La rumorosità è soggettiva fino ad un certo punto. Una moto in città non fa rumore, in un bosco spicca sopra tutto il resto. Poi la cosa va vista in prospettiva. Se una moto omologata puo' non essere rumorosa, un motoraduno di moto omologate magari un po' di casino lo fa. E a quanto pare nei periodi estivi, secondo quanto afferma il CAI, di questi assembramenti di moto (che di sicuro non stanno fermi in trattoria) nella sola zona di PARMA ce ne sono 2/3 al mese per tutto il periodo estivo.
Qui entriamo nella "mia" materia, quella che insegno all'università e su cui faccio ricerca. Quindi, messo in testa il cappello da prof, mi tocca farvi una lezioncina di Acustica Applicata.
Va detto anzitutto che l'Italia è il paese al mondo che ha una legislazione in materia di Acustica Ambientale più estesa e dettagliata, e con limiti restrittivi. Basta dire che è il primo paese al mondo come acquisto di fonometri!
La base è la Legge Quadro sul Rumore Ambientale (L. 447 / 1995), cui sono seguiti una dozzina di "decreti attuativi", e numerose altre disposizioni di legge.
In sostanza, in Italia abbiamo tre distinti tipi di limiti di rumorosità:
1) limiti di emissione
2) limiti di imissione di tipo assoluto
3) limiti di immissione di tipo differenziale
Parlando di veicoli a motore, i limiti di emissione sono quelli riportati sulla carta di circolazione, e rappresentano dunque la "produzione" di rumore massima del veicolo, marciante a piena potenza e con i freni tirati. Tale valore "di targa" ha ben poca attinenza con l'effettivo rumore prodotto durante la marcia normale, in quanto normalmente la gente non va in giro col motore a palla ed i freni tirati... Affermare dunque che un veicolo che rispetta i limiti di emissione previsti in sede di omologazione "non disturba" perchè conforme alla legge, è una affermazione assolutamente arbitraria. Un veicolo può benissimo rispettare i limiti di emissione, essendo dotato di aspirazione e scarico a norma, e nello stesso tempo risultare disturbante, come vedremo in seguito. Si dà dunque per scontato che tutti i veicoli ammessi alla circolazione stradale siano "a norma", in quanto periodicamente verificati in sede di revisione periodica.
Veniamo ora ai limiti assoluti di immisione. Questo sono detti anche "Limiti di zona", in quanti i Comuni (che, anche in questa materia, hanno costituzionalmente il potere di normare il loro territorio) definiscono una cartografia di classificazione acustica del territorio comunale, detta anche zonizzazione acustica, o più brevemente ZAC.
Il territorio viene suddiviso in 6 aree con diversa destinazione d'uso, e diversi limiti di immissione (da misurare
all'esterno degli edifici) nei periodo diurno (dalle 6 alle 22) e notturno (dalle 22 alle 6):
cl. I - Aree particolarmente protette Leq = 50/40 dB(A).
cl. II - Aree prevalentemente residenziali Leq = 55/45 dB(A).
cl. III- Aree di tipo misto Leq = 60/50 dB(A).
cl. IV - Aree di intensa attività umana Leq = 65/55 dB(A).
cl. V - Aree prevalentemente industriali Leq = 70/60 dB(A).
cl. VI - Aree esclusivamente industriali Leq = 70/70 dB(A).
Come si vede, il limite notturno è in generale più basso di 10 dB rispetto al limite diurno, tranne che per la classe VI.
I parchi e le aree naturalistiche sono solitamente in classe I, mentre il restante territorio agro-silvo-pastorale è solitamente classificato dai Comuni in classe III, in modo da consentire le normali attività agricole con mezzi a motore.
Quindi di fatto in termini di limiti di immisione assoluti, essi sono generalmente pari ad un Leq diurno di 60 dB(A), escludendo i parchi dove comunque la circolazione dei mezzi a motore è già comunque vietata "a prescindere"...
Si ha quindi lo stesso limite nei campi coltivati che circondano una città o nel bosco su per un monte, e sbaglia chi pretende che sui monti ci sia più silenzio (ripeto, a parte le porzioni di territorio classificate dal comune in classe I, dove invece il silenzio pressochè totale è dovuto per legge - si calcoli che un livello diurno di 50 dB(A) è cosi' basso da venire facilmente superato dal canto degli uccellini, dei grilli o delle rane, o dal rumore del vento fra gli alberi).
Il transito dei veicoli a motore sulla viabilità aperta al traffico, dunque, dovrebbe garantire il rispetto dei limiti di zona. Se questo non accade, il Comune dovrebbe assumere provvedimenti di limitazione del traffico, esattamente come fa quando si superano i limiti di inquinamento dell'aria (polveri sottili, ozono, etc.). Va tuttavia chiarito che, in caso di superamento dei limiti, la responsabilità non ricade sui conducenti dei veicoli, se conformi ai relativi limiti di emissione, ma sull'ente gestore dell'infrastruttura stradale (che solitamente è il Comune stesso).
Inoltre, nel caso il superamento dei limiti sia sistematico, l'ente gestore dell'infrastruttura è tenuto a predisporre un Piano di Risanamento Acustico, che deve poi essere attuato nell'arco di parecchi anni (D.M.Amb. 29 novembre 2000).
Il parametro con cui si verifica il rispetto del limite è il cosiddetto Leq, o Livello Equivalente. Si tratta di una "media temporale" estesa, per legge, all'intera durata del periodo diurno, e mediata ulteriormente su base settimanale. Il passaggio anche di 30 motociclette molto rumorose, per pochi minuti, alla domenica, di fatto fa crescere assai poco il valore del Leq diurno mediato su una settimana..
Quindi è assai raro il caso di superamento del limite di immissione diurno di 60 dB(A) su per le nostre stradine di montagna, per quanto amate dai motociclisti..
E veniamo ai limiti differenziali. Essi vanno verificati con misure effettuate
all'interno delle abitazioni, sia a finestre aperte che chiuse. Si va a verificare se il livello sonoro (sempre Leq, ma stavolta misurato per pochi minuti) rilevato quando la sorgente sonora potenzialmente disturbante è attiva, risulta superare di una misura eccessiva il valore di Leq rilevato a sorgente sonora disturbante inattiva (cosiddetto "rumore residuo")..
Se la differenza supera i 5 dB(A) (di giorno) ed i 3 dB(A) (di notte), la sorgente è considerata disturbante.
Questo criterio dunque tutela chi abita nelle zone naturalmente silenziose, impedendo cha la quiete venga eccessivamente perturbata da immissioni rumorose. Tuttavia, per legge,
i limiti differenziali non si applicano alle infrastrutture di trasporto, quindi qui non occorre più parlarne.
Torniamo dunque al rispetto dei limiti di immissione, giacché sono essi il problema per la circolazione di mezzi a motore su viabilità agresti. Come abbiamo visto, causa la metrica utilizzata per la valutazione (Leq) lo sporadico passaggio di qualche mezzo anche molto rumoroso non pregiudica il rispetto del limite. Viceversa un traffico continuo per parecchie ore al giorno "fa media", e dunque porta facilmente al superamento dei limiti. Il problema dunque si pone unicamente nel caso di quelle famose manifestazioni quali le motocavalacate o i raduni dei 4x4. In tali occasioni, il transito dei mezzi è continuo anche per 10-12 ore della giornata, ed il valore di Leq schizza alle stelle.
Di fatto, dunque, tali manifestazioni sarebbero impossibili. Ma la legge prevede che, per poche giornate all'anno, e dietro apposita richiesta fatta al Sindaco, il Comune possa autorizzare lo "sforamento" dai limiti. Si chiamano "deroghe per attività rumorose temporanee", e possono essere richieste sia per manifestazioni a scopo ricreativo (cavalcate, ma anche concerti rock, etc.) sia per esigenze di lavoro (taglio di un bosco con le motoseghe, lavori stradali, esplosione di mine per scavo gallerie, etc.). La legge non "privilegia" gli uni scopi sugli altri, in quanto, come vi ho già spiegato, per la costituzione italiana le cose fatte "per divertimento" non sono affatto "di serie B" rispetto a quelle fatte "per lavoro". E ben ce ne viene, che se no anche attività come il trekking, la mountain bike, e l'escursionismo in generale, che sono fatte anch'esse per puro divertimento, verrebbero messe in secondo piano rispetto alle esigenze "di lavoro" dei contadini e dei montanari.
Dunque il quadro normativo in materia di protezione acustica dei cittadini è chiarissimo, e mette al centro di tutto il Comune. Esattamente come avviene per il quadro legislativo relativo alla libera circolazione stradale, che, a livello nazionale, può venire normata solo dall'ente proprietario dell'infrastruttura stradale (quindi normalmente sempre il Comune).
E qui ben si capisce la sollevazione dei Sindaci delle nostre montagne, che si sono visti potenzialmente esautorati, da parte della Regione, di poteri che per legge spettano solo a loro.
Sta al Sindaco autorizzare o meno manifestazioni quali motoraduni o cavalcate. Se decide di farlo, la legge gli consente di assegnare deroghe al rispetto dei limiti di rumorosità (ed anche alla percorribilità di percorsi normalmente vietati). Se ai cittadini ciò non piace, che lo mandino a casa alle elezioni successive.
In ogni caso, la questione ha inizio e termine all'interno dei confini del Comune. Se ai "cittadini", turisti domenicali, che non risiedono nel Comune e dunque non votano per il Sindaco, non sta bene di sentire il rumore causato da una "attività rumorosa temporanea" autorizzata dal Sindaco,
durante la loro scmpagnata domenicale, resta ben poco margine per lamentarsi... Possono solo andarsene in una altro comune...
Questa è la legge, non l'ho fatta io, ma i nostri ben pagati parlamentari. Se non sta bene, cambiamola, eleggendo in parlamento chi ha idee diverse, e si farà carico di cambiarla. Ma, finchè la legge statale è questa, il potere ce lo hanno i Sindaci, non la Regione, e men che meno è possibile delegarlo al CAI.
In conclusione: la legge tutela efficacemente i cittadini dal rumore, ma solo se il Comune fa la sua parte, imponendo limiti adeguati attraverso la ZAC, facendoli ripettare tramite controlli e sanzioni, ed adottando provvedimenti restrittivi della circolazione se i limiti vengono superati.
Se un cittadino ha problemi di rumore disturbante, deve dunque primariamente rivogersi al Sindaco, e non invocare l'intervento di altri organi, che per legge non sono competenti...
Detto tutto questo, vi posso assicurare che la lotta alle emissioni di rumore è una delle priorità per chi costruisce mezzi o attrezzi a motore, sia a scoppio che elettrici. Le aziende produttrici spendono un sacco di soldi in studi, ricerche e progettazione di sistemi silenzianti sempre più efficaci.
La mia Università fa da 20 anni studi e ricerche con loro, con risultati assai buoni.
La rumorosità dei veicoli a motore, infatti, scende incessantemente, di circa 5 dB ogni 10 anni.
Questo significa che fra 20 anni, se continua l'attuale trend, una moto da enduro farà il rumore che fa attualmente una mountain bike...
Ovvaimente, quasi sicuramente sarà elettrica, leggera e potente...