m
Quota massima: 2132m
Accesso stradale: Ponte della Lama
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8638
Descrizione
La dedizione alla causa, l'insistenza lineare, il bisogno di costruire e consolidare mi spingono a fare tante cose della mia vita in modo feroce, ottuso, determinato. Così ad esempio capita che non senta la fatica della salita, anche quando è grande, salvo poi sentirmi esausto all'inizio della discesa, perchè la meta è raggiunta e finalmente posso dirmi "minchia che botta!". Eccomi allora a ripetere uscite invernali una dietro l'altra, ed ad inanellare corsi di formazione, perchè l'invernale è una cosa che mai avevo considerato ma mi ha colpito molto e sento che richiede diverso approccio dall'escursionismo semplice.
Un cambio di programma repentino al sabato sera impone a me ed al mio sodale Francesco di inventarci qualcosa d'altro rispetto al previsto e la scelta cade sul Monte San Franco. Un monte a suo modo speciale, perchè nel cuore del Parco dell'Abruzzo e che regala una vista panoramica su tutte le principali vette dell'Appennino Centrale. Una meta relativamente vicina. Ma anche una meta con diverse soluzioni possibili di accesso. Francesco propone l'ascesa classica dal versante ovest con ritorno per gli stessi passi, riportata anche da Stefano Ardito nel suo libro dedicato all'escursionismo invernale, che da Ponte della Lama (SS80) sale fino alla vetta seguendo una linea di cresta semplice, continua, panoramica. Io mi immagino una salita ad anello dal versante sud che, partendo da Colle della Croce (SP86) sale alla vetta per delle vie scialpinistiche riportate sulla mappa del Gran Sasso de Il Lupo, per poi ridiscendere al Ponte della Lama e richiedere l'anello a fondi valle: un paio di km in più, un anello, ma soprattutto la speranza di una fase di ascesa dove a tratti si possa estrarre la picca e si possa praticare un po'! Lungo la strada tuttavia ci convinciamo che l'accesso alla SP86 sarà certamente chiuso per neve (è così in effetti), quindi meglio indirizzarci fin dall'inizio alla prima soluzione.
Arrivati alla partenza troviamo, inattesi, diversi scialpinisti, un gruppo con guida ed un ragazzo, Simone, anche lui iscritto al CAI di Monterotondo. Saliamo tutti e tre insieme e sarà una buona compagnia.
La salita è tutta innevata e compatta e in fretta calziamo i ramponi. Dopo poco troviamo dei ruderi di una casa abbandonata.
L'uscita in cresta sul profilo dell'ascesa regala una bella vista sui Monti della Laga innevati, che svettano dietro al Lago di Campotosto.
Uno sguardo a destra in basso mostra la via di pianura che avrebbe chiuso l'ipotetico giro da me immaginato. Ed un ulteriore sguardo più a sud mostra in lontananza il massiccio del Sirente (più a destra si sarebbe apprezzato il gruppo del Velino, ma la foto è saltata).
Il tempo, fin qui clamoroso tanto da farci salire con il solito strato termico intimo, in 10 minuti cambia, con un vento freddo e grigio che da nord est porta una coltre di nubi ad oscurare il cielo ed abbassa la temperatura percepita ben sotto lo zero. Giusto il tempo di indossare il pile, il giuscio, i guanti e il passamontagna, che il panorama è un altro, col vento che alza turbini di neve e frena la nostra progressione, già rallentata da improvvisi accumuli di neve morbida e cedevole. La fatica in questo momento è tanta, anche perchè la salita non è dolce come pareva, e lo sguardo della montagna invernale appare ora severo e minaccioso.
Finalmente arriviamo in vetta. Il panorama a 360 gradi è veramente impressionante: Sirente, Velino, Terminillo, Laga e il Re Gran Sasso....tutto lì davanti, dispiegato, a portata di mano. Una vista inebriante. Ma il vento è ora fortissimo, gelido, tagliente, ed il semplice scoprire le dita dalle muffole per i due minuti di una foto fa sentir dolore alle dita. Quindi, con rammarico, dopo i minuti necessari ad una foto ricordo per ciascuno, ci giriamo ed in fretta ci riavviamo verso le macchine.
Croce di vetta e Gran Sasso
Monti della Laga e Lago di Campotosto
Gran Sasso
Man on the moon
Ripresa la discesa, c'è spazio per un panino sottovento, molte chiacchiere e qualche sguardo alle geometrie misteriose degli alberi e dei canaloni nella neve. Quindi siamo alle macchine.
Sedermi in macchina mi ridà il tempo di riguardare la giornata, vederne la corsa affannata, faticosa, quasi insensata. Tutto così diverso dai miei esordi per boschi e colline piene di storia, nel reatino, nel viterbese.
Diversi gli scenari.
Diversa l'attrezzatura e la fatica.
Diverso lo sguardo.
La ricerca.
Non meglio, non peggio. Diverso.
Un pezzo ulteriore di cammino dentro di me, per conoscere.
Una cosa resta comune. La passione?....no...il premio del g(i)usto alla Birreria del Borgo!
