Non ricordo la strada di ritorno nel bosco.

Ah beh si, più pratico in fin dei conti lo è, purtroppo il limite principale soprattutto nei trekking di più giorni è quello della batteria (ma con il telefono scrauso che avevo anche in giornata spesso...)

Per quanto riguarda la pianificazione sicuramente ha il suo fascino aprire la carta enorme ed esplorare, però lo dicevo dato che se a una persona piace esplorare diverse zone e non sono due o tre zone circoscritte le carte da comprare sarebbero decine e decine, con grande impiego di denaro... Alcune delle quali magari ti serviranno una o due volte tra l'altro...
Infatti io ne avevo preso solo 2, quelle che mi interessavano un po' di più e in cui sapevo che avrei dovuto fare più uscite prima o poi


si, facessi un trekking di più giorni porterei il garmin.
per le cartine effettivamente è un bell'investimento, considerando che ognuna ha un costo di 10-12 euro se si incomincia a girare ovunque i soldi da spendere sono parecchi
 
Per risparmiare, invece di comperare diverse mappe, è l'acquisto di un "atlante cartografico" es. io ho quello del Trentino (Atlante cartografico del Trentino) comprato l'anno scorso a metà prezzo. L'unico neo è che è vecchio di 10 anni e non lo puoi portare in giro comodamente perchè ha un formato 26×36 cm.
 
Può essere utile anche la previsione della temperatura e del vento lungo il percorso.
Sono collegati al sito Windy.
 
Ecco appunto diciamo che sono tutte soluzioni di backup ridondanti. Memoria visiva, cartina, gps, pianificazione accurata. L’optimum sarebbe averle tutte, molto più realisticamente sarebbe molto facile averne almeno 2: memoria e gps, che sono tra loro indipendenti, così se falla uno, c’è l’altro.

Non vedo perché demonizzare il gps così come non capisco perché chi usa il gps non dovrebbe anche stare attento a memorizzare i passaggi chiave.
 
C'è anche il caso in cui si fa un anello (io ne faccio molti perchè mi piace esplorare e vedere robe nuove) e quindi la soluzione del guardare indietro non funziona :D

magari si fa un anello parziale, nel caso riconoscere la strada fatta fa comunque piacere... non ti sei perso! :eek:
 
Comunque l'ambiente che si frequenta condiziona le competenze. Ad esempio il lecchese e dintorni è una zona di montagne molto frequentate, ripide, sassose, in cui la traccia su cui si cammina è molto importante.
Non è un caso che molte bussole vengano dal nord europa (Silva, Suunto) o USA. Sono ambienti diversi.
I miei amici che usano il gps sono stati incentivati dallo scialpinismo e mtb. In ambienti più aperti, in cui l'orientamento propriamente detto serve di più.
Qui serve molto l'osservazione, la comprensione delle tracce e la raccolta di info dai locali (intelligence escursionistica... tipo come raggiungere il bivacco Casorate Sempione, o il pizzo di Prata...)
 
Può essere utile anche la previsione della temperatura e del vento lungo il percorso.
Sono collegati al sito Windy.

Sempre se c'e rete, a volte purtroppo capita che sia assente nel luogo in cui ci ferma per la notte ma anche in un raggio di alcuni chilometri...
Comunque si, utile è utile, se la si sa usare anche per la previsione di possibili temporali
 
Ecco appunto diciamo che sono tutte soluzioni di backup ridondanti. Memoria visiva, cartina, gps, pianificazione accurata. L’optimum sarebbe averle tutte, molto più realisticamente sarebbe molto facile averne almeno 2: memoria e gps, che sono tra loro indipendenti, così se falla uno, c’è l’altro.

Non vedo perché demonizzare il gps così come non capisco perché chi usa il gps non dovrebbe anche stare attento a memorizzare i passaggi chiave.

Non è solo una questione di sicurezza ma di autenticità dell'esperienza, è un farcela con le proprie forze esattamente come completare una traversata a piedi senza usare mezzi.
Ognuno vive l'outdoor in modo diverso, io amo macinare tanti km ma non per questo non comprendo chi ama il bushcraft: esperienze differenti, sensazioni differenti, emozioni differenti.
Io ad esempio non ho capacità di orientamento con la bussola e mi rendo perfettamente conto di quanto sia un limite sia a livello di sicurezza che di appagamento in termini esperienziali.
 
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