Volevo condividere con voi la descrizione e le foto di una piacevole escursione, forse poco avventurosa, ma esempio di civiltà e rispetto. Pur senza guardiania nel quasi completo abbandono delle istituzioni il sito è pulito non vandalizzato e pienamente fruibile (le tombe etrusche sono accessibili).
Come arrivare.
Trovate la traccia GPS su Wikiloc, postero' anche su "avventurosamente" appena capace di farlo.
Il percorso è semplice, non occorrono attrezzature ne skill tecnici particolari e se avete una macchina alta o un fuori strada, potete arrivare fino a 100 metri dall'ingresso.
Unica difficoltà è il muschio molto scivoloso in più punti della necropoli.
La mia auto è molto bassa e il mio percorso parte a più un chilometro dal sito.
Non c'è acqua.
Il sito non è sorvegliato, l'accesso è libero e nonostante giaccia nell'incuria quasi totale, è trattato con rispetto dai visitatori: molta erba alta e rovi, niente immondizia ne vandalismi.
Arrivati alla rete e al cancello di ingresso (chiuso da un massiccio luchetto) si intravede sopra gli alberi la tettoia che copre l'acropoli. Di lì, a sinistra si raggiunge in un minuto la necropoli; girando invece a destra si raggiungono sia la terrazza sulla acropoli (non accessibile direttamente) che le rovine del castello e della chiesa (la quale da il nome anche al sito etrusco).
Paline informative (vedi waypoint con le loro foto) non vandalizzate e ben leggibili descrivono in dettaglio le aree della necropoli e le singole tombe.
La traccia porta prima alle varie tombe, poi alla terrazza sulla acropoli e per ultimo ad una radura sotto ombrose roverelle (quercie) centenarie davanti alle rovine del castello e chiesa.
L'accesso alla terrazza può esser nascosto dalla vegetazione, lo si trova con facilità seguendo la traccia (vedi waypoint) o le seguenti indicazioni:
- seguire per 200 metri il sentiero alla destra dell'ingresso costeggiando la recinzione fino ad una apertura nella rete (c'era un cancelletto aperto prima);
- seguire il sentiero che parte subito dopo tale apertura (attenzione al pozzo a destra del sentiero piacevolmente sorpreso di trovarlo finalmente chiuso da una pesante griglia metallica) fino ad una costruzione in acciaio e legno, alcune scale e la vista sul Borgo etrusco si aprirà davanti a voi, spettacolare (in fondo alla terrazza trovate la palina).
Un po' di storia.
Il vero nome del sito è andato perduto e, come ho accennato prima, prende ora il nome della chiesa di San Giovenale, oramai in rovina, costruita sul pianoro dell'acropoli.
Questo sito è stato portato alla luce tra il 1956 ed il 1965 dal gruppo archeologico dell'Istituto Svedese di Studi Classici di Roma.
Sembra che gli scavi siano stati coordinati direttamente dal Re Gustavo Adolfo VI di Svezia il quale, archeologo, partecipò in prima persona allo scavo.
La presenza di un "vero" abitato Etrusco, mai "romanizzato", sembra essere una delle caratteristiche peculiari del sito la cui origine si fa risalire all'età del Bronzo e passando per quella del Ferro, arrivata fino al periodo arcaico (etrusco) per poi essere abbandonato verso il V secolo a.C., per motivi non noti (una ipotesi è l'esaurimento della vena d'acqua).
Un percorso piacevole, per tutti, parte dipercorsi in mountain bike e a cavallo. Non é infrequente trovare tali visitatori.
Come arrivare.
Trovate la traccia GPS su Wikiloc, postero' anche su "avventurosamente" appena capace di farlo.
Il percorso è semplice, non occorrono attrezzature ne skill tecnici particolari e se avete una macchina alta o un fuori strada, potete arrivare fino a 100 metri dall'ingresso.
Unica difficoltà è il muschio molto scivoloso in più punti della necropoli.
La mia auto è molto bassa e il mio percorso parte a più un chilometro dal sito.
Non c'è acqua.
Il sito non è sorvegliato, l'accesso è libero e nonostante giaccia nell'incuria quasi totale, è trattato con rispetto dai visitatori: molta erba alta e rovi, niente immondizia ne vandalismi.
Arrivati alla rete e al cancello di ingresso (chiuso da un massiccio luchetto) si intravede sopra gli alberi la tettoia che copre l'acropoli. Di lì, a sinistra si raggiunge in un minuto la necropoli; girando invece a destra si raggiungono sia la terrazza sulla acropoli (non accessibile direttamente) che le rovine del castello e della chiesa (la quale da il nome anche al sito etrusco).
Paline informative (vedi waypoint con le loro foto) non vandalizzate e ben leggibili descrivono in dettaglio le aree della necropoli e le singole tombe.
La traccia porta prima alle varie tombe, poi alla terrazza sulla acropoli e per ultimo ad una radura sotto ombrose roverelle (quercie) centenarie davanti alle rovine del castello e chiesa.
L'accesso alla terrazza può esser nascosto dalla vegetazione, lo si trova con facilità seguendo la traccia (vedi waypoint) o le seguenti indicazioni:
- seguire per 200 metri il sentiero alla destra dell'ingresso costeggiando la recinzione fino ad una apertura nella rete (c'era un cancelletto aperto prima);
- seguire il sentiero che parte subito dopo tale apertura (attenzione al pozzo a destra del sentiero piacevolmente sorpreso di trovarlo finalmente chiuso da una pesante griglia metallica) fino ad una costruzione in acciaio e legno, alcune scale e la vista sul Borgo etrusco si aprirà davanti a voi, spettacolare (in fondo alla terrazza trovate la palina).
Un po' di storia.
Il vero nome del sito è andato perduto e, come ho accennato prima, prende ora il nome della chiesa di San Giovenale, oramai in rovina, costruita sul pianoro dell'acropoli.
Questo sito è stato portato alla luce tra il 1956 ed il 1965 dal gruppo archeologico dell'Istituto Svedese di Studi Classici di Roma.
Sembra che gli scavi siano stati coordinati direttamente dal Re Gustavo Adolfo VI di Svezia il quale, archeologo, partecipò in prima persona allo scavo.
La presenza di un "vero" abitato Etrusco, mai "romanizzato", sembra essere una delle caratteristiche peculiari del sito la cui origine si fa risalire all'età del Bronzo e passando per quella del Ferro, arrivata fino al periodo arcaico (etrusco) per poi essere abbandonato verso il V secolo a.C., per motivi non noti (una ipotesi è l'esaurimento della vena d'acqua).
Un percorso piacevole, per tutti, parte dipercorsi in mountain bike e a cavallo. Non é infrequente trovare tali visitatori.
Allegati
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