non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire

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Utente 3704

Guest
oppure se uno nasce stronzo...
un collega ieri mi chiese, conscio delle mie conoscenze in materia, lumi sul come prevenire una possibile catastrofe, di qualsiasi tipo esse fosse stata, visto che parlò di epidemia, tsunami, fine dell'ordine costituito ecc. ecc. insomma della serie fai le valigie e scappa.
personalmente giro sempre con un tablet ed una chiavetta IPX7 al cui interno c'è tutto quello che in anni ed anni ho trovato in rete e che reputo utile per un inizio o comunque come informazioni per una vita autonoma o quello che viene definito comunemente survival. questa almeno è il MIO PERSONALISSIMO approccio ad una possibile catastrofe, visto che ritengo che la soluzione stia nella conoscenza.
ed ecco che saputello ha cominciato ad obiettare che non è possibile avere un tablet nel post-apocalittico, e che non è possibile alimentarlo o ricaricarlo.
a nulla sono valse le mie mille ed una soluzioni a proposito.
è come se uno si iscrivesse a medicina e cominciasse ad obiettare ad ogni affermazione a lezione. premetto che non voglio salire in cattedra, ma il tipo in questione non ha neanche messo in spalla una volta uno zaino in vita sua, figuriamoci esperienze di trekking o altro. anzi è molto ma molto schifiltoso e piuttosto che bere dalla stessa bottiglia dove ha bevuto un'altro si farebbe tagliare un braccio :)
in conclusione?
se succedesse qualcosa, sarebbe il primo ad essere scannato e mangiato... LOL





Alla fine per molti è solo una gara a "dar contro" in tutti i modi. In Italia dire sempre l'opposto è il motivo per cui spesso non si va da nessuna parte. Peggio ancora limita quello che potrebbe essere una soluzione a molti casi.... "l'unione fa la forza", ma per l'Italiano medio non è così.
Un abbraccio
 
oppure se uno nasce stronzo...
un collega ieri mi chiese, conscio delle mie conoscenze in materia, lumi sul come prevenire una possibile catastrofe, di qualsiasi tipo esse fosse stata, visto che parlò di epidemia, tsunami, fine dell'ordine costituito ecc. ecc. insomma della serie fai le valigie e scappa.
personalmente giro sempre con un tablet ed una chiavetta IPX7 al cui interno c'è tutto quello che in anni ed anni ho trovato in rete e che reputo utile per un inizio o comunque come informazioni per una vita autonoma o quello che viene definito comunemente survival. questa almeno è il MIO PERSONALISSIMO approccio ad una possibile catastrofe, visto che ritengo che la soluzione stia nella conoscenza.
ed ecco che saputello ha cominciato ad obiettare che non è possibile avere un tablet nel post-apocalittico, e che non è possibile alimentarlo o ricaricarlo.
a nulla sono valse le mie mille ed una soluzioni a proposito.
è come se uno si iscrivesse a medicina e cominciasse ad obiettare ad ogni affermazione a lezione. premetto che non voglio salire in cattedra, ma il tipo in questione non ha neanche messo in spalla una volta uno zaino in vita sua, figuriamoci esperienze di trekking o altro. anzi è molto ma molto schifiltoso e piuttosto che bere dalla stessa bottiglia dove ha bevuto un'altro si farebbe tagliare un braccio :)
in conclusione?
se succedesse qualcosa, sarebbe il primo ad essere scannato e mangiato... LOL
Fratellone....dovrei dire anche la mia?
Credo che tu possa conoscere il mio pensiero....
 
Comunque la grande tempesta prima o poi accade, il dramma è che l'imprenditoria dice "ma se capita ogni 120 anni mica ci devo capitare dentro per forza io..."
Ci sono posti con economia che non soddisfa tutti e sono quelli con il territorio più tosto, chi ci prova si assume dei rischi.

Anche in Lombardia, comunque... nel 1986 il gestore del Rifugio Tedeschi sul Grignone notò con allarme biancheria e cuscini in mezzo alla neve, prima di arrivare alla piana dove sorgeva il caseggiato... era stato piallato durante la notte da una forte nevicata con slavina immediata. Fortunatamente era chiuso.

L'evento di Rigopiano mi ha terrificato, e sono convinto si debba anche cambiare cultura, far comprendere il valore della rinuncia, anche delle piccole cose.
Lo so che sembra un'espressione fuori luogo, da spedizione himalayana, ma le condizioni meteorologiche variabili sono pericolose anche da noi.
Banalmente, una volta, sulla sella del Camicia in agosto, la temperatura è scesa in mezz'ora di 20 gradi. Si è messo a nevicare. Un mio amico era in shorts e maglietta tecnica, niente altro per non avere peso, d'altra parte chi se lo aspettava... mentre scendevamo il più in fretta possibile non riusciva neanche a parlare.

Ne parlo ogni tanto con i colleghi, più giovani, del fatto che il maltempo uccide (lo ha sempre fatto) anche in città, ma mi guardano come se facessi dei versi inarticolati.
Nel 2011 passai mezz'ora al telefono a convincere mia sorella di non andare a Genova, per una riunione di lavoro. Mi prendeva per matto.
Secondo me durante l'anno ci sono dei momenti in cui è bene riflettere sulla propria routine quotidiana, e accendere un livello di attenzione più alto.
 
se lo pensi ti sei già ucciso da solo. Il pensiero negativo uccide più delle pallottole.
Molta gente viene convinta delle sue scarse qualità da altri e compie un errore enorme
Secondo me non hai ragione. Fino adesso siamo stati convinti del fatto che il futuro ci portera solo benessere, i lavori piu brutti saranno svolti dai robot, la giornata di lavoro di solo poche ore e altri menzogne del genere. E si poteva fare.Pero hanno preferito spostare il lavoro in altri paesi, hanno chiuso le fabriche dapertutto, e adeso da dove prenderanno i soldi per uno stipendio di cittadinanza se invece di incrementare e robotizzare la produzione hanno preferito a chiudere tutto. E se la rivoluzione industriale a portato il benessere e a spostato i contadini in citta cosi se nel 1920 erano 80 percento dei contadini, adesso ne abbiamo 3 percento. Cosa fara tutta la gente senza lavoro???
Ci hanno mentito.. E farsi delle ilusioni non e che cambiera qualcosa. Bisogna avere gli occhi per vedere e come dice spyro orecchie per sentire....E il pensiero negativo e benvenuto se riflette la realta.
 
Purtroppo, a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, la prevenzione dovrebbe nascere, dal pensare sempre che possa capitare il peggio, non lo vedo come un pessimismo, ma come un portarsi il poncho nello zaino, anche se non minaccia pioggia (io porto sempre poncho o giacca impermeabile nello zaino; voi no?)
Durante le emergenze bisogna sempre prevedere che la situazione possa evolversi in peggio e comportarsi di conseguenza.
La sopravvivenza, quella vera è l' esigenza di dover salvarsi la vita in seguito ad un evento violento ed improvviso, se ci siamo preparati ad affrontate situazioni "anomale", documentandoci e facendo esercitazioni, la situazione potrebbe essere più gestibile, a volte basta poco, ad esempio quando entriamo in un locale affollato, osservare dove sono le uscite di sicurezza e gli estintori.
Non tutti sono sensibili alla cultura della prevenzione, si devono utilizzare risorse in termini di tempo ed impegno, anche solo mentale.
A volte il curioso fa domande per non conoscere le risposte, soprattutto se ascoltare e capire le risposte costa tempo ed attenzione, quelle volte bisognerebbe risparmiare le proprie risorse per soddisfare la curiosità di un pigro.
 
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sul fatto che bisogna poter affrontare un emergenza posso anche dare ragione,ma in effetti cosa è un "emergenza? " a casa mia è un esigenza gestita male. Come dico sempre dappertutto gridano sempre all'emergenza ma non sempre lo è . Lo diventa se qualcosa va storto. E come comportarsi andrebbe insegnato a scuola invece di insegnare alcune cose inutili. Forse ripeto forse è più importante sapere come comportarsi in un incendio o un minimo di conoscenza elettrica piuttosto di sapere come erano fatte le navi dei fenici. :cry:

Io al supermercato,specialmente nei grossi centri commerciali il parcheggio lo cerco sempre il più vicino all'uscita che sbocca sulla strada e non il più vicino possibile all'entrata( tanto c'è il carrello) . Specialmente ora che che i cammellari stanno riprendendo a giocare con i camioncini e i petardi. Le uscite di sicurezza le guardo,gli estintori no perchè in presenza di fuoco se lo si spegne in modo parziale si genera più monossido e fumo meglio sgomberare prima. Si taglia la corda e basta. E' brutto dirlo ma si salvi chi può. E sono già sicuro che qualcuno in caso di vera emergenza si porterebbe dietro anche il carrello :-x ostruendo l'uscita.

Per quanto riguarda il lavoro è un discordo più complesso e molto peggiore,oramai i ragazzini crescono pensando che a scuola si deve diventare per forza degli ing termonucleari e poi dopo aver studiato su programmi vecchi di secoli e buttato via anni escono e si rendono conto che non è proprio così.
Per contro nelle scuole professionali spesso si va per scaldare un banco e infastidire chi ha reale voglia di imparare :wall: parlo per esperienze sentite da chi portavo col pulmann.

Nessuno sa più cosa siano un tornio o una fresa,nessuno sa affrontare un problema distante 2 cm dal proprio seminato e sopratutto tutti sono convinti che la vita migliore la hai nelle "città" tipo megalopoli. Appunto come detto da chi è venuto prima di me,dove il lavoro sporco lo fanno i robot. Ho avuto a che fare con dei laureati (d'accordo in storia....) che non sanno montare una spina su un cavo.

Una vera rivoluzione deve partire da NOI che rischiamo di perderlo il lavoro,da cosa compriamo con la testa al supermercato ....made in....tenetevelo e mettetevelo per uso interno. A casa mia le 3 tv sono ancora a tubo catodico e continuo a ripararle quando si guastano perchè erano fatte da gente della mia etnia e sopratutto mi costa meno fare così.

Forse è perchè non mi piace dipendere da altri ma io sono contrario a chi gufa (senza offesa ovvio) ,mi darebbe un ESTREMO fastidio dover buttare nel gabinetto il mio tempo libero per un esercitazione di "emergenza" ,tanto che si stacca il campanello (che spengo sempre quando dormo) ,ci spegne il telefono (che spengo quando dormo e quando faccio qualcosa di importante),giù le persiane (nelle stanze dove ci sono) e vadano a dare via il gnau. :zzz: Se si vuole fare un esercitazione di "emergenza" si faccia nei giorni lavorativi perchè la domenica e in parte talvolta il sabato sono sacri.... Del resto non manca il lavoro?

Negli anni passati era venuta anche tanta neve qui al nord,un anno addirittura la protezione civile aveva "bloccato " tutte le strade,chiuso tutti gli impianti e fatto buttare 3 giorni di divertimento in posti dove non è mai successo nulla. Infatti l'allora bertolaso da noi lo chiavano bertolasu (in onore del famoso quadrupede derivato dagli equini) e non era proprio ben visto. Alcuni posti come sestriere giustamente avevano gridato al me ne frego e qualcosa avevano aperto.
Si è passati dal troppo al nulla . Come spesso avviene a forza di gridare al lupo al lupo.

I problemi esistono,i pericoli pure e vanno valutati in modo giusto. Io spero che uno di sti giorni qualcuno apra un tread su come organizzarsi la casa.

E' brutto fare il paragone con il mondo motociclistico,per carità,tempo fa in un noto forum motociclistico un utente aveva chiesto un consiglio per un casco jet. Qualcuno gli aveva risposto con coerenza,qualcuno gli aveva consigliato qualcosa di troppo costoso. Poi purtroppo c'era chi aveva proposto che avrebbe comunque dato comunque da lavorare a un chirugo ,qualcuno aveva detto che i denti sarebbero comunque partiti. Per esempio a me un "palettone" dei due davanti è rotto perchè facendo il tamarro sull'autoscontro negli anni 80 (seduto a bordo vettura) avevo fatto il botto ma con che possibilità può capitare ? 0,000000001 % E a me era toccata...ma non per questo voglio l'obbligo di un casco integrale per salire sull'autoscontro.

Parlando con altri colleghi del mio passato periodo su ruote una volta con un cecoslovacco è appunto arrivata la discussione delle differenze tra come si affrontano le cose qui e là.
Supponiamo un tombino che cade giù,stessa cosa che avevamo supposto là. E il solito vecchietto col cane che ci finisce dentro.
Là si rattoppa,magari con tavole di legno,magari si transenna alla come viene viene,ma comunque si fa qualcosa subito. POI si cerca di capire di chi è la colpa.
Qui invece se qualcuno lo rattoppa lo si scopre di nuovo perchè non era alla tal norma tal dei tali o perchè lo ha chiuso la provincia senza l'ordine della regione,poi bisogna capire le responsabilità.
Fatto sta che quando vanno a chiuderlo trovano 4 o 5 cadaveri,qualche semiasse e magari non lo possono ancora coprire perchè gli hanno dato un tappo tondo e il buco è quadro.

In TV hanno fatto sentire la telefonata di quella signora che negava che fosse andato giù l'albergo e fosse tutta una farsa.....mi sono cadute!

e poi sento per radio gente che fa scherzi telefonici passandosi per pula o chissà che? io metterei la FUCILAZIONE (esagerato ovvio,basterebbe un bel multone) per il procurato allarme! Perchè una parte di quello che è successo lassù è stato per i troppi "al lupo al lupo". In quelle condizioni qui al nord probabilmente quella strada la avrebbero chiusa prima e la gente che saliva la sera prima MAGARI si sarebbe salvata
 
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Utente 3704

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Secondo me non hai ragione. Fino adesso siamo stati convinti del fatto che il futuro ci portera solo benessere, i lavori piu brutti saranno svolti dai robot, la giornata di lavoro di solo poche ore e altri menzogne del genere. E si poteva fare.Pero hanno preferito spostare il lavoro in altri paesi, hanno chiuso le fabriche dapertutto, e adeso da dove prenderanno i soldi per uno stipendio di cittadinanza se invece di incrementare e robotizzare la produzione hanno preferito a chiudere tutto. E se la rivoluzione industriale a portato il benessere e a spostato i contadini in citta cosi se nel 1920 erano 80 percento dei contadini, adesso ne abbiamo 3 percento. Cosa fara tutta la gente senza lavoro???
Ci hanno mentito.. E farsi delle ilusioni non e che cambiera qualcosa. Bisogna avere gli occhi per vedere e come dice spyro orecchie per sentire....E il pensiero negativo e benvenuto se riflette la realta.

Credo che Aleks abbia più che ragione
 
a proposito di rigopiano riporto questa lettera, per chi ha voglia di leggere e capire come stanno le cose, e non semplicemente seguire la corrente dei lamentosi:
Marano Mario Viola
Responsabile Mountain Wilderness per l'Abruzzo
Farindola, 26 gennaio 2017
RIGIOPIANO: STORIA PASSATA E PRESENTE
Dalla mia casa materna e paterna, situata a 600 mt. s.l.m., a 2 km da Farindola, si vede l'intera catena meridionale del Gran Sasso d'Italia, dal Monte Siella al Colle Arcone.
Il Monte Siella, da dove è partita la valanga del 18 gennaio che ha colpito il Resort Gran Sasso “Il Vate”, mi è piaciuto sin da piccolo perchè alto, imponente, coperto dalla neve d'inverno, ad eccezione del versante est dove i venti fortissimi si divertono a spazzarla depositandola nel canalino “la Genzianella”. Per me è stata la montagna al femminile, elegante come una sposa, tanto da suggerirmi il ruolo di protettrice dell'area sottostante di Rigopiano. Sui suoi fianchi e canalini ghiacciati dei versanti nord ed est ho praticato le mie prime salite invernali con ramponi e piccozza e le discese con gli sci in solitaria. Conosco tutti gli aspetti di questa montagna (geomorfologici, carsici, idrici, vegetali, faunistici, storici).
Avevo 5 anni quando, nel 1950, mio padre mi portò a Rigopiano per la prima volta, in occasione della Festa degli Alpini, per assistere all'inaugurazione del primo sbancamento relativo alla costruzione della nuova strada per Vado di Sole e Campo Imperatore. Ricordo le emozioni che provai nel camminare sulla prateria, nell'osservare l'estesa foresta di faggi, nel vedere da vicino le cime dei monti San Vito, Siella e Coppe, le tante pecore, mucche, vitelli, muli, asini e cavalli al pascolo, i due rifugi “Tito Acerbo” e “Rigopiano”, i fontanili, il vivaio forestale sperimentale e le due stinzie per i pastori. Un ambiente integrale, un paradiso terrestre nel quale l'uomo aveva saputo collocare armonicamente nel paesaggio i fabbricati, nei punti ritenuti più sicuri. I suddetti rifugi furono costruiti nella prima metà del secolo scorso, sulle rovine della chiesa alto-medievale e medievale benedettina di Santa Cecilia con annessi convento e foresteria, dipendente, nel IX sec. d. C., dall'Abbazia di Montecassino (Carta Archeologica della Provincia di Pescara redatta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per l'Abruzzo). Il complesso architettonico costruito su un preesistente luogo di culto antico italico-romano, svolgeva la funzione di punto di sosta e ristoro di pellegrini, pastori, soldati e mercanti, sulla direttrice dell'antica via di comunicazione dalla costa adriatica alla costa tirrenica, Atri-Penne-Farindola-Rigopiano-Vado Siella-Campo Imperatore-Paganica-L'Aquila-Roma.
Pochi anni dopo mio padre mi portò sul Vado di Siella per il turno di assistenza alle pecore durante l'alpeggio. In quelle occasioni potei osservare dall'alto la piana di Campo Imperatore che mi apparve sconfinata e silenziosa in quanto le strade non erano state ancora realizzate.
Gli insegnanti della Scuola Media di Penne ci portavano a Rigopiano ogni anno, a maggio, per farci vivere una giornata nella natura. Nel periodo pasquale noi ragazzi salivamo a Rigopiano a piedi, da Farindola, per passare una giornata in allegria tra la neve e i primi fiori.
Il rifugio “Rigopiano”, di proprietà comunale, era stato gestito dalla Sezione CAI di Pescara per diversi anni. Riconsegnato al Comune, fu venduto ad un privato il quale, alla fine degli anni Sessanta, iniziò a costruirvi accanto l'albergo investito dalla valanga del 18 gennaio 2017.
Il canalino est “la Genzianella”, che parte dall'anticima del Monte Siella, a quota mt. 2000, aveva generato quasi sempre piccole slavine che si fermavano alla sommità della foresta. Il suddetto canalino, che ho risalito tante volte fin da ragazzo, presentava una copertura di faggi di alto fusto e mostrava pochi sassi affioranti dal colore grigio tipico delle rocce anticamente cadute. La conoide, inattiva da tempi antichi (fossile), non è stata mai più ricaricata dalla caduta di valanghe. A testimonianza della sua inattività erano presenti sulla sua superficie prativa a valle della strada provinciale per Vado di Sole, prima del 18 gennaio, esemplari di faggi maestosi che variavano dai trecento ai quattrocento anni, a dimostrazione che da circa mezzo millennio non vi erano cadute le valanghe.
L'anticima del Monte Siella ha forma arrotondata a nord-est (versante di Rigopiano) e prima dell'arrivo della scorsa perturbazione era priva di neve. La spessa coltre bianca accumulatasi in pochi giorni, superiore a 5 mt, non saldata alla prateria altitudinale e strattonata dalle quattro forti scosse sismiche, ha cominciato lentamente a muoversi nelle ore successive fino a trasformarsi in “nevemoto” (termine che mi viene suggerito dalla dinamica di questa tipologia di valanga). E' accaduto un evento catastrofico di grandi proporzioni, imprevedibile che ha superato, a mio avviso, la dinamica delle valanghe cadute nel passato.
La grande valanga, dopo la sua veloce corsa distruttiva, ha superato il perimetro basale di sinistra della conoide fossile, andando ad occupare parte del sito scelto nel IX secolo dai Benedettini, schiacciando l'albergo.
I giudici, i giornalisti, gli esperti, gli opinionisti del nostro tempo pensano di voler giudicare la scelta dei Benedettini che avevano edificato in quel posto? I Benedettini sono stati maestri di sapienza e capaci di affermare una cultura basata sul primato dello studio e del lavoro, dopo secoli di barbarie, all'indomani del crollo dell'Impero Romano.
La valanga del 18 gennaio è figlia del “dissesto climatico” in atto che, in pochi minuti, ha distrutto le certezze di antichissima data sugli equilibri geomorfologici di questa montagna.
Ascoltare i giornalisti e gli esperti che, dagli studi televisivi, hanno parlato della tragedia di Rigopiano con superficialità, senza conoscere le caratteristiche geomorfologiche della montagna, è stato per me doloroso. Un vecchio detto pastorale farindolese recita “ chi poco sa, presto parla “.
Nel 1974, nella veste di presidente della Sezione CAI di Farindola, mi opposi al progetto di lottizzazione edilizia previsto a Rigopiano, approvato dalla Giunta Regionale d'Abruzzo.
I pastori e i boscaioli farindolesi si opposero anch'essi e il 13 giugno 1975la comunità locale elesse un nuovo Consiglio Comunale con l'obiettivo di tutelare i pascoli e la faggeta di Rigopiano. Nella maggioranza di quel Consiglio c'ero anch'io nella veste di vicesindaco e assessore all'Urbanistica. Nel 1976 il Consiglio Comunale, su mia proposta, approvò all'unanimità il Regolamento per la tutela dei fiori, dei boschi, delle acque sorgive, dei pascoli, delle cavità ipogee e delle opere pastorali. Nel 1977 portai all'approvazione del Consiglio Comunale il nuovo Piano Regolatore Generale che annullava la lottizzazione edilizia. Il nuovo strumento urbanistico restituiva a Rigopiano la sua vocazione pastorale, coniugata allo sviluppo di un turismo rispettoso del paesaggio e degli equilibri ecologici del luogo.
Il Piano Regolatore Generale fu approvato con i voti della maggioranza. Dopo pochi mesi da quella svolta lungimirante per la montagna farindolese che poneva le basi per l'istituzione del Parco Nazionale del Gran Sasso d'Italia, il sindaco mi ritirò la delega. Forse ero diventato troppo scomodo per quegli imprenditori (non farindolesi) che non avevano potuto mettere le mani su Rigopiano per realizzare il “modello Campitello Matese” tanto propagandato negli anni Settanta. Le amministrazioni comunali che si sono succedute fino ad oggi hanno confermato il rispetto della vocazione naturale di Rigopiano. Per questo Farindola è stato e resta un modello di sostenibilità ambientale e turistica con il determinante contributo delle associazioni ambientaliste locali (Sezione CAI Gruppo Speleologico, Circolo Legambiente, Gruppo Mountain Wilderness). Elenco le principali realizzazioni: conoscenza della montagna con l'esplorazione di tutte le grotte e gli abissi, riforestazione dei terreni in frana, Riserva Naturale Regionale Voltigno e Valle d'Angri, reintroduzione del Camoscio d'Abruzzo dopo cento anni, Museo del Camoscio, Osservatorio di Geologia del Gran Sasso d'Italia, Polo Scientifico del Parco, campeggio attrezzato a Rigopiano, Consorzio Produttori del formaggio “Pecorino di Farindola”.
CONSIDERAZIONI
• la perturbazione iniziata alcuni giorni prima del 18 gennaio è stata di eccezionale rilevanza con neve pesante, alta un metro e mezzo a Farindola (mt. 530), tre metri a Rigopiano (mt. 1100) e oltre cinque metri sulla gobba dell'anticima del monte Siella (mt. 2000), formando una muraglia nevosa imponente;
• le quattro forti scosse sismiche del 18 gennaio hanno minato la stabilità del manto nevoso sulla sommità dell'anticima del Monte Siella, attivando il fenomeno “NEVEMOTO” che ha prodotto la valanga catastrofica che ha esaurito la sua forza distruttiva contro l'albergo. La tradizione orale di Farindola non ricorda un evento simile;
• i due rifugi ubicati a poca distanza dal margine sinistro basale della conoide fossile sono stati costruiti nel sito ritenuto più sicuro sin dall'antichità, al riparo dalla caduta di valanghe in quanto protetti dal sovrastante contrafforte calcareo del Siella dove si trova la Grotta dei Briganti;
• i faggi secolari che vegetavano al centro della conoide fossile testimoniavano che negli ultimi tre/quattro secoli non si era verificata una valanga catastrofica come quella attuale;
RESPONSABILITA' DELLE ISTITUZIONI
• la Prefettura di Pescara e la Provincia di Pescara, di fronte all'annunciata perturbazione che prevedeva abbondanti nevicate superiori a tre metri nelle aree montane avrebbero dovuto assicurare l'apertura della strada provinciale Farindola-Rigopiano come era sempre avvenuto in precedenza, oppure provvedere alla chiusura temporanea dell'albergo con l'evacuazione del personale e dei turisti. L'albergo non era umanamente spostabile, ma le persone potevano essere salvate.
INDICAZIONI PER IL PRESENTE E IL FUTURO
• nel dissesto climatico in corso, l'approccio urbanistico va rivisto con urgenza, in particolare per le aree montane
 
" ......... e non semplicemente seguire la corrente dei lamentosi: ........."
ho avuto la pazienza di leggere. Che dire: grazie. Esaustivo, chiaro, documentato. Ripeto, grazie
 
interessante :) da un lato apprezzo gli spunti. dall'altro, ora abbiamo a disposizione strumenti geologici di gran lunga superiori rispetto a quanto potessero saperne i benedettini. sul discorso "ma chi vi credete per voler saperne piu' dei frati di allora", non sono affatto d'accordo. non per disprezzo dei frati o per altro, ma semplicemente perche' purtroppo non potevano avere le conoscenze e gli strumenti e metodi di analisi che abbiamo oggi.
 
può essere ma stiamo parlando di una struttura fatta sulle ceneri di un'altra struttura di oltre 50 anni fa, fatta a sua volta sulle fondamenta di una struttura di 500-1000 anni fa, fatta a sua volta su una struttura romana (2000 anni fa??? ).
che facciamo, tiriamo giù l'Italia?
cosa dovrebbe stabilire la perizia? che in caso concomitante di prato gelato, 5 metri di neve caduta in pochi giorni, scosse di terremoto, il tutto si traduce in una valanga che si fa un chilometro e passa di strada spazzando 500 metri di bosco centenario di cui una buona parte sotto il 30% di pendenza?
mi piacerebbe proprio vederla una perizia del genere.
viviamo in un territorio a rischio, potremmo mano a mano ristrutturare le situazioni più pericolose ma altre situazioni come questa ce le dobbiamo tenere altrimenti tanto vale evacuare regioni intere.
parliamo di miliardi di euro quando il comune non è riuscito semplicemente a spazzare una strada e svuotare un albergo...ma la colpa è di chi ha costruito l'albergo per l'opinione pubblica che tanto si è già dimenticata tutto.
e sempre parlando di perizia geologica dove abiti tu l'hai fatta? ogni quanto la fai?
sei sicuro di non essere a rischio?
Spero tu non sia sulla direttrice del muson, canale che storicamente è nato per rompere le scatole ai veneziani e che poi i veneziani spostarono per rompere le scatole ai padovani :D :D :D
boh per me più che perizie e improbabili spostamenti di paesi, sarebbe meglio pensare a gestire il rischio, è almeno economicamente sostenibile
 
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2017-1-1-9-20-20.jpg

questa è una mappa in scala con le giuste proporzioni e le pendenze come sono in realtà.
io a vedere queste dimensioni comincerei ad evacuare le Dolomiti
 
può essere ma stiamo parlando di una struttura fatta sulle ceneri di un'altra struttura di oltre 50 anni fa, fatta a sua volta sulle fondamenta di una struttura di 500-1000 anni fa, fatta a sua volta su una struttura romana (2000 anni fa??? ).
che facciamo, tiriamo giù l'Italia?
cosa dovrebbe stabilire la perizia? che in caso concomitante di prato gelato, 5 metri di neve caduta in pochi giorni, scosse di terremoto, il tutto si traduce in una valanga che si fa un chilometro e passa di strada spazzando 500 metri di bosco centenario di cui una buona parte sotto il 30% di pendenza?
mi piacerebbe proprio vederla una perizia del genere.
viviamo in un territorio a rischio, potremmo mano a mano ristrutturare le situazioni più pericolose ma altre situazioni come questa ce le dobbiamo tenere altrimenti tanto vale evacuare regioni intere.
parliamo di miliardi di euro quando il comune non è riuscito semplicemente a spazzare una strada e svuotare un albergo...ma la colpa è di chi ha costruito l'albergo per l'opinione pubblica che tanto si è già dimenticata tutto.
e sempre parlando di perizia geologica dove abiti tu l'hai fatta? ogni quanto la fai?
sei sicuro di non essere a rischio?
Spero tu non sia sulla direttrice del muson, canale che storicamente è nato per rompere le scatole ai veneziani e che poi i veneziani spostarono per rompere le scatole ai padovani :D :D :D
boh per me più che perizie e improbabili spostamenti di paesi, sarebbe meglio pensare a gestire il rischio, è almeno economicamente sostenibile

non si puo' tirare giu l'italia, ma dove possibile si puo' provvedere a fare un po' di prevenzione. dove non si puo' fare, sarebbe da valutare se il gioco vale la candela.

la mia critica e' piu' per le costruzioni recenti. negli ultimi decenni a vicenza sono stati fatti interi isolati nella golena del bacchiglione, che ovviamente finiscono sotto ogni anno e ci scappa pure il morto. si sapeva benissimo che finiscono sotto. perche' e' stato permesso?

poi ovvio che non puoi tirar giu' tutta italia, che e' idrogeologicamente un incubo, ma esiste una cosa chiamata mitigazione.

comunque: si, ho dati idrogeologici su dove abito. la casa dei miei, a este, e' in un punto molto sicuro per tutta una serie di motivi. la casa dove sto, a padova citta', e' meno sicura ma la parte abitabile e' sopraelevata. i dati sono di qualche anno fa. il muson e' a nord di alcuni km, e anche li sono stati fatti quartieri troppo vicini e solo dopo che c'e' scappato il morto hanno sistemato gli argini.

Vedi l'allegato 145625
questa è una mappa in scala con le giuste proporzioni e le pendenze come sono in realtà.
io a vedere queste dimensioni comincerei ad evacuare le Dolomiti

non e' questione di evacuare, ma di mitigare e prevedere. magari evitiamo di costruire nuove case sotto zone a rischio frana e valanga, per le preesistenti vediamo cosa si puo' fare, a volte basta veramente pochissimo per evitare problemi enormi.
 
io mi riferisco a questo caso perché è emblematico di come funzionano le cose in Italia.
succede qualcosa, si trova un capro espiatorio mediatico, dopo due giorni ci si dimentica tutto e così siamo punto a capo.
invece bisognerebbe approfondire le cose, cercare di capire dove stanno le colpe veramente... ma alla gente non interessa, è un circo in cui gli italiano sono solo interessati a gridare, non c'è ricerca di verità e realtà, è una farsa... e così nel frattempo non si sistemano i problemi reali, non si fa niente per migliorare... è un modo per lamentarsi e il bello è che oggi con la mole di informazioni tecniche disponibili e soprattutto con la possibilità di ascoltare la voce delle persone che in quei posti ci abitano, possiamo capire molto molto di più cosa succede... ma è molto più facile e "divertente" sbraitare contro la vittima di turno.
 
nessuno nega che in italia si vada avanti urlandosi addosso e con gli scaricabarile. d'altro canto, tante volte ho visto che bastava pochissimo per sistemare qualcosa e non e' stato fatto, con un danno molto maggiore della spesa ipotetica iniziale.

in italia non c'e' via di mezzo.
 
il succo del discorso sta nelle poche parole dette da henri
Purtroppo, a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina
quindi, per tornare all'originario discorso, è sempre bene pre-disporsi.
la conoscenza è, a mio modestissimo avviso, la madre di tutte le predisposizioni.
così se sai che andrai in un deserto, sicuramente per non perderti ti porterai la bussola, tanto per non rischiare di girare in tondo...
riguardo a Rigopiano giangi4 ha fatto una citazione che dovrebbe essere una lettera aperta a tutte le principali testate italiane.
giusto per fare chiarezza sulle minchiate scritte e fatte.
 
Vedo ora il post. E visto quello che sta succedendo ad Amatrice & co, dico la mia.

[IMHO]

Lo scenario apocalittico ce lo abbiamo in questi giorni in centro Italia.. Per cui non serve a nulla fare i superiori o dire che ci sono strategie migliori oppure strampalate. Viviamo e , parlo solo per me, siamo cresciuti con tutto quello che poteva servire e anche di più. Ora gente come noi ma senza casa, al freddo, senza acqua e senza corrente sta soffrendo vivendo in condizioni di estremo disagio. Non è così improbabile che possa succedere anche a noi. E se succedesse a ME, sotto la neve al freddo e senza acqua... come mi comporterei?

Di sicuro avere oggetti studiati appositamente per andare avanti servono. E' la forma mentis che serve e che sempre darà un vantaggio rispetto agli altri. Il resto sono solo parole vuote che non hanno senso.

Il giudizio degli altri comunque arriva sempre ed è sempre affilato... Perchè le persone non pensano al peggio. Alla fine dicono che è sfortuna, guardando il TG sulla poltrona.


Ciao a tutti,
alcuni si ricorderanno di me, altri no, altri ancora non sanno proprio chi sono...
Sono sparita da un po' per ovvi motivi che qualcuno può immaginare e in un momento di malinconia ho aperto il forum ed ho cercato con la parola Amatrice e mi è uscita questa discussione...
beh, nel dramma che ho vissuto, mentre leggevo i vostri commenti mi è venuto da sorridere e vi spiego brevemente perché...chi si ricorda di me forse sa anche che il mio compagno era uno che seguiva il tema della sopravvivenza, aveva provveduto con il tempo a procurarsi di tutto e di più... insomma, si poteva dire che era una persona preparata nel tema è a casa avevamo veramente l'attrezzatura per una apocalisse:help:...la notte del terremoto, dopo quegli interminabili secondi in cui pensavamo che ci stesse cadendo la casa addosso, accorti che eravamo vivi e dovevamo scappare, mi ricordo come fosse ieri, che mi misi ad aprire tutti i cassetti per cercare una benedetta torcia...una banale TORCIA, sapendo che in casa ne avevamo almeno una diecina! Sarà stata la paura, la confusione, non lo so ma io proprio non la trovavo...la trovò lui ovviamente :rofl:
Questo era solo per dire che si, è importante essere preparati e sicuramente si ha un vantaggio non indifferente su chi non lo è affatto ma...a volte purtroppo non basta!

Buona vita a tutti :si::si::si:
 
Hai ragione tanto la fortuna e il caso giocano sempre per il settanta per cento l'importante è partecipare!!.Comunque da nipote di nonni amatriciani anzi suddivisi tra Capricchia Trione e Preta ti auguro una buonissima vita anche a te.:biggrin:
 
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