Eccomi a distanza di due giorni di nuovo in Alpago.... Alpaghinstan, come dico io, ...visto l’ambiente solitario e selvaggio! Infatti oggi ero completamente solo per tutta la salita e discesa! Approfitto di questa settimana di clima mite per aggiungere al medagliere qualche altra vetta di questo Gruppo favoloso!
Da sx il Teverone (seconda cima del Gruppo Cavallo-Col Nudo), e a dx il Col Nudo. Foto scattata dal vicino Crep Nudo!
Dati
Data: 10/11/2020
Regione e provincia: Veneto (BL)
Località di partenza: Casera Degnona (Chies d’Alpago)
Tempo di percorrenza: Gli amici del CAI segnano 4 ore per la salita in forcella ma oggi stavo più che bene e in meno di 3 ore ero già sulla vetta principale!
Grado di difficoltà: EE F+ I+
Descrizione delle difficoltà: Salita esclusivamente riservata agli esperti, con pendenze continue sui 35/40° e cresta esposta per raggiungere le due cime.
Periodo consigliato: tutto l’anno (d’inverno prettamente per alpinisti esperti di ghiacciai).
Segnaletica: CAI931
Dislivello in salita: tra sali/scendi circa 1300m
Quota massima: 2345m
Accesso stradale: da Chies d’Alpago, superare Lamosano, poi il villaggetto di San Martino e seguire la segnaletica per Casera Degnona.
Descrizione
Per parcheggiare l’auto non ci sono grossi spazi a disposizione nei pressi della Casera, ma cerco semplicemente di non ostacolare il passaggio dei locali.
Le indicazioni ci mandano a destra lungo la sterrata sassosa che porta alla vicina Casera Vecia. Pochi metri e stacca sulla sinistra il sentiero 931, ben ripido dall’inizio fino alla fine, prima dentro il bosco (ancora indicazioni: Monte Teverone h4). Dritto in salita, affianca una rete e appaiono i primi segnavia bianco-rossi sugli alberi. Sapientemente disposti, non ci abbandoneranno mai fino alla cima.
Intersechiamo una mulattiera e ancora dritti fino a sbucare in un piccolo canale di ghiaie, che risaliamo a destra (sinistra orografica). Quasi fino alle base delle rocce, che già si presentano possenti e ci obbligano ad un aggiramento ancora dentro il bosco. Zigzagando all’ombra delle piante, guadagniamo metri e sbuchiamo definitivamente al sole davanti un secondo muraglione e un’erta pala erbosa che ci consente di superarlo. Ne veniamo in capo, scoprendo un inconsueto balcone panoramico, oltre lo scollinamento ci appare l’intero Canalone Valars.
Il primo tratto lo facciamo ancora all’ombra delle pareti, fino ad un grosso omino, dove notiamo anche i resti di un vecchio ricovero.
La traccia sale ora sui ghiaioni più faticosi, consiglio lo spostamento a sinistra dove l’erba, benché ripida, consente un appoggio più stabile e proficuo. Nelle zone d’ombra i resti di nevaio delle recenti nevicate di qualche settimana fa, facilmente aggirabili. Si finisce, in ogni caso, con il raggiungere i grossi massi visibili in alto, quasi nel mezzo del canalone. Ancora su erba e ghiaie puntiamo i successivi pietroni con i segnavia bianco-rossi dipinti e accostiamo a destra, i primi scalini rocciosi. In piano, li attraversiamo tutti, ormai quasi a ridosso della lunga parete che discende direttamente dalla forcella. Su terreno vario tentiamo di raggiungerla, sfruttando anche le curiose formazioni longitudinali erose dal tempo. Dentro i canali più facili, sulla sinistra, i segnavia sono posizionati molto bene e si riesce a progredire tranquillamente. Avallamenti e dossi e finalmente il ripido canale che porta sulla forcella.
Innevato fino a tarda primavera, volendo, si evita arrampicando le roccette a sinistra, anche queste particolarissime e divertenti (I grado). Ci affacciamo infine sul vuoto assoluto, in quel poco spazio disponibile. A destra verso la Cima della Busa Secca (2328m) il tratto più bello, quei dieci minuti di gioia che giustificano tutte le fatiche.
Passiamo le creste, una dopo l’altra, con cautela ovviamente perchè l’esposizione esiste e paralizza i movimenti. Un paio sul 1° facili e siamo alla croce, su quei pochi metri quadri d’erba che ci ospitano il tempo necessario.
Pochi minuti e si riparte a ritroso in forcella e si prosegue sull’altra cresta, decisamente più esposta, che ci porta sulla cima principale (Cimon, 2345m).
Visuale a 360° su tutto l’arco alpino e l’Adriatico dalle Istrie alle Venezie! Sicuramente vengono ripagate le fatiche!!!
A nord, le Dolomiti venete con a sx il Pelmo, le Tofane, e a dx il Sorapiss e l’Antelao, all’orizzonte le Alpi Aurine innevate!
...più ad Ovest dalle Pale di S. Martino al Civetta!
...ad Est le alture friulane, con le Giulie in lontananza!
Mangio uno snack in posizione privilegiata!
In discesa mi sono spaccato ginocchia e dita dei piedi percorrendo in 1,30h quello che generalmente è calcolato in 2,30h!
Ecco il video!
SUBSCRIBE!!!
@andreal per caso sei della zona...?
Da sx il Teverone (seconda cima del Gruppo Cavallo-Col Nudo), e a dx il Col Nudo. Foto scattata dal vicino Crep Nudo!
Dati
Data: 10/11/2020
Regione e provincia: Veneto (BL)
Località di partenza: Casera Degnona (Chies d’Alpago)
Tempo di percorrenza: Gli amici del CAI segnano 4 ore per la salita in forcella ma oggi stavo più che bene e in meno di 3 ore ero già sulla vetta principale!
Grado di difficoltà: EE F+ I+
Descrizione delle difficoltà: Salita esclusivamente riservata agli esperti, con pendenze continue sui 35/40° e cresta esposta per raggiungere le due cime.
Periodo consigliato: tutto l’anno (d’inverno prettamente per alpinisti esperti di ghiacciai).
Segnaletica: CAI931
Dislivello in salita: tra sali/scendi circa 1300m
Quota massima: 2345m
Accesso stradale: da Chies d’Alpago, superare Lamosano, poi il villaggetto di San Martino e seguire la segnaletica per Casera Degnona.
Descrizione
Per parcheggiare l’auto non ci sono grossi spazi a disposizione nei pressi della Casera, ma cerco semplicemente di non ostacolare il passaggio dei locali.
Le indicazioni ci mandano a destra lungo la sterrata sassosa che porta alla vicina Casera Vecia. Pochi metri e stacca sulla sinistra il sentiero 931, ben ripido dall’inizio fino alla fine, prima dentro il bosco (ancora indicazioni: Monte Teverone h4). Dritto in salita, affianca una rete e appaiono i primi segnavia bianco-rossi sugli alberi. Sapientemente disposti, non ci abbandoneranno mai fino alla cima.
Intersechiamo una mulattiera e ancora dritti fino a sbucare in un piccolo canale di ghiaie, che risaliamo a destra (sinistra orografica). Quasi fino alle base delle rocce, che già si presentano possenti e ci obbligano ad un aggiramento ancora dentro il bosco. Zigzagando all’ombra delle piante, guadagniamo metri e sbuchiamo definitivamente al sole davanti un secondo muraglione e un’erta pala erbosa che ci consente di superarlo. Ne veniamo in capo, scoprendo un inconsueto balcone panoramico, oltre lo scollinamento ci appare l’intero Canalone Valars.
Passiamo le creste, una dopo l’altra, con cautela ovviamente perchè l’esposizione esiste e paralizza i movimenti. Un paio sul 1° facili e siamo alla croce, su quei pochi metri quadri d’erba che ci ospitano il tempo necessario.
Visuale a 360° su tutto l’arco alpino e l’Adriatico dalle Istrie alle Venezie! Sicuramente vengono ripagate le fatiche!!!
A nord, le Dolomiti venete con a sx il Pelmo, le Tofane, e a dx il Sorapiss e l’Antelao, all’orizzonte le Alpi Aurine innevate!
...più ad Ovest dalle Pale di S. Martino al Civetta!
...ad Est le alture friulane, con le Giulie in lontananza!
Mangio uno snack in posizione privilegiata!
In discesa mi sono spaccato ginocchia e dita dei piedi percorrendo in 1,30h quello che generalmente è calcolato in 2,30h!
Ecco il video!
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@andreal per caso sei della zona...?
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