- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale della Majella
Dati
Data: 24 Ottobre 2016
Regione e provincia: Abruzzo
Località di partenza: Loc. Maielletta - Rif. B. Pomilio (1888 m)
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 8 h
Chilometri: 22.5
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Lunghezza, dislivello, clima ostile in alta quota.
Periodo consigliato: Sempre ma eviterei di consigliare le giornate invernali
Segnaletica: Buona
Dislivello in salita: 1400 m
Quota massima: 2727 m (Anticima Est del M. Acquaviva)
Accesso stradale: Dall'A25 si esce a Scafa e si seguono le indicazioni per Passo Lanciano e poi per gli impianti della Maielletta. Si parcheggia nel piazzale antistante il rifugio B. Pomilio.
Traccia GPS:
Descrizione
Ho sempre guardato alla Montagna Madre con un pò di soggezione: i racconti che ho letto e le descrizioni che mi sono state fatte hanno fatto nascere in me una sorta di timore reverenziale verso questo grande , variegato comprensorio che tanto si distingue dai restanti gruppi appenninici.
Le (ahimè) poche esperienze maturate al cospetto di questo massiccio mi hanno confermato che si tratta di un ambiente comunque severo, a qualsiasi quota si voglia approcciarlo: nelle pietraie sommitali spazzate dai gelidi venti sempre presenti, nelle interminabili rave che incidono il fianco occidentale, nei pendii orientali dove il pino mugo domina incontrastato, nelle profonde, impervie ed inaccessibili vallate alle più basse altitudini.
Perciò pianificare questa escursione per me è stato come organizzare un viaggio in un mondo tutto nuovo, un modo per approfondire un pò la conoscenza di questo territorio che in realtà è un micromondo fatto di tanti ambienti tutti diversi tra loro; è stata finalmente l'occasione per esplorare parte di questa montagna che ho sempre visto come un qualcosa di troppo grande per essere raggiunto.
Alle ore 8 di una calda giornata autunnale parto zaino in spalla dal piazzale del rifugio B. Pomilio, classico punto di partenza per attaccare la Maiella da questo versante:
Il primo tratto di escursione (oltre 2km) si svolge su una strada asfaltata (proibita al traffico dei veicoli) che conduce al piazzale della Madonnina del BlockHaus:
Questa parte iniziale dell'escursione è allietata dalla visuale che si presenta in direzione SE, visuale che comprende alcune delle vette che andrò a calpestare quest'oggi:
La strada termina al piazzale della Madonnina del Blockhaus: da qui partono due diversi sentieri, quello più vecchio che si infila nella mugheta a sinistra della vetta e l'altro che invece passa per il crinale Ovest.
Percorrendo quest'ultimo è più facile trovare l'accesso alla vetta del Blockhaus poichè in questo versante la mugheta è meno folta:
Comunque il percorso è ben contrassegnato da omini e bolli; ben presto si arriva ai ruderi dello storico fortino borbonico:
La traccia prosegue addentrandosi nella mugheta per poi ricongiungersi con il vecchio sentiero proveniente dal piazzale.
Si procede con qualche saliscendi in direzione Sud, in un ambiente del tutto particolare; sulla destra si apre la splendida dorsale del m. Rapina e del Pescofalcone:
Davanti invece si fanno sempre più vicini i colossi che dovrò superare, Focalone in primis:
Alla mia sinistra invece lo sguardo precipita verso l'impervia valle di Selva Romana:
In breve si raggiunge il M. Cavallo (2171 m), da cui si può vedere il percorso effettuato fin qui:
e la Tavola dei Briganti, notevole esempio di grafomania equestre:
Ora si scende di quota fino a 2118 m per raggiungere la sella dove si trova la preziosa fontana dell'Acquaviva:
Finora è stata una passeggiata, ora ha inizio la seconda parte dell'escursione, e la muraglia del Focalone che si staglia difronte a me lascia intendere che si comincia a fare sul serio:
Anzichè aggirare il pendio a sinistra mediante il sentiero ufficiale che conduce al Bivacco Fusco, decido per un dritto per dritto che mi permette di guadagnare quota più velocemente.
Pareti strapiombanti e viste mozzafiato si aprono durante la salita per la via normale al Focalone:
Il crinale Est con la montagna d'Ugni sullo sfondo:
Dietro di me, la dorsale percorsa fino a questo momento (all'incirca 5 km):
Molto particolare il contrasto tra il verde lussureggiante delle mughete e il rosso autunnale dei faggi che si apprezza da questa posizione.
Il sentiero si inerpica deciso; le pendenze sono elevate e la fatica si fa sentire. Intorno ai 2500 m il crinale spiana ma è proprio qui che termina la vegetazione ed inizia quello scenario lunare caratteristico della Maiella. Proprio qui ho avuto l'impressione che ci fosse una linea di confine tra due ambienti completamente diversi: quello visto finora dove il pino mugo la fa da padrone, e quello d'alta montagna, caratterizzato da pietre e sfasciumi:
Resto incantato difronte alla maestosità della parete dell'Acquaviva:
Quella cresta Nord è davvero invitante...
Dietro si scorge il montarozzo che costituisce l'anticima delle Murelle:
Il Focalone si raggiunge in poco tempo; in realtà, la sua sommità (2676 m) non sembra proprio una vetta, piuttosto è un pianoro di sfasciumi molto ampio, da cui si vede un panorama d'eccezione:
Eccolo, il Monte Sant'Angelo, obiettivo di questa uscita:
Sarebbe stato bello arrivare fino al M. Amaro, ma ho preferito decidere di raggiungerlo con un altro percorso (spero in un futuro non troppo lontano...)-
Pertanto scendo per quello che viene chiamato il Primo Portone e che conduce alla Cima Pomilio (2656 m).
L'immensità dell'Acquaviva (e questa è solo l'Anticima ...):
Il Monte Rotondo:
La valle delle Mandrelle:
La testa dell'alta valle dell'Orfento:
Panoramica:
Dalla cima Pomilio, il monte Sant'Angelo si raggiunge percorrendo la dorsale in direzione Sud-Est:.
La croce di vetta si raggiunge poggiando le mani su facili roccette:
Questa cima offre la possibilità di ammirare la maestosità dell'Acquaviva da un punto di vista privilegiato:
Anche l'altro versante è notevole, con il Macellaro, la Cima dell'Altare e il Monte Amaro:
Resto in contemplazione per una mezz'ora, poi riprendo la via del ritorno mediante lo stesso percorso dell'andata.
Tuttavia, decido di assecondare il mio desiderio di salire un'ulteriore vetta, dal Focalone faccio quindi una ''piccola deviazione'' verso l'Anticima dell'Acquaviva.
Percorrendo la dorsale in leggera salita, si avvertono sensazioni forti, si pensa alla piccolezza dell'essere umano di fronte a tanta immensità:
La vetta dell'Acquaviva, la raggiungerò in un'altra occasione:
Conclusioni:
escursione strepitosa, molto lunga, faticosa, varia, in ambiente severo e maestoso, avvenuta per gran parte al di sopra dei 2500 m di altitudine. Insomma, non vorrei aggiungere banalità a quanto già è stato raccontato in precedenti recensioni sulla più classica delle escursioni sulla Maiella.
Tuttavia, per me questa è stata la prima volta, e la prima volta assume un sapore particolare; è stato un modo per avvicinarmi a questo ambiente che purtroppo conosco pochissimo: le difficoltà logistiche e anche i miei timori reverenziali mi hanno finora tenuto lontano da questo comprensorio.
E' un inizio, presto mi farò rivedere quassù!
Ad maiora!
Data: 24 Ottobre 2016
Regione e provincia: Abruzzo
Località di partenza: Loc. Maielletta - Rif. B. Pomilio (1888 m)
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 8 h
Chilometri: 22.5
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Lunghezza, dislivello, clima ostile in alta quota.
Periodo consigliato: Sempre ma eviterei di consigliare le giornate invernali
Segnaletica: Buona
Dislivello in salita: 1400 m
Quota massima: 2727 m (Anticima Est del M. Acquaviva)
Accesso stradale: Dall'A25 si esce a Scafa e si seguono le indicazioni per Passo Lanciano e poi per gli impianti della Maielletta. Si parcheggia nel piazzale antistante il rifugio B. Pomilio.
Traccia GPS:
Descrizione
Ho sempre guardato alla Montagna Madre con un pò di soggezione: i racconti che ho letto e le descrizioni che mi sono state fatte hanno fatto nascere in me una sorta di timore reverenziale verso questo grande , variegato comprensorio che tanto si distingue dai restanti gruppi appenninici.
Le (ahimè) poche esperienze maturate al cospetto di questo massiccio mi hanno confermato che si tratta di un ambiente comunque severo, a qualsiasi quota si voglia approcciarlo: nelle pietraie sommitali spazzate dai gelidi venti sempre presenti, nelle interminabili rave che incidono il fianco occidentale, nei pendii orientali dove il pino mugo domina incontrastato, nelle profonde, impervie ed inaccessibili vallate alle più basse altitudini.
Perciò pianificare questa escursione per me è stato come organizzare un viaggio in un mondo tutto nuovo, un modo per approfondire un pò la conoscenza di questo territorio che in realtà è un micromondo fatto di tanti ambienti tutti diversi tra loro; è stata finalmente l'occasione per esplorare parte di questa montagna che ho sempre visto come un qualcosa di troppo grande per essere raggiunto.
Alle ore 8 di una calda giornata autunnale parto zaino in spalla dal piazzale del rifugio B. Pomilio, classico punto di partenza per attaccare la Maiella da questo versante:
Il primo tratto di escursione (oltre 2km) si svolge su una strada asfaltata (proibita al traffico dei veicoli) che conduce al piazzale della Madonnina del BlockHaus:
Questa parte iniziale dell'escursione è allietata dalla visuale che si presenta in direzione SE, visuale che comprende alcune delle vette che andrò a calpestare quest'oggi:
La strada termina al piazzale della Madonnina del Blockhaus: da qui partono due diversi sentieri, quello più vecchio che si infila nella mugheta a sinistra della vetta e l'altro che invece passa per il crinale Ovest.
Percorrendo quest'ultimo è più facile trovare l'accesso alla vetta del Blockhaus poichè in questo versante la mugheta è meno folta:
Comunque il percorso è ben contrassegnato da omini e bolli; ben presto si arriva ai ruderi dello storico fortino borbonico:
La traccia prosegue addentrandosi nella mugheta per poi ricongiungersi con il vecchio sentiero proveniente dal piazzale.
Si procede con qualche saliscendi in direzione Sud, in un ambiente del tutto particolare; sulla destra si apre la splendida dorsale del m. Rapina e del Pescofalcone:
Davanti invece si fanno sempre più vicini i colossi che dovrò superare, Focalone in primis:
Alla mia sinistra invece lo sguardo precipita verso l'impervia valle di Selva Romana:
In breve si raggiunge il M. Cavallo (2171 m), da cui si può vedere il percorso effettuato fin qui:
e la Tavola dei Briganti, notevole esempio di grafomania equestre:
Ora si scende di quota fino a 2118 m per raggiungere la sella dove si trova la preziosa fontana dell'Acquaviva:
Finora è stata una passeggiata, ora ha inizio la seconda parte dell'escursione, e la muraglia del Focalone che si staglia difronte a me lascia intendere che si comincia a fare sul serio:
Anzichè aggirare il pendio a sinistra mediante il sentiero ufficiale che conduce al Bivacco Fusco, decido per un dritto per dritto che mi permette di guadagnare quota più velocemente.
Pareti strapiombanti e viste mozzafiato si aprono durante la salita per la via normale al Focalone:
Il crinale Est con la montagna d'Ugni sullo sfondo:
Dietro di me, la dorsale percorsa fino a questo momento (all'incirca 5 km):
Molto particolare il contrasto tra il verde lussureggiante delle mughete e il rosso autunnale dei faggi che si apprezza da questa posizione.
Il sentiero si inerpica deciso; le pendenze sono elevate e la fatica si fa sentire. Intorno ai 2500 m il crinale spiana ma è proprio qui che termina la vegetazione ed inizia quello scenario lunare caratteristico della Maiella. Proprio qui ho avuto l'impressione che ci fosse una linea di confine tra due ambienti completamente diversi: quello visto finora dove il pino mugo la fa da padrone, e quello d'alta montagna, caratterizzato da pietre e sfasciumi:
Resto incantato difronte alla maestosità della parete dell'Acquaviva:
Quella cresta Nord è davvero invitante...
Dietro si scorge il montarozzo che costituisce l'anticima delle Murelle:
Il Focalone si raggiunge in poco tempo; in realtà, la sua sommità (2676 m) non sembra proprio una vetta, piuttosto è un pianoro di sfasciumi molto ampio, da cui si vede un panorama d'eccezione:
Eccolo, il Monte Sant'Angelo, obiettivo di questa uscita:
Sarebbe stato bello arrivare fino al M. Amaro, ma ho preferito decidere di raggiungerlo con un altro percorso (spero in un futuro non troppo lontano...)-
Pertanto scendo per quello che viene chiamato il Primo Portone e che conduce alla Cima Pomilio (2656 m).
L'immensità dell'Acquaviva (e questa è solo l'Anticima ...):
Il Monte Rotondo:
La valle delle Mandrelle:
La testa dell'alta valle dell'Orfento:
Panoramica:
Dalla cima Pomilio, il monte Sant'Angelo si raggiunge percorrendo la dorsale in direzione Sud-Est:.
La croce di vetta si raggiunge poggiando le mani su facili roccette:
Questa cima offre la possibilità di ammirare la maestosità dell'Acquaviva da un punto di vista privilegiato:
Anche l'altro versante è notevole, con il Macellaro, la Cima dell'Altare e il Monte Amaro:
Resto in contemplazione per una mezz'ora, poi riprendo la via del ritorno mediante lo stesso percorso dell'andata.
Tuttavia, decido di assecondare il mio desiderio di salire un'ulteriore vetta, dal Focalone faccio quindi una ''piccola deviazione'' verso l'Anticima dell'Acquaviva.
Percorrendo la dorsale in leggera salita, si avvertono sensazioni forti, si pensa alla piccolezza dell'essere umano di fronte a tanta immensità:
La vetta dell'Acquaviva, la raggiungerò in un'altra occasione:
Conclusioni:
escursione strepitosa, molto lunga, faticosa, varia, in ambiente severo e maestoso, avvenuta per gran parte al di sopra dei 2500 m di altitudine. Insomma, non vorrei aggiungere banalità a quanto già è stato raccontato in precedenti recensioni sulla più classica delle escursioni sulla Maiella.
Tuttavia, per me questa è stata la prima volta, e la prima volta assume un sapore particolare; è stato un modo per avvicinarmi a questo ambiente che purtroppo conosco pochissimo: le difficoltà logistiche e anche i miei timori reverenziali mi hanno finora tenuto lontano da questo comprensorio.
E' un inizio, presto mi farò rivedere quassù!
Ad maiora!