Pioggia, alte temperature e problemi economici rischiano di mettere in pericolo le settimane bianche di Capodanno e Epifania.
Dopo l’avvio positivo della stagione sciistica che ha fatto ben sperare gli addetti ai lavori, ora a mettere di nuovo un punto interrogativo è l’incognita meteo. Così, senza neve, con la pioggia e con le temperature che si sono alzate d’improvviso, nel comprensorio della Vialattea sono aperti 34 impianti sui 47 di Sestriere, Sauze d’Oulx, Sansicario e Claviere.
A Bardonecchia sono invece 20 su 22 gli impianti aperti. Da ieri infatti anche il comprensorio dello Jafferau, dopo Colomion e Melezet, è a disposizione degli sciatori. «Abbiamo sparato nuova neve e lavorato nelle settimane scorse — spiegano dalla Colomion spa —. Ora non ci resta che attendere appassionati e turisti che arriveranno da oggi fino alla Befana. Sperando ovviamente nel meteo». Non va meglio nelle stazioni più piccole del Torinese. Aperte dal Ponte dell’Immacolata, con il caldo potrebbero essere in difficoltà già dai prossimi giorni. A Prali resta agibile il il «tappeto» baby ed è entrata in funzione anche la seggiovia. Anche a Pian Benot di Usseglio, nelle Valli di Lanzo, il clima sta costringendo i gestori degli impianti a ritoccare le piste con la neve artificiale. Fino a ieri, in attesa che le temperature si abbassino, anche la seggiovia Benot-Tumlet era chiusa. Intanto, nei giorni scorsi, l’amministrazione di Chiomonte ha annunciato che le seggiovie comunali del Frais resteranno ferme. Meno problemi nel cuneese dove le precipitazioni sono state più generose: a Artesina- Prato Nevoso sono stati aperti tutti gli impianti del complesso.
Sono percorribili 80 chilometri di piste su cento. Stessa cosa a Limone Piemonte: i 17 impianti che servono 41 piste per ogni livello, per un totale di 56 chilometri, sono a disposizione degli sciatori.
A Crissolo invece la mancata apertura degli impianti di risalita, gli unici ad aprire saranno quelli di Pian della Regina, rappresenta però un duro colpo. Insomma, la stagione partita con le migliori speranze per tutte le province, rischia di essere messa in difficoltà dal rialzo delle temperature. Per ora le prenotazioni non mancano in tutta la regione. Non si attendono solo turisti italiani ma anche sciatori inglesi, belgi e olandesi. Tutti pronti a trascorrere le settimane bianche, di Capodanno o dell’Epifania sulla neve. Ma solo se il termometro scenderà di nuovo sotto lo zero. Un territorio quello piemontese che conosce bene i ruderi lasciati nel tempo dagli impianti dismessi. I conti sono presto fatti: sono 32 quelli non più utilizzati, oltre a quelli abbandonati da dopo le Olimpiadi invernali e non più utilizzabili.
Da Giaveno, dove gli impianti dell’Aquila sono stati smantellati, a Chiusa Pesio, a Torre Pellice. A fare i conti di quel che resta sulle montagne ed è inutilizzabile il report Nevediversa redatto da Legambiente. Una mappa, provincia per provincia, di impianti sciistici abbandonati e dismessi per cui il Pnnr potrebbe giocare un ruolo importante. Legambiente sottolinea come sia urgente attivare una strategia n questo senso: «Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. Questo dovrebbe far pensare ad una strategia di adattamento per le zone che vivono di turismo invernale».