Escursione Monte Sirente 2348 mt. salita dal Maiori e discesa dalla Val Lupara

Parchi d'Abruzzo
  1. Parco Regionale Sirente-Velino
Data: 8 aprile 2017
Provincia: Aquila
Località di partenza e arrivo: Chalet sulla statale per Secinaro
Tempo di percorrenza: 6 ore
Chilometri: circa 15 km
Grado di difficoltà: EE-AI
Descrizione delle difficoltà: necessari ramponi e piccozza e caschetto, attenzione alle scariche di sassi
Periodo consigliato: Quando c'è neve (meglio se compatta)
Segnaletica: assente dopo i 1500, scarsa dentro il bosco
Dislivello in salita: 1150 mt
Dislivello in discesa: 1150 mt
Quota massima: 2348 mt
Traccia GPS: mi sono perso il GPS al ritorno :wall:

Finalmente il Sirente, che mancava ormai da troppo tempo dal mio curriculum. E ho voluto onorarlo con una salita nel suo versante più bello, quello Nord, quello più dolomitico d'Abruzzo.
Parto molto presto, la giornata è senza nubi e la temperatura all'arrivo è di - 3°. Alle 8,00 non c'è nessuna macchina parcheggiata e sono completamente solo. Cammino nel bosco, senza avere idea da dove salire e scendere tra la Val Lupara e il Maiori, alla fine opto di salire per quest'ultimo
Mi perdo un paio di volte nel bosco e finalmente arrivo alla base del canalone a quota 1500 mt circa, che è completamente innevato e baciato dal sole. Indosso subito i ramponi e parto dopo una breve pausa. La neve è perfetta per questo tipo di ascensioni: compatta, dura e non ghiacciata. Il canale, che ha uno sviluppo di circa 700 mt di altezza, risulta essere più ripido nella parte centrale, per poi addolcirsi prima della 'pettata' finale. Come un cretino, non taglio le pendenze con delle diagonali, ma affronto la salita dritto per dritto, affaticando non poco i miei polpacci, che non sono abituati a questo movimento mi lasciano a volte senza fiato. Dall'alto si cominciano a vedere i primi escursionisti della giornata più in basso. Superato il tratto più ripido, riprendo fiato prima di affrontare la parte finale, che ho sentito dire essere più ripida e rognosa di quello fatto finora. Avrei preferito avere qualcuno davanti per capire dov'era l'uscita del canalone, ma sono solo e devo arrangiarmi. Punto prima uno stretto canale che arriva diretto in cresta, snobbando inizialmente una piccola sella molto più facile a vedersi, ma troppo ovvia per essere quella descritta dalle recensioni. Poi la vista di una cornice pronunciata nello stretto canale, mi fanno cambiare idea e mi butto nella via più ovvia, che poi si è dimostrata essere quella giusta, rimango quasi stupito dalla semplicità con cui ne sono uscito, mi rendo conto che con la presenza di cornici qui il discorso cambia totalmente. La cresta che porta alla vicina vetta è in parte sgombra dalla neve, che comunque qui non è dura in quanto scaldata dai raggi solari, decido di togliermi i ramponi. Arrivato in vetta mi godo il panorama e mi rendo conto che il Sirente è forse la montagna più centrale di questa fascia Appenninica. Il tempo di mangiare qualcosa e comincio la discesa verso la Val Lupara. Il primo tratto di questa bellissima valle è scoperto dalla neve e affiora un esteso ghiaione. La neve appare più avanti, risulta molle al punto giusto da non affondare troppo e da non rendere indispensabili i ramponi. La discesa non presenta alcuna difficoltà e ogni tanto mi fermo per godere della solitudine di questo posto magico. Verso quota 1600 mt inizia il tratto di bosco rognoso, in quanto essendo interessato dalle valanghe, gli alberi sono piegati orizzontalmente, rendendo difficile la progressione. Non ho mai trovato il sentiero, sono andato un po' a caso, fino a trovare una mulattiera a quota 1300 mt. che mi ha riportato al punto di partenza.
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La spettacolare parete Nord del Sirente

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La Catena del Gran Sasso dal Prena al Corno Grande

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Il Canale Maiori

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Superata la parte centrale più ripida

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Caschetto obbligatorio, le scariche di sassi sono continue

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Canale Maiori

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Canale Maiori

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il Canale Maiori visto dall'alto

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L'uscita del Canale Maiori (inizialmente ero andato a destra)

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Sempre l'uscita dal Maiori

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Monte Sirente

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La Serra di Celano e dietro la Piana del Fucino

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Il Monte Amaro affiora tra le nubi

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L'inizio della Val Lupara

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Val Lupara

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Val Lupara

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Val Lupara
 
Data: 8 aprile 2017
Provincia: Aquila
Località di partenza e arrivo: Chalet sulla statale per Secinaro
Tempo di percorrenza: 6 ore
Chilometri: circa 15 km
Grado di difficoltà: EE-AI
Descrizione delle difficoltà: necessari ramponi e piccozza e caschetto, attenzione alle scariche di sassi
Periodo consigliato: Quando c'è neve (meglio se compatta)
Segnaletica: assente dopo i 1500, scarsa dentro il bosco
Dislivello in salita: 1150 mt
Dislivello in discesa: 1150 mt
Quota massima: 2348 mt
Traccia GPS: mi sono perso il GPS al ritorno :wall:

Finalmente il Sirente, che mancava ormai da troppo tempo dal mio curriculum. E ho voluto onorarlo con una salita nel suo versante più bello, quello Nord, quello più dolomitico d'Abruzzo.
Parto molto presto, la giornata è senza nubi e la temperatura all'arrivo è di - 3°. Alle 8,00 non c'è nessuna macchina parcheggiata e sono completamente solo. Cammino nel bosco, senza avere idea da dove salire e scendere tra la Val Lupara e il Maiori, alla fine opto di salire per quest'ultimo
Mi perdo un paio di volte nel bosco e finalmente arrivo alla base del canalone a quota 1500 mt circa, che è completamente innevato e baciato dal sole. Indosso subito i ramponi e parto dopo una breve pausa. La neve è perfetta per questo tipo di ascensioni: compatta, dura e non ghiacciata. Il canale, che ha uno sviluppo di circa 700 mt di altezza, risulta essere più ripido nella parte centrale, per poi addolcirsi prima della 'pettata' finale. Come un cretino, non taglio le pendenze con delle diagonali, ma affronto la salita dritto per dritto, affaticando non poco i miei polpacci, che non sono abituati a questo movimento mi lasciano a volte senza fiato. Dall'alto si cominciano a vedere i primi escursionisti della giornata più in basso. Superato il tratto più ripido, riprendo fiato prima di affrontare la parte finale, che ho sentito dire essere più ripida e rognosa di quello fatto finora. Avrei preferito avere qualcuno davanti per capire dov'era l'uscita del canalone, ma sono solo e devo arrangiarmi. Punto prima uno stretto canale che arriva diretto in cresta, snobbando inizialmente una piccola sella molto più facile a vedersi, ma troppo ovvia per essere quella descritta dalle recensioni. Poi la vista di una cornice pronunciata nello stretto canale, mi fanno cambiare idea e mi butto nella via più ovvia, che poi si è dimostrata essere quella giusta, rimango quasi stupito dalla semplicità con cui ne sono uscito, mi rendo conto che con la presenza di cornici qui il discorso cambia totalmente. La cresta che porta alla vicina vetta è in parte sgombra dalla neve, che comunque qui non è dura in quanto scaldata dai raggi solari, decido di togliermi i ramponi. Arrivato in vetta mi godo il panorama e mi rendo conto che il Sirente è forse la montagna più centrale di questa fascia Appenninica. Il tempo di mangiare qualcosa e comincio la discesa verso la Val Lupara. Il primo tratto di questa bellissima valle è scoperto dalla neve e affiora un esteso ghiaione. La neve appare più avanti, risulta molle al punto giusto da non affondare troppo e da non rendere indispensabili i ramponi. La discesa non presenta alcuna difficoltà e ogni tanto mi fermo per godere della solitudine di questo posto magico. Verso quota 1600 mt inizia il tratto di bosco rognoso, in quanto essendo interessato dalle valanghe, gli alberi sono piegati orizzontalmente, rendendo difficile la progressione. Non ho mai trovato il sentiero, sono andato un po' a caso, fino a trovare una mulattiera a quota 1300 mt. che mi ha riportato al punto di partenza.
Vedi l'allegato 149126
La spettacolare parete Nord del Sirente

Vedi l'allegato 149127
La Catena del Gran Sasso dal Prena al Corno Grande

Vedi l'allegato 149128 Il Canale Maiori

Vedi l'allegato 149129
Superata la parte centrale più ripida

Vedi l'allegato 149130
Caschetto obbligatorio, le scariche di sassi sono continue

Vedi l'allegato 149131 Canale Maiori

Vedi l'allegato 149132 Canale Maiori

Vedi l'allegato 149133 il Canale Maiori visto dall'alto

Vedi l'allegato 149134 L'uscita del Canale Maiori (inizialmente ero andato a destra)

Vedi l'allegato 149135 Sempre l'uscita dal Maiori

Vedi l'allegato 149136 Monte Sirente

Vedi l'allegato 149137
La Serra di Celano e dietro la Piana del Fucino

Vedi l'allegato 149138 Il Monte Amaro affiora tra le nubi

Vedi l'allegato 149139 L'inizio della Val Lupara

Vedi l'allegato 149140 Val Lupara

Vedi l'allegato 149141 Val Lupara

Vedi l'allegato 149142
Val Lupara
Semplicemente spettacolare.Spero di ritornarci a risalire uno dei suoi canali.
 
Senza parole davanti al fascino di quel canale Maiori. Escursione tosta dai paesaggi spettacolari. Complimenti: grande determinazione.
Velino,Sirente,Velino,Sirente,Velino,Sirente ..... oramai mi perseguitano,questi due nomi.Che non siano le prime Montagne a riuscire a portarmi fuori dal Parco del GS??:biggrin:
 
@Leo da solo Dai non ti puoi lamentare, penso che non basti una vita per assaporare tutte le meraviglie del Gran Sasso!
@Montinvisibili e si, l'ho perso allo Chalet al ritorno, mentre mi stavo cambiando prima di ripartire in macchina, era un Garmin etrex vista Hcx
Mi dispiace assai, non per il valore economico che oramai era pari allo zero, ma per quello affettivo. Lo avevo acquistato circa 7 anni e ha tracciato tutte le mie escursioni a piedi, le uscite in bici, 5 cicloviaggi. Ha resistito dalla sabbia del Sahara a 46° alle piogge continue delle Highlands scozzesi. Mi è caduto varie volte a terra, di cui 3/4 in bici da corsa a forte velocità e nonostante avesse il vetro rotto, con un angolo mancante, tutta la guarnizione laterale staccata, la gomma di protezione quasi tutta consumata, continuava a funzionare. Spesso si spengeva da solo e io gli dicevo, tanto ora ti cambio, tanto ora ti cambio, ma ripartiva subito e mi convincevo a tenerlo ancora. Pochi mesi fa mi è finito sotto l'acqua di un torrente per alcuni secondi, l'acqua è entrata fin dentro il display: mi son detto 'ecco è la volta buona'.... e invece funzionava ancora. Sarà forse una forma di feticismo, ma sono legato agli oggetti che hanno avuto una storia intesa e duratura che mi ci lega: amo le scarpe consumate dai passi, sono indifferente a quelle nuove. Penso comunque che terminare la sua storia sotto la Nord del Sirente, sia stata una fine degna!
Comunque mi sto attivando per comprare lo stesso modello usato, oggetto affidabilissimo:
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Aspettavo questo post. Bello il Sirente. E' una montagna con cui ho un rapporto un po' particolare a causa di alcune vicende passate.
Il canalone Majori per me dovrà ancora aspettare ma è uno dei miei obiettivi da parecchio tempo.
 
Data: 8 aprile 2017
Provincia: Aquila
Località di partenza e arrivo: Chalet sulla statale per Secinaro
Tempo di percorrenza: 6 ore
Chilometri: circa 15 km
Grado di difficoltà: EE-AI
Descrizione delle difficoltà: necessari ramponi e piccozza e caschetto, attenzione alle scariche di sassi
Periodo consigliato: Quando c'è neve (meglio se compatta)
Segnaletica: assente dopo i 1500, scarsa dentro il bosco
Dislivello in salita: 1150 mt
Dislivello in discesa: 1150 mt
Quota massima: 2348 mt
Traccia GPS: mi sono perso il GPS al ritorno :wall:

Finalmente il Sirente, che mancava ormai da troppo tempo dal mio curriculum. E ho voluto onorarlo con una salita nel suo versante più bello, quello Nord, quello più dolomitico d'Abruzzo.
Parto molto presto, la giornata è senza nubi e la temperatura all'arrivo è di - 3°. Alle 8,00 non c'è nessuna macchina parcheggiata e sono completamente solo. Cammino nel bosco, senza avere idea da dove salire e scendere tra la Val Lupara e il Maiori, alla fine opto di salire per quest'ultimo
Mi perdo un paio di volte nel bosco e finalmente arrivo alla base del canalone a quota 1500 mt circa, che è completamente innevato e baciato dal sole. Indosso subito i ramponi e parto dopo una breve pausa. La neve è perfetta per questo tipo di ascensioni: compatta, dura e non ghiacciata. Il canale, che ha uno sviluppo di circa 700 mt di altezza, risulta essere più ripido nella parte centrale, per poi addolcirsi prima della 'pettata' finale. Come un cretino, non taglio le pendenze con delle diagonali, ma affronto la salita dritto per dritto, affaticando non poco i miei polpacci, che non sono abituati a questo movimento mi lasciano a volte senza fiato. Dall'alto si cominciano a vedere i primi escursionisti della giornata più in basso. Superato il tratto più ripido, riprendo fiato prima di affrontare la parte finale, che ho sentito dire essere più ripida e rognosa di quello fatto finora. Avrei preferito avere qualcuno davanti per capire dov'era l'uscita del canalone, ma sono solo e devo arrangiarmi. Punto prima uno stretto canale che arriva diretto in cresta, snobbando inizialmente una piccola sella molto più facile a vedersi, ma troppo ovvia per essere quella descritta dalle recensioni. Poi la vista di una cornice pronunciata nello stretto canale, mi fanno cambiare idea e mi butto nella via più ovvia, che poi si è dimostrata essere quella giusta, rimango quasi stupito dalla semplicità con cui ne sono uscito, mi rendo conto che con la presenza di cornici qui il discorso cambia totalmente. La cresta che porta alla vicina vetta è in parte sgombra dalla neve, che comunque qui non è dura in quanto scaldata dai raggi solari, decido di togliermi i ramponi. Arrivato in vetta mi godo il panorama e mi rendo conto che il Sirente è forse la montagna più centrale di questa fascia Appenninica. Il tempo di mangiare qualcosa e comincio la discesa verso la Val Lupara. Il primo tratto di questa bellissima valle è scoperto dalla neve e affiora un esteso ghiaione. La neve appare più avanti, risulta molle al punto giusto da non affondare troppo e da non rendere indispensabili i ramponi. La discesa non presenta alcuna difficoltà e ogni tanto mi fermo per godere della solitudine di questo posto magico. Verso quota 1600 mt inizia il tratto di bosco rognoso, in quanto essendo interessato dalle valanghe, gli alberi sono piegati orizzontalmente, rendendo difficile la progressione. Non ho mai trovato il sentiero, sono andato un po' a caso, fino a trovare una mulattiera a quota 1300 mt. che mi ha riportato al punto di partenza.
Vedi l'allegato 149126
La spettacolare parete Nord del Sirente

Vedi l'allegato 149127
La Catena del Gran Sasso dal Prena al Corno Grande

Vedi l'allegato 149128 Il Canale Maiori

Vedi l'allegato 149129
Superata la parte centrale più ripida

Vedi l'allegato 149130
Caschetto obbligatorio, le scariche di sassi sono continue

Vedi l'allegato 149131 Canale Maiori

Vedi l'allegato 149132 Canale Maiori

Vedi l'allegato 149133 il Canale Maiori visto dall'alto

Vedi l'allegato 149134 L'uscita del Canale Maiori (inizialmente ero andato a destra)

Vedi l'allegato 149135 Sempre l'uscita dal Maiori

Vedi l'allegato 149136 Monte Sirente

Vedi l'allegato 149137
La Serra di Celano e dietro la Piana del Fucino

Vedi l'allegato 149138 Il Monte Amaro affiora tra le nubi

Vedi l'allegato 149139 L'inizio della Val Lupara

Vedi l'allegato 149140 Val Lupara

Vedi l'allegato 149141 Val Lupara

Vedi l'allegato 149142
Val Lupara
Bellissima uscita, che a me manca. Complimenti anche per le foto
 
@Montinvisibili e si, l'ho perso allo Chalet al ritorno, mentre mi stavo cambiando prima di ripartire in macchina, era un Garmin etrex vista Hcx
Mi dispiace assai, non per il valore economico che oramai era pari allo zero, ma per quello affettivo.:
Vedi l'allegato 149250
Capisco benissimo, noi uomini ci affezioniamo ad alcuni oggetti della nostra vita: la vecchia camicia, il cappello stazzonato, le scarpe sformate e anche quel gps che ci ha portato in giro per il mondo. E generalmente le mogli, parlo del vestiario, tendono a voler subdolamente eliminare questi cimeli.
Anche io sono andato in giro per anni con un eTrex Summit, ottimo strumento ma che soffriva degli stessi problemi di tenuta della gomma di cui parli.
 
Racconto meraviglioso di una splendida ascensione... questo canale è davvero invitante seppure austero e degno di timore reverenziale... Mi sa che col socio @Leo da solo le capatine da quelle parti non tarderanno ad arrivare :biggrin:

Complimenti e grazie per aver condiviso!
 
tutto molto bello, la N del Sirente è tanta roba in invernale (lo è anche nelle altre stagioni, ma in invernale di più)..poi quando si sale in solitaria meglio ancora. Complimenti...peccato solo per il tuo gps, ma come hai detto tu, è un luogo più che degno per perderlo
 
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