riflettendoci sopra ti fanno capire che è l'istinto e una voglia irrefrenabile che hai dentro che ti spinge a farlo,pur calcolando tutti i rischi e le problematiche.
Molto corretta e razionale la tua riflessione daltro canto anche Messner (dopo aver perso il fratello) ci ha provato una seconda volta e perlopiù in solitaria con rischi ancora più altiSì, ma di solito il primo istinto (che alla fine prevale su tutti) è quello di conservazione, per chi ha figli (come in questo caso, un figlio di nemmeno 2 anni) di non lasciarli orfani...
Quelli per i quali prevalgono altri istinti non sono del tutto normali.
Ma chissà perché si è pronti a bollare (giustamente) come sciagurati tutti quelli che quell'istinto lo sfogano nell'adrenalina di mille inconcepibili "giochi mortali", vere e proprie roulette russe (dai tetti dei treni ai lanci senza paracadute), mentre invece se c'è di mezzo la montagna lo stesso identico istinto diventa un'icona di nobiltà d'animo.
Qui Nardi sapeva fino dall'inizio che quelle era una via "da cui nessuno era mai uscito vivo" (parole sue scritte testuali, dunque pienamente consapevoli) perché dallo sperone fatale d'inverno non fanno che cadere blocchi di ghiaccio grandi come appartamenti. E allora di che istinti parliamo, forse di istinti suicidi ? E quand'anche per miracolo ci fosse riuscito, dove sarebbe stato il "merito" (e quindi la gloria e l'onore) e non piuttosto la pura e semplice fortuna, la stessa di chi vince alla lotteria ?
Invece siamo al punto che se Messner dice semplicemente la verità (che peraltro tutti pensano ma - appunto - nessuno dice), ossia che questi due "se la sono cercata", si attira addosso tutti gli strali possibili, tacciato di insensibilità o addirittura di essere ormai un rincoglionito che non sa quello che dice.
Mentre nessuno ricorda quello che a parole si sente sventolare spesso, ossia che la montagna sa insegnare anche il valore della rinuncia. Valore che però, evidentemente, stavolta non faceva comodo alla causa.
La verità è che l'alpinismo e chi lo segue sono da sempre e tuttora impregnati di parecchia retorica e ipocrisia, e i ragionamenti sono spesso "teleguidati" dalle circostanze e dalle convenienze del momento : a seconda, ad esempio, che ci sia stato il lieto fine oppure no.
Non sono d'accordo e per fortuna lo spirito di esplorazione e la semplice voglia di avventura hanno contraddistinto una buona fetta di umanità e storia dell' essere umano.Sì, ma di solito il primo istinto (che alla fine prevale su tutti) è quello di conservazione, per chi ha figli (come in questo caso, un figlio di nemmeno 2 anni) di non lasciarli orfani...
Quelli per i quali prevalgono altri istinti non sono del tutto normali.
Ma chissà perché si è pronti a bollare (giustamente) come sciagurati tutti quelli che quell'istinto lo sfogano nell'adrenalina di mille inconcepibili "giochi mortali", vere e proprie roulette russe (dai tetti dei treni ai lanci senza paracadute), mentre invece se c'è di mezzo la montagna lo stesso identico istinto diventa un'icona di nobiltà d'animo.
Peggio con peggio. A spanne avrà avuto 1/3 di uscirne vivo altroché roulette russa.Qui Nardi sapeva fino dall'inizio che quelle era una via "da cui nessuno era mai uscito vivo"
Ritengo che come disse Messner queste imprese si fanno fino a che non hai grosse responsabilità verso altri.
È vero ma con le conoscenze la cultura la mentalità odierne non è possibile anteporre lo spirito di esplorazione la voglia di avventura alla propria vita. Una volta si anteponeva anche l'onore alla propria vita.Non sono d'accordo e per fortuna lo spirito di esplorazione e la semplice voglia di avventura hanno contraddistinto una buona fetta di umanità e storia dell' essere umano.
Anche solo l'alzare gli occhi al cielo e chiedersi cosa è che brilla, tutta la fisica e le scienze naturalistiche in quanto tentativo di spiegare e investigare l'ignoto. Tutto lo sviluppo ingegneristico per risolvere i problemi dell'esplorazione.
Il linguaggio e la scrittura, la cartografia, permettono alle conoscenze di superare la morte dell'individuo, facendo evolvere e progredire la specie.
Tutto questo è perché l'uomo non si accontenta di "stare sul divano col figlio e la moglie" aspettando l'inevitabile.
Kel che disi a lè semplis. Non condivido l assunto che i calcoli accurati vadano fatti quando sei padre di famigliia. Se non sei padre di famiglia e addirittura sei giovane allora sì fai quello che ti pare altrimenti soppesa i rischi. Quindi la vita di un 25 enne magari con morosetta standard ma senza impegno serio è più sacrificabile del 40enne padre di due bellissimi bimbi maschio e femmina, moglie adorabile? A prescindere dalle possibilità fisiche diverse il giovane rampante può rischiare la vita su una supervetta in in inverno MA il padre di famiglia no? Quindi il paradigma sarebbe ho gente che amo e ha bisogno di me, non posso correre alti rischi, sono un capellone di 24 anni forte della mia gioventù senza vincoli particolari invece posso.@francescogulag74 Messner e io diciamo un altra cosa. Ognuno è libero di gestirsi la vita come crede, ma dal momento che ti prendi la responsabilità di essere padre, NON è più così semplice e vanno fatti calcoli accurati.
E perchè mai? Ognuno è libero di assumersi i rischi che vuole!È vero ma con le conoscenze la cultura la mentalità odierne non è possibile anteporre lo spirito di esplorazione la voglia di avventura alla propria vita..
Casuale, e a me Nardi a pelle sta simpatico.Non so se sia casuale il 24 enne capellone
Ma che cosa c'entra la sacrificabilità con una scelta volontaria ? I due alpinisti, come qualsiasi alpinista (in linea di principio), non sono né comandati né obbligati a fare certe scelte sempre come principio.
Io sono un genitore e allora ? Smetto di mangiare pancetta perché statisticamente i morti per problemi cardiaci sono una delle prime cause di morte ?
Ciao , Gianluca
E chi ha mai detto il contrario uno è libero di suicidarsi di buttarsi senza paracadute di fare il funambolo con 1000 metri di precipizio sotto senza corde paraculo ci mancherebbe, uno può uccidersi di droga di cibo di alcol ci mancherebbe per la legge attuale ti sbattono in manicomio una settimana solo se c'è rischio di vita imminente tuo o più raramente verso altri, per il resto ognuno nei fumosi contorni legali definiti più dalla Cassazione che dagli scritti della legge può fare quello che vuole ..senza rompere troppo il ***** ovvio. Io dissento solo che un PADRE abbia una carica di responsabilità maggiore che dovrebbero limitarlo in scelte anche sportive che rasentano il suicidio SOLO perché è padre di famiglia perché così si tralascia la assurdamente la variabile non di poco conto valore della propria vita.Ma che cosa c'entra la sacrificabilità con una scelta volontaria ? I due alpinisti, come qualsiasi alpinista (in linea di principio), non sono né comandati né obbligati a fare certe scelte sempre come principio.
Io sono un genitore e allora ? Smetto di mangiare pancetta perché statisticamente i morti per problemi cardiaci sono una delle prime cause di morte ?
Ciao , Gianluca