Cito alla rinfusa.
Esistono lotte tra animali intraspecifiche, anche sanguinosissime. I ratti ne danno un ottimo esempio andando a memoria.
Quanto all'uccidere qualcuno perché è diverso, è anche questa cosa comune. Una formica di un certo formicaio non viene "accolta", che io sappia, in un altro formicaio con lo status di rifugiato, esule, profugo ecc. Ha un odore sbagliato, fa parte di un altro formicaio, viene soppressa.
Se non sono le formiche saranno le termiti o le vespe, le api ecc.
Non darei per scontato che un branco di lupi, o di cani, accolga un cane che trova per strada e lo incorpori nel branco. Lo può incorporare e lo può non incorporare.
L'eliminazione del rivale per il cibo è anche intraspecifica, si veda ad esempio il fatto del "cainismo" tra molti uccelli rapaci.
Naturalmente si ha ragione nell'osservare che gli animali seguono l'istinto mentre l'uomo può per così dire scegliere di non seguirlo.
Quello che però secondo me non sta in piedi è la dicotomia animale istintivo / uomo feroce, cioè l'animale uccide perché glielo dice l'istinto, l'uomo uccide perché è malvagio.
Infatti da un lato anche l'uomo uccide per istinto, come detto (il nemico che poi è quello che è in competizione con il tuo gruppo per la selvaggina ecc.); potrebbe essere migliore del suo istinto, e magari non lo è, ma questo non lo rende, come specie, peggiore dell'animale che non è, comunque, "migliore del suo istinto". Cioè l'animale può essere sé stesso e l'uomo invece ha il dovere di morire migliore di come è nato
Dall'altro se l'animale segue l'istinto allora non è "buono" o "non cattivo" è solo "istintivo" e si pone al di fuori del confronto.
L'uomo è l'unico animale capace di uccidere per il possesso (forse, ma non ne sono affatto sicuro) ma è anche l'unico animale capace di fare beneficenza, allora.
L'uomo è l'unico animale dotato di coscienza, di autocritica etica (secondo me è in parte un istinto anche questo, un elemento dell'evoluzione della specie, ma è molto evoluto e sublimato) e quindi non può essere giudicato in rapporto ad un altro animale. Sarebbe come dire che un pesce è più educato poiché non schiamazza.
Se la si sposta sul piano morale - etico l'uomo è comunque da solo, non ha specie confrontabili.
Se la si mette sul piano dell'istinto l'uomo è in buona compagnia, perché i suoi comportamenti alla base sono gli stessi del mondo animale, anche se "potrebbe scegliere di essere diverso", e anche se quegli istinti trovano sfogo secondo metodi che sono tipicamente umani.