Dati
Data: 11/09/2022
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Rocca di Mezzo, Chalet del Sirente
Località di arrivo: Rocca di Mezzo, Chalet del Sirente
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 12
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: fatica (sono più di 1300 mt in circa 6 km lineari!)
Periodo consigliato: tutto l'anno
Segnaletica: CAI, buona
Dislivello in salita: 1379m
Dislivello in discesa: 1379m
Quota massima: 2349m
Accesso stradale: da Rocca di Mezzo si gira per Secinaro, la partenza è visibilissima allo Chalet del Sitente
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8606
Descrizione
In questo periodo la mia sezione del CAI regala delle uscite interessanti e quindi ne approfitto di nuovo, complici la mia voglia di socialità e la contingente mancanza di tempo e testa per studiare percorsi a tavolino. Così mi aggrego a questa bella e faticosa uscita in giornata.
L'alzata mattiniera alle 5.00 prepara un arrivo sonnolento, ma gli ultimi chilometri di macchina già regalano scenari suggestivi, con l'attraversamento dei Prati del Sirente coperti di brume e l'imponente profilo del massiccio del Sirente, lungo 13 km da nord a sud, illuminato dal primo sole. Parcheggiate le macchine allo Chalet del Sirente, inizia subito il cammino con un sentiero che entra in un fitto bosco di faggi da est verso ovest. Nonostante siano già le 9.00, la quota molto bassa della partenza rende quest'area boschiva ancora molto buia e fredda, quasi notturna, coi primi giochi di luce che filtrano attraverso la trama regolare dei tronchi sottili.
Ingresso nella faggeta da sotto
Il fondo è terroso e morbido, consentendo una salita agevole seppur già faticosa: dopo circa 15 minuti si prende la deviazione per salire lungo il sentiero n15 e la pendenza risulta subito "importante", con i meno allenati del gruppo che accusano la fatica, rallentando il gruppo. Di lì inizia una costante ascesa attraverso la faggeta, progressivamente più calda e luminosa, affollata di funghi e con alberi ora più grandi, fino all'improvviso a sbucare sul limitare superiore del bosco e vedere all'improvviso da sotto il profilo del masssiccio.
Uscita dal bosco sotto il massiccio
Lo scenario è imponente e la prospettiva dal basso ne esalta la grandezza "dolomitica". Impossibile cogliere tutto in una foto, quindi scateno una raffica di scatti da nord (dx) a sud (sinistra) per cogliere tutto con sufficiente dettaglio.
Il Sirente da nord a sud
Usciti allo scoperto siamo sui 1800mt e la vista può finalmente spaziare, regalandoci una vista del GranSasso avvolto tra le nubi. Alcuni amici oggi sono là, sul Corno Grande, e ci scambiamo saluti via whatsapp. La salita si fa ancora più ripida ed ora rocciosa, a tratti franosa, quindi faticosa...ma la verticalità del fianco est del massiccio con le sue spaccature è davvero emozionante.
Vista del GranSasso
Fianchi maestosi del Sirente
Arrivati sui 2200mt si apre una specie di vasta selletta, dove possiamo concederci una breve pausa di ristoro prima di attaccare la cima. Il cielo è ancora terso, ma si affacciano alcune nubi veloci che avvolgono temporaneamente i prati di altura attorno a noi e le cime dei massicci limitrofi.
Nubi
Arrivati in cima, dopo le foto di rito alla croce di vetta, possiamo finalmente ammirare anche la prospettiva ovest - prima nascosta dal fianco della montagna - con vista in particolare sul gruppo del Velino e sulle Gole di Celano. E' il tempo di un lauto pranzo e di un pisolino sdraiati con testa sullo zaino!
Croce di vetta
Massiccio del Velino
Gole di Celano
Nubi
E' ora di riprendere la discesa, lungo la stessa strada fatta in salita. La salita ripida si trasforma in una discesa rapida, più agevole di quanto avrei detto all'andata, e dopo un po' ci ritroviamo a rientrare nel bosco di faggi dall'alto. Il percorso del sole nel cielo ha però cambiato sia la temperatura, decisamente tiepida se non calda adesso, sia i colori, decisamente più morbidi e avvolgenti. Complice la discesa, che lascia lo sguardo libero di spaziare in una direzione prima nascosta, il bosco regala primi accenni di "foliage" e di autunno.
Il bosco dall'alto
Il Velino coi primi segni di calar del sole
Accenni di Foliage
Sarà che la stanchezza porta una sorta di rilassatezza, sarà il piacere del pasto in circolo, sarà la luce tenue del pomeriggio, ma l'ingresso nel bosco risveglia come sempre in me quella sensazione ancestrale di casa, di "protezione inquieta" che mi avvolge come un abbraccio. La chiacchiera che insistentemente ha rallegrato le ultime ore lascia così il posto ad un ascolto vagamente "animale" delle vibrazioni del luogo e spostano l'attenzione dal macro al dettaglio.
Il bosco pomeridiano
Foglie sassi e terra
Cupola
L'escursione è finita, la giornata no: c'è ancora un lungo viaggio per tornare e casa e tante cose da sistemare al rientro. Ma il piacere nelle ossa sfrigola!
Data: 11/09/2022
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Rocca di Mezzo, Chalet del Sirente
Località di arrivo: Rocca di Mezzo, Chalet del Sirente
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 12
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: fatica (sono più di 1300 mt in circa 6 km lineari!)
Periodo consigliato: tutto l'anno
Segnaletica: CAI, buona
Dislivello in salita: 1379m
Dislivello in discesa: 1379m
Quota massima: 2349m
Accesso stradale: da Rocca di Mezzo si gira per Secinaro, la partenza è visibilissima allo Chalet del Sitente
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8606
Descrizione
In questo periodo la mia sezione del CAI regala delle uscite interessanti e quindi ne approfitto di nuovo, complici la mia voglia di socialità e la contingente mancanza di tempo e testa per studiare percorsi a tavolino. Così mi aggrego a questa bella e faticosa uscita in giornata.
L'alzata mattiniera alle 5.00 prepara un arrivo sonnolento, ma gli ultimi chilometri di macchina già regalano scenari suggestivi, con l'attraversamento dei Prati del Sirente coperti di brume e l'imponente profilo del massiccio del Sirente, lungo 13 km da nord a sud, illuminato dal primo sole. Parcheggiate le macchine allo Chalet del Sirente, inizia subito il cammino con un sentiero che entra in un fitto bosco di faggi da est verso ovest. Nonostante siano già le 9.00, la quota molto bassa della partenza rende quest'area boschiva ancora molto buia e fredda, quasi notturna, coi primi giochi di luce che filtrano attraverso la trama regolare dei tronchi sottili.
Ingresso nella faggeta da sotto
Il fondo è terroso e morbido, consentendo una salita agevole seppur già faticosa: dopo circa 15 minuti si prende la deviazione per salire lungo il sentiero n15 e la pendenza risulta subito "importante", con i meno allenati del gruppo che accusano la fatica, rallentando il gruppo. Di lì inizia una costante ascesa attraverso la faggeta, progressivamente più calda e luminosa, affollata di funghi e con alberi ora più grandi, fino all'improvviso a sbucare sul limitare superiore del bosco e vedere all'improvviso da sotto il profilo del masssiccio.
Uscita dal bosco sotto il massiccio
Lo scenario è imponente e la prospettiva dal basso ne esalta la grandezza "dolomitica". Impossibile cogliere tutto in una foto, quindi scateno una raffica di scatti da nord (dx) a sud (sinistra) per cogliere tutto con sufficiente dettaglio.
Il Sirente da nord a sud
Usciti allo scoperto siamo sui 1800mt e la vista può finalmente spaziare, regalandoci una vista del GranSasso avvolto tra le nubi. Alcuni amici oggi sono là, sul Corno Grande, e ci scambiamo saluti via whatsapp. La salita si fa ancora più ripida ed ora rocciosa, a tratti franosa, quindi faticosa...ma la verticalità del fianco est del massiccio con le sue spaccature è davvero emozionante.
Vista del GranSasso
Fianchi maestosi del Sirente
Arrivati sui 2200mt si apre una specie di vasta selletta, dove possiamo concederci una breve pausa di ristoro prima di attaccare la cima. Il cielo è ancora terso, ma si affacciano alcune nubi veloci che avvolgono temporaneamente i prati di altura attorno a noi e le cime dei massicci limitrofi.
Nubi
Arrivati in cima, dopo le foto di rito alla croce di vetta, possiamo finalmente ammirare anche la prospettiva ovest - prima nascosta dal fianco della montagna - con vista in particolare sul gruppo del Velino e sulle Gole di Celano. E' il tempo di un lauto pranzo e di un pisolino sdraiati con testa sullo zaino!
Croce di vetta
Massiccio del Velino
Gole di Celano
Nubi
E' ora di riprendere la discesa, lungo la stessa strada fatta in salita. La salita ripida si trasforma in una discesa rapida, più agevole di quanto avrei detto all'andata, e dopo un po' ci ritroviamo a rientrare nel bosco di faggi dall'alto. Il percorso del sole nel cielo ha però cambiato sia la temperatura, decisamente tiepida se non calda adesso, sia i colori, decisamente più morbidi e avvolgenti. Complice la discesa, che lascia lo sguardo libero di spaziare in una direzione prima nascosta, il bosco regala primi accenni di "foliage" e di autunno.
Il bosco dall'alto
Il Velino coi primi segni di calar del sole
Accenni di Foliage
Sarà che la stanchezza porta una sorta di rilassatezza, sarà il piacere del pasto in circolo, sarà la luce tenue del pomeriggio, ma l'ingresso nel bosco risveglia come sempre in me quella sensazione ancestrale di casa, di "protezione inquieta" che mi avvolge come un abbraccio. La chiacchiera che insistentemente ha rallegrato le ultime ore lascia così il posto ad un ascolto vagamente "animale" delle vibrazioni del luogo e spostano l'attenzione dal macro al dettaglio.
Il bosco pomeridiano
Foglie sassi e terra
Cupola
L'escursione è finita, la giornata no: c'è ancora un lungo viaggio per tornare e casa e tante cose da sistemare al rientro. Ma il piacere nelle ossa sfrigola!