Vedere una montagna alta più di 8000 mt era una mia fissa che ormai portavo dietro da troppo tempo. Nel novembre passato si è finalmente creata quella strana alchimia “tempo e soldi” che ha sempre generato i miei viaggi. Quindi un mese prima della partenza ho acquistato via internet un volo A/R per Delhi via Parigi a 500 euro e poi un altro volo A/R per Kathmandu per 200 euro, risparmiando così circa 500 euro rispetto alle tariffe di agenzia. Tempo a disposizione soltanto 18 giorni compreso i voli. Nessuno dei miei vecchi compagni di viaggio ha potuto seguirmi, quindi sono partito da solo.
Tra gli innumerevoli trekking che si possono fare in Nepal ho deciso di percorrere quello che arriva fino al campo base dell’Annapurna, allungando poi per Poon Hill da dove si riesce a vedere l’inviolata parete Sud del Dhaulagiri (8167 mt) e la valle del Khali Gandaki, la più profonda al mondo.
L’Annapurna (8091 mt) ha sempre suscitato in me un fascino particolare. Storicamente ha due primati: e’ stato il primo ottomila ad essere scalato e a tutt’oggi è l’ottomila che conta il minor numero di ascensioni e il maggior numero di morti. La sua parete Sud, scalata dall’inglese Chris Bonignton nel 1970, ha rappresentato una tappa fondamentale per l’alpinismo, portandolo a nuove dimensioni.
Un giorno di viaggio, tre cambi di aereo, 9 ore sequestrato nell’aeroporto di Delhi e finalmente arrivo a Kathmandu di mattina presto. L’aereo prima di atterrare sorvola la valle di Kathmandu e la vista della catena Himalayana mi provoca un sobbalzo nel cuore. Per un occidentale essere catapultato così velocemente a Kathmandu può essere anche scioccante, ma per fortuna avevo buoni “anticorpi” che mi ero fatto in un precedente viaggio in India. Un’ora e mezza di taxi per 4 km di strada e arrivo nel centro della caotica e affascinante Kathmandu. Il giorno seguente nove ore di Bus mi portano a Pokhara, accetto il passaggio di un tipo che in moto mi accompagna con tutto lo zaino prima agli uffici del parco per i relativi permessi e poi nel suo tranquillo hotel. Il giorno successivo un taxi e altre 2 ore di Bus fino a Nayapul dove ha inizio il trekking. Durante il tragitto con questo bus una scena degna di un film di Salvatores che non dimenticherò per tutta la vita. Ero l’unico occidentale presente nel bus, gente stipata da tutte le parti compreso il tetto, avevo il mio zaino tra le gambe. Me la stavo facendo sotto da parecchio tempo e stavamo a circa metà del viaggio… non resistevo più, volevo morire. Ad un certo punto mi sono alzato in piedi d’impeto e sono riuscito a raggiungere l’autista e i suoi compari, ho fatto fermare l’autobus in una radura deserta e ho fatto la mia pipì a 10 metri dal bus e quando ho finito mi sono girato e avevo 300 occhi puntati che mi guardavano serenamente e aspettando con calma che finissi.
La maggior parte delle persone che fanno trekking in Nepal utilizza portatori e/o guide, qui si potrebbe discorrere molto sull’etica di questi metodi, ma è meglio non approfondire in questa sede. Io ho optato per stare completamente solo, per avere la massima libertà. Ho impiegato 9 giorni pieni per fare il trekking. E’ stato emozionante per me vedere l’immensa parete Sud dell’Annapurna: mi trovavo a 4200 mt e davanti a me, a 2/3 km di distanza si stagliava una parete verticale alta 4000 mt e larga circa il doppio.
Sono partito da 1000 mt di quota e arrivato a una quota massima di 4200 mt al Campo Base dell’Annapurna. Ma la peculiarità di questi percorsi sono le vallate a spina di pesce e quindi i continui “up and down” che si facevano per arrivare a destinazione che raddoppiavano il dislivello sulla carta.
Dormivo negli accoglienti e spartani rifugi che sono disseminati lungo tutto il percorso. Alle 20,00 massimo alle 21,00, già stavo sotto le pezze… pardon sacco a pelo e mi svegliavo la mattina molto presto. Spendevo meno di 10 euro al giorno (1 euro per dormire e circa 2/3 euro a pasto) per bere potabilizzavo l’acqua dei ruscelli con alcune gocce che avevo portato dall’Italia. Facevo un’alimentazione molto sana ed equilibrata: era incredibile la varietà di cibo che riuscivano a portarsi a spalla nei posti più remoti. Avevo uno zaino di 40 litri ma molto compresso. Con me avevo un sacco a pelo estivo e ho patito una volta sola il freddo a 4150 mt poiché nella notte ha nevicato e la temperatura era scesa sotto lo zero. Mi sentivo molto bene ed in armonia con la natura e la spiritualità del posto: “Oṃ Maṇi Padme Hūṃ - saluto il gioiello nel loto”. Un trekking del genere oltre ad essere bellissimo dal punto di vista naturalistico, offre l’opportunità di conoscere la gente del posto, cordialissima e sincera e quindi entrare nelle loro usanze e religioni: un trekking completo. L’unica pecca sono i camminatori che s’incontrano: troppi per chi è abituato ai nostri monti. Questo è dovuto al fatto che i mesi buoni per il trekking sono pochi (4 o 5 mesi) e novembre rappresenta il mese più ideale. Non è duro e i sentieri sono buonissimi ed è difficile perdersi, diciamo che sono molto più toste le nostre alte vie. Quindi si può dire che è più facile e meno stancante fare il trekking che arrivarci e organizzare il tutto.
Finito il trekking sono tornato a Pokhara, (prima di salire nel bus ho avuto l’accortezza di fare la pipì, ), dove ho trascorso un paio di giorni. Ho affittato una moto, per poter vedere un’enclave di esuli tibetani e poi ho passato altri 3/4 giorni nella valle di Kathmandu.
L’aereo partirà nell’ora del tramonto e l’ultima luce del sole riesce a scaldare di rosso i ghiacciai pensili dell’Himalaya che si staglia con tutta la sua potenza dal mio finestrino. Tra quelle vette c’è sicuramente l’Everest, che mi sta dando un saluto dicendomi goodbye…. Ci rivedremo presto.
Vi lascio alle immagini che forse sono più eloquenti dello scritto e per chi fosse interessato sarò lieto di fornire informazioni più dettagliate.
casette dall'altra parte della vallata
Machapuchare o Fish Tail (coda di pesce) - 6997 mt - montagna sacra ai nepalesi, mai scalata da nessuno
...manina
...mani in preghiera
Incontri 1: local
Incontri 2: Sud coreano ipertecnologico
Si sale di quota. Quando c'è neve qui è molto rischioso per le valanghe. In questo punto morirono dei ragazzi israeliani qualche anno fa
Campo Base Annapurna - 4150 mt il lodge
Interno del lodge... freddo!
La vallata con il Machapuchare
L'imponente parete Sud dell'Annapurna
Chorten: bandierine con le mie preghiere
Montagna satellite dell'Annapurna
Machapuchare
Machapuchare
indovinate che pianta è????
L'inviolata parete Sud del Dhaulagiri 8167 mt
La profonda valle del Khali Gandaki
Dhaulagiri 8167 mt
Annapurna Sud 7.219 mt
La profonda valle del Khali Gandaki
Tra gli innumerevoli trekking che si possono fare in Nepal ho deciso di percorrere quello che arriva fino al campo base dell’Annapurna, allungando poi per Poon Hill da dove si riesce a vedere l’inviolata parete Sud del Dhaulagiri (8167 mt) e la valle del Khali Gandaki, la più profonda al mondo.
L’Annapurna (8091 mt) ha sempre suscitato in me un fascino particolare. Storicamente ha due primati: e’ stato il primo ottomila ad essere scalato e a tutt’oggi è l’ottomila che conta il minor numero di ascensioni e il maggior numero di morti. La sua parete Sud, scalata dall’inglese Chris Bonignton nel 1970, ha rappresentato una tappa fondamentale per l’alpinismo, portandolo a nuove dimensioni.
Un giorno di viaggio, tre cambi di aereo, 9 ore sequestrato nell’aeroporto di Delhi e finalmente arrivo a Kathmandu di mattina presto. L’aereo prima di atterrare sorvola la valle di Kathmandu e la vista della catena Himalayana mi provoca un sobbalzo nel cuore. Per un occidentale essere catapultato così velocemente a Kathmandu può essere anche scioccante, ma per fortuna avevo buoni “anticorpi” che mi ero fatto in un precedente viaggio in India. Un’ora e mezza di taxi per 4 km di strada e arrivo nel centro della caotica e affascinante Kathmandu. Il giorno seguente nove ore di Bus mi portano a Pokhara, accetto il passaggio di un tipo che in moto mi accompagna con tutto lo zaino prima agli uffici del parco per i relativi permessi e poi nel suo tranquillo hotel. Il giorno successivo un taxi e altre 2 ore di Bus fino a Nayapul dove ha inizio il trekking. Durante il tragitto con questo bus una scena degna di un film di Salvatores che non dimenticherò per tutta la vita. Ero l’unico occidentale presente nel bus, gente stipata da tutte le parti compreso il tetto, avevo il mio zaino tra le gambe. Me la stavo facendo sotto da parecchio tempo e stavamo a circa metà del viaggio… non resistevo più, volevo morire. Ad un certo punto mi sono alzato in piedi d’impeto e sono riuscito a raggiungere l’autista e i suoi compari, ho fatto fermare l’autobus in una radura deserta e ho fatto la mia pipì a 10 metri dal bus e quando ho finito mi sono girato e avevo 300 occhi puntati che mi guardavano serenamente e aspettando con calma che finissi.
La maggior parte delle persone che fanno trekking in Nepal utilizza portatori e/o guide, qui si potrebbe discorrere molto sull’etica di questi metodi, ma è meglio non approfondire in questa sede. Io ho optato per stare completamente solo, per avere la massima libertà. Ho impiegato 9 giorni pieni per fare il trekking. E’ stato emozionante per me vedere l’immensa parete Sud dell’Annapurna: mi trovavo a 4200 mt e davanti a me, a 2/3 km di distanza si stagliava una parete verticale alta 4000 mt e larga circa il doppio.
Sono partito da 1000 mt di quota e arrivato a una quota massima di 4200 mt al Campo Base dell’Annapurna. Ma la peculiarità di questi percorsi sono le vallate a spina di pesce e quindi i continui “up and down” che si facevano per arrivare a destinazione che raddoppiavano il dislivello sulla carta.
Dormivo negli accoglienti e spartani rifugi che sono disseminati lungo tutto il percorso. Alle 20,00 massimo alle 21,00, già stavo sotto le pezze… pardon sacco a pelo e mi svegliavo la mattina molto presto. Spendevo meno di 10 euro al giorno (1 euro per dormire e circa 2/3 euro a pasto) per bere potabilizzavo l’acqua dei ruscelli con alcune gocce che avevo portato dall’Italia. Facevo un’alimentazione molto sana ed equilibrata: era incredibile la varietà di cibo che riuscivano a portarsi a spalla nei posti più remoti. Avevo uno zaino di 40 litri ma molto compresso. Con me avevo un sacco a pelo estivo e ho patito una volta sola il freddo a 4150 mt poiché nella notte ha nevicato e la temperatura era scesa sotto lo zero. Mi sentivo molto bene ed in armonia con la natura e la spiritualità del posto: “Oṃ Maṇi Padme Hūṃ - saluto il gioiello nel loto”. Un trekking del genere oltre ad essere bellissimo dal punto di vista naturalistico, offre l’opportunità di conoscere la gente del posto, cordialissima e sincera e quindi entrare nelle loro usanze e religioni: un trekking completo. L’unica pecca sono i camminatori che s’incontrano: troppi per chi è abituato ai nostri monti. Questo è dovuto al fatto che i mesi buoni per il trekking sono pochi (4 o 5 mesi) e novembre rappresenta il mese più ideale. Non è duro e i sentieri sono buonissimi ed è difficile perdersi, diciamo che sono molto più toste le nostre alte vie. Quindi si può dire che è più facile e meno stancante fare il trekking che arrivarci e organizzare il tutto.
Finito il trekking sono tornato a Pokhara, (prima di salire nel bus ho avuto l’accortezza di fare la pipì, ), dove ho trascorso un paio di giorni. Ho affittato una moto, per poter vedere un’enclave di esuli tibetani e poi ho passato altri 3/4 giorni nella valle di Kathmandu.
L’aereo partirà nell’ora del tramonto e l’ultima luce del sole riesce a scaldare di rosso i ghiacciai pensili dell’Himalaya che si staglia con tutta la sua potenza dal mio finestrino. Tra quelle vette c’è sicuramente l’Everest, che mi sta dando un saluto dicendomi goodbye…. Ci rivedremo presto.
Vi lascio alle immagini che forse sono più eloquenti dello scritto e per chi fosse interessato sarò lieto di fornire informazioni più dettagliate.
casette dall'altra parte della vallata
Machapuchare o Fish Tail (coda di pesce) - 6997 mt - montagna sacra ai nepalesi, mai scalata da nessuno
...manina
...mani in preghiera
Incontri 1: local
Incontri 2: Sud coreano ipertecnologico
Si sale di quota. Quando c'è neve qui è molto rischioso per le valanghe. In questo punto morirono dei ragazzi israeliani qualche anno fa
Campo Base Annapurna - 4150 mt il lodge
Interno del lodge... freddo!
La vallata con il Machapuchare
L'imponente parete Sud dell'Annapurna
Chorten: bandierine con le mie preghiere
Montagna satellite dell'Annapurna
Machapuchare
Machapuchare
indovinate che pianta è????
L'inviolata parete Sud del Dhaulagiri 8167 mt
La profonda valle del Khali Gandaki
Dhaulagiri 8167 mt
Annapurna Sud 7.219 mt
La profonda valle del Khali Gandaki
Ultima modifica: