Escursione Monte Tartaro dal vallone della Meta e il Pratolungo - (nel regno dei camosci)

Parchi del Lazio
  1. Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise
DSC_0025%2520-%2520Copia.JPG



Dati

Data: 20 maggio 2014
Regione e provincia: Lazio - Frosinone
Località di partenza: Prati di Mezzo
Località di arrivo: monte Tartaro
Tempo di percorrenza: 6 ore complessive
Chilometri: 18
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: la lunghezza del percorso
Periodo consigliato: sempre, ma con la neve può diventare un'impresa!
Segnaletica: presenti bolli bianco/rossi del cai
Dislivello in salita: 1200
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2191
Accesso stradale: da Picinisco verso la località turistica Prati di Mezzo, dov'è presente un piccolo impianto sciistico e un bar-ristorante con parco giochi e area di pic-nik.


Descrizione

E’ una di quelle escursioni dal sapore selvaggio e solitario, come spesso ci capita di vivere in alcuni ambienti del nostro Appennino ma tra queste montagne il particolare ambiente riesce a trasmette quel senso di pace, solitudine e libertà meglio di qualunque altra montagna.

La partenza da Roma avviene in maniera a dir poco dopo traumatica.
Partiamo con un mostruoso ritardo per via di una delle peggiori situazioni di traffico che il "meraviglioso" Grande Raccordo Anulare ci regala.
L’appuntamento con Alessandro slitta di oltre un’ora.
Andrea, l’altro componente del gruppo ci attende a Frosinone. Naturalmente lo avvertiamo del ritardo e lui ne approfitta per sfruttare parte della mattinata al lavoro!! C'è chi può, essendo lui stesso il proprio datore di lavoro.

Da Frosinone ci dirigiamo di gran carriera verso Picinisco e poi più su, a Prati di Mezzo. Finalmente partiamo.
L’altimetro al momento della partenza segna un orario inaccettabile, mezzogiorno spaccato!!!
Vedere per credere…
DSC_0001.JPG


Percorrendo la piacevole via che parte da Prati di Mezzo (Picinisco - FR), ampio e luminoso pianoro carsico, si giunge al cospetto del monte Meta (o La Meta, nel toponimo locale) e delle splendide vette che compongono la sua cresta verso nord.

La via iniziale si snoda nel suggestivo e lunare vallone della Meta, dove gruppi di faggi pluricentenari, spesso isolati e profondamente segnati da secoli di intemperie, ci introducono alle nude pietraie d'alta quota, in un ambiente severo e affascinante.
Alcuni esemplari superano i 250-300 anni di età.

L'escursionista spesso non dà la giusta importanza a questa peculiarità botanica, accecato com'è dalla voglia di raggiungere la vetta dei monti e scambiando quei patriarchi vegetali per semplici ammassi legnosi facenti parte di un normale bosco. Ma così non è!
DSC_0007.JPG


DSC_0011.JPG


DSC_0013.JPG


DSC_0015.JPG


DSC_0016.JPG


DSC_0017.JPG


DSC_0021.JPG


Per un appassionato dell'aspetto florovivaistico e botanico di ogni ambiente come me, l'escursione potrebbe già concludersi in questo splendido regno che trasmette sacralità, dove i colossi vegetali sembrano comunicare la loro "essenza" con chi attraversa il loro territorio. Sentinelle centenarie di un antico bosco la cui mano dell'uomo ha sottratto circa due secoli fa, per ricavare pascoli e terreni da coltivare.
Quanta storia avrebbero da raccontare...

Usciamo dunque dal vallone della Meta tra nevai e una suggestiva piccola gola. Da qui puntiamo decisamente a sinistra immettendoci nel Pratolungo, a quota 1800 circa, un'altra bellissima valle erbosa ricca di nevai e prime fioriture, con molte pozze d'acqua di fusione, racchiusa da rocce calcaree dalle forme spesso bizzarre.

Qui inizia l'incontro con i camosci. Dapprima con qualche esemplare isolato, poi con sorpresa un intero branco sul finire dell'escursione con almeno 23 capi pazientemente contati.

Il Pratolungo all'uscita del vallone della Meta
DSC_0026.JPG


Il Pratolungo, spesso con caratteristiche di torbiera. Conviene spesso camminare lungo il bordo e sfruttare le rocce affioranti per non rimanere impantanati nel fango.
DSC_0027.JPG


La sagoma arcigna e allo stesso tempo bonaria del monte Meta, sembra darci il benvenuto nel suo meraviglioso e solitario ambiente.
DSC_0030.JPG


Percorse poche centinaia di metri sul Pratolungo, abbandoniamo il sentiero ufficiale che scende di livello e per non perdere quota puntiamo direttamente la base del monte Tartaro caratterizzata da immensi ghiaioni e abbontanti nevai. E' stato un errore in realtà!
Procedere senza sentiero su ghiaie instabili e neve marcia ha aumentato fortemente la fatica costringendoci spesso a effettuare soste, aggirare ostacoli, improvvisare alternative. In compenso numerosi camosci ci osservavano con aria incuriosita al di là degli spalti rocciosi che conferivano loro una certa sicurezza.
DSC_0034.JPG


Inoltre, tutto il percorso è stato caratterizzato dalla splendida e aerea vista sulla val Canneto. Qui in particolare si vede il convento dei frati agostiniani, poco più a monte del celebre Santuario della Madonna di Canneto, conosciuta e venerata in molti paesi dei dintorni, fino al Molise a alla Campania.
DSC_0035.JPG


DSC_0041.JPG


Neve e ghiaie da affrontare. Il Tartaro visto da qui è l'ultima elevazione
DSC_0038.JPG


Si affronta il ripido ghiaione instabile, ribattezzato "La via dei Camosci", sfruttando le uniche flebili tracce (quando c'erano) utilizzate soltanto dai padroni di casa, camosci e cervi.
DSC_0042.JPG



Nonostante la difficoltà di risalire sul ghiaione, attraversare 6 nevai su neve marcia, percorrere cenge franose, riesco a immortalare non si sa come, panorami sempre più belli e aerei su tutta la sottostante vallata.
Il monte Meta è il protagonista principale dell'opera!!
DSC_0044.JPG


Giungiamo in maniera disomogenea in vetta, e qui ci concediamo scatti fotografici di rito con visioni straordinarie sul versante abruzzese.
La vetta del monte Meta con a sinistra la valle dei Biscurri nel disgelo
DSC_0045.JPG


Sempre lei, La Meta, 2242 metri e in fondo sulla destra, un raggio di sole illumina con la calda luce esattamente la zona del Santuario della Madonna di Canneto con l'antistante piccolo laghetto.
DSC_0049.JPG


La croce di vetta del monte Tartaro, impiantata da poco tempo da alcuni amici.
DSC_0051.JPG


Foto di vetta
DSC_0054.JPG


Giusto il tempo di scattare qualche foto e poi si scende in fretta, il cielo non promette nulla di rassicurante e poi è tardi.
DSC_0055.JPG


Uno sguardo verso nord.
La bellissima cresta della Meta prosegue verso il monte Altare. Oltre c'è il mitico monte Petroso, invisibile nella nebbia.
DSC_0058.JPG


Questa volta scendiamo di quota portandoci alla base del Tartaro, sulla via ufficiale che poi era quella già utilizzata dagli antichi viandanti e pastori.
Sono infatti numerose le tracce antropiche che incontriamo, come vecchi stazzi che se non fosse per la mancanza di un tetto, oserei dire che si trovano in buono stato.
DSC_0061.JPG


La via procede comodamente tra sali scendi portandosi al cospetto della monumentale Torretta di Paradiso, una montagna di 1976 metri.
DSC_0063.JPG


In breve ci ritroviamo nel Pratolungo e da qui imbocchiamo di nuovo il vallone della Meta che ci riporta ai 1408 metri di Prati di Mezzo.
DSC_0066.JPG


Grazie come sempre ad Alex per la preziosa compagnia e un benvenuto al nuovo amico Andrea, conosciuto su quella meravigliosa invenzione di facebook, per chi la sa usare e sfruttare bene... :D

Ringrazio tutti e saluto con questo strepitoso panorama, dal monte Tartaro verso La Meta e la valle sottostante, il Pratolungo ovvero la casa dei camosci.
DSC_0059.JPG
 
Ultima modifica di un moderatore:
Ciao Fabri ...

Cresta fatta qualche anno fa in compagnia di Marco, the ZIS President anche noi in compagnia di numerosi camosci.

E oggi, per non farci mancare nulla vi abbiamo quasi imitati anche se purtroppo il simpatico augurio di Alex non ha avuto esito e, anche noi siamo stati vittime del nebbione che ci ha impedito l'ascesa al Bellaveduta quando eravamo ad un Km dalla vetta ma fa niente ...

Complimenti per il racconto e per le foto.

A breve anche le nostre.

Ciao Fabri, ciao Alex e ciao anche ad Andrea.

Un salutone a tutti,

Marco
 
Ormai la premiata ditta AlexFabri e' una garanzia..ogni escursione da noi pianificata e poi messa in atto si trasforma in un successo :)
Piu' che per la lunghezza del tragitto, a mio avviso la difficolta' del percorso e' stata data dal nostro fuori sentiero...ci siamo fatti un sedere a capanna ad attraversare nevai marci e scivolosi e pietraie ripide, cercando in tutti i modi di non cadere o scivolare, seguendo impercettibili tracce di camosci..il tutto per non perdere quota :)..della serie se non ci complichiamo la vita da soli e non rendiamo il tutto complicato non siamo contenti :rofl:
Scherzi a parte, e' stato proprio questo fuori sentiero, questa cengia da noi denominata la "via dei camosci" ad aggiungere quell'adrenalina in piu' ad un gia' fantastico percorso. Scenari stupendi, panorami severi e lunari, cielo plumbeo e minaccioso...e soprattutto tanti camosci che avranno pensato "ma chi c..zz sono quelli la" :)
Un grazie all'ormai collaudato amico di mille avventure Fabrizio e ad Andrea, che ho avuto gia' il piacere di conoscere in precedenza. E' bello andare in montagna con amici che vivono di montagna.
Presto inseriro' qualche mia foto. Tutto stupendo, insomma. :)
 
ho tratto un'importante lezione..mai fare affidamento su siti meteo di dubbia moralita' ed etica :D

Ciao Alex,

veramente per ieri tutti i principali siti meteo davano cielo sereno e temperature calde (almeno nei principali paesi attorno alle montagne e più o meno cosi è stato.

peccato che sulle vette non è andata proprio cosi ...

ma alla fine, chissene... L'importante è esserci stati ed essersi divertiti.

Poi, se la "tacca sulla cima" è mancata non fa nulla cosi abbiamo un occasione per riandare in quei posti comunque belli (e la lunga traversata per la valle Iguagnera fino al Bellaveduta, ora che abbiamo tracciato anche la via più efficente lo merita veramente).

Ciao ancora alla Ale & Fab

Marco
 
ma che bel giro avete fatto, le foto rendono benissimo la difficoltà del tragitto e la bellezza del luogo, i percorsi con neve e ghiacciai in scioglimento mi emozionano complimenti
 
ecco qui il percorso da noi fatto fuori sentiero, a grandi linee :)
 

Allegati

  • 10382272_792876227404087_5821214545151685430_o.jpg
    10382272_792876227404087_5821214545151685430_o.jpg
    90,8 KB · Visite: 270
GRAZIE a Marco, Maurizio, Daniele e Crafter.

Dico sempre che la zona dei monti della Meta e delle Mainarde appartiene ad un altro "pianeta" di montagne. Qui ho sempre provato emozioni diverse da quelle che sento solitamente quando percorro le altre vie sul resto dell'Appennino.

:D
 
Ormai la premiata ditta AlexFabri e' una garanzia..ogni escursione da noi pianificata e poi messa in atto si trasforma in un successo :)
Piu' che per la lunghezza del tragitto, a mio avviso la difficolta' del percorso e' stata data dal nostro fuori sentiero...ci siamo fatti un sedere a capanna...

Alex, Fabri, ormai come dice Ale stesso siete una garanzia di natura e avventura, non ultima la famosa..."capanna"...:biggrin: :biggrin:

comunque l'importante è che abbiate ancora voglia di farvele di queste capanne...:biggrin: :biggrin:
 
Alex, Fabri, ormai come dice Ale stesso siete una garanzia di natura e avventura, non ultima la famosa..."capanna"...

comunque l'importante è che abbiate ancora voglia di farvele di queste capanne...

Flavia, come sempre grazie del tuo piacevole apprezzamento. Beh, io e Fabri, cosi' come gli altri amici che coinvolgiamo nelle nostre avventure, siamo diventati esperti di capanne. La cosa bella e' che nemmeno lo facciamo apposta, arriva sempre casualmente un cambiamento di programma :)
 
Alto Basso