Normativa Nuova legge regionale emilia romagna

Ora, è evidente che tali tratti sono sicuramente carrabili, e quindi per essi non opererà il divieto di circolazione per i mezzi a motore previsto dalla proposta di legge REER, che parla apounto dle fatto che tale divieto non si applica alle strade carrabili (senza perlatro definire cosa si intenede per "strada carrabile").
Il problema è però che non si capisce dove inizi il divieto.
La proposta di legge non prevede, come invece accade in Trentino, che laddove la viabilità diventa non più percoribile dai mezzi a motore sulla stessa venga apposto il classico cartello di "divieto di circolazione" a norma del Codice della Strada.
Non lo prevede perchè tali cartelli non li può mettere il CAI, per legge statale infatti la segnaletica stradale può essere apposta solo dai Comuni (sulle strade comunali) o comunque dall'ente proprietario della strada stessa (quindi Provoncia o Stato, ma mai la Regione), Inoltre tali cartelli debbono riportare, sul retro, gli estremi della delibera Comunale (o Provinciale, o Statale) con cui il divieto stesso è stato deliberato.
Ribadisco che il problema è tutto qui: è stata censita una rete "sentieristica" estremamente estesa, che arriva sino alla pianura. Essa comprende una pluralità di strade di vario genere, ed anche alcune centginaia di km di sentieri puramente pedonali.
In assenza di una chiara demarcazione fra le "strade carrabili" e quelle "non carrabili", come fa chi le percorre a rispettare i divieti, se gli stessi non sono segnalati?

Da quello che hai scritto finora pareva che il CAI precludesse l'accesso anche alle strade bianche carrabili, adesso invece il problema è solo di segnaletica. Come dire, tanto rumore per nulla. La legge non è mica passata, e mi pare che il CAI e la regione non abbiano chiuso preventivamente le orecchia a suggerimenti.
 
Non puoi chiudere tutte le strade, comprese le strade bianche, ok hai sentieri del CAI ma non si può monopolizzare l'intera rete viaria Italiana.

E infatti pare non sia esattamente così, come peraltro era prevedibile. La solità solfa all'italiana, si fa una proposta di legge, pochi la capiscono ma tutti quelli che 'forse' ne sono toccati vanno su di giri.

RUMOROSI è un tuo giudizio personale, perchè se sono in regola con il codice della starda il mio scarico non fa più casino di un auto euro5...
ma poi ti ripeto, tu tieni la tua idea e grazie a Dio per ora posso ancora circolare per l'Italia...
La rumorosità è soggettiva fino ad un certo punto. Una moto in città non fa rumore, in un bosco spicca sopra tutto il resto. Poi la cosa va vista in prospettiva. Se una moto omologata puo' non essere rumorosa, un motoraduno di moto omologate magari un po' di casino lo fa. E a quanto pare nei periodi estivi, secondo quanto afferma il CAI, di questi assembramenti di moto (che di sicuro non stanno fermi in trattoria) nella sola zona di PARMA ce ne sono 2/3 al mese per tutto il periodo estivo.
 
Generalmente è chi accusa che ha l'onere della prova non chi è accusato, per tanto in teoria dovrebbe essere il CAI a presentare l'impatto ambientale ;)
Ora per pura curiosità, esistono studi in merito ?, in altre parole tolto le parole (a me è capitato di vedere ....., ieri c'erano due moto .......) quali sono gli argomenti concreti tali per il quale si possa dire "effettivamente i motociclisti hanno rotto i coglioni" perchè dire "inquinano" è vero ma con che impatto ? (per esempio).

Non mi risulta che il legislatore per fare le leggi in tutela dell'ambiente debba giustificarsi fornendo prove ufficiali. Perlomeno non mi pare che quando hanno fatto le leggi sul divieto di sversare le fognature sui fiumi abbiano dovuto dimostrare qualcosa ufficialmente a tutti quelli che non volevano adeguarsi. Idem sulle leggi relative alle emissioni e a tante altre cose. Peraltro applicando il tuo ragionamento potrei contestare il divieto di transito motorizzato anche nei sentieri del Parco dello Stelvio, per dirne una. Mi pare sia difficile negare che il transito di mezzi motorizzati continuativo e di massa su un sentiero come minimo danneggi il sentiero stesso. Così come mi pare non servano poi chissa queli prove per dire che una mandria di biker, in un determinato contesto, provochi fastidio a uomini e animali.
Non stiamo comunque parlando di un processo dove si devono presentare prove. C'è una legge in discussione che mira alla tutela dell'ambiente, e chi si sente danneggiato da essa manco l'ha capito e per contestarla non ha argomenti seri, ne idee chiare mi pare.
 
TheKing hai ragione, il problema è principalmente di segnaletica. In sostanza, per come è configurata la proposta di legge, non è prevista alcuna segnaletica conforme al CdS, finalizzata ad identificare le zone vietate al transito di veicoli a motore.
Ed è previsto invece un divieto generalizzato di circolazione ai mezzi a motore sull'intera REER, "salvo i tratti carrabili", non meglio definiti...
In sostanza, a parte i tratti asfaltati, che sono indubitabilmente carrabili, ma che saranno meno di 500 km su 5000, ed i sentieri alpini, che sono altrettanto chiaramente "non carrabili", ma che si estendono anch'essi per meno di 1000 km, si crea una "zona grigia" di oltre 3500 km, in cui non si sa bene cosa è carrabile o cosa no...
Ed è su tale vastissima rete stradale che attualmente scorrazzano moto di vario tipo, alcune perfettamente legali (come le mie), altre invece del tutto fuori norma...
Ed anche 4x4, quad, cavalieri, calessi e slitte trainati da cavalli, biciclette, motoslitte e downhill...
Io non ho mai chiesto la "deregulation", la proposta di legge REER in se è una gran buona cosa. Ma se si vuole che le regole siano rispettate, bisogna che gli utenti della strada (qualunque mezzo usino) siano messi in condizione di capire dove possono andare e dove no.
Scelta che comunque spetta unicamente ai Comuni, non è accettabile che la Regione usurpi loro tale diritto costituzionale, per affidarlo ad una associazione privata (per quanto meritevole, io non ho nulla contro il CAI, mio padre ne era socio ed anch'io, come "socio famigliare", ho fatto decine di escursioni organizzate dal CAI).
Mi spiace che questa discussione, che era partita sotto un profilo tecnico e giuridico, sia sfociata in una sorta di "guerra di religione" su posizioni ideologiche, di fatto poco costruttiva ed inutile.
E' chiaro che la Regione dovrà modificare la proposta di legge, in quanto cosi' com'è è palesemente anticostituzionale, e rischierebbe dunque di venire immediamente annullata dalla Suprema Corte (come peraltro succede spesso, e proprio alla nostra regione, che ha questo "vizietto" di voler legiferare in contrasto con il quadro legislativo nazionale sovraordinato).
Io mi sto battendo affinchè la modifica alla proposta di legge, oltre a renderla costituzionale, la renda anche equa e sostenibile.
Ed a tal fine, nessuna presa di posizione ideologica è utile...
Debbo dire che in questa battaglia ho conosciuto gente di varia origine (enduristi, 4x4, bikers, cacciatori, escursionisti come me, etc.), e molti di loro (non tutti) hanno accettato di abbattere le barriere e discutere pacatamente di aspetti tecnici (quali le pavimentazioni stradali, e la loro capacità di sopportare carichi verticali ed azioni di taglio, oppure propagazione acustica e decibel) e di diritto.
Da tale confronto è scaturita la proposta di emendamento della legge REER che potete scaricare dal mio sito:
http://www.angelofarina.it/Public/REER/REER-emendamenti.doc
Postando qui, volevo semplicemente raccogliere opinioni di altri escursionisti, volte a migliorare il testo della proposta di modifica del dettato della legge REER. Invece ho visto delle gran discussioni, molto accese, ma nessuna proposta operativa, del tipo:
"Farina, al punto 3.2 della tua proposta di modifica, anzichè scrivere cosi', è meglio se scrivi cosà"...
Erano questi i contributi che speravo di ricevere, ma evidentemente questa materia scalda troppo gli animi perchè ne esca qualcosa di utile...
Quindi sottopongo di nuovo una cortese richiesta di aiutarmi, per quanto nelle competenze e conoscenze di ciascuno, a perfezionare la mia proposta di emendamento del testo della REER...
L'apporto di soci del CAI è quanto mai gradito a questo fine, ed in tal senso ho molto apprezzato sia lo stile che il contenuto della lettera del presidente del CAI, che trovo in gran parte condivisibile, tranne un paio di punti in cui ha "pestato di brutto", evidentemente per ignoranza della nostra Costituzione e del Codice della Strada, non certo per cattiva fede (almeno cosi' penso io).
Se tale "spirito" fosse stato applicato nella stesura del testo della legge, unitamente ad una umile consultazione di un esperto di diritto costituzionale, oggi non staremmo qui a discutere. Invece, evidentemente, qualcuno, per "eccesso di zelo", ha voluto fare "il passo più lungo della gamba", portando al confezionamento di una proposta di legge insostenibile sul piano giuridico, e fortemente iniqua. IL CAI era stato investito di ampi poteri discrezionali nel definire la questione, e debbo dire che, in questo caso, ha abusato di tali poteri, scontentando non solo gli appassionati di altre discipline, ma anche una quota non marginale dei propri stessi associati, la cui attività escursionistica a piedi verrebbe di fatto impedita o comunque limitata da un generalizzato divieto di circolazione con i mezzi a motore esteso all'intera rete stradale non asfaltata...
Spero dunque, finalmente, di ricevere contributi e proposte migliorativi del testo della legge, onde poterli portare in Regione e sperare di ottenerne l'approvazione.
 
Non mi risulta che il legislatore per fare le leggi in tutela dell'ambiente debba giustificarsi fornendo prove ufficiali. Perlomeno non mi pare che quando hanno fatto le leggi sul divieto di sversare le fognature sui fiumi abbiano dovuto dimostrare qualcosa ufficialmente a tutti quelli che non volevano adeguarsi. Idem sulle leggi relative alle emissioni e a tante altre cose. Peraltro applicando il tuo ragionamento potrei contestare il divieto di transito motorizzato anche nei sentieri del Parco dello Stelvio, per dirne una. Mi pare sia difficile negare che il transito di mezzi motorizzati continuativo e di massa su un sentiero come minimo danneggi il sentiero stesso. Così come mi pare non servano poi chissa queli prove per dire che una mandria di biker, in un determinato contesto, provochi fastidio a uomini e animali.
Non stiamo comunque parlando di un processo dove si devono presentare prove. C'è una legge in discussione che mira alla tutela dell'ambiente, e chi si sente danneggiato da essa manco l'ha capito e per contestarla non ha argomenti seri, ne idee chiare mi pare.
Il legislatore, se fà il suo lavoro come si deve, prima di prendere una decisione che comporta una limitazione in virtù della tutela ambietale o per motivi di salute pubblica non può farlo di "pancia", o a fur di popolo, se non vuole che chi non vuole mettersi in riga non gli faccia causa presso un tribunale. Quando ha deciso, nel caso specifico, di non far più fumare o non permettere più gli sversamenti delle fognature nei fiumi, ha sicuramente fatto, o richiesto, uno studio che ne dimostrasse, numeri alla mano, che effettivamente il loro operato era giustificato e se non ci sono state contestazioni, con seguito positivo sul piano legislativo, è perchè quanto meno esistevano a livello di pubblicazioni pubbliche.

Poi il legislatore può fare scelte anche di "pancia" o a "furor di popolo" ma indubbiamente le deve formulare in modo tale che non siano contestabili, per tanto, se non ci sono studi che dimostrano la correlazione auto/moto/bikers con, per esempio, aumento dell'inquinamento e danni alla salute pubblica questo argomento non sarà di certo l'argomento cardine ...... e visto che il thread è virato anche sull'aspetto "inquinamento" mi chiedevo se esistessero studi in merito.

Ciao :), Gianluca
 
La rumorosità è soggettiva fino ad un certo punto. Una moto in città non fa rumore, in un bosco spicca sopra tutto il resto. Poi la cosa va vista in prospettiva. Se una moto omologata puo' non essere rumorosa, un motoraduno di moto omologate magari un po' di casino lo fa. E a quanto pare nei periodi estivi, secondo quanto afferma il CAI, di questi assembramenti di moto (che di sicuro non stanno fermi in trattoria) nella sola zona di PARMA ce ne sono 2/3 al mese per tutto il periodo estivo.

Qui entriamo nella "mia" materia, quella che insegno all'università e su cui faccio ricerca. Quindi, messo in testa il cappello da prof, mi tocca farvi una lezioncina di Acustica Applicata.

Va detto anzitutto che l'Italia è il paese al mondo che ha una legislazione in materia di Acustica Ambientale più estesa e dettagliata, e con limiti restrittivi. Basta dire che è il primo paese al mondo come acquisto di fonometri!
La base è la Legge Quadro sul Rumore Ambientale (L. 447 / 1995), cui sono seguiti una dozzina di "decreti attuativi", e numerose altre disposizioni di legge.
In sostanza, in Italia abbiamo tre distinti tipi di limiti di rumorosità:
1) limiti di emissione
2) limiti di imissione di tipo assoluto
3) limiti di immissione di tipo differenziale

Parlando di veicoli a motore, i limiti di emissione sono quelli riportati sulla carta di circolazione, e rappresentano dunque la "produzione" di rumore massima del veicolo, marciante a piena potenza e con i freni tirati. Tale valore "di targa" ha ben poca attinenza con l'effettivo rumore prodotto durante la marcia normale, in quanto normalmente la gente non va in giro col motore a palla ed i freni tirati... Affermare dunque che un veicolo che rispetta i limiti di emissione previsti in sede di omologazione "non disturba" perchè conforme alla legge, è una affermazione assolutamente arbitraria. Un veicolo può benissimo rispettare i limiti di emissione, essendo dotato di aspirazione e scarico a norma, e nello stesso tempo risultare disturbante, come vedremo in seguito. Si dà dunque per scontato che tutti i veicoli ammessi alla circolazione stradale siano "a norma", in quanto periodicamente verificati in sede di revisione periodica.

Veniamo ora ai limiti assoluti di immisione. Questo sono detti anche "Limiti di zona", in quanti i Comuni (che, anche in questa materia, hanno costituzionalmente il potere di normare il loro territorio) definiscono una cartografia di classificazione acustica del territorio comunale, detta anche zonizzazione acustica, o più brevemente ZAC.
Il territorio viene suddiviso in 6 aree con diversa destinazione d'uso, e diversi limiti di immissione (da misurare all'esterno degli edifici) nei periodo diurno (dalle 6 alle 22) e notturno (dalle 22 alle 6):
cl. I - Aree particolarmente protette Leq = 50/40 dB(A).
cl. II - Aree prevalentemente residenziali Leq = 55/45 dB(A).
cl. III- Aree di tipo misto Leq = 60/50 dB(A).
cl. IV - Aree di intensa attività umana Leq = 65/55 dB(A).
cl. V - Aree prevalentemente industriali Leq = 70/60 dB(A).
cl. VI - Aree esclusivamente industriali Leq = 70/70 dB(A).
Come si vede, il limite notturno è in generale più basso di 10 dB rispetto al limite diurno, tranne che per la classe VI.
I parchi e le aree naturalistiche sono solitamente in classe I, mentre il restante territorio agro-silvo-pastorale è solitamente classificato dai Comuni in classe III, in modo da consentire le normali attività agricole con mezzi a motore.
Quindi di fatto in termini di limiti di immisione assoluti, essi sono generalmente pari ad un Leq diurno di 60 dB(A), escludendo i parchi dove comunque la circolazione dei mezzi a motore è già comunque vietata "a prescindere"...
Si ha quindi lo stesso limite nei campi coltivati che circondano una città o nel bosco su per un monte, e sbaglia chi pretende che sui monti ci sia più silenzio (ripeto, a parte le porzioni di territorio classificate dal comune in classe I, dove invece il silenzio pressochè totale è dovuto per legge - si calcoli che un livello diurno di 50 dB(A) è cosi' basso da venire facilmente superato dal canto degli uccellini, dei grilli o delle rane, o dal rumore del vento fra gli alberi).
Il transito dei veicoli a motore sulla viabilità aperta al traffico, dunque, dovrebbe garantire il rispetto dei limiti di zona. Se questo non accade, il Comune dovrebbe assumere provvedimenti di limitazione del traffico, esattamente come fa quando si superano i limiti di inquinamento dell'aria (polveri sottili, ozono, etc.). Va tuttavia chiarito che, in caso di superamento dei limiti, la responsabilità non ricade sui conducenti dei veicoli, se conformi ai relativi limiti di emissione, ma sull'ente gestore dell'infrastruttura stradale (che solitamente è il Comune stesso).
Inoltre, nel caso il superamento dei limiti sia sistematico, l'ente gestore dell'infrastruttura è tenuto a predisporre un Piano di Risanamento Acustico, che deve poi essere attuato nell'arco di parecchi anni (D.M.Amb. 29 novembre 2000).
Il parametro con cui si verifica il rispetto del limite è il cosiddetto Leq, o Livello Equivalente. Si tratta di una "media temporale" estesa, per legge, all'intera durata del periodo diurno, e mediata ulteriormente su base settimanale. Il passaggio anche di 30 motociclette molto rumorose, per pochi minuti, alla domenica, di fatto fa crescere assai poco il valore del Leq diurno mediato su una settimana..
Quindi è assai raro il caso di superamento del limite di immissione diurno di 60 dB(A) su per le nostre stradine di montagna, per quanto amate dai motociclisti..

E veniamo ai limiti differenziali. Essi vanno verificati con misure effettuate all'interno delle abitazioni, sia a finestre aperte che chiuse. Si va a verificare se il livello sonoro (sempre Leq, ma stavolta misurato per pochi minuti) rilevato quando la sorgente sonora potenzialmente disturbante è attiva, risulta superare di una misura eccessiva il valore di Leq rilevato a sorgente sonora disturbante inattiva (cosiddetto "rumore residuo")..
Se la differenza supera i 5 dB(A) (di giorno) ed i 3 dB(A) (di notte), la sorgente è considerata disturbante.
Questo criterio dunque tutela chi abita nelle zone naturalmente silenziose, impedendo cha la quiete venga eccessivamente perturbata da immissioni rumorose. Tuttavia, per legge, i limiti differenziali non si applicano alle infrastrutture di trasporto, quindi qui non occorre più parlarne.

Torniamo dunque al rispetto dei limiti di immissione, giacché sono essi il problema per la circolazione di mezzi a motore su viabilità agresti. Come abbiamo visto, causa la metrica utilizzata per la valutazione (Leq) lo sporadico passaggio di qualche mezzo anche molto rumoroso non pregiudica il rispetto del limite. Viceversa un traffico continuo per parecchie ore al giorno "fa media", e dunque porta facilmente al superamento dei limiti. Il problema dunque si pone unicamente nel caso di quelle famose manifestazioni quali le motocavalacate o i raduni dei 4x4. In tali occasioni, il transito dei mezzi è continuo anche per 10-12 ore della giornata, ed il valore di Leq schizza alle stelle.
Di fatto, dunque, tali manifestazioni sarebbero impossibili. Ma la legge prevede che, per poche giornate all'anno, e dietro apposita richiesta fatta al Sindaco, il Comune possa autorizzare lo "sforamento" dai limiti. Si chiamano "deroghe per attività rumorose temporanee", e possono essere richieste sia per manifestazioni a scopo ricreativo (cavalcate, ma anche concerti rock, etc.) sia per esigenze di lavoro (taglio di un bosco con le motoseghe, lavori stradali, esplosione di mine per scavo gallerie, etc.). La legge non "privilegia" gli uni scopi sugli altri, in quanto, come vi ho già spiegato, per la costituzione italiana le cose fatte "per divertimento" non sono affatto "di serie B" rispetto a quelle fatte "per lavoro". E ben ce ne viene, che se no anche attività come il trekking, la mountain bike, e l'escursionismo in generale, che sono fatte anch'esse per puro divertimento, verrebbero messe in secondo piano rispetto alle esigenze "di lavoro" dei contadini e dei montanari.
Dunque il quadro normativo in materia di protezione acustica dei cittadini è chiarissimo, e mette al centro di tutto il Comune. Esattamente come avviene per il quadro legislativo relativo alla libera circolazione stradale, che, a livello nazionale, può venire normata solo dall'ente proprietario dell'infrastruttura stradale (quindi normalmente sempre il Comune).
E qui ben si capisce la sollevazione dei Sindaci delle nostre montagne, che si sono visti potenzialmente esautorati, da parte della Regione, di poteri che per legge spettano solo a loro.
Sta al Sindaco autorizzare o meno manifestazioni quali motoraduni o cavalcate. Se decide di farlo, la legge gli consente di assegnare deroghe al rispetto dei limiti di rumorosità (ed anche alla percorribilità di percorsi normalmente vietati). Se ai cittadini ciò non piace, che lo mandino a casa alle elezioni successive.
In ogni caso, la questione ha inizio e termine all'interno dei confini del Comune. Se ai "cittadini", turisti domenicali, che non risiedono nel Comune e dunque non votano per il Sindaco, non sta bene di sentire il rumore causato da una "attività rumorosa temporanea" autorizzata dal Sindaco,
durante la loro scmpagnata domenicale, resta ben poco margine per lamentarsi... Possono solo andarsene in una altro comune...
Questa è la legge, non l'ho fatta io, ma i nostri ben pagati parlamentari. Se non sta bene, cambiamola, eleggendo in parlamento chi ha idee diverse, e si farà carico di cambiarla. Ma, finchè la legge statale è questa, il potere ce lo hanno i Sindaci, non la Regione, e men che meno è possibile delegarlo al CAI.
In conclusione: la legge tutela efficacemente i cittadini dal rumore, ma solo se il Comune fa la sua parte, imponendo limiti adeguati attraverso la ZAC, facendoli ripettare tramite controlli e sanzioni, ed adottando provvedimenti restrittivi della circolazione se i limiti vengono superati.
Se un cittadino ha problemi di rumore disturbante, deve dunque primariamente rivogersi al Sindaco, e non invocare l'intervento di altri organi, che per legge non sono competenti...

Detto tutto questo, vi posso assicurare che la lotta alle emissioni di rumore è una delle priorità per chi costruisce mezzi o attrezzi a motore, sia a scoppio che elettrici. Le aziende produttrici spendono un sacco di soldi in studi, ricerche e progettazione di sistemi silenzianti sempre più efficaci.
La mia Università fa da 20 anni studi e ricerche con loro, con risultati assai buoni.
La rumorosità dei veicoli a motore, infatti, scende incessantemente, di circa 5 dB ogni 10 anni.
Questo significa che fra 20 anni, se continua l'attuale trend, una moto da enduro farà il rumore che fa attualmente una mountain bike...
Ovvaimente, quasi sicuramente sarà elettrica, leggera e potente...
 
U

Utente 3704

Guest
Anche qui @angelofarina ti troveranno da controbattere. Ovviamente.
 
A me va bene che controbattano, purchè in modo costruttivo, in modo da migliorare il testo della proposta di legge REER. E' questo l'argomento!
Ancora nessuno, però, sinora, ha postato un solo rigo suggerendo una modifica agli emendamenti da me proposti alla proposta di legge REER.
VI PREGO VI PREGO, ditemi dove sbaglio e come si può scrivere un testo migliore del mio, nel rispetto dell'impianto complessivo della legge...
Io non ho mica la pretesa di sapere tutto di tutto, e non sono nè un legale nè un legislatore... Sono convinto di aver comesso errori nel testo da me predisposto, chi non è d'accordo con esso, PER FAVORE, mi dica dove e come cambiarlo...
Per me non è una critica, ma un utile suggerimento...
Qui invece fate una gran cagnara, ma nessuno propone alcunchè da scrivere nella legge, che risolva i problemi di incostituzionalità pur garantendo la protezione ambientale ed il rispetto di tutti...
 
Ci sono però un paio di considerazioni che vorrei fare.

Chi usa la moto/macchina non necessariamente richiede una autorizzazione preventiva se questa non è espressamente necessaria. Un "raduno" come tale necessita di una autorizzazione preventiva onde evitare "rogne" ma nulla vieta che a gruppi, per esempio, di 4 o 5 moto vadano in giro (potendolo fare) senza richiedere nessun tipo di permesso e potrebbero, condizionale, non di certo limitarsi a passaggi di qualche minuto se trovassero gradevole/interessante una determinata zona. Ora, per fare un esempio, 5 gruppi di altrettanti motociclisti, ovvero, 25 moto che circolino liberamente senza nessuna velleità di un qualche "raduno" lo faranno in barba a qualsiasi tipo di controllo/autorizzazione. Se poi ciò avviene, ovvero che ci siano gruppi distinti che circolano nella stessa area, non lo sò ...... ma non esiste nulla che lo impedisca, di fatto.

I controlli ambientali, anche se di competenza del comune, vengono demandati all'ARPA/USSL per tanto è pura utopia immaginare una verifica capillare come sarebbe necessaria per poter controllare/sanzionare un territorio comunale anche di modeste dimensioni e questo a maggior ragione se sono più piccoli e se i controlli dovrebbero avvenire durante, ad esempio, il fine settimana che è sicuramente il periodo peggiore per avere personale qualificato a disposizione. Certo non è colpa dei singoli se il comune deve attrezzarsi ma non ha neanche senso che ogni comune abbia fra il suo personale almeno due o tre persone espressamente qualificate (anche perchè vogliono giustamente essere pagate) oltre che la relativa strumentazione che di per sè non ha poi un costo così proibitivo ma, chi sà come mai se un fonometro in classe 1 e relativa certificazione io lo pago poco più di mille e qualche centinaio di euri se è in classe 2 mentre sono convinto che un comune non li pagherà meno del doppio o del triplo.

....... non sono "contestazioni" ma solo osservazioni :p

@Angelofarina ...... la proposta di variante l'ho letta, di sfuggita ovviamente, ma mentre la proposta attuale esclude di fatto i veicoli a motori tu vuoi fare sostanzialmente il contrario poi palesi errori non ne ho visti ....... bisognerebbe perderci un pò di tempo.

Ciao :), Gianluca
 
U

Utente 3704

Guest
Io credo sia molto semplice la cosa da un certo punto di vista, si potrebbe dare la possibilità di circolare a tutti nelle cosidette strade bianche, e non in sentieri (opportunamente segnati) con un larghezza tale da non permettere di transitare in contemporanea in ambo i sensi due MTB (così non parlo di enduro) quindi all'in circa larghi 1.80...e ovviamente di vietare ogni tipo di bosco o zona di "vero" parco.
Si potrebbe in quanto sport adibire alcune zone a parchi "enduro" o "trial", non utilizzando zone dei parchi già esistenti, MA creare ambienti adeguati in nuove zone (ci sono tantissimi campi non coltivati OBBLIGATI a essere tali dalla buona comunità europea), facendo pagare un prezzo adeguato (20-25€ al giorno). Possibilmente senza obbligo di tesseramento FIM (da abolire x la sua nullità di servizio).
 
U

Utente 3704

Guest
@znnlc: ti assicuro che durante una manifestazione quali motocavalcate, gare o raduni, non è possibile uscire dalle zone di gara.
Nelle motocavalcate c'è una "guida" e una "scopa" e se non rispettano ti sbattono fuori, e sei numerato...con tanto di aquisizione documenti.
Nelle gare sei squalificato...e ciao punteggio.
Nei raduni...i giri si fanno in gruppo e se esci sono cazziatoni che nemmeno immagini più sei radiato dal motoclub...
 
Ma io non stò parlando di un qualcosa di programmato, di un raduno, di una gara o di altro. Io parlo di 4 o 5 amici che vogliono andare a passare una giornata in moto in mezzo al verde senza nessuna velleità di ufficialità ....... oppure di un club che abbia organizzato una uscita così per fare allenamento piuttosto che appunto del sano cazzeggio.

Mai fatto parte di un club di motociclisti ma immagino che faccendovi parte si creino delle amicizie, e che nel momento in cui non ci siano attività ufficiali si sfruttino queste amicizie per praticare questo sport.

Idem con patate per chi ha un fuoristrada, non credo che vadano in montagna, in gruppo, sempre e solo se c'è un raduno piuttosto che una gara.

Ciao :), Gianluca
 
U

Utente 3704

Guest
Ciao Gianluca, scusa non ti avevo capito.
Ti dico,come dicevo, raramente si gira in gruppi numerosi, difficilmente si arriva a quattro moto, i giri che si fanno sostanzialmente sono sempre quelli, perchè appunto il nostro sport prevede spesso l'utilizzo di percorsi che poi vengono adibiti a gare o motocavalcate...per le teste di cavolo che vanno in zone vietate...si potrebbero tranquillamente fermare. Perchè i "furbi" ripetono stupidamente i soliti gesti ingiusti...
 
U

Utente 3704

Guest
L' enduro è una pratica sportiva estrema, che esige doti non comuni.
L' enduro è uno sport che accomuna generazioni di praticanti.
L' enduro è una sana passione per i giovani e aiuta a tenere lontano tentazioni distruttive come alcol e droghe.
L' enduro insegna a soffrire, a risparmiare, a lavorare duramente o, a studiare con profitto per l' obiettivo dell' acquisto della moto sognata.
Per condurre una moto da fuoristrada in posti impervi bisogna avere: coordinamento dei movimenti in velocità, resistenza, improvvisazione, prestanza fisica ecc. ecc.
L' enduro è una pratica positiva, compatibile con la natura e praticata per la maggior parte da persone civili ed educate.
L' enduro è una pratica per tutte le età e mantiene giovane il corpo e la mente.
L' enduro è praticato da cittadini che pagano tasse e assicurazioni e alimentano industrie delle moto, dell' abbigliamento e del turismo per viaggi ed' escursioni.
L' enduro serve ad esplorare e scoprire luoghi altrimenti dimenticati.
L' enduro serve a scoprire la natura in tutte le stagioni.
L' enduro serve a tenere aperto sentieri e a far rivivere luoghi desolati e abbandonati. E ad evitare che le campagne, rive dei fiumi, boschi ecc. ecc. diventino terre di nessuno e ricettacolo di criminalità.
L' enduro insegna l' impegno e la tenacia. Spinge a migliorarsi sempre di più per raggiungere delle mete e affrontare, come nella vita, percorsi difficili e superare difficoltà improvvise .
L' enduro, se praticato con tutte le protezioni, non è pericoloso ed evita il vero pericolo che sono le strade asfaltate.
L' enduro per praticarlo non ha necessità di impianti fissi , ma solo di campi incolti o abbandonati, cave, sentieri, fossi, rive dei fiumi ecc. ecc.
L' enduro non genera costi per comunità e amministrazioni anzi, può essere una fonte di reddito per le casse comunali e degli enti parco regolamentando la pratica con: percorsi autorizzati, permessi a pagamento e nominali. Destinando, anche occasionalmente, aree dismesse o inutilizzate dove organizzare ritrovi ed eventi in modo per dare ai giovani il modo di sfogare la loro passione. Oltremodo si otterrebbe la soddisfazione e il ringraziamento di cittadini che si sentono discriminati rispetto ad altri e che invece vengono agevolati nella pratica dello sport, con centri sportivi, piste ciclabili, impianti ecc. ecc.
L' enduro oggi sopravvive grazie all' educazione e al rispetto dei singoli e alla volontà e alla capacità di alcuni moto club che riescono a tenere vivo il nostro sport organizzando campionati ed eventi con la collaborazione di alcune amministrazioni attente, la comprensione delle forze dell' ordine e con la generosità di aziende agricole che permettono il passaggio nei loro poderi e alle quali va tutto il nostro ringraziamento.
 
Ultima modifica di un moderatore:
La REER è legge da ieri sera, e sono estremamemnte contento di comunicare il pieno successo dell'iniziativa lanciata da Enduroterapia e che ha portato alla costituzione del CER, Comitato Escursionismo su Ruota.
Il testo della legge appovoata, che linkerò a breve, contiene in sostanza tutte le modifiche di cui si era discusso.
La Regione Emilia-Romagna è cosi' la prima regione in Italia ad aver affrontato in modo sistematico e corretto la regolamentazione della circolazione, anche con mezzi a motore, sulle strade a fondo naturale.

Riporto qui integralmente il comunicato di Enduroterapia che riassume le più salienti modifiche apportate al testo della legge.
Ma prima un doveroso ringraziamento ai "magnifici cinque" che hanno reso possibile questo risultato, sperabilmente un esempio per le altre regioni, e per una auspicabile legge nazionale:

- Mauro Cocchi,
- Luigi Battoglia,
- Monica Goi,
- Stefano Papa,
Ed ovviamente lui, "the president", Luca Giaroli !!!

Dal sito facebook di Enduroterapia:

Stasera, alle 20,37 la legge REER è stata approvata.

Rispetto al disegno di legge iniziale e a differenza di quanto avvenuto nelle altre regioni d'Italia che già avevano legiferato in materia di escursionismo e di sentieristica, Enduroterapia, per mezzo del CER e grazie al lavoro di tantissime persone e di tutte le federazioni, ha ottenuto vittoria piena.

Sin dall'inizio della nostra avventura non ci siamo mai concessi alternative a quella, e quella abbiamo ottenuto.

Soffermandoci sui soli punti di interesse dell'escursionista su ruote (troppo lungo, da ora in avanti utilizzeremo il neologismo "escur-ruotista"), andiamo ad elencare i punti principali sanciti dalla nuova legge REER (pubblicheremo il testo ufficiale non appena disponibile tra un paio di giorni, noi commentiamo la bozza finale e gli ultimi emendamenti che sappiamo essere stati accettati).


1) Nella definizione di escursionismo non compare più solo quello effettuato a piedi, ma tutte le forme possibili. (Richiesto e ottenuto)

2) E' sparito il divieto di transito generalizzato sulla REER dei mezzi a motore. (Richiesto e ottenuto)

3) Per la prima volta in Italia una legge regionale permette la fruizione della rete escursionistica a mezzi motorizzati e riconosce la validità e l'ordine superiore del Codice della Strada quale principale riferimento normativo per la circolazione dei veicoli. Infatti la legge regionale non impone divieti, ribadisce solo quelli già esistenti e sovranormati da previdenti limitazioni (Parchi, SIC e Zone protette, nei quali già non si poteva circolare) e lascia alla valutazione attenta, puntuale, motivata, da effettuare tratto per tratto e dopo aver sentito la consulta territoriale (nel quale ci saranno rappresentanti del CER) al sindaco, che governa e conosce il proprio territorio ed eventualmente imporrà, per limitati tratti, il divieto di transito a determinati veicoli (non generalizzati, in alcuni tratti potranno circolare moto e quad e non 4x4, in altri solo moto, in altri nemmeno quelle), semplicemente ribadendo ciò che già è previsto dalla legge nazionale, cioè il codice della strada (C.d.S.). (Richiesto e ottenuto)
Non è quindi stata, per la regione, una scelta di "scaricabarile" o "di lasciare la patata bollente ai comuni", ma è stata semplicemente rispettata la Costituzione Italiana per ciò che riguarda la libera circolazione dei cittadini e le previdenti e sovraordinanti leggi nazionali (C.d.S).

Chi pensa che si potesse ottenere di più su questo punto, non solo vive al di fuori della realtà politica, ma non conosce nemmeno i rudimenti di come funzioni il nostro ordinamento giuridico, in quanto la legge regionale avrebbe dovuto stabilire qualcosa di più forte di quanto già dice la legge nazionale, in pratica avrebbe dovuto cambiare il C.d.S., giuridicamente impossibile per l'assemblea legislativa regionale, ma prerogativa del solo parlamento nazionale.
Ciò che si è evitato è di "forzare" queste norme come già avvenuto in altre regioni d'Italia, le quali si sono arrogate poteri legislativi in materia di viabilità che non competono loro. (Anche questo è stato segnalato nel documento condiviso del CER ed è stato ascoltato)

4) Sui percorsi della REER avremo finalmente chiarezza, il tanto odiato PMPF (prescrizioni di massima e polizia forestale), regolamento regionale del 1995 (si badi bene "regolamento", non legge) , non potrà più danneggiarci, in quanto soccombe alla nuova legge regionale, più in alto nella gerarchia delle fonti, e nessuno potrà più multarci se percorreremo tratti di REER non espressamente vietati e segnalati come previsto dalla nuova REER. Anche chi trasgredirà (speriamo il meno possibile) e transiterà su tratti vietati o adotterà una "guida pericolosa", verrà giustamente sanzionato secondo quanto previsto dal C.d.S. e non a mezzo delle altre sanzioni relative agli altri illeciti amministrativi previsti per la REER. (Richiesto e ottenuto)

5) Grazie al nuovo catasto e alla sua informatizzazione sarà possibile avere strumenti on-line per programmare escursioni, valutare diversi tragitti, verificare la fruibilità per i mezzi motorizzati, sapere se a causa delle condizioni meteo vi saranno interdizioni temporanee e così via.

La possibilità di informarsi on-line è un'altra caratteristica assolutamente innovativa. Per scongiurare che i divieti potessero avvenire in maniera approssimativa e non entrando nel merito (tipo di sentieri e/o condizioni meteorologiche o stagionali), si è di gran lunga preferito dotare i sindaci di username e password per accedere al catasto on-line e poter eventualmente e repentinamente porre il divieto temporaneo in caso di reale necessità (piogge copiose, nevicate) ma di lasciare aperto quando questi eventi non si verificano.
Sarà l'escursionista che, nei periodi piovosi, andrà a verificare la fruibilità dei percorsi e programmerà il proprio giro di conseguenza, come peraltro avviene in altri sport, tipo il velista che prima di mettersi in viaggio consulta i bollettini del mare.
In poche parole, in Emilia Romagna da ora in avanti sarà possibile praticare il nostro sport in maniera totalmente legale, condizione impensabile prima di questa legge a causa della confusione normativa e al modo con il quale si tentava di farla rispettare.
Proprio per questo, sarà intollerabile che qualcuno non rispetti da ora in poi le regole.

6) Lungo i tragitti della REER sarà presente una segnalazione omogenea, sarà possibile orientarsi e seguire le indicazioni dei vari percorsi, anche in zone diverse dalle quali si effettuano di solito le proprie escursioni, con la certezza di poter rispettare tutto e tutti.

7) Il CER avrà garantita la presenza di suoi rappresentanti con ruoli di consulenza e propositivi all'interno del Coordinamento Tecnico Centrale della REER e in ogni consulta territoriale, anche questi aspetti rappresentano una assoluta novità per una legge regionale e, per la prima volta, avremo la possibilità di controbattere lo strapotere del CAI e delle associazioni amblientalistiche non in piazza o sul web, ma nelle sedi opportune e con loro cercare sempre il dialogo e la collaborazione. (Richiesto e ottenuto)

Il CER, per mezzo delle sedi locali, avrà la possibilità di stipulare accordi con i sindaci per contribuire alla manutenzione dei percorsi fruibili agli escur-ruotisti, in regola, senza il rischio di sanzioni e con procedure snelle e prive di pastoie burocratiche. (Richiesto e ottenuto)

E' doveroso riconoscere che i legislatori, ed in particolare i consiglieri Marco Barbieri e Gabriele Ferrari:

- hanno avuto il coraggio di andare "controcorrente" rispetto ai colleghi di altri regioni, ascoltando tutti i cittadini emiliano-romagnoli, non solo una parte e i sindaci di montagna che hanno fatto sentire la propria voce;
- hanno preso atto che gli escur-ruotisti sono e saranno una risorsa per la nostra regione, specie nelle zone collinari e montane;
- che gli stessi si sono organizzati ed anche per mezzo del CER, riconosciuto come autorevole e collaborativo interlocutore, sono pronti non solo a rispettare le regole e a farle rispettare da tutti, ma anche a partecipare attivamente per dare il proprio contributo al ripristino ed al presidio del territorio divenendo partner delle amministrazioni locali, non antagonisti;
- hanno preso atto che la fruizione della collina e della montagna emiliano-romagnola è profondamente cambiata rispetto al passato e che oggi è possibile far convivere tutti i tipi di escursionismo anche nel rispetto dell'ambiente, a patto che ognuno sia pronto a rispettare le regole e fare la propria parte.

Permetteteci, a nome di Enduroterapia e del CER, di ringraziare e fare i complimenti ai consiglieri Barbieri e Ferrari per come hanno condotto il loro lavoro, per aver ascoltato e capito le esigenze di tutti e di aver trovato, a nostro parere, il miglior compromesso nel nome del buon senso, per il bene della maggioranza dei cittadini e per permettere ai territori montani di non morire.
Qualcuno potrà osservare che non hanno fatto niente di diverso da quello che un buon politico dovrebbe fare, ma di questi tempi, avendo vissuto quotidianamente questa avventura ed avendo lavorato duramente al loro fianco per diversi mesi, siamo felici di testimoniare come ancora esistano politici seri che lavorano con passione, per molti e non nell'interesse di parte.

Per il mondo degli escur-ruotisti, l'approvazione di questa legge non è tuttavia un punto di arrivo, ma al contrario deve rappresentare un nuovo inizio e "ratificare" un cambio di mentalità necessario per garantire un futuro duraturo alle nostre passioni.

Chi non accetterà questo, chi non rispetterà le regole, chi pensa di poter andare dove meglio crede, chi non rispetterà gli altri fruitori e l'ambiente, chi non si adopererà per contribuire al mantenimento e al ripristino dei percorsi, chi non cercherà il dialogo e la collaborazione, diventerà il più potente alleato dei nostri detrattori e darà loro modo di far prevalere le loro idee in seno alle amministrazioni locali che, a quel punto, avranno la possibilità di "porre rimedio" alle malefatte delle "mele marce" chiudendo sempre più percorsi, punendo in questo modo, indistintamente e irreversibilmente, tutta la categoria.

Per usare un paragone calcistico, con questa legge "ci siamo conquistati la finale", ma per vincere davvero dobbiamo ora giocarci "la partita" a livello locale.
Da oggi lavoreremo costantemente per la costituzione delle sezioni locali del CER: ogni comune o ambito dovrà avere un gruppo referente che potrà offrire collaborazione all'amministrazione locale e sedere nella consulta territoriale, organo consultivo di fondamentale importanza nel quale si prenderanno le decisioni per la gestione locale dei tratti di REER.

Invitiamo tutti gli appassionati a coordinarsi con gli amici del proprio comune, ove esistano club (moto, quad, 4x4) di entrare in contatto con loro ed insieme individuare un rappresentante (anche se non sarà magari il definitivo) che contatti il CER regionale per dare inizio alla collaborazione e al coordinamento.
Ben vengano le idee di tutti, auspichiamo nel contempo che le stesse trovino nel coordinamento locale il giusto catalizzatore per rinforzarne il risultato e per darne giusta visibilità.

Nell'attesa che venga istituita una casella di posta elettronica definitiva relativa al sito del CER dell'Emilia Romagna, potete scrivere a cer@enduroterapia.com

Ve lo avevamo detto dall'inizio, ci avete dato fiducia e, tutti insieme, ce l'abbiamo fatta!

Il presidente, LND e il resto del nocciolo duro.
 
Enduroterapia?? :rofl::rofl:

Escursionismo a motore?? :rofl::rofl:

Ma fate morire dal ridere, cosa è disposta a fare la gente pur di non muovere un po' il sedere...:biggrin:

Comunque, caro escursionista a quattro tempi, tornando seri, sono stato in Bosnia e ho visto quello che auspichi tu, sono stato in Norvegia e ho visto l'esatto contrario di quello che auspichi tu.

un caloroso ringraziamento a te e ai tuoi amici per contribuire al degrado di questo paese...:?
 
Non vedo come una legge che regolamenta TUTTE le attività escursionistiche, prevedendo divieti, controlli e severe sanzioni, contribuisca al degrado del paese...
Certo meglio del farwest pre-esistente, o della chiusura totale di tutti i percorsi a tutti gli escursionisti, come certi ultra-ecologisti da salotto avrebbero voluto, col risultato di un ulteriore spopolamento della montagna...
Sicuramente gestire una rete di 5000 km di stradine di montagna non sarà facile, si faranno errori, e ci saranno i soliti 4 imbecilli che violeranno i divieti.
Mi auguro che vengano beccati e multati severamente...
Ma è cosa buona avere regole da seguire, e la necessaria responsabilizzazione di tutti i diversi fruitori della montagna (passeggiatori, cercatori di funghi, cacciatori, ciclisti, downhill, cavallerizzi, trialisti, motoalpinisti, endursiti, quaddisti, appassionati di sci alpinismo e di slittino, chi fa canyoning nei fiumi, chi va in deltaplano, etc...).
Spero che questo servirà anche a ciascuna di queste categorie ad imparare a rispettare anche gli sport praticati dalle altre...
Chi l'ha detto che UNO di questi è l'UNICO buono e giusto, e tutti gli altri modi di vivere la montagna sono da disprezzare?
A mio avviso, ben vengano regole, divieti, segnaletica, database informatizzato, tracce GPS, sistema di vigilanza e di soccorso, coinvolgimento della protezione civile e del volontariato...
Va tutto nella direzione giusta per far vivere la nostra montagna, la cosa peggiore è se invece ce ne stiamo tutti a casa davanti al computer.

PS: io sto scrivendo invece dalla cima di un monte, raggiunta dopo beve camminata (circa 20 minuti) con lo zainetto in spalla. Ma dopo aver lasciato la moto alla fine della carraia (non vietata, e facente parte della REER), ed aver fatto circa 20 km di strade a fondo naturale.
Come ci sarei arrivato qui, col computer nello zaino, senza usare la moto?
Da notare che in tutto questo percorso non ho incontrato NESSUNO, ne a piedi nè con altri mezzi. Forse li' da voi non è cosi', ma qui, sopra i 500m, le case sono diroccate ed abbandonate, e non c'è un anima nel giro di chilometri...
E per tutta la nostra regione è cosi', salvo una piccolissima area sul crinale tosco-emiliano, che pero' ovviamente è Parco Naturale, ed in cui la legge prevede giustamente un totale divieto per i mezzi a motore, al di fuori della stradina di accesso al parco regolarmente segnalata.
 
:lol:Prossimo passo potrebbero essere gli escu-polisti che sono gli escursionisti in metropolitana. Ovviamente previa realizzazione di una rete ferroviaria underground fino alla vetta o al luogo di interesse, comodamente raggiungibile da Milano Centrale o da Duomo!:lol:

Manco da un po' (sapete è estate e a me, stupido forse, piace andarci a piedi in montagna...) ma se il livello delle discussioni è così comico conviene che ci faccia una visita più spesso!

Saluti a tutti!
 
Ora non voglio fare polemica, o riaprire quei discorsi sul fatto che l'uso di certi mezzi e' lecito solo se fatto per motivi nobili ed illecito se fatto per divertimento.

Ma vi racconto la mia giornata cosi' ci capiamo.
Da due settimane io e mio figlio ci siamo trasferiti nella vecchia casa in colina lasciatami da mio padre. E' a 500 m di quota sopra Fornovo.
Mio figlio doveva studiare per un esame, io dovevo lavorare alla redazione di uno studio di impatto ambientale.
Mi sono alzato prima delle 8, ho camminato per un'ora coi cani nei prati e nel bosco, e poi mi son messo a lavorare per finire la relazione.
Verso le 15 era finita e dovevo inviarla.
Ma la mia casa e' in una zona schermata e sono dovuto salire in vetta, dove ce' l'antenna della Tim. Li' il campo ovviamente e' ottimo, ed in poco piu' di mezzora ho trasferito relazione e disegni...
Quindi sul monte col computer ci son salito per lavoro.
Oggi e' un giorno feriale...
A piedi ci avrei messo tre ore, in moto meno di un'ora...
Se la legge Reer fosse stata approvata senza gli auspicati emendamenti sarei dovuto tornare a valle per spedire la relazione, inquinando assai di piu'. Invece mi e' anvora consentito uscire di casa e percorrere la strada che porta sul monte, e di cio' oggi ho veramente goduto, mentre ero steso sul prato sommitale all'ombra di una pianta...
Mi e' ancora consentito fare il mio lavoro restando immerso nella natura, anziche' chiuso in un ufficio...
Comunque ho il massimo rispetto ed anche un po' di sana invidia per chi puo' permettersi ore ed ore di camminata per le strade di montagna.
Anche se qui non ho mai visto nessuno farlo, le strade le fanno sempre tutti in macchina..
Per me il tempo e' spesso tiranno, magari le avessi avute tre ore per salire a piedi sul monte ed altre tre poi per scendere...
 
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