- Parchi del Lazio
-
- Parco Regionale dei Monti Simbruini
Dati
Data: 30 settembre 2014
Regione e provincia: Lazio/Frosinone
Località di partenza: Campo Staffi
Località di arrivo: Monte Tarino
Tempo di percorrenza: 3 ore circa
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: pendenza elevata da Monna della Forcina, tratti esposti in cresta
Segnaletica: buona, qualche problema all'inizio
Quota massima: Monte Tarino 1961m
Era maggio (se non ricordo male) del 2009 quando salii la prima volta sul Tarino: partii da Fiumata in compagnia di altre 4 persone. La salita fu lunga e lenta: ad un certo punto il gruppo si bloccò per la stanchezza.
Deciso ad arrivare in cima, mi avviai da solo ma poco dopo mi imbattei in uno strato di neve ancora abbastanza profondo e fastidioso: non lo avevo previsto, ero solo, salivo lentamente. Alla fine ho desistito.
Sono passati più di cinque anni e ieri eccomi li di nuovo: questa volta da solo (tanto per cambiare).
Ho in programma di raggiungere il Tarino e poi di salire sul Cotento.
Mi alzo all’alba, mi preparo in fretta ed esco di casa: grazie al traffico e al solito incidente sul Raccordo Anulare, impiego ben tre ore per raggiungere Campo Staffi (questa volta decido di salire da qui anziché da Fiumata) e sono già provato.
Dal piazzale ecco subito il Viglio e il Tarino:
Giunto al parcheggio, lascio la macchina proprio dove termina l’asfalto. Non vedo segnali. Prendo la cartina e orientandomi scelgo una direzione che mi sembra sensata: poco dopo per fortuna incrocio il primo cartello: mi dirigo verso il sentiero 651 che da Campo Staffi (1780 m) mi dovrebbe portare su Monte Tarino (1961 m) in 1.50 h.
La direzione porta verso i soliti inguardabili impianti di risalita: sarà per il disgusto, la stanchezza o la distrazione ma perdo subito i segnali e faccio un paio di fuori sentiero non programmati
Segnalo che dallo stesso punto per imboccare l’altro sentiero, il 696c per Monte Cotento, non è affatto semplice perché non ci sono segnali e io l’ho trovato solo dopo al ritorno perché ci sono finito per caso.
C’erano diverse persone a tagliare rami e tronchi (anche parecchio più avanti) e mi son chiesto se effettivamente avessero tagliato anche quelli con i segnali perché la faccenda era davvero strana.
Il tratto iniziale del 651 è davvero piacevole: una leggera discesa attraverso un bellissimo bosco costellato da tanti blocchi di roccia calcarea.
In meno di mezz’ora si arriva comodamente presso la Valle le Lisce e da qui poco dopo al Passo Monna della Forcina (1570 m):
Dalla Morcina (dove trovo tracce di un bivacco) ci sono tre alternative:
- Svoltare a destra verso nord e raggiungere in 20 minuti Campo Ceraso e il suo omonimo Rifugio
- Svoltare a sinistra verso Fiumata e Fonte della Radica
- Proseguire dritti verso ovest e la vetta del Tarino, che secondo le indicazioni si raggiunge in poco più di un’ora
Lasciata la Morcina alle spalle, si rientra nel bosco: qui la salita si fa dura. La pendenza è consistente, foglie e terreno scivoloso fanno il resto. Si procede a fatica e poco dopo si esce fuori allo scoperto per un breve tratto: la pendenza diminuisce giusto il tempo di riprendere fiato perché poco dopo ricomincia il bosco e anche la pendenza torna più o meno quella di prima.
Ma la vista del Tarino che si avvicina e confortante.
Usciti dal bosco il percorso prosegue con l’anticima e un bel passaggio in cresta che da verso sud sulle Coste del Tarino, regalando un gran bel colpo d’occhio.
Si vede anche Filettino:
Da qui in breve si è in vetta e il percorso è divertente e stupendo.
Poco prima incontro un signore di una certa età, con cui decido di proseguire anche se avanza piuttosto lentamente: alla fine sono su in 2 ore nonostante la velocità dell’ultimo tratto e le tante pause per le fotografie, direi quindi che si sale tranquillamente in meno di due ore.
In vetta ci sono altri due escursionisti: due signori di Avezzano.
Da quassù c’è davvero un bel colpo d’occhio.
Da est verso Ovest più o meno, rivolgendo lo sguardo verso l’Abruzzo, si vedono la Majella:
Il Fucino e Celano:
Il Sirente:
Monte Velino con Magliano dei Marsi e Massa d’Albe se non sbaglio:
Entro il confine laziale, Campo Ceraso:
E credo Campo Secco:
Con le spalle all’Abruzzo, sulla sinistra Monte Cotento:
Filettino:
Il tratto di cresta:
Foto di vetta:
Gli altri tre escursionisti ripartono quasi subito e rimango per un’oretta da solo.
Passa anche un aereo:
Scendendo noto che i colori degli alberi stanno già cambiando, in effetti l’autunno è da poco cominciato.
Data: 30 settembre 2014
Regione e provincia: Lazio/Frosinone
Località di partenza: Campo Staffi
Località di arrivo: Monte Tarino
Tempo di percorrenza: 3 ore circa
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: pendenza elevata da Monna della Forcina, tratti esposti in cresta
Segnaletica: buona, qualche problema all'inizio
Quota massima: Monte Tarino 1961m
Era maggio (se non ricordo male) del 2009 quando salii la prima volta sul Tarino: partii da Fiumata in compagnia di altre 4 persone. La salita fu lunga e lenta: ad un certo punto il gruppo si bloccò per la stanchezza.
Deciso ad arrivare in cima, mi avviai da solo ma poco dopo mi imbattei in uno strato di neve ancora abbastanza profondo e fastidioso: non lo avevo previsto, ero solo, salivo lentamente. Alla fine ho desistito.
Sono passati più di cinque anni e ieri eccomi li di nuovo: questa volta da solo (tanto per cambiare).
Ho in programma di raggiungere il Tarino e poi di salire sul Cotento.
Mi alzo all’alba, mi preparo in fretta ed esco di casa: grazie al traffico e al solito incidente sul Raccordo Anulare, impiego ben tre ore per raggiungere Campo Staffi (questa volta decido di salire da qui anziché da Fiumata) e sono già provato.
Dal piazzale ecco subito il Viglio e il Tarino:
Giunto al parcheggio, lascio la macchina proprio dove termina l’asfalto. Non vedo segnali. Prendo la cartina e orientandomi scelgo una direzione che mi sembra sensata: poco dopo per fortuna incrocio il primo cartello: mi dirigo verso il sentiero 651 che da Campo Staffi (1780 m) mi dovrebbe portare su Monte Tarino (1961 m) in 1.50 h.
La direzione porta verso i soliti inguardabili impianti di risalita: sarà per il disgusto, la stanchezza o la distrazione ma perdo subito i segnali e faccio un paio di fuori sentiero non programmati
Segnalo che dallo stesso punto per imboccare l’altro sentiero, il 696c per Monte Cotento, non è affatto semplice perché non ci sono segnali e io l’ho trovato solo dopo al ritorno perché ci sono finito per caso.
C’erano diverse persone a tagliare rami e tronchi (anche parecchio più avanti) e mi son chiesto se effettivamente avessero tagliato anche quelli con i segnali perché la faccenda era davvero strana.
Il tratto iniziale del 651 è davvero piacevole: una leggera discesa attraverso un bellissimo bosco costellato da tanti blocchi di roccia calcarea.
In meno di mezz’ora si arriva comodamente presso la Valle le Lisce e da qui poco dopo al Passo Monna della Forcina (1570 m):
Dalla Morcina (dove trovo tracce di un bivacco) ci sono tre alternative:
- Svoltare a destra verso nord e raggiungere in 20 minuti Campo Ceraso e il suo omonimo Rifugio
- Svoltare a sinistra verso Fiumata e Fonte della Radica
- Proseguire dritti verso ovest e la vetta del Tarino, che secondo le indicazioni si raggiunge in poco più di un’ora
Lasciata la Morcina alle spalle, si rientra nel bosco: qui la salita si fa dura. La pendenza è consistente, foglie e terreno scivoloso fanno il resto. Si procede a fatica e poco dopo si esce fuori allo scoperto per un breve tratto: la pendenza diminuisce giusto il tempo di riprendere fiato perché poco dopo ricomincia il bosco e anche la pendenza torna più o meno quella di prima.
Ma la vista del Tarino che si avvicina e confortante.
Usciti dal bosco il percorso prosegue con l’anticima e un bel passaggio in cresta che da verso sud sulle Coste del Tarino, regalando un gran bel colpo d’occhio.
Si vede anche Filettino:
Da qui in breve si è in vetta e il percorso è divertente e stupendo.
Poco prima incontro un signore di una certa età, con cui decido di proseguire anche se avanza piuttosto lentamente: alla fine sono su in 2 ore nonostante la velocità dell’ultimo tratto e le tante pause per le fotografie, direi quindi che si sale tranquillamente in meno di due ore.
In vetta ci sono altri due escursionisti: due signori di Avezzano.
Da quassù c’è davvero un bel colpo d’occhio.
Da est verso Ovest più o meno, rivolgendo lo sguardo verso l’Abruzzo, si vedono la Majella:
Il Fucino e Celano:
Il Sirente:
Monte Velino con Magliano dei Marsi e Massa d’Albe se non sbaglio:
Entro il confine laziale, Campo Ceraso:
E credo Campo Secco:
Con le spalle all’Abruzzo, sulla sinistra Monte Cotento:
Filettino:
Il tratto di cresta:
Foto di vetta:
Gli altri tre escursionisti ripartono quasi subito e rimango per un’oretta da solo.
Passa anche un aereo:
Scendendo noto che i colori degli alberi stanno già cambiando, in effetti l’autunno è da poco cominciato.
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